Indicatori che segnalano distanza affettiva nella coppia

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

distanza affettiva nella coppia

L’amore è sempre descritto come qualcosa di magico, meraviglioso, che fa sognare… Pochi, dunque, sono consapevoli che l’amore è in realtà l’occasione d’oro per crescere, mettersi alla prova e superare un buon numero di sfide.  Il contatto emotivo con il proprio partner è una cosa seria: è il principale collante che rende uniti e complici! Se l’unione emotiva viene a mancare possono nascere crisi e momenti di stallo: la distanza affettiva è un chiaro campanello d’allarme che deve portare a una rapida reazione della coppia! Guai adagiarsi perché si arriverebbe quasi sicuramente al declino affettivo.

Indicatori che segnalano distanza affettiva nella coppia

Il legame affettivo ci unisce all’altra persona e ci consente di investirci energie in termini di attenzioni, tempo, comprensione, pazienza, risorse materiali ed emotive. Il legame affettivo ci consente di instaurare un rapporto d’amore dove non ci aspettiamo nulla in cambio se non il benessere di coppia. Se non abbiamo più tante risorse da investire oppure ne stiamo investendo davvero tante ma senza godere del meritato benessere di coppia, il legame affettivo si sta affievolendo. Ecco i chiari sintomi della distanza affettiva.

1. Mancanza di intimità

Talvolta, i segnali di allontanamento possono essere sottili. Questo capita sia se il partner non vuole giocare a carte scoperte, sia se è ormai da anni che si è creata una frattura nella coppia. Talvolta, le coppie possono andare avanti per inerzia anche quando non c’è più intimità da anni! Questo capita quando entrambi i partner non hanno il coraggio di lasciare ne’ la voglia e gli stimoli per riconsolidare il rapporto.

L’intimità, in una relazione, è un elemento fondamentale. Quando i momenti di intimità con il partner ci mettono a disagio, è necessario prestare attenzione ai problemi che vi sono dietro…. In genere si tratta di scarsa comunicazione. Quando avete smesso di confrontarvi con il vostro partner e soprattutto, perché lo avete fatto? Interrogate voi stessi e il partner ricordando i vecchi tempi, quando l’intimità tra voi era davvero una cosa naturale.

2. Muro emotivo

Quando una coppia accumula problemi non risolti (che possono essere anche piccoli screzi ma che a lungo andare possono diventare degli autentici pesi) si tende a innalzare un muro emotivo innescando la malsana abitudine di nascondere al partner le proprie emozioni. Si inizia con la rabbia inespressa che a lungo andare può scatenare forti litigi anche per piccolezze. Il muro emotivo causa noia nella coppia, frustrazione e mancanza di interesse nella condivisone.

3. Manipolazione

La manipolazione nella coppia è una diretta conseguenza del muro emotivo. Se manca la comunicazione e non vi esprimete quello di cui avete bisogno, finirete per cadere in ricatti emotivi, vittimismo o peggio ancora, in ripicche rendendo la vostra relazione tossica. Questo stadio è il risultato di una distanza affettiva portata all’esasperazione.

4. Disinteresse

Se c’è qualche problema nella relazione, le coppie sane si attivano per risolverlo facendo in modo che nessuno si debba sentire ferito o turbato di nuovo. Insomma, anche nelle coppie sane i problemi ci sono, ma si risolvono. Un partner completamente disinteressato non è capace di costruire una coppia sana. Se ci sono problemi, lei/lui non fa nulla e quando gli sforzi sono unidirezionali, inevitabilmente si ripresenteranno sempre le stesse ferite, sempre gli stessi turbamenti!

Se il partner “fa orecchie di mercate” (in modo prolungato e privo di attenuanti) a un vostro bisogno, è un chiaro sintomo di distanza affettiva. Il disinteresse è probabilmente il sintomo peggiore, peggio ancora della manipolazione: nella coppia cala l’indifferenza e non si fa più nulla per ritrovare l’unione. Non gli importa più della vostra carriera, della vostra crescita personale né tantomeno del vostro grado di soddisfazione. Se vi vede giù, la situazione più che altro diviene una seccatura per lui/lei e non motivo di genuina vicinanza emotiva.

5. Atteggiamento difensivo

Ammettere le proprie colpe è una virtù che pochi hanno. Guardare negli occhi il partner, comprendere nel profondo l’offesa arrecata e fare in modo che l’errore non riaccada, è un atto di forte crescita emotiva… ma è anche un lusso che chi assume un costante atteggiamento difensivo non riesce a concedersi.

Ammettere un errore significa accettare una propria fragilità. Quanti sono disposti ad ammettere con se stessi di essere umani e fragili? Molte persone si ricoprono di mille scudi difensivi, tanto che si distaccano dalla realtà e vivono in un mondo in cui si sentono infallibili.

In genere, queste persone, hanno la percezione che il partner sia troppo sensibile o per nulla sensibile, che parli a sproposito, che debba curare meglio le parole… Per queste persone, se qualcosa è andato storto, la responsabilità è sicuramente di qualcun altro e, ahimè, troppo spesso del partner.

Il partner diviene il capro espiatorio per ogni insoddisfazione sperimentata. Queste persone ritengono di non dover cambiare e che per fare andare meglio la relazione, dovrebbe essere il partner a cambiare. Si scusano raramente e investono molte energie per evidenziare ogni minimo errore del partner.

Questo atteggiamento difensivo innesca nell’altro comportamenti di rabbia, distacco e ostilità. In questo contesto, per ricucire il rapporto bisognerebbe imparare sinceramente a mettersi in discussione e ascoltare davvero l’altro. In una coppia, i bisogni dei due componenti hanno uguale peso, bisogna imparare a fare meglio se si desidera mantenere un buon equilibrio.

Come accorciare la distanza affettiva nella coppia

La distanza affettiva può essere accorciata iniziando un percorso terapeutico di coppia dove alla base vi è la comunicazione trasparente e priva di equivoci perché mediata da uno psicoanalista o psicoterapeuta esperto. Oltre alla terapia di coppia vi sono dei modi divertenti per accorciare la distanza affettiva e riconnettersi con il partner!

Stando alle ricerche, condividere esperienze ed emozioni romantiche con il partner, va ad accorciare le distanze che gli eventi hanno interposto tra i due individui. L’innamoramento si nutre di molecole segnale come dopamina e noradrenalina, le stesse sostanze che possono essere prodotte con attività da svolgere insieme.

Cucinare insieme: lavoro di squadra

Le attività che consentono alle coppie di lavorare come una squadra aiutano a ritrovare l’intimità accorciando le distanze affettive. Potete preparare una cena insieme oppure seguire dei corsi che prevedono un lavoro sinergico tra i due partner.

Appuntamenti misteriosi: esercizio di empatia

Fate a turno, un weekend o un mese a testa. Ogni settimana oppure ogni mese (in base alle possibilità della coppia) uno dei due partner organizzerà un’uscita misteriosa. Chi organizza la gita o l’uscita deve tenere presente le preferenze del partner per rendere il weekend piacevole. A settimane alterne, uno dei due componenti della coppia si prenderà il compito di organizzare il tutto senza rivelare troppi indizi al partner… il mistero tiene acceso l’interesse di coppia!

In più, attraverso l’esperienza dell’organizzatore, si esercita il muscolo dell’empatia provando a immaginare se un’attività scelta piacerà davvero al partner.

Non smettete di conoscervi: ascolto attivo

Non smettete di conoscervi e soprattutto non smettete di comunicare. Vi sono delle domande da fare al proprio partner per far sentire la propria presenza e per consolidare un legame di empatia. L’ascolto attivo, le domande, le attenzioni… azzerano le distanze affettive portando di nuovo unione all’interno della coppia. Non vi aspettate domande da Nobel… chiedete cose semplici tipo:

  • Com’è andata oggi?
  • Hai bisogno di me?
  • Quali sono i tuoi programmi della giornata / per la settimana o per questo mese?
  • Sono una buona fidanzata/coniuge?
  • Quali sono i miei atteggiamenti che ti fanno sentire amata/o?
  • Se potessi cambiare un aspetto del mio carattere, cosa cambieresti?
  • Riesci a capire cosa sto provando in questo momento?
  • Qual è la cosa migliore che ti sia mai accaduta?
  • Qual è la tua paura più grande?
  • ….

E’ importante confrontarsi quotidianamente così come è importante entrare in contatto con le emozioni del proprio partner e fare in modo che il partner possa capire ciò che stiamo provando noi. Ciò include ascolto senza interruzioni, essere disposti a mettersi in discussione, tollerare le differenze di opinioni e accettare il confronto, anche sulle questioni più serie e potenzialmente negative. Una coppia unita deve saper affrontare tutto.

La ricerca di reciprocità non dovrebbe mai essere troppo timida ne’ somigliare a una pretesa, come se quelle condotte ti fossero dovute per diritto. La reciprocità racconta la storia di due persone e non di una sola. Imparare a esprimersi con calma, allenarsi all’empatia e all’ascolto dell’altro, potrebbe aiutare a rompere quel muro.  Quando crei le circostanze giuste, l’atteggiamento che l’altro sarà capace di assumere nei tuoi riguardi potrà sorprenderti!

Due persone sono diverseuniche e per questo sono sempre un po’ incompatibili tra loro ma non per questo bisogna scoraggiarsi, farsi prendere dalla rabbia o dalla paura. Se si è creata una barriera, con calma e con dialogo empatico, sarà possibile abbatterla. Diventa fondamentale muovere quei primi passettini per trovare finalmente la strada che volete percorrere entrambi. Quella strada in cui si incontreranno i tuoi bisogni e quelli del tuo partner.

Se vuoi allenarti all’empatia, alla comunicazione chiara e assertiva e comprendere meglio le dinamiche che muovono il tuo partner, ti invito a leggere il mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». Il libro ha aiutato decine di migliaia di persone a trovare il proprio equilibrio di coppia. Puoi trovarlo in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina.

Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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