L’infanzia è un periodo fondamentale nella vita di ogni individuo, caratterizzato da esperienze che contribuiscono alla sua formazione e allo sviluppo della personalità. Tuttavia, per alcuni bambini, l’infanzia può essere un momento di difficoltà e sfide. L’infanzia non è solo lo stadio della vita caratterizzato dall’innocenza; è anche quello in cui siamo più delicati, più suscettibili al danno psicologico . Questo non è un dettaglio poco importante, considerando che ci sono molte esperienze o condizioni di vita che possono essere negative per le persone vulnerabili e senza la capacità di cercare aiuto al di fuori della famiglia
Negli ultimi tempi sentiamo sempre più spesso parlare di Childhood Emotional Neglet o meglio, Negligenza emotiva infantile o trascuratezza emotiva. La trascuratezza emotiva nell’infanzia, protratta nel tempo, esercita gli stessi effetti di un trauma psicologico. La grossa differenza è che nel Neglet non vi sono eventi eclatanti, così il bambino tenderà a normalizzare il suo vissuto, senza elaborare e mettere a fuoco le mancanze e i torti subiti. In altri termini, là fuori ci sono molti adulti che non sanno neanche di aver avuto un’infanzia terribile! Vivono con la sensazione che manchi qualcosa ma finiscono per incolpare se stessi. La trascuratezza emotiva si verifica quando un genitore non dà risposte adeguate ai bisogni emotivi del figlio. In molte famiglie, i genitori semplicemente non considerano che i bambini possano provare qualcosa e non riescono a convalidare i loro sentimenti, anzi, li invalidano!
Trascuratezza emotiva nell’infanzia: quando i genitori non soddisfano i bisogni del figlio
Il ruolo del genitore è difficilissimo, come dico spesso: l’educazione emotiva è un vero campo minato e l’errore è dietro l’angolo! Non sempre i genitori riescono a offrire il giusto sostegno emotivo ai propri figli. Ciò spesso accade perché i genitori non riescono a vedere il bambino per quello che è in realtà. Il genitore svolge il suo ruolo guidato dalle emozioni e filtra ogni frase e ogni azione attraverso di esse. Il risultato di questo filtro, purtroppo, non è sempre ottimale per la crescita emotiva del bambino. La trascuratezza emotiva nell’infanzia genera il terreno fertile per la bassa autostima, la vergogna, l’inadeguatezza e… sì, anche per i disturbi di personalità e stili di attaccamento disfunzionali.
Quando un bambino cresce senza le giuste attenzioni, può arrivare a sentirsi “sbagliato” o “invisibile” perché percepisce che i suoi bisogni emotivi sono irrilevanti. Cresce con la gravosa sensazione che i suoi bisogni emotivi sono sbagliati. Questa convinzione si autoradica come meccanismo di difesa: il bambino non riesce a “elaborare” e riconoscere gli sbagli dei genitori allora pensa che egli stesso è sbagliato e così legittima le mancanze ricevute senza condannare i genitori.
Il bambino ha bisogno di tutto il sostegno emotivo dei genitori per avere consapevolezza di sé e per strutturare la sua personalità!
Il problema è che la nostra connotazione emotiva si radica in noi fin dall’infanzia. In questa fase la nostra autostima, così come il concetto di sé, si strutturano in base alle dimensioni relazionali; la relazione cruciale è quella con i genitori. Per farti capire: io sono ciò che gli altri mi restituiscono = la qualità delle cure e dell’accudimento ricevuti nell’infanzia.
10 caratteristiche dell’adulto che ha subito il Neglet
”Per un bambino il primo punto di riferimento al mondo sono i genitori, in particolar modo la madre. Attraverso questo contatto, impara ad identificare se stesso come un individuo, a relazionarsi al mondo esterno e comincia ad esplorare l’ambiente con sicurezza” (Bifulco, 1998: p. 21). Appare chiaro come la relazione con la madre getti le basi per lo sviluppo della personalità del bambino. Come già accennato, se questo fondamentale punto di riferimento si mostra disinteressato, trascurante e distanziante, allora il bambino non può far altro che apprendere di essere incapace, non meritevole d’ amore e che il mondo è ostile e infedele.
Queste e molte altre ancora possono essere le conseguenze provocate dalla trascuratezza emotiva (neglet), una tipologia di abuso spesso essa stessa “trascurata”, adombrata, talvolta, dai ben più evidenti effetti causati dall’abuso fisico! Un adulto che da bambino è stato trascurato emotivamente, riferirà sensazioni come:
- Alessitimia
- Sensazione di vuoto
- Scarsa compassione per se stessi
- Tendenza al senso di colpa
- Rabbia cronica e cattiva gestione della rabbia
- Bassa conoscenza di se stesso
- Scarsa disciplina emotiva (non riesce a portare a termine le cose o perseguire obiettivi in modo coerente)
- Difficoltà nel prendersi cura di sé
- Tendenza verso emozioni di vergogna o meta-vergogna
- Senso di inadeguatezzaSensazione di essere diverso da tutti gli altri
- Dipendenza o contro-dipendenza affettiva
- Sfiducia nel prossimo (il pensiero tipico “nessuno mi può aiutare”)
Capire come si arriva a questo quadro non è difficile. Se sei cresciuto con genitori che hanno ignorato i tuoi bisogni e i tuoi sentimenti, sei stato costretto a reprimerli fin da bambino.
Come dovrebbe arrivare il bambino all’adolescenza?
Quali sono gli ingredienti che rendono il bambino un ottimo candidato per affrontare i cambiamenti tipici dell’adolescenza? Come premesso, le teorie evolutive sono tante. Tra le più accreditate figura la teoria psicoanalitica degli stadi di Sviluppo di Erik Erikson. Secondo questa teoria, il ragazzo dovrebbe arrivare all’adolescenza con:
1. Fiducia
questo tassello si conquista durante la prima infanzia, nel legame con il caregiver
2. Autonomia
si sviluppa nella seconda infanzia, in risposta alle pressioni della famiglia. L’esperienza dell’autonomia fa emergere la volontà, i gusti propri e getta le basi per l’acquisizione di una futura identità.
3. Spirito d’iniziativa
questa importante conquista consentirà al futuro adulto di muovere ambizioni, osare e uscire dalla zona di comfort
4. Industriosità
questo tassello si conquista nella pre-adolescenza e consente al bambino di cooperare con il prossimo e trattarlo come un “pari”, senza vederlo con occhi di superiorità o inferiorità
Durante la crescita, dalla nascita fino alla pre-adolescenza, il bambino dovrebbe essere accudito in modo tale da consentirgli lo sviluppo di tali competenze. Nell’adolescenza, la conquista più grande che deve muovere il ragazzo è il senso di identità. Con le caratteristiche appena elencate, l’acquisizione di un’identità propria diviene un processo spontaneo e non conflittuale.
Se sei stato trascurato emotivamente (o addirittura fisicamente, saltando visite mediche o ortopediche… e magari ora ti ritrovi con un buon numero di problemi posturali) sei cresciuto con una scarsa consapevolezza delle tue emozioni. Più è stato forte il neglet e più ti sarà difficile accedere alla tua sfera emotiva.
Frasi tipiche di chi ha avuto un’infanzia difficile
Chi ha avuto un’infanzia difficile, caratterizzata da trascuratezza emotiva, usa delle frasi emblematiche. In questo paragrafo te ne riporto alcune, magari se conosci qualcuno che usa spesso queste frasi puoi condividere con lui questo articolo così da cercare di fare un po’ di chiarezza sul suo passato. Come ti ho anticipato, molti adulti non sono consapevoli di aver avuto un’infanzia difficile perché non conoscendo termini di paragoni, da bambini, hanno “normalizzato tutto”. Ecco alcune delle frasi più emblematiche:
- Non ho bisogno di alcun tipo di aiuto.
- Non provo nulla.
- Sono perfettamente autosufficiente.
- E’ solo colpa mia.
- Non so come mi sento.
- Posso benissimo farcela da solo.
- Sono così dannatamente inadeguato.
- Non so cosa voglio.
- Mi sento come se mi mancasse qualcosa.
- Sono del tutto inutile.
Per fortuna la trascuratezza emotiva non rappresenta una condanna. Chi ha avuto un’infanzia difficile e/o ha subito un trauma psicologico, merita di riscattarsi: merita di conquistare la sua fetta di felicità e ha tutte le carte in regola per farlo.
Ciò che ti è successo nel passato non lo puoi cancellare e cambiare!
E’ dura da accettare ma è giusto prenderne consapevolezza: un’infanzia felice non potrai mai recuperarla! Però puoi costruirti un presente e un futuro sereno. Ovviamente può essere complicato, può volerci tempo, impegno e costanza, ma TU PUOI SE LO VUOI DAVVERO. Nessun ostacolo può fermare una persona veramente determinata. Un ostacolo può far star male per un po’, può portare a rivedere le strategie utilizzate, può costringere a rallentare, a volte a dover fare una vera e propria sosta. Poi, c’è chi si ferma lì e chi riparte più carico di prima con mille difficoltà ma con la fermezza di chi vuole essere il regista della propria storia e non lo spettatore passivo di un film scritto da altri. E’ nelle tue mani decidere cosa e chi vuoi essere
Cosa fare?
Puoi essere, per te stesso, un genitore interiore migliore del genitore biologico che hai avuto. Che significa? Significa che da adulti arriva il tempo in cui impariamo a prenderci cura di noi stessi e che per avere davvero successo, dobbiamo imparare a farlo meglio di quanto in passato abbiano fatto i nostri genitori biologici. Insomma, puoi imparare a diventare un buon genitore di te stesso, anche ora che sei adulto.
I modelli disfunzionali appresi possono essere “disimparati”, ma devi prima individuarli, elaborare il tuo vissuto e accettarlo. Cosa possiamo fare noi? Seguire la nostra strada. Diventare gli eroi sì… ma di noi stessi! Possiamo smettere di farci definire dalle azione e dalle parole degli altri e finalmente iniziare a definirci da soli. Possiamo imparare ad ascoltare i nostri bisogni e rispettarli, facendoci completamente scivolare le parole velenose del manipolatore di turno.
Tu sei l’unica persona responsabile del tuo benessere interiore
Soltanto tu puoi creare la vita dei tuoi sogni. Se non ti piace il presente, solo tu puoi decidere di cambiarlo. La prossima volta che in una persona avverti qualcosa che ti dà fastidio o ti irrita, domandati: ”quali parti di me, mi sta mostrando?” E quando potrai dire a te stesso “So cosa mi fa stare male, so come posso stare meglio“, vorrà dire che il tuo mondo esteriore è in perfetta armonia con il tuo mondo interiore….e allora si che potrai dire a te stesso: “io mi amo”….e io te lo auguro di cuore.
Da ora inizia a volerti bene davvero….
Ascolta il ritmo della tua anima, abbracciala e impara a conoscerla e ad amarla per quello che è. Per quello che, in fondo, realmente sei e per quello che vuoi diventare, un passo alla volta, giorno dopo giorno, senza mai smettere di sentirti protagonista della tua vita.
Tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato la tua vita fino a questo momento sono stati creati da pensieri e convinzioni maturati in passato. Non vergognarti, però, della vita che hai avuto. Considera il passato come parte della ricchezza e della pienezza del presente. Senza quella ricchezza e quella pienezza, oggi non saresti qui. Non c’è motivo di colpevolizzarti per non aver fatto di meglio. Hai dato il massimo che potevi. Ora hai il presente che ti aspetta.
Non sono qui ad illuderti nella ricerca di una vita priva di ostacoli, perché perderesti in partenza, ma quando ti senti bloccato, spento e senza energie, prima di darti la colpa, prima di rimproverarti e darti del fallito, prova ad ascoltare che cosa in quel momento potrebbe farti stare bene e datti un’altra possibilità. Ricomincia a credere di meritare qualcosa di più per te. Non hai bisogno di null’altro che di te: tutto ciò di cui hai bisogno ce l’hai già dentro. Sei già meritevole così come sei; quello che hai, tutto ciò che sei, è già abbastanza, abbastanza per realizzare te stesso
D’Amore si Guarisce
Se vuoi riflettere sul tuo mondo interiore, imparare tanto sulla psiche, sappi che ho scritto un libro. S’intitola «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» ed è perfetto per chi vuole imparare ad amarsi, affermarsi e rivendicare finalmente il suo posto nel mondo. È il libro giusto per chi vuole riscattarsi, comprendersi, guardarsi dentro e scoprire un valore inestimabile e sottostimato da tutti. Perché diciamocelo, se oggi non ci amiamo, è perché nessuno ci ha realmente mostrato come si fa. Diciamocelo, è la carenza d’amore che ci fa soffrire, ma non l’amore che potrebbero concederci gli altri, ma quello che prima tu neghi a te stesso.
In effetti, il titolo completo del libro è «d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce», perché quando iniziamo a guardarci davvero dentro, è inevitabile trovare ferite mai guarite, imbattersi in mancanze del passato e notare che spesso nella vita ci muoviamo con una certa “fame di considerazione”. Vorremmo che qualcuno ci dicesse: «wow, sei bravissimo. Sei davvero in gamba!», quando in realtà, guardandoci dentro e conoscendoci, questo eco potrebbe diventare una parte integrante della nostra personalità, potrebbe diventare una sana consapevolezza. Il libro serve a questo: fornirti nuove consapevolezze, nuove prospettive su chi sei e chi sei in grado di essere. In ogni pagina ti spiego come le tue esperienze passate stanno condizionando il tuo presente e ti impediscono di guardarti per ciò che sei! In effetti, se ti sottovaluti, è perché per troppo tempo sei stato sottovalutato da persone che per te erano importanti.
Allora impara a guardarti con i tuoi occhi, impara ad amarti perché sì, «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce». Non è un libro per cuori infranti ma per chi vuole iniziare davvero a donarsi tutto ciò (considerazione, stima, fiducia, sicurezza, rispetto, amore…) che non gli è mai stato concesso. Ed è quello che ti auguro. Puoi trovarlo in tutte le librerie e a questa pagina Amazon.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli e dell’attesissimo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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