Ponendo uno sguardo al passato sembra che le condizioni attuali di vita siano migliorate, ma siamo sicuri che questo corrisponda anche a una evoluzione socio-relazionale?
Come e cosa è cambiato realmente oggi?
I bisogni hanno creato la produzione di beni, il benessere è aumentato, c’è stata una ricrescita economica, l’innovazione tecnologica ha cambiato il modo di fare e percepire molte funzioni, ma cosa succede se la tendenza si inverte?
Oggi sembra che siano i beni a produrre bisogni. Abbiamo tutto a portata di mano, basta un click e cibo, vestiti, oggetti di ogni tipo sono alla nostra porta, in tempi sempre più rapidi.
Se non va bene si rimanda indietro, si chiede un rimborso o si sostituisce. Appare tutto funzionale e comodo, ma resta un meccanismo totalmente impersonale, l’esatto contrario di ciò che dovrebbero essere le relazioni. Eppure questo modo di vedere e vivere i consumi sta influenzando anche i rapporti interpersonali.
Come si vivono le relazioni
Al primo problema ci si allontana, diventa un sacrificio andare incontro all’altro, cercar di capire i bisogni che vanno al di là dei propri. Se ho la possibilità del “reso” perché dovrei riparare qualcosa? Ne trovo una nuova, apparentemente migliore, senza difetti.
In realtà ci si preclude la possibilità di poter amare veramente, perché in ogni rapporto arriva un momento in cui bisogna fare i conti con i reciproci difetti ed è solo dopo aver superato la fase di idealizzazione che si può approdare all’amore, quello in cui ci si può guardare l’un l’altro senza nascondersi. Ma per arrivarci bisogna innanzitutto conoscere se stessi e sapere di cosa si ha bisogno. In seguito si potrà essere in grado di investire in un rapporto, di impegnarsi.
Oggi questo termine assume un diverso significato, invece di predisporsi all’azione, che un verbo porta con sé, sembra più uno status, sono dato in pegno o ancora peggio ho diritto a una garanzia.
Ma è proprio questo che non si può acquistare nei rapporti, nessuno è dotato di garanzia, se non va bene lo cambio, e spesso è il motivo che porta alla rottura dei rapporti. Acquistare senza garanzia è un rischio che oggi sempre più persone non vogliono assumersi.
Il dilemma nasce qui: non voglio assumermi rischi quindi non mi impegno, ma se non mi impegno il rapporto va inevitabilmente incontro a un fallimento, se invece mi impegno corro il rischio di soffrire se poi non dovesse funzionare. Eppure appare evidente che l’unica possibilità di riuscita sta nell’assumersi il rischio di impegnarsi.
Per non soffrire si prendono distanze, si vuole essere quelli meno coinvolti, quelli più inaccessibili e indifferenti, ma probabilmente quello che si raggiunge è la probabilità di restare e sentirsi più soli.
I rapporti per funzionare bene hanno bisogno di attenzioni, di “manutenzione” altrimenti incorrono nell’obsolescenza programmata, come i prodotti a consumo, ma la soluzione non sempre è trovare un modello nuovo più performante e stimolante. Si rischia di proseguire all’infinito, con continui aggiornamenti di sistema che poco hanno a che fare con la parte più intima di sé.
Per far funzionare un rapporto, ancora di più una famiglia, bisogna guardarsi all’interno, non sul mercato, perché all’esterno ci sarà sempre l’illusione di una promessa che difficilmente avrà a che fare con ciò che è in realtà.
Si possono sfogliare cataloghi con foto di persone da conoscere, apparentemente disponibili e vicini, ma anche questo spesso riguarda un’illusione, perché resta una distanza emotiva, il bisogno di non coinvolgersi intimamente.
Cosa può cambiare
Sembra che questo ambito il benessere sociale non lo abbia favorito, anzi forse lo ha complicato. Se tutto va verso la globalizzazione si perde l’unicità, che è l’aspetto fondamentale nei rapporti.
Conoscersi profondamente comporta dover scoprire e accettare anche i difetti, non come merce fallata, ma come caratteristica inconfondibile dell’altro. Si può arrivare a conoscere e apprezzare l’altro se ci si può fidare, senza temere che le differenze siano nemiche del rapporto, senza temere che scoprirsi significhi essere più fragili e vulnerabili. In un rapporto di piena fiducia pensare di andare incontro all’altro non è una rinuncia personale, ma un passo avanti nella riuscita della relazione.
Lucia Cavallo, Psicoterapeuta
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale
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