Il peso delle relazioni passate nelle nuove storie d’amore

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“Io non voglio cancellare il mio passato, perché bene o male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi, ringrazio chi mi ha fatto scoprire l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l’ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.” Oscar Wilde

Parto da questa citazione di Wilde per parlare di come il passato e le esperienze condizionino le nostre vite, il nostro presente, le relazioni nelle quali entriamo, soprattutto in amore. Siamo, in parte, il prodotto di quello che è il nostro passato, di ciò che ci è stato fatto e di come abbiamo reagito agli avvenimenti.

Il passato genera ricordi e convinzioni su di noi, sulle nostre capacità, sul mondo che ci circonda e le nostre possibilità di farvi fronte.

Ciò che abbiamo vissuto, filtrato dal nostro personale modo di sentire, arriva a farci sviluppare delle convinzioni inconsce, delle idee specifiche su chi sono gli altri che potremmo incontrare, influenzando così il modo di entrare in relazione all’altro, aldilà delle possibili buone intenzioni.

E’ possibile, per esempio, che una persona che ha vissuto una relazione precedente con totale fiducia e conseguente vulnerabilità, una volta “appreso” il pericolo cui va incontro mostrando apertura e disponibilità, possa avere difficoltà nel riuscire poi a lasciarsi andare e magari, di fronte a una nuova storia, vive di dubbi e paure, si sente meno aperta e fiduciosa, è meno se stessa.

Per essere ancora più chiara: immaginiamo questa persona carica di buone intenzioni nel voler cercare di stabilire un rapporto sano e adulto con l’altro. Alle prime difficoltà che possano, in qualche modo, andare a toccare corde che risollevano ricordi, ferite e paure legate al passato, nella persona scattano delle convinzioni che:

  • È inutile sforzarsi tanto gli uomini sono tutti uguali,
  • È inutile insistere tanto le donne pensano solo ai regali,
  • Meglio lasciar perdere tanto farà come quello/a di prima e mi farò male,
  • Chiudo tutto così non rischio di soffrire.

Le frasi appena citate sono convinzioni, cioè idee, certezze per i nostri occhi e la nostra mente che ora fanno parte di noi perché alcuni accadimenti ci hanno portato a credere che facevamo bene a pensarlo.

Provate a riflettere

Convinzioni di questo tipo, slegate dai ricordi passati, avrebbero la stessa potenza nel definire la persona che avete di fronte? Quanto di ciò che dite o pensate è legato al presente e quanto condizionato da ciò che è stato?

Molti potrebbero ribattere che quando nella vita accadono tanti episodi negativi, è normale conseguenza arrivare a queste convinzioni. In realtà non è solo la quantità degli eventi a condizionare la nostra visione, ma il modo con cui li affrontiamo, la qualità della nostra percezione, del nostro sentire.

Gli avvenimenti in questione possono essere molti, ma ne basterebbe anche solo uno emozionalmente significativo a radicare quella convinzione, che diventa parte di noi e influenza il modo in cui guardiamo la realtà presente.

Un esercizio per allenarci a ragionare sulle nostre convinzioni

Tutti abbiamo un passato e delle convinzioni. Proviamo ad allenare la nostra consapevolezza a riguardo. Vi propongo un esercizio semplice. Provate a completare di getto le frasi che vi propongo:

Gli uomini sono bravi a ____________________ / le donne sono brave a___________________,
Da un uomo puoi sempre aspettarti che ________/ da una donna puoi sempre aspettarti che_____;
Gli uomini sono sempre___________ / le donne sono sempre________,
Gli uomini pensano che_______ / le donne pensano che_______

Il potere limitante delle convinzioni

Se ci pensate, convinzioni di questo tipo possono essere limitanti nell’ approcciare all’ altro e conoscerlo veramente nella sua individualità, nella sua unicità, nella sua particolarità.

Credenze di questo tipo ostruiscono la nostra vista interiore rispetto alla possibilità di entrare in reale contatto con il nuovo che la persona sta portando alla nostra vita, limitano il potenziale che dal nuovo incontro potrebbe venir fuori.

Come gestire le convinzioni?

Se il passato influenza le nostre convinzioni, che a loro volta guidano le nostre azioni; se le nostre convinzioni, come dicevo prima, sono condizionate dal modo in cui approcciamo a ciò che ci accade, come lo elaboriamo e le spiegazioni che diamo agli accadimenti della nostra vita, è proprio partendo dalla consapevolezza su questi aspetti che possiamo provare a cambiare rotta.

Qualunque sia il programma automatico che lavora nella nostra testa, possiamo provare a cambiarlo. Come?

Possiamo iniziare a lavorare sul potenziale insito alle esperienze, su ciò che ci hanno insegnato, dove ci hanno portato, cosa hanno tirato fuori da noi , quale passo in avanti ci hanno permesso di compiere nel nostro percorso evolutivo.

Dobbiamo allenare il nostro dialogo interiore controbattendo alle convinzioni negative con quelle positive, mostrando a noi stessi che possono esserci altri modi di osservare le situazioni. L’obiettivo non è quello di rinnegare il passato, ma di non esserne schiavi.

Allenarsi a soppesare aspetti positivi e negativi di una relazione vissuta potrebbe esserci d’aiuto per sistemare il bagaglio emotivo che ci portiamo dietro quando entriamo in un nuovo rapporto. Possiamo imparare a riporre o buttare pensieri che non ci servono o che magari ci rendiamo conto di aver amplificato, per provare a fare spazio a sensazioni positive come la curiosità, lo stupore, il desiderio della scoperta.

Lavorare attivamente sulle nostre convinzioni è importante, prima ancora che per permetterci di entrare in una nuova relazione col piede giusto, per lavorare sull’ immagine che abbiamo sviluppato di noi stessi, sulla nostra autostima, sull’amor proprio.

Perché lo ribadiamo: l’amor proprio è la chiave di volta

Ho letto da qualche parte che il chiodo giusto per scacciare quello vecchio sia l’amor proprio. E allora lavorare su noi stessi, sulle nostre convinzioni è sicuramente la strada più difficile, ma necessaria per poterci liberare dal fardello del passato e guardare in avanti senza perdere l’entusiasmo per la vita, con qualche consapevolezza in più su noi stessi e su ciò che è funzionale al nostro benessere.

Articolo a cura della Dott.ssa Anastasia Zottino. Riceve su appuntamento nel suo studio di Aprilia. Mail: anastasia.zottino@virgilio.it
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