L’abuso narcisistico è una forma di violenza psicologica perpetrata da una persona con tratti narcisistici o con disturbo narcisistico di personalità che aderisce a un modello di comportamento in cui cerca di ottenere potere, controllo e gratificazione a spese dell’altro. Chi ha spiccati tratti di personalità narcisistica o addirittura un disturbo della personalità, tende a sfruttare le loro emozioni e bisogni degli altri per alimentare il proprio senso di grandiosità e autoimportanza.
Le persone con tratti narcisistici o un disturbo di personalità narcisistica tendono ad avere un eccessivo bisogno di ammirazione, si fingono attenti e comprensivi ma in realtà, mancano del tutto di empatia verso gli altri! Presentano una visione distorta di sé in quanto si percepiscono come superiori, più competenti, capaci e, in definitiva, speciali. Nelle relazioni interpersonali, con lo scopo di ottenere conferme della propria grandiosità e auto-gratificarsi, finiscono per manipolare e danneggiare gli altri, cercando di sottometterli emotivamente fino ad annullarli. Nella relazione con un partner manipolatore, la vittima inizia a perdere terreno fino a cedere la cosa più importante che ha: la sua identità.
Dall’euforia allo sconforto
Le tattiche comuni utilizzate nell’abuso narcisistico includono la manipolazione emotiva, la critica costante, il sabotaggio, l’isolamento sociale, l’umiliazione pubblica, la colpevolizzazione, la proiezione delle proprie debolezze sugli altri e l’uso di ricompense e punizioni per controllare il comportamento degli altri. Nella relazioni di coppia, le ricompensi e le punizioni, possono essere elargite in forma di: attenzioni, cene romantiche, carinerie… intervallate da silenzi, offese, critiche aggressive, esplosioni di rabbia. In pratica la relazione si trasforma in un ottovolante emotivo fatto a tratti da euforia e amore oppure, all’opposto, angoscia, rifiuto e devastazione.
Le vittime di abuso narcisistico spesso sperimentano un deterioramento della loro autostima, problemi di fiducia, confusione, senso di colpa e depressione. Possono sentirsi intrappolate in una relazione tossica e trovarsi in una costante lotta per soddisfare le esigenze insaziabili del narcisista.
È importante sottolineare che l’abuso narcisistico non è limitato alle relazioni romantiche, ma può verificarsi anche in famiglia, nelle amicizie, nell’ambiente di lavoro o in altri contesti sociali. Riconoscere i segni dell’abuso narcisistico è fondamentale per porre fine a tali dinamiche distruttive e cercare supporto e protezione. Ecco perché di seguito, ti proporremo alcune frasi con attente riflessioni utili per contestualizzarle. Infatti, è importante notare che queste frasi, da sole, non sono necessariamente indicative di manipolazione affettiva. È il contesto complessivo della relazione e dei comportamenti che determina se si tratta di una situazione d’abuso o meno. Se ritieni di essere coinvolto/a in una relazione manipolatoria, è fondamentale cercare il supporto di amici, familiari o professionisti qualificati.
Frasi tipiche di chi ha subito un abuso narcisistico
«Sento che la mia vita mi sta sfuggendo di mano»
Questa frase può emergere come un pensiero fulmineo, legato alla lucidità del momento! Sì perché chi è intrappolato in una relazione manipolatoria è spesso poco lucido: tende ad allontanarsi dalle sue emozioni e a sentirsi confuso su ciò che prova e che desidera. L’affermazione rimanda a un senso di impotenza, la vittima sente di non avere più controllo sulla sua vita, si sente sopraffatta dalle dinamiche relazionali tanto da perdere di vista se stessa.
A questo punto, se la persona prova a rallentare i ritmi della relazione e a concentrasi su se stessa, ecco che la morsa del narcisista inizia a stringersi! Il manipolatore affettivo, infatti, può far sentire la vittima in colpa o minacciata, qualora decidesse di prendersi cura di sé stessa dedicando attenzioni ad attività che non lo coinvolgono. Le continue minacce di abbandono e le punizioni (spesso subdole) creano dipendenza emotiva e, così, la vittima rinuncia alle proprie esigenze per soddisfare quelle del manipolatore. Sente letteralmente che la sua vita le sta sfuggendo di mano perché di fatto è in balia di qualcun altro!
«Mi sento in trappola»
Come premesso, la manipolazione affettiva può creare una dipendenza psicologica dalla relazione. Il manipolatore può minacciare la vittima con reazioni di rabbia, silenzi punitivi, abbandoni e allontanamenti. Cosicché, il partner può sentirsi senza via di fuga e impotente nel porre fine alla manipolazione.
«Ciò che provo e che penso non conta nulla per lui/lei»
Il manipolatore affettivo attua una costante opera di invalidazione. Con ogni sua condotta tenta costantemente di sminuire l’altro, sia nelle sue opinioni, che nei suoi pensieri ed emozioni. I desideri, i sentimenti… e tutto ciò che riguarda la vittima, non conta o meglio, il manipolatore narcisista pone tutto su un livello di inferiorità, minando la sua fiducia che la vittima nutre in se stessa. Ciò contribuisce a creare dipendenza emotiva, alla lunga, la vittima si sente insicura e non riesce a difendere i propri bisogni.
«Non va mai bene nulla di ciò che faccio», «non è mai abbastanza!»
Chi subisce l’abuso narcisistico viene continuamente svilito. Il manipolatore affettivo, infatti, utilizza costantemente il giudizio e le critiche per minare l’autostima dell’altro e controllare così i suoi comportamenti. Chi stringe una relazione con un partner narcisista, si sente costantemente sotto esame e incapace di soddisfare le aspettative irrealistiche del manipolatore: tutto ciò che fa, non è mai abbastanza.
«Non potrò mai trovare un altro come lui/lei» oppure «nessuno mi amerà mai»
Queste affermazioni rimandano certamente al tema della manipolazione ma, ancora una volta, riportano il focus sulla dipendenza affettiva. Il manipolatore, come premesso, fa leva sui bisogni di chi ha di fronte proprio per controllarlo ed esercitare il suo potere. Così, con i suoi atteggiamenti, attua un’incessante opera di convincimento: sostenendo di essere meraviglioso, speciale e unico, finisce per convincere il partner malcapitato che nessun altro potrà mai amarlo come lui/lei. Nel farlo, ancora una volta, crea dipendenza emotiva e paura dell’abbandono. Le vittima del manipolatore, infatti, sono quelle che più hanno bisogno di rassicurazioni, sono quelle che più hanno paura di essere abbandonate a se stesse.
«Mi sento come se stessi camminando sui gusci d’uovo»
Esperienza molto comune per chi è vittima di un abuso narcisistico, è quella di essere in una situazione difficile e delicata, in cui qualsiasi azione rischia di provocare una presunta offesa all’altro. Al primo sgarro, il manipolatore infatti può scattare su tutte le furie, può affermare di sentirsi offeso nel suo altissimo valore o non apprezzato. Per questo motivo, la vittima di manipolazione affettiva vive in costante ansia e ipervigilanza, cercando di evitare qualsiasi comportamento o parola che potrebbe scatenare la rabbia o le critiche dell’altro. Ciò crea un ambiente di paura e controllo costante. A lungo andare, inconsapevolmente, il partner del narcisista manipolatore si ritroverà ad aderire e conformarsi ai desideri narcisistici per evitare conflitti o punizioni.
«È tutta colpa mia»
Tra le tecniche manipolatorie utilizzate dal narcisista vi è la colpevolizzazione del partner (e non solo!). Il narcisista non fa altro che scaricare le proprie frustrazioni (e responsabilità) sui malcapitati di turno. Per ogni problema o difficoltà che sorgono nella relazione, il colpevole è sempre il partner. Per ogni impedimento che trova sul lavoro, il colpevole è sempre il collega… Nella coppia, il partner del narcisista finirà per sentirsi responsabile di tutto e auto-incolparsi anche per situazioni che sono al di fuori del suo controllo.
Non pensi di dover meritare il meglio dalla vita?
È fondamentale comprendere a pieno fin dove si spinge la condotta manipoaltoria che stai subendo perché, generalmente, gli effetti coercitivi si fanno sentire anche fuori dalla relazione di coppia. L’errore che commettono molte persone è quello di sottovalutare completamente le proprie risorse emotive. Anzi, nelle relazioni d’amore, molti di noi ignorano la possibilità di sfruttare su se stessi, la propria capacità di cura, di attenzione e di auto-accudimento. Siamo bravissimi a prenderci cura dell’altro a farlo sentire amato ma poi, quando si tratta di noi, diventiamo pessimi. Ecco, allora, da dove partire: dal diventare più consapevoli di ciò che possiamo fare per noi stessi.
Durante la nostra crescita, ci insegnano come non deludere l’altro, ci insegnano a rispettare le regole e persino a non dar fastidio. Nessuno si prende la briga di insegnarci a “maneggiarci con cura” e “trattarci con amore”. Nel nostro nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», parliamo molto di relazioni disfunzionali ma, ancora di più, parliamo di te e di cosa puoi fare per te stesso per guarire da qualsiasi ferita e porti finalmente al centro della tua vita.
Iniziando a investire su di te, sulle tue risorse psicoaffettive e soprattutto, iniziando a conoscerti per ciò che sei realmente, smetterai di sentire che la tua vita scorre in direzioni indesiderate perché sarai tu a condurla dove vorrai. Non si tratta di una mera utopia, ma come premesso, sono molte le cose che puoi fare per te stesso che fino a oggi ignori.
Purtroppo trovare il vero amore non è facile!
Ciascuno di noi porta nelle storie d’amore il proprio modo di essere, la propria capacità di vedere il mondo, le proprie fragilità, la propria storia. ciò che non dobbiamo smettere di fare è augurare il meglio a noi stessi, ecco perché non dovremmo mai accontentarci! Partiamo dal presupposto che l’amore fa stare bene, in caso contrario si tratta di un sentimento ben diverso, un qualcosa di differente che ci tiene intrappolati in una sorta di prigione e non ci permette di vedere la porta spalancata davanti a noi. Essere rifiutati non piace a nessuno ma restare aggrappati a un amore a senso unico ci impedisce di andare avanti. È la nostra ostinazione a tenerlo in vita.
Quindi, per superare un amore non ricambiato e smettere di soffrire è essenziale abbandonare la partita, lasciare andare le illusioni, arrendersi (non si può obbligare qualcuno a provare qualcosa che non sente), accogliere il dolore del rifiuto e tornare a investire su se stessi.vPerché non è che la tua vita si risolve così per magia. La magia ce la devi mettere tu. Sei tu la tua bacchetta magica. Solo tu hai il potere di brillare. E io cara lettrice o lettore, mi auguro che tu possa dire a te stesso: io non “VOGLIO” accontentarmi di un amore sbagliato!
Allora cosa fare?
Impara a osservare le relazioni che stringi e soprattutto, impara a sintonizzarti con il tuo mondo interiore, su quelli che sono i tuoi bisogni inconsci che cerchi di appagare mediante gli altri ma che potresti benissimo soddisfare da te! Semplicemente, nessuno ti ha mostrato ancora come si fa. Quando veniamo al mondo, ci insegnano a leggere e a scrivere, ci insegnano la matematica, la storia, tutti apprendimenti importanti, per carità… ma si dimenticano di fornirci una buona educazione psicoaffettiva, che è il presupposto necessario per crearsi una vita felice. Se ti va di fare un “corso di recupero accelerato”, ti consiglio la lettura del libro «Il mondo con i tuoi occhi» dove troverai un bel po’ di risposte su come funziona il tuo mondo interiore e finalmente riuscirai a perseguire i due scopi fondamentali della vita: coltivare intimità e vicinanza e, al contempo, affermare la tua identità e autonomia. Il libro è disponibile in tutte le librerie d’Italia oppure puoi acquistarlo su questa pagina Amazon
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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