Indicatori per capire se la tua coppia funziona

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Quando si tratta di relazioni romantiche, le persone hanno molte domande. Sono incuriosite dalle dinamiche che guidano l’attrazione, sono dubbiose sulla durata, la compatibilità (è il partner giusto?!), i compromessi (forse sto facendo troppo per lui/lei?!) di tutte le affascinanti questioni che ruotano intorno ai rapporti romantici, oggi mi soffermerò su una che troppo spesso diamo per scontata: l’appagamento di coppia. Approfondendo questa tematica, potrò rispondere a molti dubbi, compresi i quesiti riportati tra parentesi! La questione è questa: come si capisce se una relazione funziona e può resistere nel tempo? Scopriamolo insieme.

La coppia che funziona ha confini elastici

I confini sono quello “spazio” che regola la vicinanza e la lontananza con gli altri. Ti consentono di sperimentare, al contempo, il senso di appartenenza tipico di una relazione romantica e l’affermazione di sé e dei bisogni individuali. Nella coppia che ha confini elastici, il concetto di “egoismo” scompare perché nessuno prevarica sull’altro, i confini sono elastici e vengono costantemente rinegoziati. Non esistono ruoli rigidi. Non c’è un partner che dà e uno che prende ma si instaura un continuum di scambi reciproci. I confini, quindi, consentono di delineare e preservare la tua identità personale all’interno della relazione e garantiscono il soddisfacimento dei bisogni reciproci.

Nella coppia, però, non esistono solo confini interni che delineano le due identità personali (tu e io) che la compongono. Ci sono anche confini esterni che delineano il “noi” e “voi”. La coppia non è un’entità unica, eppure, c’è uno scenario molto ricorrente: i confini interni scompaiono, c’è un “noi” fusionale, una sorta di “simbiosi” di coppia. Al contrario, poi, i confini esterni sono rigidissimi. In pratica la coppia si isola dal resto del mondo.

Vi sono poi coppie in cui i confini esterni sono inesistenti, quasi diffusi (nelle coppie in cui entra spesso la famiglia, i partner non condividono interessi comuni, mentre i confini interni (quelli del tu e io) sono rigidi. Qui si aprono due scenari:

  • un partner rincorre l’altro.
    C’è un partner che ricerca l’intimità e vive spesso il rifiuto e un partner che mette distanze e alza muri.
  • i due partner sono concentrati su di sé ed entrambi temono la vicinanza affettiva

La coppia che funziona ha confini elastici, sia interni (tra me e te) sia esterni (tra noi e voi). Io confini esterni debbono essere elastici perché l’apertura al mondo mantiene vivo il cambiamento e previene il ristagno.

È complice

Qui c’è poco da dire. La coppia che funziona è complice e sa allearsi nel momento del bisogno. Se un partner è in difficoltà, l’altro non perde tempo a infierire ma ne crea un’occasione di alleanza. L’altro, infatti, non è un nemico dal quale proteggersi ma una preziosa risorsa.

L’innamoramento non è solo quello iniziale

Le relazioni hanno un’esplosione iniziale, passata la quale, si costruiscono giorno per giorno oppure finiscono. Una volta passate le farfalle allo stomaco, i due partner hanno la lucidità per comprendere se ci sono i presupposti giusti per andare avanti. I presupposti ci sono quando i due si accettano, si piacciono davvero a prescindere dalle diversità. La coppia che si accetta affronta mille evoluzioni, attraversa tante vite e non c’è noia o ristagno, i confini flessibili interni ed esterni, garantiscono un perenne rinnovamento e così, i due, si scelgono più e più volte. L’innamoramento non è solo iniziale ma si rilancia nel tempo: ci si ama anche per motivi nuovi, si scoprono o costruiscono nuovi lati di sé e dell’altro… C’è dinamicità!

Se questo non avviene, la coppia ristagna. Perché si verifica un certo “piattume”? Perché i due partner hanno costruito tutto sull’innamoramento iniziale, senza considerare la crucialità del bivio. Quando la tempesta chimica dell’attrazione iniziale va a scemare, le persone possono già manifestare un certo attaccamento verso il legame (e di conseguenza verso l’altro). Ma in queste circostanze, la persona non accetta l’altro per ciò che è, investe solo nel legame a prescindere dall’attore che ha accanto. In queste circostanze, il partner non è quello che ti sei scelto tu ma è quello che ti è “capitato” per un gioco di chimica (di attrazione). E diciamocelo, l’attrazione può giocare brutti scherzi. Se la relazione non evolve, allora… non funziona.

C’è stima e tenerezza

Anche in questo caso c’è poco da dire. Nella coppia che funziona si prova stima e tenerezza, non si esprime continuamente disprezzo. L’altro non è il contenitore delle proprie frustrazioni ma -come ti spiegavo prima- la persona che tu hai scelto nel tuo passato e continui a scegliere nel presente. Poi, riflettici un po’ su: che senso ha maltrattare una persona che non vuoi? Non sarebbe più saggio e giusto lasciarla? Magari prendere ognuno la propria strada e concedere a entrambi la possibilità di un rapporto più gratificante? Analogamente, se sei tu quello che incassa, sappi che è controproducente stare con un partner che non ti valorizza e portare avanti un legame, solo perché un tempo, tanto tempo fa, sei stato attratto da quella persona. Se non c’è stima e tenerezza, non c’è neanche amore.

Sa contenere

La coppia che funziona, sa contenere il conflitto quando necessario. I litigi non sono qualcosa che si espande a macchia d’olio. Se si litiga, lo si fa per un motivo senza generalizzare, senza chiamare in causa fattori che non c’entrano con il contesto nel “qui e ora”. Anche il “saper litigare bene” e il riuscire a gestire le conflittualità è qualcosa che si apprende nella propria famiglia d’origine. A volte, infatti, ci sono strategie comunicative e stili affettivi errati e appresi dai nostri genitori. Per esempio, se un tua mamma aveva la tendenza a rinfacciare a tuo padre ogni mancanza del passato o di fargli pesare quei gesti carini che aveva fatti per lui, probabilmente anche tu farai lo stesso o ti sarai scelto un partner che con te fa esattamente la stessa cosa. Rifletti su questo punto.

Partire con le valigie piene di cose buone

La relazione di coppia è un viaggio meraviglioso, ma solo se metti in valigia ciò che davvero ti occorre. Se hai le tue “valigie personali” piene di carenze, rabbia, dolore per quel riconoscimento mancato… Allora pretenderai che sia il partner ad alleggerire quel carico e sistemare le cose. Ma quel carico è il tuo, solo tu puoi sistemarlo. Cosa mettere in valigia per far funzionare le cose? Stima e amore di sé, autoaffermazione, sicurezza, fiducia di sé… se entrambi i partner hanno questo in valigia, allora la relazione può andare lontano! Funziona.

Nella relazione, in parte, proveremo a soddisfare i nostri bisogni ancestrali come quello di appartenenza e amore. Questo è del tutto normale ed è importante che l’altro sia in grado di soddisfarli, ma è altrettanto importante che venga soddisfatto e rispettato anche il bisogno di individualizzazione e affermazione di sé e questo solo tu puoi soddisfarlo. Nessuno lo farà per te. Il bisogno di individualizzazione permette alla persona di affermare se stessa e riconoscere il proprio valore di persona completa, integra, risolta, senza mancanze da colmare.

Quando i due partner, individualmente, riescono ad autoaffermarsi, offrono alla coppia l’opportunità di evolversi e permettono anche ai due individui di crescere all’interno di essa, insieme, uniti, appartenenti… ma mantenendo ognuno un proprio percorso! È questo il segreto della coppia che funziona.

Il partner giusto sarà la naturale conseguenza della tua individualizzazione perché, come ti ho spiegato in precedenza, l’amore vero non è quello che capita per caso, non è il frutto di un’attrazione che è destinata a scemare, ma è quello che tu scegli ogni giorno, quello che ti fa sognare e che è capace di soddisfare i tuoi naturali bisogni di appartenenza e amore. Sembra un paradosso ma per far funzionare la coppia hai più bisogno di lavorare su te stesso e sulla tua affermazione personale che non sull’altro. Se hai voglia di iniziare questo percorso introspettivo, c’è un preziosissimo manuale che può aiutarti, s’intitola: «d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce». Non lasciarti ingannare, non si tratta di un libro per cuori infranti ma di un testo di psicologia che può fare la differenza tra affermazione di sé e stagnazione! Lo puoi trovare su amazon o in qualsiasi libreria.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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