Si ritiene che i bambini che sviluppano un disturbo narcisistico di personalità abbiano sperimentato una rottura fondamentale con i propri genitori che tentano successivamente di riparare assumendo compensazioni narcisistiche.
Questa disconnessione può derivare da:
- Cure inconsistenti o negligenti
- Abuso emotivo psicologico, fisico o sessuale
- Critica o giudizio ricorrente
- Fluttuazione tra idealizzazione e svalutazione
- Oppressione ansiosa e sopravvalutazione
- Aspettative rigide e superficiali o irrealistiche
Questi bambini recepiscono il messaggio che amarli e prendersi cura di loro è inequivocabilmente soggetto a condizioni.
In mancanza di genitori che li accettino adeguatamente, che gli attribuiscano valore e che siano empatici con loro, essi sperimentano disapprovazione per essere se stessi e/o approvazione per ricoprire un ruolo.
Essi interiorizzano un senso di colpa che li condiziona e allo stesso tempo adottano una falsa identità che possa essere riconosciuta ed approvata dai loro genitori.
Non svilupperanno un’empatia emozionale o una visione di se stessi equilibrata e realistica e rimarranno emotivamente disconnessi nelle loro future relazioni. Sia che essi abbiano genitori narcisisti e completamente svalutanti o che vengano sopravvalutati per alcune abilità che differiscono dai loro reali interessi e personalità, le persone che sviluppano l’DNP (Disturbo narcisistico di eprsonalità) sperimentano una divisione fondamentale tra la loro reale identità e la cultura della loro famiglia.
Si impegneranno a nascondere la loro vera natura che provoca in loro vergogna ed imbarazzo e svilupperanno una identità sostitutiva per cercare l’approvazione ad ogni costo e per evitare di essere giudicati.
L’DNP si sviluppa come un adattamento difensivo nella prima infanzia. Se non appropriatamente diagnosticato, progredisce nell’adolescenza e si struttura nell’età adulta. Sebbene possa diventare più pronunciata nell’età matura, insorge molto tempo prima.
L’empatia compromessa
Si dice spesso che le persone con DNP manchino di empatia ma la realtà e’ piu’ complicata e richiede un esame più approfondito in merito a cosa si intende per empatia. La psicologia contemporanea identifica tre tipi di empatia:
Empatia cognitiva
Riguarda l’identificazione delle opinioni e dei sentimenti altrui. Attingendo alle nostre esperienze ed osservazioni e combinando questa comprensione con ciò che conosciamo degli altri, giungiamo ad immaginare il loro stato emotivo.
Assumiamo il loro punto di vista senza necessariamente provare le loro emozioni. L’empatia cognitiva può essere abusata quando usiamo la nostra comprensione dello stato emotivo altrui per manipolarlo o per danneggiare l’altro senza pietà.
Empatia emotiva
Comporta il condividere i sentimenti dell’altro. Quando si prova empatia affettiva o emotiva per il prossimo, ci si mette nei panni altrui e si condividono le loro emozioni. Questo consente di stabilire una connessione emotiva.
L’empatia emotiva è fuorviata quando ci si lascia sopraffare da essa e la reazione può essere il rifiuto o il lasciarsi travolgere. In entrambi i casi i propri bisogni si insinuano e bloccano la possibilità di empatizzare con l’altro.
Empatia compassionevole
L’empatia compassionevole combina l’empatia cognitiva e quella emotiva per garantire un reale aiuto all’altro. La comprensione cognitiva e la connessione emotiva consente di considerare cosa può essere utile e tentare di fornire un aiuto nel modo più appropriato.
La noia del narcisista
La noia è un aspetto della vita di ognuno di noi ma i narcisisti sembrano portati alla noia e alla disattenzione che diventa impazienza ed impulsività.
Questo perché hanno una limitata vita interiore, poco interesse per il prossimo, hanno bisogno di attenzione smisurata su sé stessi e mancano di empatia per i sentimenti altrui.
Il continuo vacillare tra sentimenti di inadeguatezza e di compensazione, spacciandosi per quello che non sono, consuma le loro energie. Sia che si sentono privi di valore o sulla cima del mondo, sono ossessionati da se stessi.
Questa costante auto-focalizzazione, unita alla bassa empatia, li disconnette dai sentimenti e dalle opinioni delle altre persone. I narcisisti non solo non provano interesse per gli altri ma ritengono i bisogni altrui come ostacoli per ottenere l’attenzione che pensano di meritare. Le persone li annoiano e li importunano a meno che non servano alla loro necessità di approvazione.
Inoltre l’intelligenza emotiva primitiva di un narcisista e il semplicistico pensiero bianco o nero, li rendono incapaci di cogliere le sfumature e la complessità delle emozioni. Le altre persone sono viste più come ombre che come esseri umani in sé.
Quando gli altri parlano di se essi li trovano noiosi ed irritanti.
Ma quando sono lasciati soli, devono confrontarsi con un’altra noia: il loro vuoto. Ciò che sembra la fascinazione di se stessi e’ un bisogno miope, la loro mancanza di resilienza interiore li rende dipendenti dagli altri alla ricerca di quel riconoscimento che non sono in grado di darsi.
Infine la noia con se stessi e gli altri, rende i narcisisti, noiosi, distaccati, rigidi, prevedibili, di vedute ristrette. Ogni traguardo che il narcisista raggiunge perde il suo lustro quando confrontato con quelli altrui e cessa di soddisfare le sue aspettative.
Non tutte le persone con DNP evitano l’impegno, molte riescono ad avere un lavoro e una relazione ma l’intimità’ con gli altri ma l’attenzione prolungata e’ difficile da mantenere come anche le relazioni a lungo termine sono spesso instabili e alienate.
Autore: Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta
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