A volte i disagi emotivi possono renderci privi di motivazione, di energia, di scopo. Tale senso di svuotamento purtroppo non sempre viene rispettato e compreso. Anzi! Il più delle volte veniamo giudicati. Hai presente quando ti senti demoralizzato o triste per qualcosa che ti è accaduto e incontri una persona cara che vuole trattenerti a chiacchierare? Tu a quel punto le dici: «non dirmi nulla, devo andare, sto passando un brutto periodo e mi scoppia la testa». L’altro cosa fa? Invece di mostrarti comprensione e congedarti, ti dice: «non me ne parlare, sapessi io come sto… non immagini ieri… bla bla» e inizia a svuotare il suo sacco di problemi. Se ti è capitata una cosa del genere, sai quanto possa essere svilente.
Ti senti frustrato e ti chiedi se almeno ha sentito le tue parole… è la realtà a risponderti, l’altro ha completamente ignorato la tua difficoltà. Questa mancanza di ascolto empatico è caratteristica delle persone che sono troppo concentrate su se stesse. Possono essere persone divertenti da frequentare ma pessime confidenti: pronte a dispensare consigli considerando solo ed esclusivamente un punto di vista distaccato e superficiale, il proprio.
È legittimo chiedersi: perché alcune persone sono essenzialmente insensibili alla sofferenza altrui?
Com’è possibile che siano emotivamente chiusi rispetto a ciò che sta al di fuori di loro stessi? Cosa induce una persona a essere insensibile? A questo punto è legittimo chiedersi perché. Le cause alla base dell’insensibilità sono disparate. Chi sembra essersi veramente “insensibile” alla sofferenza altrui non è insensibile, o cattivo. Spesso in esso è nascosta una vulnerabilità più profonda, per cui è più utile (non preferibile, poiché processo implicito) corazzarsi e rendersi apparentemente aridi, che farsi travolgere da emozioni che non si è in grado di tollerare, poiché fanno paura. Da sempre, a livello ancestrale, tendiamo ad allontanare ciò che ci terrorizza: questo è evoluzionisticamente una reazione difensiva.
Nessuno è immune alla sofferenza emotiva!
A chiunque può capitare di attraversare un momento difficile per un torto subito, per un’ingiustizia o per la fine di una relazione. Insomma le motivazioni possono avere tante sfumature ma il dolore rimane lo stesso! Come già accennato, essere insensibili alla sofferenza altrui può celare la paura di evocare qualcosa di spiacevole ma se la sofferenza viene esternata da qualcuno a noi caro?
Ci sono cose che è necessario evitare nel rapporto con chi ha un disagio emotivo?
Ciò che dobbiamo evitare, in assoluto, è banalizzare i disturbi del depresso: banalizzare non aiuta a migliorare la depressione ma, se possibile, la peggiora. Il depresso ha già di per sé difficoltà a convivere e ad accettare il suo disturbo: spesso non riesce a darsene una ragione e, nell’ottica pessimistica che lo caratterizza, finisce per viverlo ora come una colpa, ora come una punizione per le sue colpe; prova vergogna per le sue condizioni e si sente giudicato dagli altri o comunque non compreso.
Pertanto, espressioni che direttamente o indirettamente facciano riferimento ad una presunta mancanza di volontà o di impegno o di collaborazione possono avere un effetto anche drammatico su di lui/lei. Anche stimolarlo eccessivamente, oltre a quelle che sono le sue possibilità in quel momento, è controproducente.
Che cosa dobbiamo dire e non dire a chi ha un malessere emotivo?
Molte sono le cose che possiamo dire a una persona chesta attraversando un momento buio della sua vita e ancora di più sono quelle che dovremmo evitare di dire. Proviamo a farne un elenco.
Frasi da non dire
– Devi darti una smossa, devi reagire
– Non devi star lì a pensare, devi svagarti, andare a divertirti
– In fondo ci sono tante persone che stanno peggio di te
– Non devi star lì a commiserarti, a piangerti addosso, devi reagire
– Sono tutte tue fantasie
– Devi crescere, non devi fare la vittima
– Non ti manca nulla per essere felice
– In fondo non stai così male, hai un ottimo aspetto
– È solo un po’ di stress, un po’ di riposo ed un buon ricostituente e passa tutto
– Le cose non sono poi così male, no?
– Devi uscire di più, devi svagarti
– Hai bisogno solo di una donna (di un uomo)
– Dovresti fare più sesso, è quello che ti manca
– Fai come me, quando sono un po’ giù mi faccio un bel bagno caldo e dopo mi sento un altro
– Sorridi e il mondo ti sorriderà
– A tutti capita prima o poi di essere depressi
– Buttati nel lavoro
– Ma se non sembri nemmeno depresso
– Secondo me lo fai per attirare l’attenzione
Altre frasi ancora da non dire
– I giorni neri capitano a tutti
– Alla tua età dovresti goderti a pieno la vita, non stare qui a compiagerti
– Facendo così, non solo fai del male a te stesso, ma fai star male anche chi ti sta intorno
– Basta volerlo, con la volontà si può ottenere tutto
– Devi sforzarti di più, non devi abbandonarti come stai facendo
– Non avrei mai pensato che tu fossi così fragile
– Esci, vai a comprarti qualcosa che ti piace, vedrai che poi starai meglio
– Dovresti pregare di più, affidarti a Dio
– Te lo sei cercato
– Non hai nessun motivo per sentirti così
– Alla tua età è normale essere depressi, la vita non ti riserva più niente di positivo
– È una tua debolezza
– Sono prove che ci manda il Signore
– Di che cosa ti preoccupi? Dovresti essere contento, non ti manca niente
– Basta non pensarci
– Fai diventare depresso anche me
– Il mondo non è poi così brutto
– Non pensare al passato, buttati sul presente
– Devi trovarti un hobby, uno svago, un interesse
– E se ti capitasse qualcosa di veramente grave che cosa faresti?
– Forse ti ci vuole un forte dispiacere per scuoterti e farti reagire
– Butta via tutte le medicine e vedrai che starai bene
– Smettila di lamentarti e datti da fare
– Vai ad aiutare chi ha più bisogno di te e vedrai che ti passerà la voglia di lamentarti
– Dai troppo ascolto ai dottori, a dar retta a loro saremmo tutti ammalati
– Tutti abbiamo la nostra croce da portare
– Nessuno è responsabile della tua depressione
– Prenditi una bella vacanza e ti passerà tutto
Frasi consigliabili
– Ti starò vicino e non ti abbandonerò nemmeno nei momenti più difficili
– Ti aiuterò ad uscirne
– Posso offrirti solo una spalla su cui piangere, ma almeno su quella puoi contarci
– La depressione è solo una malattia, non vuole assolutamente dire che tu sei un debole, un incapace, che non sei i grado di affrontare i problemi né tanto meno che sei pazzo
– Devi convincerti che questa è una malattia e delle malattie non ci si deve vergognare: possono capitare a tutti
– Io ti posso stare vicino e cercare di fare il possibile per aiutarti, ma questo non può bastare, devi affidarti anche alle cure di uno specialista
La tecnica del paradosso
Se il depresso si lamenta, piuttosto che tirarlo su, provate a mostrarvi più negativo di lui, parlando con toni di esagerato pessimismo della vita e dei rapporti umani. Alcuni esperti hanno utilizzato questa tecnica con depressi non gravi, ottenendo dei risultati significativi. Quando lo psicologo si mostrava più depresso del paziente, in terapia si verificava un’inversione dei ruoli: il paziente cercava di consolare lo psicologo, e così facendo, il suo modo di vedere la vita cambiava radicalmente e il suo umore migliorava.
Come aiutare chi ha una sofferenza emotiva, l’importanza dell’ascolto
A volte il silenzio può essere scomodo, ma nella maggior parte dei casi dire cose incoerenti e prive di senso può essere molto peggio. Di solito le persone depresse non parlano molto, ma a volte hanno anche bisogno di sfogarsi. Infatti, è stato dimostrato che quando parliamo dei nostri problemi non solo riusciamo a sentirci meglio, ma spesso scopriamo anche nuove prospettive del problema che non avevano visto prima.
In un mondo dove ognuno è rinchiuso nei suoi problemi, imparare ad ascoltare è una abilità in via di estinzione, ma è anche imprescindibile se si vuole aiutare davvero qualcuno.
Tutto questo deve aiutarci a riflettere
Ognuno di noi può essere colpito, in un determinato momento, dalla depressione, sia direttamente sia indirettamente. Facciamo attenzione, cerchiamo di capire la natura di questi malesseri e, soprattutto, smettiamola di giudicare…
Anche se non lo sappiamo, possiamo ambire a una vita completa e appagante
Ciò che possiamo fare oggi, è prenderci cura del nostro mondo interiore. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, alcuni sembrano più bravi a occuparsi degli altri e non di sé, e questo ci porta a stare sempre ai margini della nostra vita a dimenticarci di noi. Come spiego nel mio nuovissimo libro «Il mondo con i tuoi occhi», quando sappiamo guardarci con i nostri occhi e riusciamo a cogliere i nostri bisogni più profondi, riconoscendoci nella nostra interezza, saremo capaci di muoverci nella direzione giusta per appagarli, a prescindere dagli altri! Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile. Non ti dico questo perché sono di parte, te lo consiglio da lettore a lettore. Il libro, «Il mondo con i tuoi occhi», è disponibile in prevendita su Amazon e sarà disponibile in tutte le librerie dal 29 ottobre
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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