Il circolo vizioso della resilienza

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Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale. Autrice di libri.
Illustrazione: Manny Francisco – www.straitstimes.com

“E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”. In più, non tutti lo sanno ma… una crisi non sempre è sinonimo di angoscia e può innescare un circolo vizioso di positività.

Resilienza: cosa significa

Resilienza è un termine comune a più discipline, in ingegneria si usa per indicare la resistenza di un materiale agli urti, conservando la propria struttura; in informatica si riferisce alla possibilità di un sistema di continuare a funzionare nonostante ci siano anomalie; in biologia viene utilizzato in riferimento a organismi che si autoriparano dopo aver subito un danno.

Resilienza: significato in psicologia

In psicologia, invece, la resilienza indica la capacità di un individuo di affrontare e superare momenti stressanti o traumatici riorganizzando positivamente la propria vita, facendo leva sulle proprie risorse.
Chiunque si trova a dover affrontare momenti più o meno difficili nella vita, ciò che distingue una persona resiliente è la possibilità di apprendere dalle situazioni di crisi, non lasciandosi travolgere, ma trovando un senso a ciò che accade, riorganizzandosi al meglio.

Cosa permette di sviluppare questa caratteristica?

La resilienza si sviluppa con l’esperienza, non è una capacità innata. È indispensabile conoscere i propri limiti e le proprie risorse, sapendo di poterci fare affidamento nei momenti più difficili. Bisogna imparare ad accettare ciò che non si può cambiare, ma permettendosi di valutare sempre nuove possibilità. L’attenzione è posta sul presente, su ciò che si ha, non su ciò che manca.

Gli obiettivi da porsi devono essere concreti e realistici, da raggiungere gradualmente, imparando a tollerare la temporanea frustrazione prima di ogni risultato.

Per superare momenti negativi bisogna riuscire a trovare significati che possano trasformare la crisi in opportunità. La teoria appare molto più semplice della pratica, è più facile invece lasciarsi prendere dallo sconforto nei momenti difficili, ma chi riesce a sviluppare una buona resilienza riesce a liberarsi da distorsioni cognitive che solitamente aggravano la percezione di ciò che si vive, analizzando concretamente su cosa si può intervenire e cosa invece bisogna accogliere e accettare.

La resilienza si costruisce nel tempo

Tutto questo non è immediato, bisogna poter contare anche su una rete sociale costruita nel tempo e su cui poter contare sia per un sostegno che per un ascolto. Rapporti di fiducia aiutano a rinforzare la percezione che si ha di se stessi, accrescendo la propria autostima, componente essenziale per la costruzione della resilienza.
Essere resilienti non significa non vivere il dolore, ma trovare le risorse per poterlo superare, senza sentirsi sopraffatti da esso. Perché è nella rinuncia che c’è il dolore, nella paura di scegliere e nella difficoltà ad andare avanti.
Le parole di Albert Einstein confermano il valore della crisi e della possibilità di riorganizzarsi per cercare le proprie soddisfazioni.

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizioneper le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angosciacome il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisisupera sé stessosenza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle   persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

Il circolo positivo attivato nel processo di resilienza può però essere analogo, con segno opposto, al circolo negativo in cui a volte ci si ritrova non trovando mezzi e soluzioni per uscirne e perdendo lentamente la fiducia nelle proprie possibilità. In questi casi può essere utile cercare un aiuto professionale per tornare a fare affidamento sulle risorse interne personali e facilitare una migliore capacità di valutazione su ciò che accade intorno e in che modo si può intervenire su di essa.

Lucia Cavallo, Psicoterapeuta 
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale


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