Oggi ti parlo di quelle critiche nascoste, insulti celati che arrivano da una mamma all’apparenza premurosa, da un amico molto presente nella tua vita o peggio ancora, dal tuo partner che afferma di amarti. Si tratta di messaggi nascosti presenti in determinate frasi. Quando è una mamma a contornare la tua vita con affermazioni o domande simili, la tua autostima e la tua autoaffermazione sono messe seriamente a rischio. Il motivo? Se tua madre lo fa oggi che sei adulta, probabilmente non ha mai smesso di farlo e ha iniziato quando eri bambina… ciò ha causato un forte caos in te fino a renderti molto insicura o fino a renderti incapace di prendere decisioni con una certa determinazione.
Le critiche nascoste di chi dice di volerti bene
Sono molti gli insulti celati e le critiche che possono scalfire la tua autodeterminazione, la tua sicurezza o addirittura la tua stabilità emotiva. Queste critiche non ti arrivano in modo diretto ma si insinuano nella tua mente, colpiscono il tuo inconscio e creano dubbi, incertezze e sensazioni di basso valore.
Come premesso, quando queste critiche nascoste arrivano da una mamma, il risultato è più devastante: ogni critica celata funziona per risonanza e attiva un meccanismo che ti indurrà a pensare che, per quanto tu possa sforzarti, non sei mai abbastanza… perché è così che le stesse frasi ti hanno fatta sentire da bambina.
Quali sono le critiche nascoste?
Spesso si nascondono dietro un complimento, oppure, le più diffuse, arrivano in forma di domanda. Riesci a individuare qualcosa del genere? Per farti un’idea più precisa, ti riporterà qualche esempio:
- Bellissimo questo appartamento, sicura di potertelo permettere?
- Ti sta bene questo cappotto, ma non è un po’ troppo stravagante per te?
- Sei meravigliosa con quel vestito ma mi chiedo, non avresti dovuto prenderlo di una taglia più grande?
- Ora hai ottenuto questo nuovo lavoro che ti dà grandi soddisfazioni, ma ne vale la pena?
Questo modo di esprimersi… ti suona familiare?
Il tuo interlocutore ti pone una domanda che in realtà porta un giudizio mascherato. Per te che ricevi frasi di questo genere, decifrarne il significato diventa difficile, in primis perché c’è un coinvolgimento emotivo (come potrebbe, tua madre o quel tuo caro amico, giudicarti e criticarti così tacitamente?) e poi, perché la critica ti viene posta in forma mascherata.
A te arriva un messaggio confuso, per coglierne il significato dovresti interpretare al meglio la mimica facciale di chi pronuncia frasi del genere… dovresti poi mettere in dubbio l’intero legame e il modo in cui tu guardi chi ti è di fronte. E’ possibile che tua madre non sia poi così trasparente e amorevole come pensavi che fosse? E’ possibile che quel caro amico tanto presente possa non essere così autentico?
Magari adesso penserai che questo mio articolo è esagerato… che si tratta di banali frasi e che ognuno può darci la sua interpretazione… ma, ti sbagli, non c’è niente da interpretare. Le critiche indirette sono le peggiori perché tu le subisci, le assimili e non hai modo di proteggerti.
Perché le critiche celate fanno così male?
Quando una critica non è esplicita, non si palesa nella sua forma più diretta, diventa difficile da elaborare o da riconoscere e l’insulto che è nascosto al suo interno, s’insinua nel tuo inconscio dove lavora e inizia a remarti contro. Forse non lo senti in modo consapevole ma di certo noterai i suoi effetti.
In quelle affermazioni, in quelle domande, c’è una netta incongruenza. Quando un complimento non è un complimento oppure, come negli esempi precedenti, quando una domanda non è una domanda, tu nella tua semplicità, tenderai a gestirla come tale, anche se nasconde un messaggio sgradito che in qualche modo ti sta ferendo. Il messaggio sgradito è un fertilizzante del seme dell’insicurezza che è già stato piantato in te da bambina (quando la frase arriva da una mamma) oppure è una lama che vuole scalfire la tua autostima.
Quando una persona ti dice, in modo diretto, che non è d’accordo con una tua scelta, che non approva il vestito che hai indossato… tu ne prendi atto e dai una risposta adeguata al disappunto. Quando il disappunto arriva come un falso complimento o come una domanda, finisci per ingerirla… proprio come quella mela splendida e lucente che fu offerta a Biancaneve. Una mela bellissima ma avvelenata.
Ogni volta che assimili una critica celata, i suoi spigoli taglienti finiscono per ledere la fiducia che riponi in te stessa. Finiscono per creare insicurezza e sfiducia. Questo modo di relazionarsi genera confusione e ti porterà a vivere il legame con quella persona in modo ambivalente: in pratica ti sentirai legata a quella persona e finirai per provare, contemporaneamente, due sentimenti, due emozioni o degli impulsi contrastanti.
Ti senti in dovere di… nonostante i maltrattamenti celati
Un altro effetto negativo delle critiche celate sta nel non potersi proteggere con il distacco. Questo meccanismo velenoso è terribile soprattutto quando la dinamica degli insulti celati caratterizza il rapporto madre – figlia.
In pratica, nonostante i maltrattamenti e i giudizi elargiti in modo nascosto, ti sentirai in dovere di essere una buona figlia o in dovere di essere una buona amica. In genere, le condotte di una buona figlia o di una buona amica sono legate a sentimenti di autenticità: tu esprimi il tuo affetto e in certi casi, la tua gratitudine, con gesti e parole. Quando il legame è caratterizzato da critiche nascoste, tu, in realtà, sei caduta in una trappola. Provi emozioni e sentimenti discordanti.
Quando è il rapporto madre-figlia ad avere queste dinamiche e ne sei stata invischiata fin da bambina, a un certo punto della tua vita hai dovuto fare una scelta inconsapevole: hai dovuto decidere se scegliere tra una brutta realtà o una bella fantasia. E’ chiaro che, in genere, i bambini piccoli optano per una bella fantasia: idealizzano la madre e colpevolizzano se stessi.
Nasce così una situazione che si cronicizza nel tempo creando un legame tanto stretto quanto doloroso. Se non inizierai a mettere a fuoco la realtà e continuerai a scegliere la bella fantasia anche da adulta, talvolta ti sentirai colta da un senso di ingiustizia, ti sentirai come la “figlia-zerbino” e altre volte, colta dai sensi di colpa, ti sentirai una “figlia – ingrata”.
Ogni insulto celato rinnova l’incantesimo, aumenta la confusione e accresce insicurezza. Questa situazione è più brutta di quanto tu possa immaginare.
Alcune figlie, immerse nel ruolo di essere brave figlie, finiscono con il subire gli abusi di madri tossiche, mamme narcisiste, borderline o istrioniche… che anno dopo anno, hanno causato gravi danni alla prole. Le stesse figlie, poi, finiranno per creare legami con partner o amici tossici che possono riproporre un modello affine e non smetteranno mai di subire critiche e abusi nascosti… o almeno questo accadrà solo fin quando l’incantesimo non sarà spezzato con il subentro della consapevolezza.
La consapevolezza di essere stata una vittima, da sola, non basta: ci vuole anche l’accettazione. La stessa persona che per anni ha cercato di vestire i panni della brava figlia, dovrà accettare che l’immagine che ha della madre è del tutto distorta e si discosta molto dalla realtà.
E’ difficile accettare il fatto che la persona che ti fa del male e che mina la tua autostima è la stessa persona che dice di amarti
E’ importante chiarire che la mamma, il partner o l’amico tossico in questione, non sono sempre consapevoli del danno che stanno causando. Nel caso della mamma, in genere, è un suo stesso conflitto interiore irrisolto che causa danni nella figlia. Insomma, esistono mamme cattive che non sanno di esserlo e figlie che subiscono abusi e non sanno di essere delle vere vittime.
Questo avviene proprio a causa di quei messaggi misti, di quella confusione, degli insulti celati e interiorizzati… In pratica, se sei cresciuta con una cattiva madre (inconsapevole o consapevole che sia) avrai interiorizzato dei messaggi di non valore e avrai appreso modelli disfunzionali per stringere nuove relazioni. Questo ti ha condannata alla propensione a stringere rapporti tossici e abusivi. Niente paura… come ti ho detto, c’è un modo per spezzare l’incantesimo!
Cosa succede se non spezzi l’incantesimo?
Se non capisci che tua madre, durante la tua infanzia e per tutta la crescita, ti ha servito arsenico stemperato con latte e miele… non sarai mai in grado di capire quali relazioni e situazioni di vita ti fanno stare davvero bene.
Questo ti porterà a ripetere gli stessi modelli disfunzionali: in pratica finirai per mangiare una mela avvelenata dopo l’altra, come una Biancaneve che non ha voluto imparare la lezione impartita da quella dolce vecchina che le offriva la mela.
In pratica, se non spezzi l’incantesimo, ti convincerai che il problema è tuo. La mela ha un buon sapore, non è amara e che il veleno era già presente in te, perché non vali e non sei mai abbastanza. Allora, in fondo, è il veleno ciò che ti meriti. Ti ripeterai che forse sei tu troppo sensibile.
Non ti sentirai mai all’altezza della situazione e magari porterai con te una nuvola di sensi di colpa anche quando non hai fatto nulla di sbagliato. Sono certa che nessuno vorrebbe questo destino, ed ecco perché è importate affrontare tutto quel dolore e spezzare l’incantesimo.
Puoi rompere l’incantesimo: abbandona il ruolo della brava-figlia e della buona-amica. Sii la tua priorità
Non devi necessariamente restituire al mittente le mele avvelenate che ti ha dato. Devi solo imparare a riconoscerle e accettare che chi dice di amarti, in realtà, forse non sa bene cosa vuol dire amore.
Impara a riconoscere le critiche celate e rispondi in modo congruo, spogliati dei panni di brava figlia o buona amica che negli anni hai voluto cucirti addosso. Indossa abiti fatti di autenticità, anche se quell’autenticità richiede una dose iniziale di dolore per venire fuori da quel circolo vizioso (e velenoso) che si era creato. Rompere questo incantesimo è l’unico modo per guarire da ogni difficoltà. Se riuscirai a spezzare l’incantesimo, inizierai a vivere la vita in modo inedito, inaspettato e pieno.
Cosa puoi fare per te stesso?
Insieme alla psicoterapia, c’è un’altra modalità che può rivelarsi preziosissimo per concedersi modalità inedite di esistere e affermarsi come persone complete e degne di stima: l’introspezione e l’autoanalisi. La letteratura psicologica fornisce diversi libri ma tutti hanno un approccio teorico, ecco perché qualche anno fa, con l’editore Rizzoli, del gruppo Mondadori, noi di Psicoadvisor abbiamo deciso di diffondere preziosi strumenti di autoaiuto!
Si tratta di libri che io stessa avrei voluto leggere prima ancora di diventare psicologa! La realtà è che siamo troppo concentrati sugli altri e ci dimentichiamo che per noi stessi possiamo fare molto di più di ciò che facciamo! Nel mio libro «d’AMORE SI GUARISCE», trovi esercizi psicoterapeutici e tante strategie di autoanalisi per guardare da vicino e curare le ferite che ti porti dentro e che da troppo tempo ignori. Per le ricadute positive che ha sul benessere e l’affermazione personale, è il libro più consigliato dagli psicoterapeutici!
Allora impara a guardarti con i tuoi occhi, impara ad amarti perché sì, «d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce». Non è un libro per cuori infranti ma per chi vuole iniziare davvero a donarsi tutto ciò (considerazione, stima, fiducia, sicurezza, rispetto, amore…) che non gli è mai stato concesso. Ed è quello che ti auguro. Puoi trovarlo in tutte le librerie e a questa pagina Amazon.Il titolo completo non poteva essere che questo: «D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce».
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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