Infedeltà emotiva, conta quanto un tradimento?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Non si può essere considerati infedeli per il semplice gesto di chattare con un’altra persona e condividere qualche spicchio di vita. Le amicizie online sono meravigliose e sono compatibilissime con la vita di coppia a patto che rispettino i confini dell’amicizia. L’infedeltà è tutt’altra cosa. Il tradimento è un atto che viola l’impegno d’amore assunto. Ancora prima della diffusione del web, chi lavorava in ambito psicologico aveva già individuato due tipi principali di tradimento: fisico ed emotivo (Buss et al., 1992). Sul piano fisico, è facile definire un atto di infedeltà descrivendo qualsiasi tipo di interazione sessuale che si verifica all’esterno della coppia. Quindi baciarsi, flirtare, accarezzare… fino all’atto in sé. Quando si parla di infedeltà emotiva, invece, i confini divengono più sfumati.

Un palese tradimento emotivo si verifica quando il partner mente su questioni rilevanti oppure svela i segreti confidati dal partner. Ma quando il tradimento emotivo riguarda un legame virtuale, che non prevede alcun contatto fisico ma solo una serie di scambi di messaggi? Si può parlare di tradimento? La questione è questa: quando i confini dell’amicizia sono stati superati, non si tratta mai solo di messaggi. In quei messaggi ci sono emozioni, pensieri, sensazioni condivise, speranze, languori, tensioni e tanto interesse. In quei messaggi c’è distanza dal partner, in quei messaggi ci sono segreti nella coppia, c’è disinteresse per la coppia, c’è un allontanarsi dall’altro e non più un impegno reciproco, un cercarsi… così come dovrebbe.

Infedeltà emotiva, conta quanto un tradimento?

Per rispondere a questa domanda, alcuni ricercatori (Whitty e Quigley, 2008) hanno intervistato un ampio campione di giovani. Una parte della ricerca prevedeva la compilazione di un questionario in cui si chiedeva all’utente di indicare quale ipotesi l’avrebbe sconvolto di più. Le opzioni erano molto semplici e poco evocative. In questo articolo proverò a proporti opzioni più realistiche e dettagliate, così da farti toccare in vivo, la tua prospettiva riguardo il tema del cosiddetto tradimento platonico.

Immagina di scoprire che…

A) Immagina di scoprire che il tuo compagno sia interessato a qualcun altro ma non a qualcuno che conosce in carne e ossa, a qualcuno con cui comunica solo online. Qualcuno con cui scambia messaggi e confidenze, fino a inviare foto di sé e teneri messaggini della buonanotte. Immagina poi, che il tuo partner si innamori di quella persona, di qualcuno che non ha mai conosciuto dal vivo e che abita in un’altra nazione.

B) Immagina di scoprire che il tuo compagno, utilizzando diversi pretesti, riesca a intrecciare una storia di sesso con un altro dove vive un’intesa intesa fisica. Il tuo partner non è innamorato dell’altra persona.

C) Immagina di scoprire che il tuo partner faccia se virtuale con un’altra persona conosciuto mediante un canale social. L’attrazione si consuma con scambi di foto e interazioni piccanti via web.

Quali di questi scenari potrebbe essere per te più sconvolgente? Nel primo, c’è intimità, tenerezza e amore. Nel secondo c’è attrazione fisica e nel terzo scenario, c’è una forma di attrazione mentale-fisica che si consuma via web. È vero, si tratta di una scelta terribile, ma dovendo rispondere alla domanda: quale opzione ti sconvolgerebbe di più? Ne puoi scegliere solo una.

Per le donne, il tradimento emotivo è una questione serissima!

La ricerca citata in premessa ha riscontrato che gli uomini si lasciano sconvolgere di più dall’infedeltà fisica (opzione B) mentre le donne si lasciano maggiormente sconvolgere dall’infedeltà emotiva (opzione A).

Stando a un ulteriore ricerca (Whitty, 2005) l’infedeltà online conta quanto infedeltà che si verifica nel mondo offline e pertanto può portare alla rottura delle relazione. La gran parte degli intervistati, infatti, ha affermato che avrebbero valutato di porre fine alla relazione se avessero scoperto che il loro partner aveva una relazione via internet. Anche in questo caso vi era una differenza di genere riguardo la percezione del danno: le donne erano più concentrate degli uomini a sottolineare questioni come la distanza affettiva causata dalle interazioni online così come il tempo rubato da quelle attività. Insomma, le donne (etero e omosessuali) soffrivano del fatto che i loro compagni avrebbero potuto investire quelle risorse (energia affettiva e tempo) nella coppia! Lo scenario è analogo anche se si fa riferimento al cyberesso: le donne considerano le “interazioni fisiche online” più seriamente degli uomini (Parker e Wampler, 2003).

I tribunali concordano con le donne

L’articolo 143 del codice civile afferma che tra i vari doveri del matrimonio, vi è quello di fedeltà. Già da diversi anni si è osservato, nelle aule dei tribunali, il ricorso a prove costituite da messaggi di testo, screenshot certificati, messaggi audio e altro materiale multimediale atto a provare il tradimento emotivo. Una delle sentenze più recenti (Corte di cassazione, ordinanza n. 8750 del 17-03-2022) ha spiegato perché una relazione platonica, intrattenuta solo attraverso dei messaggi scambiati via Internet, con lo smartphone, costituisca un illecito punito con il cosiddetto “addebito della separazione”. La sentenza ha sottolineato che non è necessario alcun rapporto fisico e che per parlare di infedeltà, basti analizzare il linguaggio adoprato dai presunti amanti. Ricordiamo che per legge, il coniuge infedele subisce un’importante conseguenze nel caso la coppia si dovesse separare: il coniuge infedele perde il diritto a ottenere il mantenimento.

Il tradimento è il riflesso di un malessere

Il tradimento, che sia platonico o fisico, sembra sempre arrivare come un fulmine a ciel sereno. Eppure, il tradimento, non arriva mai da solo. L’infedeltà è il segnale di un forte disequilibrio affettivo e mette in luce un disamore che, prima, veniva semplicemente ignorato, occultato nella routine di coppia.

Se vi sono delle vulnerabilità (individuali o di coppia), un incontro casuale potrebbe insinuarsi in quelle crepe e dare vita a un tradimento e questo è lo scenario più tipico. Una crepa che si trasforma in uno squarcio. Una fessura sanabile, trascurata per troppo tempo, che a un tratto si converte in un’enorme voragine. Chi tradisce non è da biasimare, avrebbe dovuto lavorare su di sé? Sì. Avrebbe dovuto essere più comunicativo con l’altro? Sì. Entrambi i partner avrebbero dovuto lavorare per migliorare la sinergia di coppia? Certo. Tuttavia siamo esseri imperfetti e, quando decidiamo di ignorare le prime breccioline, finiamo con l’essere sepolti da una frana.

La verità è che l’amore è un impegno condiviso. Anzitutto ci si impegna a valorizzare l’altro e non ferirlo e ci si aspetta che l’altro faccia lo stesso. Si chiama reciprocità e nelle relazioni sembra essere un bene rarissimo. Sono molte le coppie sbilanciate, in cui i due partner sembrano remare in direzione opposte, entrambi affannati, stremati ma in rotta di collisione. La reciprocità racconta la storia di due persone e non di una sola, racconta una meravigliosa storia d’amore e sicurezza, non di tradimenti e gelosie. È con questa reciprocità che insegniamo al partner come vogliamo essere ascoltati, accolti, rispettati e amati.

Se non sai che cos’è la reciprocità e nella vita ti ritrovi sempre a dare senza ricevere in cambio una equa contropartita, probabilmente questo capita perché fin da bambino hai imparato a mettere da parte i tuoi bisogni. Se hai voglia di riscattare il tuo valore di persona completa, a esprimere i tuoi bisogni e farli rispettare, ti consiglio la lettura del mio libro “D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce”, dove spiego in dettaglio come impostare relazioni appaganti, in grado di valorizzarti per ciò che meriti davvero. Il libro puoi trovarlo in tutte le librerie d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo. Parla di relazioni interpersonali a partire con la relazione più profonda, troppo spesso sottovalutata e bistrattata, ma indubbiamente la relazione più preziosa, quella che abbiamo con noi stessi.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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