Di conseguenza, potrebbero finire circondati da persone emotivamente non disponibili, violente o narcisiste, o finire per cercare di salvare e “sistemare” le persone con cui hanno una relazione, assumendo il ruolo di “salvatore”. È ovvio che queste persone vogliono trovare qualcuno in grado di fornire loro la stabilità emotiva di cui hanno bisogno, ma inconsciamente sentono una forte attrazione nei confronti del maltrattatore psicologico. I continui traumi e delusioni li portano a pensare che “è meglio stare da soli”. La loro esperienza di relazioni distruttive li ha portati ad assumere un’immagine pessimistica degli altri, pensando che li feriranno sempre.
5. Disconnessione emotiva dell’identità – “Non provo emozioni”
Quando i sentimenti non trovano posto nella famiglia d’origine, le emozioni si separano dall’identità. Se una persona è cresciuta con frasi come “piangere è da deboli” o è stata punita o rimproverata ogni volta che ha espresso le sue emozioni, non può sviluppare un legame sano con questa parte del suo “io”. Le emozioni continueranno ad essere presenti, anche se molte persone si afferrano alla convinzione che loro “non sono emotivi” o che “le emozioni sono solo una seccatura”. Per questo motivo, le emozioni finiranno per generare confusione e caos, dal momento che quella persona non sarà in grado di riconoscerle e gestirle assertivamente, perché ha imparato solo a nasconderle e reprimerle.
Il problema è che abbiamo bisogno delle emozioni anche per prendere buone decisioni nella vita. La deregolazione emotiva ci disconnette dal nostro intuito. Può portarci a prendere decisioni impulsive e danneggiare i rapporti con gli altri.
Altri possono descrivere una sensazione di anestesia emotiva perché possono solo sperimentare una gamma limitata di emozioni. Infatti, spesso riferiscono solo di emozioni vaghe, come la frustrazione e la noia, perché non hanno imparato a riconoscere i loro stati emotivi. È anche comune che blocchino sensazioni come l’insoddisfazione, fino a quando non cresce enormemente, per esplodere in seguito in una rabbia contenuta che causa un danno enorme.
Cosa puoi fare?
Senza dubbio, le conseguenze dei traumi infantili nell’età adulta sono scoraggianti. Tuttavia, la persona può ricostruire la propria identità e rigenerare quel “io” traumatizzato. Ciò implica tornare al passato per accettare le esperienze dolorose, in modo che possano venire integrate nella storia della vita ed essere così in grado di girare pagina veramente.
Ci sono due chiavi fondamentali:
- Comprendere che ora siamo al sicuro e non siamo più quel bambino spaventato
- Assumere che, sebbene adulti, è probabile che continueremo a elaborare emotivamente le esperienze traumatiche come dei bambini.
Preso atto di aver ricevuto cure carenti, con genitori negligenti, poco attenti o disorientanti, arriva il momento di concedersi un secondo apprendimento
Ricorda che è sempre possibile riconnettersi con se stessi, anche se è necessario rimuovere diversi strati, per ricostruire un’identità molto più sana. Le nostre mappe neurali possono cambiare! La plasticità sinaptica e neuronale può essere un’ottima alleata e rendere possibile ogni tipo di cambiamento. Insomma…. si può fare tutto, anche riprendersi da un abuso emotivo lungo quanto l’infanzia. Certo, non si tratta di un’impresa facile (i mutamenti non avvengono dall’oggi al domani) ma vale la pena provarci, ne va della qualità della tua vita oltre che della tua salute mentale.
E’ ora di rinascere!
Pochi di noi hanno avuto la fortuna di essere costantemente valorizzati. Tutte le volte che gli altri non hanno creduto in noi, ci hanno insegnato a non farlo! Le volte che gli altri ci hanno umiliati e scherniti, ci hanno insegnato a essere timorosi e sfiduciati. Famiglia, amici di scuola, insegnanti… ci hanno implicitamente insegnato a metterci da parte, a svalutare il nostro valore intrinseco, a ignorare l’immenso potenziale che ci portiamo dentro.
Non ha senso continuare a portare il peso del passato! Non ha senso chiuderti nel tuo dolore, hai la possibilità di riscattarti, di guardarti per ciò che sei e che puoi essere! Hai la possibilità di liberarti da zavorre emotive e dai condizionamenti, ti mancano solo gli strumenti giusti per farlo. Nel mio nuovo libro «Il mondo con i tuoi occhi» ho provato a raccogliere e mettere a disposizione, tutti quegli strumenti psicologici indispensabili per garantirti la rinascita che meriti! Perché come ho scritto nell’introduzione al libro: “Puoi continuare a vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato o cominciare a guardarlo con i tuoi occhi”.” Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Passo dopo passo, imparerai un nuovo modo di guardare e trattare te stesso e a quel punto il mondo ti sembrerà un posto inedito! Cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, puoi ordinarlo qui su Amazon oppure acquistarlo in libreria.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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