Tutti noi probabilmente amiamo sentirci dire quanto siamo bravi e quanto svolgiamo bene i nostri compiti nella vita quotidiana. Spesso basta una piccola parola per trasformare una giornata buia, caricandola di positività. A volte però, ci lasciamo trascinare da queste lusinghe senza capire che, invece, dovremmo aprire gli occhi e percepirne le reali intenzioni, perché c’è chi usa questa potente arma con scopi manipolativi.
Da bambini la funzione di rispecchiamento da parte dei genitori è fondamentale per sviluppare l’autostima
Una madre che rispecchia con amore le qualità e i progressi del suo bambino, lo aiuterà a comprendere e a regolare le proprie emozioni, ad apprendere una conoscenza di sé e degli altri e a sviluppare il proprio sé. Ma anche da adulti è importante che qualcuno riconosca i nostri meriti. Ben vengano i complimenti da parte delle persone care, degli amici, dei colleghi più sinceri. Ma, a volte, le parole di stima e di apparente riconoscimento sono delle lusinghe che servono ad ottenere dei vantaggi.
Si potrebbe pensare che l’adulazione sia facile da smascherare, che certi complimenti siano troppo vistosi per trarre in inganno, ma il punto è che bisogna fare i conti con il piacere che si prova nel sentirsi lusingati. In effetti, l’arte della lusinga insegna che non è sempre necessario esagerare per adulare efficacemente, qualche parola detta al momento opportuno è però sufficiente a cambiare sia il comportamento sia il giudizio dei propri simili. Ovviamente ci sono persone più e meno esposte a questo tipo di raggiro, (arte della seduzione). Per esempio, di solito, chi ha un’autostima scarsa può più facilmente cadere in questo tranello.
L’arte della lusinga e le trappole dell’ego
Se dunque l’arte della lusinga viene bene impiegata, nessuno dall’altra parte penserà di essere manipolato, ma ne subirà l’effetto senza sospetti o difese. Gli aggettivi valorizzanti impiegati dal seduttore secondo una corretta arte della lusinga, sono quelli che attivano nell’altra persona una percezione positiva di se stessa, inducendola a considerarsi implicitamente come descritta dall’adulatore.
L’adulazione manipolativa non è una lusinga senza malizia, dietro una lode o un commento positivo si cela un interesse nascosto. Ma siamo tutti ugualmente ricettivi all’adulazione? Se è vero che le vittime sono per lo più persone con bassa autostima, è altrettanto vero che tutti possiamo cadere vittime di un manipolatore-adulatore. Soprattutto in momenti in cui siamo più fragili, ma non solo. Non sempre è facile riuscire a rendersi conto se si è vittime di un manipolatore-adulatore.
Il manipolatore-adulatore è prima di tutto una persona senza empatia. Il suo unico scopo è quello di stare bene, pertanto considera la persona accanto a sé esclusivamente come una fonte di benessere personale. Proprio per questo all’inizio sarà molto premuroso e attento ai tuoi bisogni (il classico love bombing), mostrandosi come la persona perfetta. L’adulazione è efficace, perché ognuno ha insicurezze e ama essere raccontato grandi cose su se stessi. Non sempre è facile riuscire a rendersi conto se si è vittime di un manipolatore-adulatore. Attenzione però: la trappola sta proprio in questo! Da quel momento inizierà a tessere la sua tela, dandoti dei piccoli contentini per chiederti poi molto di più in cambio: tra le sue armi preferite le classiche frasi del manipolatore. Dunque la domanda sorge spontanea: quali sono i segnali o le frasi tipiche che usa l’adulatore per raggiungere i suoi scopi?
Primo esempio di adulazione manipolativa…..”Ti vedo proprio bene stamattina…volevo chiederti”
Purtroppo è una situazione molto comune. Alla lusinga segue una richiesta che, difficilmente, si può rifiutare. Quando ci dedicano parole positive, negare ciò che ci è stato richiesto è molto più difficile. In effetti se ci dicono “come sei bella stamattina” e poi ci rifiutiamo di fare un favore, allora forse dimostreremo di non gradire le loro lusinghe. In pratica ci dispiace deludere l’altra persona.
Secondo esempio di adulazione manipolativa….Tu che sei così comprensiva/o, non ho ragione a dire che…?
A volte la trappola dell’adulazione manipolativa scatta perché una persona vuole sentirsi appoggiata in determinate opinioni riguardanti certe situazioni. Ad esempio, se sta criticando un amico riguardo un determinato atteggiamento, potrebbe chiederti la tua opinione dopo averti fatto una bella lusinga. In questo caso, ti sarà difficile non stare dalla sua parte anche se sai che si sbaglia. In ogni caso, non vorrai deludere questa persona. Anche in questo caso siamo di fronte a una manipolazione nascosta.
Terzo esempio di adulazione manipolativa……Mi dispiace, sei così generosa/o
Le persone che utilizzano l’adulazione manipolativa a volte lo fanno per farsi perdonare da chi in passato hanno ferito. Per questo motivo, dedicano belle parole affinché l’altra persona si senta superiore e consideri che l’errore possa essere perdonato. Alla fine, siamo umani! Bisogna tenere gli occhi ben aperti, però, perché nella maggior parte dei casi queste persone non vogliono recuperare il rapporto con l’altra persona, bensì i benefici che ciò implica.
Quarto esempio di adulazione manipolativa…..Adoro potermi fidare di te
Ovviamente non bisogna generalizzare. Non voglio dire che non ci si deve fidare di nessuno, ma solo che bisogna fare attenzione, perché molte persone cercano di ottenere la nostra fiducia attraverso gli elogi solo per pugnalarci alle spalle in un secondo momento. Di solito lo fanno coloro che ci utilizzano per raggiungere uno scopo concreto che riguarda soltanto loro. Hanno bisogno di noi per arrivare dove vogliono ma, una volta raggiunto l’obiettivo, ci calpesteranno e ci volteranno le spalle.
Non hai bisogno delle lusinghe per affermare il tuo valore
Quando ti adulano esageratamente, quando ti descrivono così positivamente da metterti quasi in imbarazzo, stai attenta/o! Non lasciarti trasportare da questa sensazione positiva di vedere riconosciuti i tuoi meriti. Per arricchire e migliorare la tua vita non devi dipendere né dalle lodi né dai giudizi degli altri, anche quando sono negativi. La vita non potrà mai negarti una persona sincera se non hai paura di essere te stesso/a. Sai quando la smettiamo di stringere dei legami malsani? Quando impariamo a volerci bene e a farci rispettare per ciò che siamo. Troppo spesso, nell’interagire con gli altri, indossiamo una maschera di accondiscendenza. La parola “maschera” è vista come sinonimo di falsità ma non è sempre così.
La maschera dell’accondiscendenza l’abbiamo indossata la prima volta quando eravamo molto piccoli, quando, per far contenti mamma e papà siamo stati costretti a negare noi stessi. Molti di noi, infatti, non hanno avuto modo di conoscere il famoso amore incondizionato e, fin da piccoli, hanno dovuto guadagnarselo. Per un bambino questo significa “fare contenti i grandi” quindi, crescendo, abbiamo continuato a indossare quella maschera, abbiamo continuato a essere accondiscendenti alla richieste degli altri. Quella maschera ci ha obbligato a dire sempre «sì» anche a richieste scomode, ci ha costretti ad accettare compromessi che poi ci stavano stretti! Ci ha fatto allontanare da ciò che siamo veramente.
Adesso che siamo adulti, possiamo sbarazzarci finalmente della maschera dell’accondiscendenza. Possiamo finalmente imparare a esprimere pienamente noi stessi, senza paura di affermarci come persone complete e degne di stima quali siamo! Per troppo tempo abbiamo detto «sì» a richieste quando volevamo invece dire un netto «no, non voglio!». Per troppo tempo ci siamo fatti sminuire dagli altri perché non sapevamo come affermarci, come farci accettare per ciò che siamo davvero.
A volte, quella maschera si fa così pesante che addirittura siamo confusi su ciò che vogliamo e ciò che possiamo raggiungere
Questo succede quando, per soddisfare gli altri, mettiamo da parte i nostri bisogni per troppo tempo. Un modo per affermare te stesso esiste. Pensaci bene, non sarebbe perfetto avere accanto persone capaci di convalidare le tue emozioni? Di condividere con te la stessa realtà senza tentare di distorcerla?
Esiste una realtà ben concreta in cui tu sei al centro della tua vita, in cui tutti i tuoi bisogni hanno un senso, vanno ascoltati e appagati! Una realtà in cui puoi affermare te stesso, accoglierti e amarti. In tal modo, attrarrai a te solo persone che sono capaci di darti la considerazione che meriti… che hanno cura del legame che instaureranno con te. Non si tratta di un’utopia. Tutto questo è possibile e puoi averlo in tutti i rapporti. Ho scritto un libro sull’argomento, s’intitola «Il mondo con i tuoi occhi». Si tratta dell’attesissimo saggio di psicologia incentrato sull’affermazione personale, cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, dovrai aspettare un pochino: il libro è ora in pre-order (puoi ordinarlo qui su Amazon) e sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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