L’arte del riversare le colpe sugli altri: la sindrome del deresponsabilizzato

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Riversare le colpe sugli altri, attribuire le responsabilità di propri errori su chi ci sta vicino, evitare di fare i conti con ciò che non è andato bene in tutte le cose difficili che ci accadono. Ti è familiare questo comportamento? Se la risposta è si… non ti devi preoccupare: sei in grandissima compagnia!

C’è però una buona notizia. Uscire fuori da questo circolo poco virtuoso è relativamente semplice, soprattutto se decidi di fermare questa giostra del biasimo a partire da ora. Prima di comprenderlo, però, è bene conoscere come funziona tale meccanismo, ovvero l’abitudine di rendere gli altri responsabili di tutto ciò che di cattivo ci accade.

Deresponsabilizzarsi: un’abitudine sempre più diffusa

Quello di privarsi delle responsabilità, al fine di attribuirle agli altri, è un’abitudine sempre più comune, ed è qualcosa che la nostra moderna società, per certi versi, finisce con l’incoraggiare. D’altronde, basta dare uno sguardo a quanto viene condiviso sui principali media: la retorica comunicativa tende molto spesso a deresponsabilizzare, attribuendo agli altri (a chi ci ha preceduto, ai propri colleghi, ai propri concorrenti, e così via) le colpe di qualcosa che non è andato come da previsioni.

Ad ogni modo, anche se la società moderna si caratterizza per un atteggiamento piuttosto accondiscendente, è evidente che tale propensione da parte dell’essere umano non è certo nuova.

Sai cos’è il Locus of Control?

Il modo in cui ciascuno (re)agisce agli eventi esterni è comprensibilmente correlato a numerose variabili di carattere individuale, a fattori temperamentali e personologici, alle esperienze di vita pregresse.

Verso la metà del secolo scorso, lo psicologo statunitense J. B. Rotter coniò l’espressione “Locus of control” (letteralmente “luogo di controllo”) per indicare il grado con cui un soggetto ritiene che gli eventi della sua vita siano frutto delle proprie azioni. Ovvero quanto si percepisca in grado di influenzarli attivamente oppure dipendano da fattori esterni alla propria volontà. Semplificando quanto più possibile, con tale espressione si indica “il luogo” (interno o esterno) in cui ognuno colloca la ragione dei propri successi e dei propri fallimenti.

Il pregiudizio egoistico

Chi ha la tendenza a incolpare gli altri, riesce puntualmente ad elaborare un’accurata analisi dei fatti, individuando criticità, limiti e potenzialità; tutte condizioni che lo porteranno ad attribuire le cause di ogni fallimento o mancato successo esclusivamente all’esterno. Che si tratti del partner, dell’insegnante, della dirimpettaia, del governo.

La massima dello psicologo statunitense Dyer esprime il concetto in modo esaustivo “Dare la colpa ad altri è un piccolo e pulito meccanismo che puoi usare ogni volta che non vuoi prenderti la responsabilità per qualcosa nella tua vita. Usalo ed eviterai tutti i rischi e impedirai a te stesso di crescere.”

Perché incolpiamo gli altri

Chiarito quanto sia facile incolpare gli altri dobbiamo fare un piccolo passo in avanti e cercare di capire perché questa tendenza sia così comune. Insomma, perché incolpiamo le altre persone dei nostri insuccessi? Le ragioni sono almeno 5. Cercherò di riassumerle:

Incolpare gli altri è facile

Quando incolpiamo, infatti, immediatamente smettiamo di ritenerci responsabili. Insomma, incolpare gli altri è l’opposto di essere responsabili. E, lo sappiamo bene, essere responsabili significa prendersi carico di ciò che si è fatto e di ciò che non si è fatto, di ciò che abbiamo sbagliato e di ciò che dovremmo correggere. E, tutto questo, comporta un po’ di fatica!

Incolpare significa non essere vulnerabili

Non siamo responsabili di ciò che abbiamo fatto (male!), allora non siamo nemmeno vulnerabili dinanzi alle avversità. La responsabilità è, per definizione, un processo di vulnerabilità. Significa mettersi dinanzi alle proprie colpe, alle delusioni, ai fallimenti.

Incolpare gli altri ci permette di avere un senso di controllo

Non dare la colpa agli altri significa accettare che abbiamo gestito una situazione in un modo che… forse non ci rende particolarmente orgogliosi e fieri. In altre parole, significa ammettere che non abbiamo avuto il controllo delle cose. Di contro, se diamo la colpa a qualcuno, allora improvvisamente ci riscopriamo in pieno controllo dello scenario che ci circonda. Essendo tutta “colpa loro”, non dobbiamo affrontare ulteriormente dei processi di analisi su come sono andate le cose.

Incolpare gli altri ci permette di scaricare le emozioni negative

Le persone che tendono a mostrare raramente le proprie emozioni, che si vantano di non arrabbiarsi mai ma allo stesso tempo tendono a dare la colpa agli altri quando le cose si fanno difficili, costituiscono il “prototipo” di soggetti che hanno l’abitudine a perseguire tali atteggiamenti per poter scaricare con facilità il proprio dolore emotivo. Quella di deresponsabilizzarsi è dunque una “soluzione” per cercare un sollievo emozionale.

Incolpare gli altri protegge il nostro ego

In un certo senso, incolpare gli altri è una forma di confronto sociale. Se si attribuisce la colpa a qualcun altro, ci si mette automaticamente in una posizione superiore, facendoci sentire più importanti rispetto a chi ha “sbagliato”, o al “cattivo”. Attenzione, però: si tenga conto che molte persone usano questo stratagemma per poter adottare l’approccio inverso. Ovvero, si finisce per biasimare se stessi, per impietosirsi. Entrare in modalità “povero me!” è tuttavia un altro lato della stessa medaglia, perché così facendo si finisce con l’attirare l’attenzione degli altri, qualificandosi come una persona “buona” vittima delle cattiverie altrui.

Perché bisogna smettere di incolpare gli altri!

Ma per quale motivo gli atteggiamenti che sopra ho riassunto sono così negativi? Perché dovresti smetterla di incolpare gli altri? Anche in questo caso… ci sono 5 punti che vorrei condividere:

1. Crescita personale: incolpare significa perdere tante occasioni. Significa chiudersi a ciò che gli eventi, e gli altri, hanno da offrirci in termini di lezioni e di opportunità di crescita!

2. Personalità: attribuendo agli altri le responsabilità di qualcosa che non è andato come da previsioni, stiamo indebolendo la nostra personalità. Pensaci: se tutto è colpa di qualcun altro, allora significa che non hai potere di cambiare nulla!

3. Empatia: se utilizzi la “colpa” altrui per evitare le responsabilità, allora finirai con l’evitare di parlare sinceramente di come ti senti e di accettare e ascoltare come si sentono gli altri.

4. Sane relazioni: considerato che incolpare gli altri danneggia una sana comunicazione, di cui le relazioni hanno bisogno per svilupparsi, non c’è da stupirsi che chi ha queste abitudini non abbia molti rapporti solidi.

5. Influenza sugli altri: la colpa è… contagiosa. Se incolpi qualcuno dei tuoi insuccessi, è più probabile che anche chi ti sta intorno si rivolti verso gli altri. In altre parole, stai contribuendo a diffondere la tendenza e vitare le responsabilità per te e per chi ti circonda.

E per concludere vorrei citare  Carl Rogers, padre fondatore della Psicologia Umanistica, che amava ripetere “La sola persona che non può essere aiutata è quella che getta la colpa sugli altri.” Quindi, se nella tua vita le cose continuano a non andare come vorresti, forse “la colpa” non e’ davvero delle persone e situazioni che hai intorno. Forse e’ il momento di prenderne atto e rimboccarti le maniche lavorando su te stesso!

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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