“Dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Questa sensazione di vitalità e di potenza mi riempie di gioia. Mi sento traboccante di vita e di felicità. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell’atto mi sento vivo” Citazione di Erich Fromm (l’arte di amare). L’amore è una delle componenti più centrali dell’esperienza umana. Così potente da guidare comportamenti ed essere fonte di gioia e appagamento perpetuo, ma altrettanto potente da logorarti dentro ed essere la causa dell’insoddisfazione più profonda. Come può, un sentimento così nobile come l’amore, essere al contempo sorgente di letizia o turbamento? Tutto dipende da come dosiamo l’amore.
Dare troppo può indebolirti, hai anche il diritto di ricevere
Ok, dare ci rende felici ma la felicità non è semplicemente dare. Il problema nasce quando diamo il 100%, ma riceviamo il 20%. In una relazione è anche necessario equilibrare le forze! Se solo uno dei due offre, se sei sempre tu la persona che cancella i propri piani per soddisfare le esigenze del tuo partner, arriverà il momento in cui aprirai gli occhi e ti accorgerai che questo rapporto non ti soddisfa pienamente dato che per te rappresenta solo una continua rinuncia.
Pertanto, anche se ti gratifica mostrare tante attenzioni verso il tuo partner, ricorda che anche chi è al tuo fianco deve essere disposto a fare lo stesso per te. Non si tratta di un “regolamento di conti”… l’atto di dare deve essere disinteressato. Per il tuo benessere emotivo è fondamentale che anche tu percepisca di essere ricambiata, amata e apprezzata dal tuo partner
Assicurati che le persona che è importante per te in qualche modo compensi il tuo “dare”, perché altrimenti finirai per adottare una postura servile, ti dedicherai a soddisfare le esigenze emotive di qualcuno a scapito delle tue e nel lungo periodo si svilupperà un rapporto malsano, che tu stessa avrai contribuito a costruire.
“In un rapporto di coppia, quando un solo membro dà e non riceve nulla in cambio, finirà per disilludersi e scaricherà tutta la frustrazione su se stesso” In questo caso creerai una relazione tossica in cui non riesci più a soddisfare i tuoi bisogni emotivi e, in questo modo, il tuo equilibrio psicologico e la tua salute ne pagheranno le conseguenze.
Dare tutto in una relazione può avere un costo psicologico molto alto
Uno dei motivi che ci spingono a dedicare impegno assoluto in un rapporto di coppia, quando in realtà non ci dovremmo caricare di tanta responsabilità, è la convinzione che darci completamente all’altro sia la cosa migliore per dimostrargli che lo amiamo con tutto il cuore. Tutto questo presuppone uno spreco! La fatica inutile di mantenere in piedi una relazione destinata, prima o poi, a crollare. È come se ti caricassi un peso enorme sulle spalle, senza poter aprire gli occhi, perché se lo facessi, scopriresti che la coppia ideale è quella in cui ognuno porta metà del carico.
Evidentemente il tuo vissuto difficile, le tue vecchie ferite emotive non ti ha concesso la possibilità di capire il vero significato di amore: amare non significa dare tutto di sé, fino all’esaurimento. Amare non è sinonimo di fatica, oppure dover dimostrare continuamente il nostro amore per paura che qualcuno possa pensare il contrario. L’amore, quello vero, non dà dolore.
Le aspettative che ci chiudono in un circolo vizioso di sofferenza
Oltre alle proprie convinzioni personali sulla relazione di coppia, vi sono le aspettative. Molte di esse sono condizionate dall’ambiente sociale, altre sono resti della fase di innamoramento, quando si ama ad occhi chiusi. Ci si rifiuta di aprire gli occhi di fronte alla frustrazione, alla sofferenza…all’amore non corrisposto. Ripetiamo a noi stessi che andremo avanti, a tutti i costi, perché l’amore vince su tutto. Ma siamo sicuri che si tratta di amore? Mi dispiace ma non è affatto amore, in questi casi parliamo di dipendenza affettiva…ed è ora di aprire gli occhi alla vita…alla vita che ognuno di noi merita.
Non esiste nessun’altra parola al mondo che sia stata più idealizzata, e forse fraintesa, della parola “amore”. Fra le tante superfici riflettenti dell’amore da cui ci lasciamo abbagliare c’è l’equivoco del bisogno affettivo. Da quando l’inglese è ormai parte integrante di ogni lingua, questo fenomeno emozionale è conosciuto anche come love addiction, in cui il rapporto all’interno della coppia non è paritario: viene vissuto da una dei partner come una sorta di male necessario
L’amore dovrebbe essere qualcosa di bello, non ti pare?
E allora liberati della convinzione e delle aspettative mentali che ti fanno concepire l’amore come prezioso, ma allo stesso tempo distruttivo. Quando l’amore distrugge non è sano e le conseguenze sono scarsa autostima, svalutazione di sé e, soprattutto, depressione.
Dare tutto in cambio di nulla o di poco non porta lontano: si finisce per esigere lo stesso impegno (ovvero che l’altra persona cambi) oppure per stancarsi fino a quando la relazione, ormai debole, si sgretoli. Lasciamo le classiche frasi struggenti “do tutta me stessa” o “morirei per amore” ai film! La vita reale non funziona così. Smettiamo di riempire la nostra vita di persone vuote; loro non possono colmare quel vuoto che ci portiamo dentro.
Impara a vedere l’amore senza il filtro dei pregiudizi che hai verso te stessa, vestiti di un nuovo valore e impara finalmente ad apprezzarti; il dare senza riserve forse ti farà accettare dagli altri ma non da te stessa. Togliti, una volta per tutte, questa benda dagli occhi…apri i tuoi bellissimi occhi e trova l’amore per te stessa.
Non perderti solo perché hai perso qualcuno
Non esiste peggior nemico che se stessi; agiamo come autentici carnefici quando si tratta di elaborare la fine di una relazione. Quello che hai perso, chi ti ha voltato le spalle non può compromettere la tua esistenza; hai tutta una vita da vivere devi solo permettere a te stessa di avanzare. Non possiamo riprendere in mano le redini della nostra vita con la mente piena di condanna e rabbia e voglia di vendetta. Questo significa fermarsi, riflettere, farsi le giuste domande e darsi delle risposte sincere.
Per evitare di stare male con se stessi e accumulare insoddisfazione e frustrazione, dobbiamo prenderci cura di noi, in tutti i sensi e trattare con gentilezza noi stessi, la nostra mente e il nostro corpo. Se pensi che esistano persone più forti di te, ti sbagli di grosso; tutti siamo fragili, tutti soffriamo per la fine di una relazione! C’è però chi riesce a mantenere un’apparente capacità di controllo che lo aiuta a pensare che può farcela sempre, che niente può farlo soffrire.
Sono gli altri ad aver perso te!
Tu non hai perso nessuno, sono gli altri ad averti persa. Vedere le cose in quest’ottica non è un atto di egoismo, ma di forza emotiva. Se qualcuno non era in sintonia con i tuoi sogni, se non ha compreso la grandezza dei tuoi valori, se non era in armonia con il tuo modo di fare, chi ti ha perso è quella persona, non viceversa. Che senso ha stare male per una persona che non ti vuole più? Non umiliarti, non maltrattarti emotivamente; non devi cambiare per andar bene a un’altra persona. La tua bellezza è dentro e se questa persona non l’ha colta è solo un suo problema.
C’è un accordo implicito nelle relazioni?
Quando ti sei innamorato, avevi bisogno di qualcosa nella tua vita. Magari volevi allontanarti dai tuoi genitori, costruire la tua stabilità, volevi un figlio o semplicemente desideravi sentirti stimato e amato oppure volevi sentirti importante per qualcuno perché non riesci a esserlo per te stesso. Anche se non ne parli mai apertamente e forse non riesci a sintonizzarti con ciò che senti, determinati bisogni dominano la tua vita e anche le tue scelte affettive. Il partner che hai accanto, non l’hai certo scelto sulla base di criteri di compatibilità ma sulla base dei tuoi bisogni inespressi.
Nella coppia, la cosa non viene palesata ma c’è un accordo implicito che recita più o meno così: io soddisferò i tuoi bisogni inconsci e tu soddisferai i miei. Questo accordo non dovrebbe esserci ma è ciò che capita a tantissime coppie. Nell’ideale, ognuno dovrebbe soddisfare da sé i propri bisogni e con l’altro, persegue unicamente il desiderio di condivisione e unione. Solo così è possibile il vero appagamento perché solo in questo modo sarà possibile perseguire i due scopi fondamentali della vita: appartenere (e quindi coltivare vicinanza affettiva con l’altro) e affermarsi (e quindi coltivare la propria autonomia emotiva). Allora cosa fare?
Puoi continuare a vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato o cominciare a guardarlo con i tuoi occhi
Comprendersi sembra facile, eppure, alcuni di noi sono estremamente complessi, si portano dentro una moltitudine di sfaccettature non sempre facili da «gestire». Alcuni di noi, poi, si portano dentro dei carichi emotivi enormi, che stanno lì da chissà quanto tempo, troppo ingombranti e troppo pesanti da poter districare. In questi casi potrebbe essere saggio fare un profondo lavoro su se stessi.
Allo scopo di guardarci dentro senza la lente distorsiva delle credenze interiorizzate durante l’infanzia, abbiamo bisogno di individuare quei meccanismi di difesa che, tendendoci trappole e autoinganni, ci portano a vedere noi stessi e il mondo con un occhio esterno, che, proprio come il cammino che ci siamo ritrovati a seguire, non è il nostro!
Come riuscirci? Iniziando a guardare il “mondo con i tuoi occhi“. In realtà, questo è il titolo del mio nuovo libro, un testo che intende offrirti tutti gli strumenti per analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta.
Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile. Non ti dico questo perché sono di parte, te lo consiglio da lettore a lettore. Il libro, «Il mondo con i tuoi occhi», è disponibile in prevendita su Amazon e sarà disponibile in tutte le librerie dal 29 ottobre
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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