“Posso smettere di fumare quando voglio” “Posso decidere di chiudere la relazione in qualsiasi momento” “Posso iniziare a lavorare quando voglio “So bene quello che faccio” ” Ti sto addosso, perchè non sei in grado di badare a te stessa/o” ….In psicologia è ben nota la nostra capacità di mentire a se stessi. A tal proposito Jung parlava del “cestino interiore”, indicando quella parte della mente destinata a conservare i pensieri che rifiutiamo di accettare, o che preferiamo nascondere a noi stessi, quasi sempre senza rendercene conto.
Come funziona il meccanismo dell’autoinganno?
Il meccanismo dell’autoinganno opera principalmente in due modi: in primo luogo esso inventa spiegazioni rassicuranti sul proprio comportamento o sul comportamento altrui, probabilmente al fine di mantenere alta l’autostima, ridurre la paura e percepire il mondo in maniera positiva.
In secondo luogo il meccanismo dell’autoinganno nasconde alcuni aspetti della realtà che sono invece evidenti per gli osservatori esterni. E’ questo il caso del fumatore della madre iperprotettiva che limita la libertà dei figli dicendosi di “agire per il loro bene”.
Tutti noi esseri umani, chi più chi meno, siamo succubi del meccanismo dell’inganno. Affermare di non mentire inconsciamente o di conoscere se stessi è uno dei più pericolosi e diffusi effetti del meccanismo dell’autoinganno. Se fossimo davvero liberi dal meccanismo dell’autoinganno vivremmo in una sorta di beatitudine perenne: sapremmo sempre cosa vogliamo, sapremmo sempre cosa ci turba, nulla ci farebbe arrabbiare e soprattutto nulla potrebbe mai deluderci.
Quali sono gli autoinganni quotidiani più comuni?
Una delle principali problematiche che nasconde l’autoinganno è il suo potere dinamizzante del comportamento unito al suo carattere occulto. Come dire, regola in ogni momento il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri, determina la nostra attitudine e infine determina il successo che riusciamo ad ottenere in alcune attività ma normalmente la persone non si rendono conto della sua esistenza. Vediamo di seguito le forme di autoinganno quotidiane più comuni.
L’autoinganno del controllo
Nella vita quotidiana, per quanto ci possa piacere o no, esercitiamo ben poco controllo sull’ambiente che ci circonda. Tuttavia, l’ansia di controllo arriva ad essere alcune volte davvero smisurata: desideriamo controllare la vita dei nostri figli, del partner, degli amici… allora ci autoinganniamo credendo che il nostro potere di controllo si estenda ben oltre i suoi limiti reali. Il pregiudizio si radica nel fatto che tentare di controllare, quando non ne possediamo la capacità, genera un’enorme ansia.
L’autoinganno della giustizia
Tendiamo a valutare come ingiusto tutto ciò che non coincide con le nostre necessità e desideri personali. Ci consideriamo il centro dell’universo e partendo da lì decidiamo cosa è giusto o ingiusto, adeguato o meno. Forse sarebbe più semplice pensare in termini di: “Questa legge non è giusta per me ma è giusta per altre persone”, un poco di empatia non fa male a nessuno.
L’autoinganno del cambiamento
“La nostra felicità e il benessere dipendono dal cambiamento degli altri”. Disgraziatamente è uno degli autoinganni più comuni nella società occidentale, tutto deve cambiare eccetto noi stessi, così elaboriamo una lista di responsabili della nostra infelicità e di cose che devono cambiare: il governo, il nostro capo, il traffico, il nostro partner, il professore di scuola…la lista è interminabile. Tuttavia nella maggior parte delle situazioni è sufficiente cambiare la nostra percezione dei fatti, tentare di comprendere le situazioni da una prospettiva diversa; mettersi nei panni dell’altro e tentare di comprendere le sue motivazioni.
L’autoinganno della ragione
“Solo noi possediamo la verità assoluta”. Probabilmente è una delle forme di autoinganno più stupide, prima di tutto perchè non esiste la verità assoluta e secondo perchè non possiamo essere certi di essere noi i depositari della stessa. Allora, ergersi come detentori della verità ci converte solo in persone chiuse al dialogo e ci restringe il cammino verso la crescita personale. Capire che le verità che oggi viviamo sono relative e che dipendono in buona parte dalla lente attraverso la quale le si guarda, anche se ci può rendere un poco insicuri, ci rende comunque persone più aperte, sensibili e flessibili.
L’autoinganno della ricompensa divina
E’ rappresentato dalla tendenza a sperare che i problemi si risolvano da sè in futuro grazie all’intervento del divino, della fortuna o del destino. Basta dire che questo autoinganno rappresenta il punto estremo dell’annullamento della volontà e della responsabilità individuali.
Gli autoinganni sono quasi sempre rimasti lì nel profondo della coscienza, per cui, ci appare “normale” giudicare ciò che è adeguato e ciò che non lo è partendo dal nostro punto di riferimento, ci sembra “normale” il fatto di possedere la verità assoluta e ci sembra “normale” tentare di esercitare un certo grado di controllo sulle persone e sull’ambiente che ci circonda: un classico esempio “Mia figlia non è ancora in grado di capire cosa è giusto per lei, per fortuna ci sono io ad indirizzarla” oppure “è sua la colpa delle mie disavventure“
Da questa posizione occulta gli autoinganni si vanno facendo sempre più forti o al contrario, quando non li mettiamo in discussione, dato che non possediamo gli strumenti psicologici necessari per affrontarli, ci conducono a vere e proprie difficoltà senza offrirci una via d’uscita.
Autoinganno nella relazione
Interessante è anche il caso dell’autoinganno nella vita di coppia. In ogni relazione ci sono degli elementi di frizione, delle cose di noi che l’altro coniuge/partner non sopporta. I conflitti che questi elementi di frizione generano creano ansia e il modo migliore per allontanare l’ansia senza mettere in crisi il rapporto è non vederli.
Sembra quasi mettere una tendina per coprire ciò che non sopportiamo. Spesso parliamo di piccole cose, ad esempio un marito può sostenere con piena convinzione che la moglie non dica mai parolacce lasciando i presenti perplessi perchè lei parla come uno scaricatore di porto oppure la moglie può non accorgersi che il marito mette i piedi sul tavolino.
Di esempi se ne potrebbero fare moltissimi ma il meccanismo è sempre identico, pur di evitare di andare in rotta di collisione con l’altro coniuge, specie se il motivo del contendere non ammette una soluzione, copriamo l’elemento di frizione con una “tendina” e non vediamo più quel comportamento verificarsi, (o meglio i nostri occhi vedono ma non vede la parte cosciente del nostro cervello).
Il problema è che ad esempio chiudere un rapporto in cui si è codipendenti (o solo dipendenti) non è facile, anzi! L’autoinganno permette di mantenere una relazione problematica invece di affrontare di petto i problemi portando o alla rottura o ad una relazione migliore.
Uno dei motivi che rendono le separazioni più “sanguinose” è da ricercarsi in questo meccanismo, una volta che con la separazione cade il patto di lealtà cadono all’improvviso anche tutte le tendine e vediamo improvvisamente tutte le cose che per anni non avevamo notato perchè le avevamo tenute fuori dalla nostra attenzione e questo genera rancore.
Come abbiamo visto, pur essendo un sistema difensivo, l’autoinganno può avere conseguenze disastrose quando nega il pericolo spingendo a ritardare o addirittura impedire di assumere le opportune contromisure.
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