Il Ghosting e le relazioni tappabuchi

| |

Author Details
Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Ghosting” deriva dal sostantivo “ghost“, fantasma. Secondo il Cambridge Dictionary, ghosting significa «un modo per troncare improvvisamente una relazione interrompendo ogni tipo di contatto»Il ghosting è divenuto un vero e proprio fenomeno sociale tanto che ha destato l’interesse di diversi centri di ricerca. Tra le varie pubblicazioni scientifiche, la più interessante è quella apparsa sull’autorevole «International Journal of Environmental Research and Public Health», ricerca che mira a esaminare tre costrutti psicologici quali soddisfazione della vita, solitudine e impotenza in un campione di 626 adulti (303 maschi e 323 femmine) vittime di ghosting e breadcrumbing.

Il breadcrumbing

Purtroppo del breadcrumbing non ho trovato nessuna definizione ufficiale, quindi proverò a spiegarlo con un paragone calcistico. Il breadcrumbing è quel fenomeno in cui il potenziale partner mette in panchina l’altro e lo fa scendere in campo solo se è a corto di giocatori migliori. Ogni tanto lo fa riscaldare elargendo delle briciole affettive ma solo raramente la situazione si trasforma in qualcosa di concreto. Parlo di situazione perché usare la parola relazione sarebbe eccessivo.

I risultati dello studio

I risultati della ricerca non meravigliano: le persone esaminate che avevano subito la pratica del ghosting (da solo o in combinazione con il breadcrumbing) mostravano livelli di soddisfazione più scarsi (la scala della soddisfazione si mostrava compromessa fino a un anno dall’evento), anche i livelli di solitudine e impotenza erano alterati (più elevati rispetto campione di controllo). È importante sottolineare che il campione esaminato aveva instaurato una relazione con una “persona che riteneva importante per la sua vita“, un “potenziale partner”.

I modelli di regressione dello studio hanno mostrato che subire pratiche come il breadcrumbing o il ghosting aumenta significativamente la probabilità di sperimentare meno soddisfazione nella vita e provare maggior senso di solitudine e impotenza. E’ altrettanto importante sottolineare che questa è un’associazione statistica senza nesso causale.

La ricerca ci dice solo che chi subisce il ghosting tende a essere più infelice, ma non ci dice se è effettivamente il ghosting a innescare la spirale di impotenza, solitudine e insoddisfazione. Molte persone con uno stile di attaccamento insicuro, ricercano partner che possano confermare le proprie insane credenze, quindi è come se fossero predisposte a esperienze di abbandono, maltrattamento e abuso psicologico.

Questo fenomeno, in psicologia, è spiegato con il concetto di pluri-vittimizzazione. In altre parole, l’esposizione precoce a un trauma (o abuso) ci predispone ad accumulare ulteriori abusi (ma solo finché non spezziamo il circolo vizioso e lavoriamo sul nostro senso di auto-efficacia).

Le relazioni usa e getta

Viviamo in un’epoca in cui il digitale ha spianato la strada a molteplici opportunità. Gli appuntamenti hanno cambiato drasticamente scenario. Se fino a qualche anno fa gli appuntamenti al buio erano organizzati da un’amica, oggi ci affidiamo alle applicazioni di incontri, ai social network o ai gruppi per sigle su whatsapp. Uomini e donne fanno uso di applicazioni per conoscersi ed esplorarsi con maggiore facilità.

Tutto questo ha portato a una più massiccia ludicizzazione delle relazioni interpersonali. Intendiamoci, questo fenomeno è sempre esistito ma oggi è alla portata di tutti. Quindi possiamo affermare che se prima si prendevano appuntamenti per approfondire una conoscenza e successivamente per costruire qualcosa, oggi molte persone instaurano relazioni solo a scopo ludico, cioè per divertirsi. Ecco perché si può parlare di relazioni usa e getta.

La relazione nasce solo al fine di intrattenere o offrire un appagamento fugace. Non sempre le intenzioni dei soggetti sono chiare, anzi, talvolta queste intenzioni sono mascherate. Il web offre strumenti per negoziare le varie fasi di questa relazione e il ghosting è uno di questi: sparire nel nulla. Certo, non è affatto un comportamento etico o rispettoso ma ha la sua risonanza: i tassi di prevalenza di tale pratica raggiungono il 23% negli USA e il 19,3% in Spagna. Non ho trovato statistiche riferite al nostro paese.

Perché sei stato ghostato?

Ma perché molte persone ricorrono al ghosting? Le ragioni possono essere molteplici. Proverò ad elencarne alcune. Si tratta di un elenco solo parziale delle possibili cause del ghosting perché le variabili in gioco sono molte. Per esempio, chi pratica ghosting potrebbe essere  sposato e aver omesso questo “piccolo particolare” nelle fasi iniziali della relazione.

Bassa intelligenza emotiva

Le persone con un deficit empatico finiscono spesso per essere irrispettose. Non provano neanche a considerare le conseguenze delle proprie azioni ne’ riescono a dare risposte emotive adeguate nei diversi contesti di vita. Queste persone si ritrovano a instaurare frequenti relazioni conflittuali.

Indisponibilità emotiva causata da una condizione mentale

Ansia, depressione, disturbo bipolare, disturbo evitante della personalità… sono solo alcune delle condizioni che possono “costringere” una persona a sparire dai radar, a scappare via da una situazione che inizia a percepire come insostenibile, pressante.

Le persone con uno disturbo evitante della personalità, per esempio, bramano la vicinanza e la connessione, ma quando la relazione è nuova e inesplorata, possono imbattersi in un’intensa paura del giudizio e del rifiuto. Anche chi ha uno stile di attaccamento evitante potrebbe essere portato ad allontanarsi soprattutto se la relazione sta per raggiungere un “livello di intimità superiore”. In questo caso, anche se la relazione andava avanti da molto tempo, il partner evitante è sempre stato percepito come disconnesso sul piano emotivo. Chi ha un disturbo bipolare potrebbe scomparire durante una fase depressiva. Stesso discorso per chi ha un disturbo ciclotimico e vive in balia del proprio umore.

Analfabetismo emotivo

L’analfabetismo funzionale è spesso accompagnato da uno spiccato analfabetismo emotivo a causa del quale le persone sembrano vagare nella vita senza una meta ben precisa (soprattutto in ambito sentimentale). In questo contesto non è raro che chi pratica ghosting possa usare le relazioni come mezzo ricreativo per intrattenersi, per ottenere una provvisoria fonte di soddisfazione. Queste persone possono ricorrere al ghosting semplicemente perché la tecnologia offre questa possibilità, senza pensarci troppo.

Narcisismo e istrionismo

Persone con tratti istrionici e narcisistici possono usare l’altro come conferma del proprio valore. La relazione usa e getta diventa un mezzo per esercitare potere. Questi soggetti più spesso si avvalgono del breadcrumbing e solo raramente spariscono in modo definitivo. Se spariscono, anche per lunghi periodi, “fanno dei giri immensi e poi ritornano!” ma non sono di certo gli amori di cui parlava Venditti. Meglio immunizzarsi nel mentre, magari mediante un percorso di crescita personale.

Le relazioni tabbabuchi interiori

Nell’attaccamento traumatico, nel disturbo dissociativo dell’identità e nel disturbo borderline, i sensi di vuoto possono essere molto ricorrenti. Non è raro che queste persone possano ricorrere a relazioni usa a getta per colmare provvisoriamente quel senso di vuoto, quel provvisorio desiderio di vicinanza emotiva. La relazione ha uno scopo strumentale, calmato il vuoto momentaneo si ritorna alla vita normale… fino al prossimo bisogno. Talvolta l’altro può essere vissuto come una debolezza e generare comportamenti di forte ambivalenza.

Lei/Lui mi ha ghostato: cosa posso fare?

Il rifiuto fa sempre male, soprattutto quando arriva senza nessuna spiegazione, ne’ preavviso. Cosa puoi fare per risalire? Anche se il ghosting fa soffrire, non lasciarti sopraffare dai sentimenti di impotenza e solitudine. Inizia a porti interrogativi sul modo in cui vivi la tua vita, sui tuoi reali bisogni o su come hai costruito la tua identità personale.

Sappi che se l’altro sparisce all’improvviso è naturale sentirsi disorientati e non c’è nulla che avresti potuto fare per condizionare il comportamento dell’altro. Non sei responsabile del comportamento altrui ma sei responsabile del tuo e delle tue reazioni. Allora cosa fare? Per iniziare, smettila di interrogarti sul motivo per cui il «potenziale partner» è sparito. Distogli l’attenzione da lui/lei e focalizzala su te stessa/o, su cosa puoi fare per migliorare la qualità della tua vita e delle relazioni che instauri.

Come rinascere

Ognuno di noi dovrebbe avere una “cassetta degli strumenti psicologici“. Se ci pensi, in casa, hai sicuramente un cassetto dei farmaci, hai di certo una cassetta degli attrezzi, per riparare le cose in casa. Ma quando a guastarsi sono i tuoi vissuti emotivi, ti ritrovi con un pugno di mosche. Dunque di relazioni ci si può ammalare ma di relazioni si può anche guarire perche è in esse che troviamo la forza e la spinta per ridefinirci in modi diversi. Attraverso un lavoro psicologico su di sè è possibile trasformare relazioni che fanno male in relazioni che guariscono, che fanno guarire e che consentono di poter creare una nuova narrazione attorno ad esse.  In realtà, questo è il titolo del mio secondo libro, “d’amore ci si ammala e d’amore si guarisce”. Un testo che intende offrirti per analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta.

Nel mio libro «D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce» ti prendo per mano per visitare i tuoi luoghi bui e temuti, ti insegno a chiamare col nome le tue difficoltà senza giudicarti, a donarti e donare perdono a chi ha avuto un ruolo nelle tue ferite.. perché è imparando ad amarsi che si pongono le fondamenta per un incontro autentico con l’altro. Con il libro, potrai ripristinare un equilibrio perduto: ogni pagina ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, amabile e degna di stima, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare. È vero, meriti di essere notato, ma la prima persona che deve imparare a farlo, sei tu! Perché come scrivo nel libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi in tutte le librerie oppure su Amazon, a questo indirizzo

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram:  @annadesimonepsi
Seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor