La gelosia del primogenito: “non più l’unico ma sempre speciale”

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.
gelosia tra fratelli
Illustrazione da “What’s My Superpower?” di Aviaq Johnston & Tim Mack

“Non più unico… ma sempre speciale”… come affrontare la GELOSIA DEL PRIMOGENITO. La gelosia del fratellino o della sorellina.
Gelosia tra fratelli. Quando nasce un fratellino o una sorellina la gelosia è del tutto normale e si può considerare una delle tante emozioni che il bambino sperimenta e con le quali ha a che fare pressoché per la prima volta, pertanto rappresenta qualcosa di nuovo, spesso informe che i genitori e gli adulti di riferimento hanno il compito di trasformare in qualcosa di più gestibile ed affrontabile.

Gelosia tra fratelli e proiezioni dei genitori

Nonostante ciò, la gelosia è spesso l’emozione di cui gli adulti si preoccupano di più, interrogandosi e sviluppando varie teorie “fai da te” sulla sua gestione fino a mettere in pratica fantasiose e variegate modalità di approccio.

Uno dei principali motivi di tale preoccupazione è da ricercare principalmente nel fatto che i genitori sono portati a proiettare inconsciamente i propri vissuti sui figli, pertanto se hanno vissuto faticosamente il rapporto con un fratellino o una sorellina, tendenzialmente faranno di tutto per evitare qualsiasi tipo di sofferenza o fatica al loro bimbo/a, dimenticandosi che quel bambino/a è un essere unico e irripetibile e non un a versione ridotta di loro o di ciò che loro avrebbero voluto essere.

Per affrontarla al meglio, dobbiamo considerare innanzitutto che, la gelosia non va negata ma accolta e riconosciuta facendo vedere al bambino che è accettato anche quando prova emozioni “spiacevoli” e che ciò che sente è naturale, umano e comprensibile.

Nascita del secondo figlio, le rassicurazioni per il primogenito

E’ importante ascoltare il bambino e rassicurarlo sul costante affetto che proviamo per lui/lei, infatti di fronte alla nascita del fratellino/sorellina, il primogenito teme di perdere l’amore dei propri cari, assolutamente vitale per sopravvivere, a tutti i livelli: emotivo, fisico e psichico.

Possiamo esprimerci per esempio, in questo modo:

Luca, forse sei un po’ geloso della tua sorellina… Ti capisco… è normale sentirsi così… Potresti avere paura che mamma e papà non ti vogliano più bene come prima, ma mamma e papà ti vorranno sempre bene e sarete entrambi sempre importantissimi!”.

Il primogenito/a potrebbe anche manifestare comportamenti aggressivi e ostili nei confronti degli adulti, soprattutto la mamma, come espressione del suo timore di essere esautorato, abbandonato, non amato; tali comportamenti vanno accolti, non arrabbiatevi, ma sappiate dare rassicurazione del fatto che tali timori non sono realistici né si avvereranno mai.

Se il bambino mostra ostilità verso il fratellino/sorellina, soprattutto quando entrano in gioco il tema della condivisione degli oggetti, dei tempi e degli spazi, è importante che i genitori riconoscano al “grande” il diritto di difendere il proprio “territorio”, fisico e psichico.

Luoghi, spazi, oggetti e condivisione

E’ molto utile la strategia di creare degli spazi circoscritti: il fratello maggiore ha un luogo preciso dove sono presenti i suoi giochi e le sue cose che ha il diritto di non condividere col fratello più piccolo. Il fratello minore ha lo stesso luogo e lo stesso diritto. Esiste poi un luogo terzo, dove ci sono i giochi in comune, di tutti e due, e per i quali la regola della condivisione è prestabilita e non negoziabile.

Se il bambino più grande vive una fase di regressione, per cui torna a volere il pannolino, non mangia più in autonomia, non si veste più da solo, e così via, non fatene una tragedia, è solo una fase: i bambini possono regredire quando affrontano importanti cambiamenti nella loro vita. In questo caso è importante non angustiarsi, ma garantire spazi e tempi di attenzione esclusiva per il bambino più grande, sia con mamma che con papà, oltre a quelli di condivisione con il secondogenito, e stimolare la sua autonomia come espressione positiva di sé.

E’ infine importante evitare di fare paragoni tra i fratelli, per non fomentare la competizione nonchè evitare, per contro, di essere troppo attenti a dare in modo uguale a ciascuno, al fine di non alimentare ansie e sovraccarichi emotivi nei bambini.

Arriva un fratellino: alcuni suggerimenti pratici

“Bimba in arrivo” o… “arriva un fratellino”…. La comunicazione della notizia soprattutto per i bambini nella fascia 0-3 anni, è meglio farla quando saranno visibili nel corpo materno i cambiamenti fisici della gravidanza. Infatti, per i bambini così piccoli la percezione del tempo è molto diversa rispetto a quella degli adulti e i 9 mesi della gestazione rappresentano un tempo troppo ampio per la loro comprensione.

Una volta comunicata la notizia, suggerisco di accogliere qualsiasi reazione del bambino, compresa l’eventuale indifferenza, solitamente dovuta al fatto che egli ha bisogno di tempo per capire cosa significa tale notizia e che cosa implicherà;

Evitate di sollecitare e richiedere stati d’animo specifici tipo “devi essere contento”, ma accettare qualsiasi emozione il bambino manifesti; Rispondete alle domande del bambino, senza fornire troppi dettagli non richiesti, con parole adeguate all’età, leggendo anche libri per l’infanzia sull’argomento;

Evitate di descrivere il fratellino/sorellina in arrivo come un compagno di giochi con cui si potranno fare tante cose: almeno all’inizio non sarà così e il bambino potrebbe sentirsi deluso ed ingannato, nel vedere che, per diversi mesi, il piccolino non farà altro che mangiare, piangere, dormire, quindi spiegate la situazione in maniera realistica .

In procinto del parto, spiegate al bambino che la mamma andrà per qualche giorno in ospedale, rassicurandolo che presto tornerà a casa e illustrandogli in modo chiaro e comprensibile cosa accadrà;

Favorite la creazione di una relazione tra il primogenito e il fratellino/sorellina già dalla gravidanza, invitando il “grande” ad accarezzare il pancione, parlare col nascituro, cantargli una canzone e una volta nato/a consentite al bambino grande di interagire con lui/lei quando se la sente, anche facendovi aiutare in piccole mansioni (es. passarvi il pannolino, cantare una canzoncina e così via).

A cura di: Morena Romano, Psicologa-Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Analitica Junghiana
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