Quando si parla di genitori “invischianti”, ci si riferisce a un modello relazionale caratterizzato da un coinvolgimento eccessivo e spesso disfunzionale nella vita dei figli. Questi genitori tendono a mantenere un controllo sottile ma costante, mascherato da preoccupazione o affetto. Le loro parole sono spesso impregnate di messaggi impliciti che possono generare confusione, senso di colpa o dipendenza emotiva nei figli.
Cosa Significa Essere un Genitore Invischiante?
Il termine “invischiante” deriva dal concetto di enmeshment in psicologia, introdotto dal terapeuta familiare Salvador Minuchin. Questo tipo di relazione familiare è caratterizzata da confini deboli o inesistenti tra i membri della famiglia, con una conseguente difficoltà nel distinguere i bisogni e le emozioni individuali da quelli del gruppo.
Un genitore invischiante tende a:
- Sovrainvestire emotivamente nella vita del figlio.
- Chiedere costante rassicurazione e attenzione, spesso a scapito del benessere del figlio.
- Interferire nelle decisioni personali del figlio, anche in età adulta.
- Coltivare un senso di dipendenza, impedendo al figlio di sviluppare un’identità autonoma
Frasi Tipiche dei Genitori Invischianti
Un aspetto distintivo dei genitori invischianti è l’uso del linguaggio come strumento di controllo emotivo. Le frasi tipiche dei genitori invischianti non sono semplici espressioni di affetto, ma strumenti che possono creare dinamiche di dipendenza emotiva e confusione nei figli. Riconoscere questi messaggi e imparare a rispondervi in modo equilibrato è un passo fondamentale per costruire relazioni più sane e autentiche. Ecco alcune delle frasi più comuni utilizzate dai genitori invischianti, analizzando il loro significato nascosto e l’impatto psicologico che possono avere.
1. “L’ho fatto per te!”
Questa frase viene spesso utilizzata per sottolineare i sacrifici compiuti dai genitori, ma nasconde un messaggio di manipolazione. Il sottotesto può essere: “Devi comportarti come voglio io, perché ti ho dato tutto”. Questo tipo di affermazione crea un senso di colpa nei figli, che si sentono obbligati a conformarsi alle aspettative genitoriali.
Impatto sui figli:
- Senso di colpa costante.
- Difficoltà a prendere decisioni autonome.
- Paura di deludere i genitori.
Come gestirla:
È utile rispondere con gratitudine, ma ribadendo la propria autonomia: “Apprezzo molto quello che hai fatto per me, ma ho bisogno di prendere le mie decisioni”.
2. “Senza di me non ce la faresti.”
Questa frase trasmette un messaggio di dipendenza, insinuando che il figlio non sia capace di affrontare le sfide della vita senza il supporto del genitore.
Impatto sui figli:
- Sottovalutazione delle proprie capacità.
- Dipendenza emotiva e pratica dai genitori.
- Ansia nel prendere decisioni autonome.
Come gestirla:
Riconosci il supporto ricevuto, ma afferma la tua indipendenza: “Grazie per il tuo aiuto in passato, ma voglio provare a farcela da solo/a”.
3. “Non ti capiterà mai qualcuno che ti ama come ti amo io.”
Questa frase può sembrare innocua o affettuosa, ma spesso ha un sottotesto di isolamento. Suggerisce che nessun altro potrà mai essere abbastanza per il figlio, scoraggiando relazioni esterne e rafforzando la dipendenza emotiva dal genitore.
Impatto sui figli:
- Difficoltà a instaurare relazioni sane.
- Timore di allontanarsi dal genitore.
- Senso di inadeguatezza nelle relazioni romantiche.
Come gestirla:
Rispondi con affetto, ma sottolinea il valore delle tue relazioni esterne: “Il tuo amore è importante per me, ma anche le altre persone che scelgo di avere nella mia vita lo sono”.
4. “Se fai così, mi farai ammalare.”
Questa è una tipica frase manipolativa basata sulla paura. Il genitore associa il comportamento del figlio al proprio benessere fisico o emotivo, creando un senso di responsabilità sproporzionato.
Impatto sui figli:
- Ansia e preoccupazione per il benessere del genitore.
- Rinuncia ai propri desideri per evitare conflitti.
- Sensazione di essere intrappolati in una relazione emotivamente squilibrata.
Come gestirla:
Mantieni la calma e riafferma i tuoi confini: “Mi dispiace che ti senta così, ma questa decisione è importante per me”.
5. “Non sono io che sbaglio, sei tu che non mi capisci.”
Questa frase sposta la responsabilità di eventuali conflitti interamente sul figlio, evitando qualsiasi autoanalisi da parte del genitore.
Impatto sui figli:
- Senso di inadeguatezza.
- Confusione sulle proprie emozioni e bisogni.
- Difficoltà a esprimere il proprio punto di vista.
Come gestirla:
Ribadisci il tuo punto di vista con fermezza e rispetto: “Mi dispiace che tu lo veda in questo modo, ma per me è importante esprimere come mi sento”.
6. “Faccio tutto questo perché ti voglio bene.”
Pur sembrando amorevole, questa frase è spesso utilizzata per giustificare comportamenti invadenti o controllanti.
Impatto sui figli:
- Confusione tra amore e controllo.
- Accettazione di relazioni sbilanciate.
- Difficoltà a stabilire confini.
Come gestirla:
Riconosci l’intenzione positiva, ma chiarisci le tue necessità: “Apprezzo il tuo affetto, ma ho bisogno di spazio per crescere e imparare da solo/a”.
7. “Sei il mio unico motivo di felicità.”
Questa frase carica il figlio di una responsabilità emotiva enorme, legando il benessere del genitore alle scelte del figlio.
Impatto sui figli:
- Pressione costante per rendere felice il genitore.
- Senso di colpa se si perseguono desideri personali.
- Difficoltà a costruire una vita indipendente.
Come gestirla:
Rassicura il genitore, ma ribadendo la tua individualità: “Mi rende felice sapere che sono importante per te, ma anche io ho bisogno di trovare la mia strada”.
Impara a stabilire confini chiari
Mantenere un dialogo aperto e promuovere la propria autonomia sono strategie essenziali per gestire queste situazioni. Ricorda, crescere come individuo non significa allontanarsi dall’amore dei propri genitori, ma ridefinire il rapporto in termini di rispetto reciproco e libertà personale. Dobbiamo avere ben chiara una cosa: il modo migliore per creare uno spazio psicologico sicuro è il distacco. Stabilire una distanza tra i sentimenti o la lealtà affettiva rispetto alla nostra identità e alle nostre reali esigenze. Al tempo stesso, non possiamo sottovalutare un aspetto evidente: chi ci rispetta davvero non invaderà mai né minerà le nostre barriere emotive e psicologiche.
Ricorda sempre che stabilire sani confini interpersonali è prima di tutto UN MODO DI PRENDERSI CURA DI SE’; non una prova di forza, una forma di ricatto o una merce di scambio. Se è vero che non possiamo pretendere di controllare o cambiare i comportamenti dell’altro, è anche vero che possiamo SCEGLIERE come comportarci e come agire invece di reagire, considerando l’ipotesi di allontanarci se la relazione diventa nociva. Non è sempre facile stabilire i propri confini, tracciare quella linea che delimita il nostro spazio personale, in particolare se quello che ci muove è la paura di perdere l’altro. Cosa succede infatti quando decidiamo di smettere di guardare al di fuori e diamo uno sguardo al nostro mondo interiore?
Spero che questo abbia aiutato a spiegare i confini in modo succinto, demistificante e potenziante. Nessuno ha detto che i confini sono facili! Ci vuole grinta, guarigione, sviluppo e abbracciare la paura di mostrarsi in un modo completamente nuovo.
Se non chiedi, niente ti sarà dato. Se non agisci, niente cambierà
Come avrai intuito, i confini regolano gli scambi dare/avere, oltre che la distanza (e vicinanza) tra te e gli altri. Se nella vita ti ritrovi sempre a dare senza ricevere in cambio una equa contropartita, probabilmente non hai mai imparato a definire i tuoi confini. La tua persona continuerà a pensare che a te sta bene la situazione e continuerà a comportarsi come ha sempre fatto. Sei tu che decidi cosa vuoi e sei solo tu ad avere la possibilità di dire no agli atteggiamenti degli altri. Devi solo conoscere il tuo valore e capire che chi non ti da la giusta importanza, chi non ti rispetta, non è una persona da tenere nella tua vita.
È dentro di te che troverai l’ascolto, la comprensione, l’amore, la considerazione e la stima mancati
È con i tuoi occhi che potrai dire «wow». Non ci sarà nessuno da stupire, le bellezze che ti porti dentro non dovranno essere “scoperte” da nessuno se non da te stesso! Se hai voglia di riconquistare ciò che hai perduto nelle tue esperienze precoci, liberarti dai ruoli e deviare dalla traiettoria che gli altri hanno scelto per te, ti consiglio la lettura del mio nuovo libro: «il mondo con i tuoi occhi». Si tratta di un saggio molto atteso dalla critica; rivoluzionerà il mondo con il quale ogni giorno approcci al mondo e alla vita! Per leggerlo, puoi ordinarlo a questa pagina Amazon o andare in libreria
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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