Da bambini non eravamo responsabili di ciò che ci accadeva, ma da adulti siamo responsabili del nostro recupero. Se siamo stati segnati da una relazione con un narcisista perverso non significa che dobbiamo essere condizionati per sempre dalle cicatrici che ci hanno inferto.
Primo passo per guarire dall’abuso narcisistico
Chi ha subito abusi da narcisismo ha lentamente perso se stesso/a; ha dato pezzi di sè a poco a poco fino a non avere più nulla da dare. Il recupero da abuso narcisistico deve avvenire per gradi. Per prima cosa è necessario rivalutare il concetto di persona narcisista. E’ necessario acquisire consapevolezza che si tratta di una persona malata.
E’ bene capire che si è stati vittima di un amore malato
Per la vittima non è facile allontanarsi da costui; il modo in cui un narcisista si pone nei confronti della vittima crea paradossalmente un incastro perfetto. La vittima è portata ad illudersi che la relazione possa prendere una piega migliore; spera che col tempo la relazione possa avere risvolti positivi…. ignara di essere caduta nella sua trappola.
E’ necessario, pertanto, acquisire piena consapevolezza che è solo un amore tossico, distruttivo. Solo così è possibile contestualizzare il rapporto…non ci si può dispiacere, non si può star male per non avere al proprio fianco una persona egoistica, egocentrica, manipolatrice…….. insomma una persona malata di mente.
Ferita narcisistica nella vittima
E’ chiaro che anche la vittima ha a sua volta un problema latente, una ferita narcisistica nella quale il narcisista è riuscito ad infiltrare i suoi influssi maligni, così tale problema latente si acuisce e viene fuori con maggior virulenza. Allora è importante differenziare la situazione e approfittare per capire che un conto sono i propri problemi personali venuti a galla (e sono da risolvere) e un conto sono quelli indotti dall’oggetto interno narcisista malato.
Bisogna fare attenzione a non incorrere nell’errore clinico o teorico di voler dimostrare una consequenzialità diretta tra una problematica pregressa della vittima e gli effetti della traumatizzazione narcisistica; detto con una metafora provocatoria, si può incorrere nel rischio di voler dimostrare che ad una persona è venuto l’infarto in quanto aveva una scoliosi.
Come guarire dall’abuso narcisistico?
Alcuni utili suggerimenti da mettere in pratica per iniziare a riprendere in mano la vostra voglia di vivere e recuperare la vostra dignità di persone:
Non isolatevi e confrontatevi con persone sane e gentili
E’ fondamentale ricordarsi come ci si sente a essere trattati con rispetto, umanità e sensibilità (purtroppo quando ci si abitua a essere maltrattati a lungo si tende a dimenticare i parametri di una relazione sana).
Aprite gli occhi e sforzarsi di vedere la verità
Purtroppo il dolore più grande alla fine di una relazione con un narcisista non è dato tanto dalla perdita della persona in sé e per se ma dalla sparizione dell’idealizzazione che se ne era fatta. Come evidenzia Cinzia Mammoliti nel suo testo “I serial Killer dell’Anima” scoprire che la persona alla quale ci si era emotivamente affidati è completamente differente da quella che si era interiorizzata e adorata è paragonabile all’amputazione di una parte di sé.
Per questo risulta così difficile accettare la verità e si preferisce rimanere legati al ricordo dell’immagine che ci si era costruiti. Non si ama più – prosegue la Mammoliti – il mostro che ha ormai svelato il suo volto, bensì l’immagine idealizzata dello stesso, difficile da abbandonare perché altrimenti ci si sentirebbe degli idioti che non sono riusciti a comprendere con chi avevano a che fare veramente”.
Imparate a riconoscere la rabbia e a sfogarla, in modo sano
Quest’operazione, fondamentale per un risveglio interiore e per spogliarsi finalmente dal ruolo di vittima, è molto complessa da svolgere da soli ecco perchè è fondamentale chiedere l’aiuto a un esperto che ci consentirà in primis di contattare la nostra rabbia e poi di imparare a sfogarla in modo sano e non aggressivo.
Non compromettete la vostra capacità di amare
Purtroppo sono in molte le persone che, dopo una relazione affettiva così drammatica, sentono di non essere più in grado di provare sentimenti per un’altra persona. In particolare Cinzia Mammoliti evidenzia due atteggiamenti negativi che possono rivelarsi controproducenti: il primo, come accennato sopra, è quello della persona che decide di non volerne più sapere di sentimenti e sceglie l’isolamento affettivo ed emotivo come forma di protezione.
Il secondo invece è rappresentato dalla coazione a ripetere: capita spesso che chi è stato vittima in passato tenderà a ricercare quello stesso ruolo nei rapporti successivi, in parte perché pensa di non meritare altro, in parte perché cerca, ogni volta, di riparare alla vecchia relazione distrutta.
Ma nessuno dei due atteggiamenti è funzionale in quanto ogni individuo ha diritto ad una vita affettiva sana e appagante perciò isolarsi così come ostinarsi a mettere in scena copioni disfunzionali già visti non offre alla persona la possibilità di sperimentarsi in una relazione sana che rispetti la sua dignità di persona.
Imparate a darvi tempo
Serve tempo per consentire alla ferita di rimarginarsi e imparare, nel frattempo, a fare affidamento su se stessi, riscoprendo il proprio valore personale e le proprie capacità. Sicuramente questo è un passo complesso da compiere ma fondamentale perché, ricordiamoci sempre, ogni relazione sana ha bisogno di persone che abbiano imparato prima di tutto ad amare se stesse e a farsi rispettare.
Dopo aver vissuto questo genere di esperienze traumatiche sarà fondamentale dunque recuperare la propria dignità di persone e l’amor proprio, ingredienti indispensabili per ricominciare ad amare in modo sano.
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