Il senso di non valere è un’emozione negativa che molte persone sperimentano a un certo punto della loro vita. Si tratta di una sensazione profonda di non essere degni di amore, successo o felicità. Questo stato mentale può avere un impatto significativo sulla nostra autostima e sul nostro benessere complessivo. Tuttavia, è possibile superare questa sensazione e sviluppare una visione più positiva e sana di se stessi. In questo articolo, esploreremo le cause del senso di non meritevolezza e forniremo consigli pratici su come affrontarlo e superarlo.
Tutti abbiamo bisogno di “essere amati” ed essere riconosciuti!
L’intima sensazione di essere all’altezza di una situazione, di un obiettivo o del partner non è assolutamente una cosa scontata. Superficialmente tutti quanti diciamo “sì certo merito il meglio” ma, nel buio della tua cameretta, all’interno del tuo inconscio, molto spesso non ti ami abbastanza, non ti senti compreso e utile. E’ per questo che in qualche modo andiamo a boicottare le nostre relazioni di coppia e ci andiamo ad infilare in relazioni che non funzionano. Proviamo un grande senso di vergogna per i nostri difetti, che riteniamo grandi e imperdonabili. Quindi, cerchiamo di nasconderli o di evitare le situazioni in cui possiamo esprimerci. Sviluppiamo una tendenza al perfezionismo: gli errori diventano difficilmente tollerabili e risultano frustranti.
Perché ci sentiamo poco meritevoli?
Il senso di non sentirsi abbastanza può avere radici profonde, spesso derivanti da esperienze passate negative o da una scarsa autostima sviluppata durante l’infanzia. Se hai avuto la fortuna di aver avuto genitori che ti hanno accudito, che si sono presi cura di te, che ti hanno supportato e amato in maniera attiva, sviluppi a livello psicologico l’intima percezione che tu vai bene così e che meriti amore.
Se vogliamo parlarci chiaramente, nella realtà accade rarissimamente: nella stragrande maggioranza dei casi non accade! Noi essere umani siamo essere emotivi più che cognitivi, quindi ci facciamo condizionare dal nostro vissuto. E non avendo il manuale d’istruzione del genitore perfetto facciamo quello che possiamo; magari noi stessi siamo vittime di deprivazioni affettive quindi non è che decidiamo a tavolino di crescere i nostri figli con un’autostima scarsa o con un attaccamento insicuro, cerchiamo di fare del nostro meglio con le informazioni che ci arrivano dal nostro vissuto (memorie implicite)
L’educazione, la cultura e le aspettative sociali possono anche influire sul modo in cui ci percepiamo e ci sentiamo degni di amore e successo.
Ad esempio, se siamo cresciuti in un ambiente in cui le nostre azioni venivano costantemente criticate o non eravamo mai elogiati per i nostri successi (a scuola, prime esperienze extra familiari) potremmo sviluppare un senso di non valere.
Influenze esterne come i media e la società possono anche contribuire a percepirci sbagliati o inadeguati, poiché spesso ci viene detto che dobbiamo soddisfare determinati standard di bellezza, successo e felicità per essere degni di amore e rispetto. Questi fattori possono creare una pressione costante e contribuire alla nostra percezione negativa di noi stessi.
Ricorda che la pratica della gentilezza verso te stesso/a richiede tempo e costanza. Ripeti queste frasi con convinzione e lascia che si radichino nella tua mente, per costruire una visione positiva di te stesso/a e sentirsi meglio nel processo.
Come affrontare il senso di non valere
Affrontare il senso di non valere abbastanza può essere un processo impegnativo, ma con impegno e dedizione è possibile sviluppare una visione più positiva di se stessi. Di seguito ti propongo alcuni suggerimenti per affrontare questo sentimento
1. Consapevolezza
Il primo passo per affrontare il senso di non valere è diventare consapevoli del nostro stato emotivo e delle convinzioni negative che alimentano questa sensazione. Prenditi del tempo per riflettere su te stesso e le tue esperienze di vita che potrebbero aver contribuito a questa sensazione. Identifica i modelli di pensiero negativo e le convinzioni limitanti che ti tengono intrappolato in questo stato mentale.
Quindi se ti trovi in relazioni tossiche con persone che ti fanno sentire sempre male, sempre sbagliato, sempre che non vai bene, che la colpa è sempre tua, ti devi togliere da lì. E’ come continuare a rimanere in una stanza piena di gas: non ci puoi stare; devi subito andartene da lì. Trova quindi il coraggio di allontanarti e di lasciar andare quelle relazioni.
2. Sfida le tue convinzioni negative
Una volta identificate le convinzioni negative, sfidale razionalmente. Esamina le prove che contraddicono queste convinzioni e cerca di adottare una prospettiva più realistica e positiva. Ad esempio, se ritieni di non essere meritevole di amore, pensa a tutte le persone nella tua vita che ti amano e ti apprezzano.
Se sulla bilancia ci sono “cose” positive e “cose” negative, per qualcuno l’attenzione non può che direzionarsi unicamente sulle cose negative. Non si tratta di falsa modestia, come qualcuno spesso sentenzia. Si tratta, piuttosto, di non riuscire a credere davvero in se stessi. Oppure, per dirla in altri termini, non riuscire a fare affidamento sulle proprie capacità e/o sulle proprie risorse. Queste frasi ti sono familiari?
- “Se si complimentano con me per aver fatto un buon lavoro, forse non si sono accorti di tutti gli errori che ho fatto…”
- “Mi dicono che sto bene con questo abito, ma non si rendono conto di quanti difetti mi faccia…”
- “Ho avuto solo fortuna, senza non ce l’avrei fatta”
- “Mentono quando si complimentano con me, forse vogliono qualcosa da me”
- “E’ inutile che mi sforzi, tanto non sono capace”
3. Auto-compassione
Molto spesso l’educazione che riceviamo da bambini tende a trasmettere narrazioni critiche su “giusto” e “sbagliato”, così come su “buono” e “cattivo”. E queste idee possono portarti a guardare duramente ai tuoi errori. Ma sei un esseri umano, non un robot, e gli errori accadono inevitabilmente. Se impari ad esprimere compassione a partire da te stesso, puoi considerare i tuoi passi falsi come lezioni da cui puoi imparare e riprenderti, invece di provare vergogna e rimpianto. Sii gentile e amorevole verso di te, proprio come lo saresti con un amico. Accetta che nessuno è perfetto e che tutti commettiamo errori. Impara a perdonare te stesso e a trattarti con gentilezza e rispetto.
Dai il giusto peso alle tue azioni! Prendi un foglio e traccia una linea in verticale, dividendolo in due metà. Sul lato sinistro scrivi affermazioni critiche “Tu” come se qualcun altro le stesse dicendo (ad es. “Sei sempre stanco” o “Sei disordinato”). Sul lato destro scrivi, invece, dichiarazioni compassionevoli “Io”, ad esempio, “Non sono pigro. A volte mi concedo il permesso di rilassarmi per ricaricarmi”.
Per fare questo parti da te stesso, dal considerare i tuoi valori ed i tuoi punti di forza e sviluppa il dialogo interiore di conseguenza, andando ad inquadrare e riconoscere i paradossi della nostra esperienza: sono ansioso ma indomabile, sono traballante ma con i piedi per terra, sono esausto e ancora resiliente, sono spaventato ma inarrestabile, sono stanco e persistente, ecc.
4. Celebra i tuoi successi
Prenditi il tempo di celebrare i tuoi successi, grandi o piccoli che siano. Riconosci i tuoi risultati e le tue capacità, e sentiti orgoglioso di ciò che hai raggiunto. Ricorda che meriti di essere felice e di godere dei successi che hai ottenuto.
Ecco alcune frasi che puoi dire a te stesso per sentirti meglio
Queste frasi ti aiutano a esplorare i tuoi sentimenti, a identificare le tue convinzioni e a sviluppare una maggiore consapevolezza di te stesso.
- “Sono abbastanza e merito di essere felice.”
- “Domani sarà meglio di oggi.”
- “Mi concentro sulle cose positive nella mia vita e lascio andare ciò che non posso controllare.”
- “Ho il potere di creare la mia realtà e di scegliere il mio atteggiamento”
- “Mi perdono per gli errori passati e mi permetto di crescere e imparare da essi.”
- “Mi concedo il tempo e lo spazio di cui ho bisogno per prendermi cura di me stesso”
- “Mi circondo di persone che mi sostengono e mi incoraggiano”
- “Accetto me stesso/a completamente, con tutte le mie imperfezioni.”
- “Sono grato/a per le piccole gioie e le esperienze positive che mi circondano”
Il senso di non valere può essere un’emozione debilitante, ma è possibile superarlo con impegno e lavoro su se stessi!
Sappi che il senso di non valere può diventare il tuo peggiore nemico. Un nemico che solo tu puoi sconfiggere! Come? Investendo sulla consapevolezza che tu vali e che meriti il meglio. E ora ti chiedo: quanto realmente ti sta a cuore la tua serenità? Se investi denaro per comprarti un bel paio di scarpe, un’abito nuovo….. per apparire più “attraente” perché non investi emotivamente per essere più felice? Quindi, rialzati, raccogli i pezzi che hai lasciato in mani sbagliate e avanza a testa alta…Io starò lì a guardarti mentre tutti gli altri si aspettano di vederti ancora a terra.
Sei pronto a credere in te stesso?
Ricorda che l’autostima è un processo continuo e che richiede tempo e impegno per costruirla. Sii gentile con te stesso lungo il percorso e cerca il sostegno di persone che ti accettano e ti apprezzano per ciò che sei. Quelli che ti dicono il contrario, i pessimisti radicali, i disfattisti ostinati, che vogliono convincerti che “Tanto non cambierà nulla”, lo fanno per difendere il proprio status quo, la propria vita misera. Non vogliono vederti felice, perché se ciò accadesse metterebbe in discussione le loro convinzioni fallaci. Hanno troppa paura della vita per vivere davvero, e così sopravvivono; non fare lo stesso errore. Ricorda sempre…Non sei definito dai tuoi limiti ma dalle tue qualità.
Smettila di aspettare
Se lo vuoi veramente, puoi riappropriarti della tua vita proprio in questo preciso momento, basta che smetti di aspettarla. La verità è che la vita è sempre stata con te, ha sempre fatto parte di te. L’unico piccolo dettaglio è che invece di riconoscerla e accettarla, hai preferito sederti e aspettare che arrivi. L’attesa è uno stato mentale. E questo stato vuol dire che tu sei maggiormente proiettato al futuro rispetto al presente. Che non vuoi quello che hai, ma vuoi ciò che non hai. Che rifiuti ciò che hai creato, e desideri quello che non hai ancora raggiunto. Cosa ne pensi di un’esistenza in cui riesci ad ascoltare e comprendere i tuoi bisogni più autentici e, soprattutto, farli rispettare? Una vita in cui la sicurezza che cerchi è già dentro di te, pronta all’uso… e aspetta solo di essere afferrata! Ecco, una vita del genere è possibile e tu la meriti tutta. Con gli insegnamenti giusti, dovrai solo iniziare a viverla.
Nel mio secondo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» (edito Rizzoli) ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia. È un viaggio introspettivo che ti consentirà di trasformare le tue ferite e la tua attitudine difensiva in un’inattaccabile amor proprio. Già, perché l’armatura che più di tutte può difenderti (dalle umiliazioni, dai torti, dalle delusioni e dalla rabbia…) è proprio l’amor di sé. Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Il libro puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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