Ecco la cosa più importante da ricordare se vuoi affermare te stesso

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Tutti noi pretendiamo rispetto dagli altri, ma rispettiamo noi stessi? Per quanto possa sorprenderci, la risposta è ovvia: non sempre. Direi  che il rispetto di se stessi è l’elemento chiave in assoluto perché quando si ha rispetto di se stessi quello che gli altri pensano di noi diventa irrilevante. Non mi riferisco alle critiche positive e costruttive perché queste sono davvero rare.

La maggior parte delle critiche che riceviamo sono critiche fatte per buttarci giù, critiche nate dalla frustrazione di chi non ha avuto magari il coraggio di inseguire i propri sogni o il più delle volte da coloro che non riescono a pensare così in grande come noi e che si sentono talmente piccoli che il nostro coraggio li infastidisce.

Il più delle volte sappiamo cosa significa “rispettare gli altri”, ma non sappiamo cosa significa “rispettare noi stessi” o ancora peggio, cercando sempre di rispettare gli altri dimentichiamo di rispettare la nostra persona e la cosa più importante è che nessuno ci rispetterà se non siamo noi per primi ad avere rispetto di noi stessi.

Cosa significa delineare i propri Confini interiori

Riuscire a distaccarsi dalla critica degli altri, non permettere alle persone di interferire nella nostra vita in modo disfunzionale è assolutamente indispensabile, pertanto, porre dei confini interiori diventa di vitale importanza. Per confini interiori mi riferisco a quei limiti che ci delimitano, distinguono, separano dagli altri definendo chi siamo.

Porre dei confini interiori implica conoscere se stessi, conoscere i propri valori, i propri desideri, i propri sogni, ciò che ci piace e che non ci piace e soprattutto ciò che è molto importante per noi e agire di conseguenza.

Segnano il nostro spazio, dicono agli altri dove possono arrivare. Sono il mezzo per affermare noi stessi. Sono i contorni che ci proteggono psicologicamente, definiscono la differenza tra Io e Tu. Sono marcatori di identità, dicono: io sono questo, arrivo fino qui, non mi invadere, rispettami. Questo nel mio mondo non mi piace, non lo accetto, ti dico io quali sono le mie norme. Quando diciamo “Hai superato il limite” ci riferiamo proprio a questo, a quel segno psicologico che stabilisce cosa è o non è un danno emotivo, quel senso astratto che ci fa sentire cosa va bene per noi, cosa invece è sbagliato, al di là di ciò che è legale o consentito dalle regole sociali.

“Sani confini personali = assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed emozioni, e nel contempo  NON assumersi la responsabilità per le azioni o le emozioni degli altri”

I confini interiori non sono limiti all’affetto, al sostegno, alla vicinanza. Anzi. Per aprirci agli altri abbiamo bisogno di mantenere l’identità personale. E di resistere alla tentazione di superare certi limiti, anche se sembrano restrittivi, perché invece evitano la confusione. L’amore non può esistere senza confini, nemmeno con i figli. I confini definiscono i diritti. Di dire No, ad esempio, di essere trattato con cura e rispetto, di cambiare idea, di chiedere aiuto, di essere lasciato in pace, di esprimere ciò che infastidisce, di rifiutarsi di permettere a qualcuno di avvicinarsi troppo se non vogliamo o non ci fidiamo.

Se siamo risentiti, ci sentiamo vittime o ce l’abbiamo con qualcuno è probabile che non abbiamo impostato in modo efficace i limiti, non abbiamo marcato bene il nostro “bordo”. Non sempre riusciamo a farlo infatti.

Comportamenti che minano i propri confini interiori

Stabilire i nostri confini ci consente di proteggere la nostra integrità in maniera naturale, il che ci permetterà di sentirci protetti e al sicuro. Può accadere a tutti qualche volta di essere disposti, se necessario, a mettere da parte i propri confini, farsi invadere, per il bene di altri. Diverso però è farlo per paura, tollerando qualsiasi cosa. A volte il perimetro della struttura interiore è incerto, si crede che impostare limiti comprometta le relazioni, crediamo soprattutto che in amore non ce ne debbano essere.

Per costruire dei confini che rafforzeranno la nostra integrità personale, bisogna impegnarsi ad evitare comportamenti e dinamiche che danneggiano la nostra identità e questo succede quando:

Disprezziamo, deridiamo, utilizziamo sarcasmo, diventiamo soffocanti, giudichiamo, abusiamo, minacciamo di abbandonare emotivamente o fisicamente qualcuno.

Facciamo finta di essere qualcun altro, non condividiamo come ci sentiamo veramente, abbiamo paura di far vedere chi siamo, ci preoccupiamo di mostrare dei tratti caratteriali o fisici che ci rendono unici, facciamo finta di essere d’accordo mentre in realtà non lo siamo, facciamo cose che non vogliamo fare, facciamo troppo per gli altri, non ci riposiamo quando siamo stanchi e ignoriamo i nostri bisogni emotivi, fisici e psicologici.

Se il nostro comportamento riflette una o più delle caratteristiche appena menzionate e lo facciamo consistentemente, è probabile che finiremo per perdere i nostri emotivi. Allora perderemo le caratteristiche più vere della nostra essenza, al punto tale che le persone invaderanno i nostri limiti senza che ce ne accorgiamo

Il distacco per esercitare il proprio spazio psichico

Spesso facciamo fatica a dire “no” a quella persona a noi cara, perché abbiamo  un legame affettivo. Dimensioni come la vicinanza, l’amicizia, l’affetto o persino il semplice rispetto nei confronti di qualcuno ci impediscono di stabilire confini salutari e solidi con facilità. Quasi senza sapere come, finiamo per cedere, dicendo di sì, quando avremmo voluto dire “no”, inevitabilmente consentiamo a queste persone di minare le nostre barriere.

Dobbiamo avere ben chiara una cosa: il modo migliore per creare uno spazio psicologico sicuro è il distacco. Stabilire una distanza tra i sentimenti o la lealtà affettiva rispetto alla nostra identità e alle nostre reali esigenze. Al tempo stesso, non possiamo sottovalutare un aspetto evidente: chi ci rispetta davvero non invaderà mai né minerà le nostre barriere emotive e psicologiche.

Il modo in cui siamo cresciuti e il nostro ruolo nella famiglia d’origine possono diventare ulteriori ostacoli nel fissare e preservare i confini.

La capacità di stabilire confini relazionali sani, è uno degli aspetti che possono risultare compromessi in seguito a esperienze traumatiche prolungate di natura interpersonale, specie durante lo sviluppo. Se ci siamo sempre concentrati sugli altri, lasciandoci prosciugare emotivamente o fisicamente, potrebbe essere diventata la norma ignorare le proprie esigenze . È il momento di cambiare prospettiva e di iniziare con il chiederci se le attenzioni che dedichiamo agli altri siano reciproche e se si verifichi un salutare dare e avere.

Per concludere…

Stabilire sani confini interiori è prima di tutto un modo di prendersi cura di se stessi; non una prova di forza, una forma di ricatto o una merce di scambio. Se è vero che non possiamo pretendere di controllare o cambiare i comportamenti dell’altro, è anche vero che possiamo scegliere come comportarci e come agire invece di reagire, considerando l’ipotesi di allontanarci se la relazione diventa nociva.

Non è sempre facile stabilire i propri confini, tracciare quella linea che delimita il nostro spazio personale, in particolare se quello che ci muove è la paura di perdere l’altro. Cosa succede infatti quando decidiamo di smettere di guardare al di fuori e diamo uno sguardo al nostro mondo interiore?

RICORDA SEMPRE

Non c’è davvero nulla di male nel far valere i propri diritti. Non c’è niente di sbagliato nel dare valore a se stessi e ai propri bisogni. Dobbiamo solo imparare a farlo e fare in modo che gli altri (compresi i prepotenti) rispettino i nostri punti fermi. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, è necessario un profondo lavoro su se stessi e, come ti dicevo, per aiutarti a compierlo, puoi contare su un prezioso manuale di psicologia: «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», disponibile in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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