Gestire ansia e incertezza in vista dell’autunno

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Psicologo e Pedagogista, esperto in bioenergetica orientale.

Autunno è alle porte e con esso si riaffacciano timori per il futuro, anche lavorativi, che vanno ad intaccare la sicurezza in se stessi e la qualità delle relazioni affettive alimentando sempre più la paura di non farcela. Con il rientro dalle vacanze si riaffacciano le incertezze per il futuro. Fra paura e tristezza, quali risorse attivare?

Questo breve articolo nasce con un duplice scopo: far comprendere che il lavoro dello psicologo si basa essenzialmente sulla scoperta e l’attivazione delle risorse emotive interiori che consentono di superare momenti di difficoltà e crisi (famiglia, scuola lavoro, relazioni di coppia, ecc.) e, allo stesso tempo, aiutare le persone ad indagare i propri vissuti in modo da trasformare emozioni sequestranti come tristezza e paura in gioia ed entusiasmo.

Gestire paure, ansie e preoccupazioni per aprirsi con fiducia e serenità al mondo

Con il rientro dalle vacanze, dopo la traumatica esperienza del covid-19 che ha visto sottrarci le libertà fondamentali per diverse settimane, è facile sentire affiorare sensazioni legate alla paura per ciò che è accaduto ed all’incertezza per il domani.

La mancanza di prospettive a lungo termine, il timore per il futuro alimentato dal ricordo doloroso per ciò che è accaduto questo inverno, può creare nelle persone la sensazione dolorosa di sentire preclusa ogni via da percorrere e, che ogni passo, rischi di essere fatto con lo sguardo rivolto indietro nel dubbio costante sulla direzione da prendere.

Il senso di impotenza, la percezione di inefficacia verso sé stessi e verso le proprie scelte rischia di creare la convinzione di doversi arrendere all’evidenza, ovvero di fermarsi e rinunciare a desiderare e scegliere. Il rischio è quello di convincersi di non essere più liberi, deresponsabilizzati verso il mandato più importante: realizzarsi ed essere felici.

Ne emerge una forte delusione verso se stessi e la capacità di reagire creando una forte sofferenza dettata anche da pensieri monotematici e ridondanti che tendono a divenire assoluti, ovvero a permeare ogni aspetto della nostra vita: tanto è tutto inutile, il lavoro non ci sarà mai, con mia moglie andrà sempre male, ecc.

La delusione verso sé stessi crea le premesse affinché tutto ciò che ci circonda si orienti in maniera tale da deludere ogni aspettativa, creando la convinzione di essere destinati all’infelicità.

Questo modo di porsi verso sé stessi può essere cambiato disinnescando le molle emotive che costringono a vivere in un passato doloroso (ormai inesistente) e nell’ansia per un futuro che ancora non esiste, dirigendo le energie verso il presente, l’unico in grado di restituire il senso dell’esistenza soggettiva.

Nel mio libro “Pratiche Bioenergetiche integrate” tratto le problematiche relative alla difficoltà a riattivare le risorse interiori, cercando di utilizzare la sfera corporea come motore di ricerca di tutti quei blocchi e tensioni che impediscono alla gioia  di emergere. Le tensioni muscolari rispecchiano i conflitti psicologici irrisolti di cui spesso siamo pure scarsamente consapevoli.

Lavorare sulle tensioni

Lavorare sulla tensione e sulla distensione attraverso il respiro e, soprattutto,  attraverso la verbalizzazione  di quanto emerge in termini di sensazioni fisiche dopo specifiche attività espressive, consente di poter andare a sciogliere quei nodi problematici frutto di false convinzioni su stessi e sull’incapacità appresa di non poter agire con successo, andando a smontare progressivamente le sbarre della prigione mentale che  negli anni siamo andati costruendo intorno a noi.

Il  lavoro sulle auto-limitazioni consente di aiutare ad espandere la consapevolezza di sé  facilitando l’apertura  e la disponibilità ad accogliere , quindi,  è possibile auto-motivarsi con fiducia  per uscire dalle autolimitazioni e dal senso di impotenza per proiettarsi nel mondo e superare l’istinto di chiusura e di autoripiegamento .

Il lavoro psicocorporeo e bioenergetico contribuisce a rinforzare una visione positiva di se stessi in modo da riattivare la fiducia nelle risorse personali che spesso rimangono schiacciate dal peso delle preoccupazioni o dai fantasmi di un futuro percepito come minaccioso e senza speranze.

Ciò che viene proposto è un processo di trasformazione  che può essere costruito insieme, tenendo conto dei bisogni e delle diverse fasce di età.

Esempi

Adulti: l’incontro prevede di affrontare la situazione o il problema relativo alla delusione, alla sofferenza, alla difficoltà ad agire, cercando di focalizzare l’attenzione sugli aspetti emotivi che emergono, in modo da inquadrare i vissuti in un’ottica che permettano una diversa lettura dei fatti. Così facendo è possibile riscoprire nuove risorse e trasformare alcune emozioni risvegliandone altre.

Il lavoro viene integrato, come detto in precedenza da alcune pratiche di bioenergetica e quindi attraverso il corpo, il respiro e le tecniche gestuali è possibile facilitare la connessione corpo-mente, favorire il rilassamento ed un maggiore consapevolezza.

Bambini ed adolescenti: con l’avvio del nuovo anno scolastico, fra dubbi ed incertezze per il nuovo inizio, è facile affiorino emozioni legate alla paura, ma anche al senso di delusione a causa di attese ed aspettative che per qualche ragione non sono state soddisfatte.

Molti bambini o adolescenti e soprattutto chi, con bisogni educativi speciali, sente che le difficoltà percepite sono superiori alle risorse messe in campo, può trarre qualche spunto di riflessione da questi incontri e prendere consapevolezza del proprio modo di reagire di fronte a situazioni percepite come stressanti e ansiose, andando  a lavorare sulla vergogna ed il senso di  impotenza appresa.

Lo spazio messo a disposizione, insieme al tempo, sono un’occasione per incontrare se stessi e smascherare la manipolazione e l’autosabotamento che, spesso e volentieri, tendiamo ad attivare a nostro discapito. E’ possibile disinnescare tutto questo soltanto attraverso il desiderio e l’impegno verso se stessi di andare a ri-scoprirsi.

A cura di Andrea Guerrini, psicologo e pedagogista
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