Il no contact con il genitore disfunzionale

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Crescere in una famiglia disfunzionale comporta implicazioni di elevata complessità. Anzitutto, una famiglia disfunzionale non può fornire buone basi psicoaffettive, così, da adulti, toccherà a noi risanare le nostre ferite e costruire un’identità stabile, integra e resiliente. E’ anche vero che le dinamiche disfunzionali non necessariamente giungono a termine con la nostra emancipazione. Alcuni genitori sono particolarmente prevaricatori e, vivendo il figlio come un’estensione del proprio sé, si sentono in diritto di gestirgli la vita.

Nella gran parte di famiglie disfunzionali si genera una marcata gerarchia per la quale il figlio, seppur adulto, rimane un subordinato del genitore. Molti figli frustrati e messi alle corde non vedono altra scelta che praticare un netto distacco, un no contact necessario per ritagliarsi dello spazio per sé, uno spazio neutrale entro il quale guarire e crescere.

Come è chiaro, il distacco dai genitori entro questi termini, è un processo che va cercato e ponderato e non ha niente a che fare con un momento di rabbia o di impulsività che si traduce in un: «con te non ci parlo più». Certo, talvolta è la rabbia e l’esasperazione che aprono le porte a questo processo, tuttavia non vi è alcuna componente di impulsività.

E’ importante sottolineare che ogni situazione è diversa, ma tutte le circostanze che vedono la volontà da parte del figlio di allontanarsi in modo drastico dal genitore sono accompagnate da un forte stigma. Con questo allontanamento, infatti, il figlio sta violando una norma sociale estremamente radicata. Una norma implicita ma che viene impressa in ognuno di noi fin dal primo vagito e che può sintetizzarsi con questa frase: i genitori, sono sempre i genitori. In effetti le «tavole della legge» recitano «onora tuo padre e tua madre» e non «rispetta tuo figlio e consentigli di sviluppare una propria identità».

Senza addentrarci in questioni religione, il quarto comandamento rappresenta un po’ lo status culturale della società odierna, uno status culturale che appartiene a tutti, anche a chi vuole prendere le distanze dai genitori. Allontanarsi da un genitore (per quanto questo possa essere disfunzionale e lesivo), farà del figlio un individuo ingrato. Dall’esterno, chi osserva colui che decide di distaccarsi da un genitore abusante, non si chiederà cosa quel genitore avrà mai fatto… perché sarà troppo indaffarato a giudicare il distacco del figlio.

Non devi mai accettare maltrattamenti o abusi, neanche da chi porta l’etichetta di «mamma» o «papà»

Prova a riflettere sul rapporto che avevi da bambino con i tuoi genitori e sul rapporto che hai oggi. In questa riflessione potresti scoprire che i tuoi genitori, semplicementenon sono stati in capaci di supportarti così come avrebbero dovuto. In una famiglia sana, infatti, è questo ciò che si fa: ci si supporto, si spera nel bene dell’altro e si mettono in atto azioni pratiche affinché quel «bene» possa concretizzarsi. Nelle famiglie disfunzionali l’affetto ha una dimensione astratta che sul piano concreto si traveste da falsi sacrifici, ricatti emotivi, sensi di colpa, paure… cioè, elementi ben distanti dal concetto di bene e benessere.

Chi ti vuole bene e auspica il tuo benessere, si adopera affinché questo benessere possa verificarsi. Un genitore disfunzionale, probabilmente, non ha mai fatto suo il concetto di “amore” e lo confonde con il concetto di “possesso”. I figli dunque diventano strumenti da possedere e usare per una propria gratificazione.

Tutto questo per dire che spesso i genitori non hanno l’intenzionalità di ferire i propri figli, ma queste ferite vengono inflitte anche profondamente. Anche se il loro comportamento non è intenzionale, nessuno dovrebbe accettare maltrattamenti o abusi, neanche da coloro che portano con sé l’etichetta di «mamma» o «papà».

Se le interazioni che hai con i tuoi genitori stanno minando fortemente la tua salute mentale e la tua autostima, ricorda che il rispetto per te stesso viene prima. Inoltre, nessun Addio è definitivo. Una volta che sarai davvero guarito, per te non sarà un problema tollerare il rapporto e farti scivolare tutto via. Ora questa frase potrebbe sembrarti fantascienza, ma quando sarai davvero guarito, la rabbia, il risentimento, il rancore, l’esasperazione… lasceranno spazio all’accettazione e al bisogno di andare avanti e di essere finalmente artefici del proprio destino.

Quando tutto sarà finito, quando le ferite smetteranno di bruciare, riuscirai a vedere i tuoi genitori per ciò che sono, due persone come tante, piene di difetti e che hanno condiviso con te un’intera fetta di vita, nel bene o nel male.

Allontanarsi da un genitore: cosa aspettarsi?

Se stai davvero pensando di allontanarti da tua madre o tuo padre, sappi che il no contact non rappresenta una soluzione rapida per il dolore che ti è stato causato. Prendere le distanze fisiche ed emotive, potrebbe essere un valido tentativo per proteggerti da ulteriori abusi. Potrebbe essere un modo per ritagliarti spazio e tempo per guarire le tue ferite e lasciarti finalmente tutto alle spalle.

Allontanarsi da un genitore significa mettere un confine enorme all’interno della relazione, essenzialmente ponendo la parola fine o, più saggiamente, mettendola in pausa per un periodo di tempo indefinito.

L’esperienza che tu hai avuto con un genitore disfunzionale può essere molto diversa dall’esperienza che ha avuto tuo fratello o un altro membro della famiglia con la stessa persona… ciò significa che gli altri membri della famiglia potrebbero disapprovare la tua decisione. In questo contesto presta molta attenzione, perché se con il distacco la relazione che hai con tua madre o tuo padre prende dei messaggeri intermediari, sappi che quello che stai praticando non è un no contact ma stai solo aggiungendo strati di disfunzionalità.

Emozioni complesse

Il distacco serve a scandire nuovi confini e a ritagliare nuovi ruoli. Ricordalo. Ricordalo soprattutto quando dovrai fronteggiare emozioni complesse come sensi di colpa, vergogna, paura, rimpianto ed estremo senso di perdita. Sono sensazioni che dovrai fronteggiare, elaborare… ogni volta prova a chiederti: perché mi sento così?  Perché ho deciso di distaccarmi? Ho raggiunto lo scopo sperato? Le emozioni complesse potrebbero spingerti a tornare sui tuoi passi. A questo punto, presta attenzione a non cadere in profonde e perpetue oscillazioni.

Per elaborare queste emozioni, sarebbe indicato farsi affiancare da un professionista in grado di validare i tuoi bisogni. Il dolore sarà inevitabile, il distacco da chi più di tutti ti ha ferito non risolve le cose ma ti concede la possibilità di intraprendere un viaggio. In questo viaggio dovrai imparare l’autocompassione, l’autoconsapevolezza, dovrai imparare ad auto-accudirti, auto-consolarti… cerca di concederti il permesso di soffrire per l’infanzia che avresti desiderato e che non hai mai potuto avere.

La sfida più grande che dovrai affrontare è elaborare l’idea che il genitore che meritavi in realtà non è mai esistito. Potresti trovare utili le riflessioni riportate in questo articolo: la madre che meritavi non è mai esistitaLe fasi che dovrai attraversare in questa elaborazione sono simili alle fasi del lutto: negazione, rabbia, patteggiamento o contrattazione, negazione… e infine, accettazione. Il percorso non è mai lineare, ti ritroverai spesso a regredire o passare da una fase all’altra.

Il distacco per guarire, il distacco per ferire

Al no contact in genere si arriva quando ogni forma di comunicazione è viziata, quando hai provato ad avanzare le tue ragioni e in risposta hai avuto un ulteriore mancanza di rispetto. Il no contact rappresenta l’ultima spiaggia, un tentativo di auto-protezione. Non è un dispetto, non è un mezzo per ferire l’altro… anche se in alcune dinamiche di dipendenza affettiva può diventarlo. Un figlio che non ha mai potuto raggiungere la sua autonomia a causa di un genitore prevaricatore, può arrivare a praticare il no contact con lo scopo di vendicarsi dei torti subiti. Ebbene, se il no contact non evolve in qualcosa di diverso e si stagna in una vendetta perpetua, quella tanto anelata autonomia non arriverà mai.

E’ innegabile, i genitori hanno enormi responsabilità, una volta adulti, però, ognuno nutre le stesse responsabilità nei confronti di se stesso, delle proprie scelte, delle proprie azioni. Certo, non è facile dover affrontare la vita con un mucchio di ferite emotive da dover curare, ma quantomeno è necessario provarci. Tutti meritano di riscattarsi. Tutti meritano di trovare la propria isola felice nel mondo. Se un momentaneo distacco dal genitore abusante è il mezzo per lanciarsi alla conquista di questo spazio, allora è doveroso provarci.

I limiti della comprensione altrui

Le persone che non hanno vissuto un’infanzia con un genitore abusante non potranno capire la tua scelta. I tuoi parenti penseranno: come puoi fare questo al genitore che ti ha cresciuto?! (senza immaginare come ti ha cresciuto). Potrebbe essere saggio, da parte tua, praticare un sano riserbo. In questo cammino che stai intraprendendo, ricorda sempre che chi non rispetta i tuoi sentimenti, non ha il diritto di giudicare le tue scelte. Al contrario, chi rispetta i tuoi sentimenti, non farà fatica ad accettare le tue scelte, pur non condividendole.

Nota bene: il no contact non è una soluzione che si applica a qualsiasi situazione. Ogni caso è a sé. Uno psicoterapeuta o psicoanalista specializzato in dinamiche familiari, potrebbe aiutarti a ridefinire i confini con la tua famiglia di origine e restituire a ognuno il proprio ruolo.

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