E’ luogo comune identificare ed etichettare come “padre assente” il padre separato, colui che vive al di fuori del nucleo familiare. Eppure è molto probabile trovare padri assenti anche all’interno di famiglie “stabili”. Quando siamo di fronte al problema di un padre assente emotivamente non possiamo che pensare a quanto possa essere dura la vita per i figli che meritano di essere amati e trattati con affetto da entrambi i genitori. La sensazione di essere rifiutati ha un forte effetto sulla personalità e sullo sviluppo dei bambini.
Un padre assente può influenzare negativamente lo sviluppo dei figli
Siamo abituati a leggere di studi e pareri di esperti sull’importanza cruciale della figura materna nei primi anni di vita dei bambini, ma raramente ci si focalizza sul ruolo del padre o sulla sua assenza “Anche i papà hanno una loro funzione specifica nel processo di crescita e la loro assenza si fa sentire in maniera pesante” La psicologia moderna sta ampiamente dimostrando quanto l’assenza della figura paterna possa influire in modo netto sullo sviluppo emotivo del figlio, fino ad alterarne il comportamento e le attitudini sociali.
Ma cosa significa per un bimbo crescere senza padre?
Ciò può dipendere da diversi fattori, per esempio quando il padre si allontana perché non è ‘motivato’ a far parte della vita dei propri figli o in conseguenza di situazioni conflittuali. Altre volte, per cause contingenti quali la vedovanza e per la quale il bimbo non conosce e non ha mai visto il padre biologico. Altre volte, invece, è presente fisicamente ma assente sul piano affettivo
Padre assente sul piano affettivo
L’assenza emotiva ha lo stesso peso dell’assenza fisica; Il padre assente è il padre che fallisce uno dei suoi compiti fondamentali: la presenza affettiva, l’attività educativa, la costruzione della propria figura simbolica. Quando non coltiva la relazione con i suoi figli. Un padre è assente quando ha problemi con il gioco d’azzardo, quando è dipendente dalle sostanze, quando sceglie gli amici del bar alla propria famiglia. Il padre è assente anche quando è troppo autoritario e impedisce, con la sua rigidità, la costruzione di un legame di cura e di affidamento.
Padre assente, varie tipologie
Come già accennato, l’atteggiamento di un padre assente genera conseguenze che si prolungano fino all’età adulta. L’adulto che ha avuto un padre assente infatti rimane sotto alcuni aspetti, lo stesso bambino insicuro e ansioso che era un tempo. Il fatto di non riconoscere pienamente l’affetto del padre, o quantomeno il fatto di non avvertire senso di approvazione, porta il subconscio del bambino a ridurre la stima in se stesso. L’assenza può assumere diverse forme. Un padre può essere:
Il padre autoritario
Fallisce perchè utilizza il distacco emotivo e la durezza per far rispettare le proprie regole. Perde così le opportunità educative che l’autorevolezza regala ma – soprattutto – non sfrutta quello che pare essere l’ultimo vantaggio che rimane ai genitori per essere ascoltati più della TV, della scuola, degli amici, dei modelli esterni alla famiglia: l’amore.
Il padre fanciullo
Si pone nei confronti del figlio esclusivamente come compagno di giochi rinuncia, anzi diserta, tutti i suoi doveri educativi. Egli diventa l’amico di gioco ma un padre non è un amico, un padre è un educatore il quale per fare bene il suo lavoro deve usare linguaggi diversi da quelli del gioco e dell’amicizia.
Il padre materno
il “mammo” insomma, fallisce perchè – pur occupandosi con dedizione ai figli, appiattisce il proprio ruolo in una mera duplicazione delle attività e delle modalità materne. Questo padre fa mancare ai propri figli la figura virile di un padre che fa il padre con un suo stile, con un suo metodo, con una sua sensibilità.
Il padre vecchio stampo
E’ un padre assente perchè ha fallito come compagno. Quest’uomo non ha capito che il lavoro di genitori si fa in due, in un continuo, incessante, instancabile sforzo di dialogo, comprensione, ascolto e reciproca formazione tra genitori. Quest’uomo è un genitore assente e sta facendo mancare il proprio apporto e sostegno alla propria compagna lasciandola sola a gestire la matassa dell’educazone dei figli.
Quali conseguenze genera un padre assente?
Durante la fase infantile è facile che i bambini possano sviluppare difficoltà scolastiche nell’inserimento o nel rendimento con una probabilità alta di abbandono degli studi in futuro. In età adolescenziale il soggetto è portato a mettere in atto comportamenti sessuali promiscui proprio per un’incapacità a gestire le relazioni affettive e la propria emotività o atteggiamenti aggressivi che suppliscono ad una profonda insicurezza o comportamenti delinquenziali con uso o abuso di droghe e alcool.
“Un padre non è solo chi dà la vita, un padre è colui che è presente, che accoglie, che interviene e guida con sicurezza costruendo ogni giorno un sentiero di istanti significativi nella vita di un bambino”
In età adulta invece l’assenza del genitore comporta inevitabilmente un distacco affettivo e diffidenza nelle relazioni affettive poiché il timore di essere rifiutati o ‘abbandonati’ è sempre presente. È difficile a tal proposito superare il ‘trauma’ ammettendo le difficoltà che un adulto, in termini di ruolo educativo, può avere poiché la rabbia prende il sopravvento
Le conseguenze si manifestano diversamente sui ragazzi e sulle ragazze
I ragazzi, infatti, sono generalmente colpiti più duramente, tendono ad avere più difficoltà a concentrarsi a scuola, difficoltà di apprendimento e sono più predisposti ad acquisire disturbi di deficit di attenzione e iperattività.
La mancanza del padre, inoltre, aumenta significativamente la probabilità che un ragazzo diventi violento. La correlazione fra la mancanza del padre l’appartenenza a bande di strada è infatti molto stretta; tali bande esistono fondamentalmente per due scopi: per riempire un vuoto di autorità e soddisfare un desiderio di appartenenza.
Per quanto riguarda invece le ragazze, si può invece riscontrare difficoltà nel formare rapporti sani e durevoli con gli uomini. Spesso le bambine che hanno sperimentato delle forti perdite, da adulte sono portate a cercare continuamente partner che possano compensare quei vuoti, finendo con il creare relazioni disastrose.
Come superare le ferite lasciate da un padre assente emotivamente
Dovremmo innazittutto “capire”. Capire che il padre emotivamente assente è un uomo che non ha saputo esercitare il proprio ruolo di padre, perché non ha mai capito bene qual era. È probabile che non disponesse delle adeguate capacità personali, di una buona autostima, di un equilibrio interno che gli permettessero di vedere i suoi errori, le sue paure e le sue carenze.
Questo lo scagiona dall’averci lasciato un tale vuoto emotivo?
Assolutamente no! Tuttavia, la comprensione, a volte, ci aiuta a vedere in modo diverso la realtà, a evitare di accumulare ulteriori emozioni negative. Dobbiamo avere la piena consapevolezza che siamo cresciuti e maturati con molti vuoti a causa di queste carenze affettive. Tuttavia, arriva sempre il momento in cui dovremmo tagliare il vincolo con la sofferenza del passato per sanare le ferite nel presente.
Inoltre, è importante precisare che ogni storia è a sé; non è detto che tutti i figli cresciuti con un padre assente si trascineranno nel corso del loro sviluppo importanti conseguenze psicologiche. Tuttavia possiamo di certo affermare che la figura genitoriale del padre è preziosa per l’edificazione di una struttura psicologica salda e autonoma nei figli.
Cosa succede se non curiamo le nostre ferite?
Ci sono due prospettive. Da un lato c’è la possibilità di covare rabbia, risentimento e mettere distanze con gli altri. Dall’altro c’è la possibilità di cronicizzare una forte insicurezza, diventare bisogni dell’altro fino a sviluppare dipendenze affettive. In entrambi i casi, il nostro partner penserà che non importa quanto riuscirà a darci, per noi non sarà mai abbastanza.
Hai bisogno di conoscere una forte verità. Tutte le incomprensioni e le resistenze del presente, derivano da questioni irrisolte del tuo passato. Una volta che avrai capito questa verità, potrai essere più auto-empatico e incolpare meno te stesso o il partner.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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