Quando nessuno t’insegna a credere in te stesso, è naturale cercare all’esterno da sé qualcuno o qualcosa che possa riflettere il nostro valore. Qualcuno che possa dirci «wow, sei speciale» o qualcosa, come un attestato, un foglio, una grande impresa compiuta che possa dirci «hei, tu hai valore» o che magari possa lasciare tutti a bocca aperta. Allora perdiamo il piacere del fare e lo sostituiamo con l’affanno. Si, perché quando ti cimenti in imprese finalizzate a dimostrare (a te stesso o agli altri) che hai un valore, ogni azione diventa più faticosa e pesante. In ballo, infatti, non c’è più solo un mero risultato ma c’è tutta la tua amabilità, tutta la tua stima, l’intero tuo valore personale.
Come dicevo, tutto questo è naturale se non hai mai imparato a guardarti per ciò che sei e a credere pienamente in te stesso. Sì, perché quando credi in te stesso, la luce che sai di avere dentro, ti sta bene lì dov’è. Ti appaga già di suo. Non è necessario che gli altri la scorgano per farti stare bene con te stesso.
La ricerca di convalida esterna ti distoglie da ciò che davvero ti manca
Mentre cerchiamo quella convalida all’esterno da noi, ci distraiamo da ciò che ci è mancato davvero. Non tutti ci riflettono ma se sei arrivato in età adulta senza quella fiducia interiore e la sicurezza necessaria ad affermarti, vuol dire che nel tuo passato non hai avuto esperienze supportive. Apprendiamo il nostro valore durante l’infanzia. È lì che impariamo ciò che possiamo e non possiamo essere, ciò che gli altri si aspettano da noi e anche tutto ciò che sappiamo ancora oggi sul mondo.
È nell’infanzia che sviluppiamo la fiducia che ancora oggi possiamo nutrire (o che manca) in noi. Certo, si tratta di apprendimenti che vengono mediati in modo implicito. Quando siamo piccoli, infatti, non abbiamo molte idee su “chi siamo”, abbiamo sicuramente fantasie su “chi vorremmo essere” ma capiamo se possiamo realizzarle solo sulla base di “come ci fanno sentire”.
Un bambino, infatti, si identifica con le proprie emozioni. Se spesso ti hanno fatto sentire “un buono a nulla” o “di troppo”, certamente sarà cresciuta in te una sete di riscatto e questa spesso si traduce con la voglia di “essere finalmente visti”. Il bisogno di riconoscimento è del tutto umano. Siamo animali sociali ed è normale volersi sentire apprezzati e stimati. Tuttavia, quando questo bisogno diventa enorme, si muove dietro le quinte e, in modo invisibile, inizia a guidare i tuoi comportamenti.
Bisogni autentici che puoi soddisfare da te
Ecco allora che fai fatica a dire di «no» quando ti chiedono qualcosa e così finisci con l’essere troppo disponibile, con l’assumerti più responsabilità del dovuto o che, al contrario, costruisci muri enormi con gli altri per paura di essere ferito. Un semplice sorpasso in auto può diventare un affronto personale e risvegliare in te tutte le ingiustizie subite nel tuo passato, una critica può diventare il segnale di un rifiuto, la prova della tua mancata accettazione… Gli scenari sono tantissimi e al centro c’è il comune denominatore: non riesci a vedere, da solo, il tuo valore, i tuoi punti fermi.
Il problema di chi cerca di mostrare all’esterno la luce che porta dentro è nella distrazione. In definitiva, infatti, cercando di far emergere il tuo valore personale in contesti sociali (cercando accettazione, attestati di stima, cercando di piacere agli altri, sperando di essere scelto) ti allontani da scomode verità. Ti allontani dall’elaborazione necessaria alla tua evoluzione. Sappi che sei arrivato al punto di regolare il tuo valore personale all’esterno perché nel tuo passato ci sono state mancanze mai elaborate nel profondo.
Se ci rifletti, potrai notare che nel passato di chi oggi ha tanta voglia di rivalsa e di riscatto, è mancato:
- qualcuno che ci guardasse le spalle
- che ci facesse sentire compreso, stimato, apprezzato
- è mancata la spensieratezza di tentare e fallire
- la leggerezza di esplorare chi eravamo prima che tutto quel caos emotivo ci piombasse addosso
- la possibilità di vivere un’infanzia vera
Chi, da bambino, ha vissuto esperienze dolorose ha dovuto rinunciare anzitutto alla spensieratezza tipica di quegli anni e lo ha fatto in modo inconsapevole. Crescendo, semplicemente, ha iniziato a percepirsi diverso da tutti gli altri senza pensare che erano le esperienze che aveva fatto a renderlo diverso. Non era “lui” ma “ciò che aveva vissuto” anzi, ciò che non aveva vissuto, ciò che non aveva avuto.
Sappi che oggi puoi essere proprio tu quello che ti guarda le spalle, che ti fa sentire apprezzato, stimato e compreso. Sappi che puoi concederti il lusso di sbagliare e fallire e soprattutto, la leggerezza di non doverti “misurare” o “contenere”, di essere ciò che sei in modo pieno e spontaneo. Senza ristagnare nei medesimi vissuti di rabbia, rancore, rifiuto e senso di ingiustizia. Perché a questo che andrai incontro se cercherai ancora convalide esterne del tuo valore.
Non ti renderà completo una relazione, anche se incontri il partner perfetto. Sarai infelice. È brutto da sentirselo dire ma purtroppo è tristemente vero. Se non impari ad apprezzare da solo la tua luce, nessuno lo farà per te e, anche se ci riuscirà, quegli atteggiamenti di stima ti scivoleranno via, non li noterai. Sai, preso dalle tue mancanze, quanti gesti d’amore o persone pronte ad apprezzarti ti sei perso?
Esplora chi sei
Ciò che ti è mancato più di tutto è la leggerezza di esplorare chi eri prima che tutto quel caos emotivo ci piombasse addosso. Siamo stati tutti bambini speranzosi e pieni di sogni e fiducia. Crescendo, poi, esperienza dopo esperienza, rifiuto dopo rifiuto, invalidazione dopo invalidazione, ci siamo allontanati da noi stessi e siamo rimasti ingabbiati in un sistema che cerca all’esterno ciò che già è nostro e ci spetta di diritto.
Immagina una relazione in cui la fiducia scorre senza alcuno sforzo, in cui la sicurezza riesce a sopraffare ogni paura, in cui la comprensione è un gioco da ragazzi e soprattutto, è sempre costante e viva la percezione del valore personale. Ti sembra un sogno? Sappi che non lo è. È ciò che succede entro te stesso quando impari ad autoaccudirti e puoi farlo. Ho scritto un libro per aiutarti in questa grande e inestimabile impresa. S’intitola «il Mondo con i Tuoi Occhi» e puoi trovarlo in tutte le librerie o a questa pagina Amazon.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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