La vita dopo l’amore: come medicare le ferite emotive quando dimenticare sembra impossibile

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Psicoterapeuta ad orientamento clinico
“Ogni perdita e’ vissuta come un tradimento, un lutto profondo ed insuperabile che frantuma la propria identita’ in tanti piccoli pezzi fino a non saperli piu’ mettere insieme” Illustrazione: Mitch Blunt

Nella pratica clinica incontro spesso pazienti che presentano una rilevante difficolta’ nell’elaborare la fine di una relazione. Dopo mesi e in alcuni casi dopo anni, continuano a non accettare che la loro storia sia finita e stazionano sul capezzale del loro amore sperando che possa risorgere.

La fine di una relazione attiva processi emotivi simili a quelli che vengono messi in atto di fronte ad un lutto vero e proprio, chi si rifiuta di prendere coscienza della fine di una relazione e’ una persona che rifiuta di vivere il lutto della perdita e di toccare con mano le emozioni dolorose .

Le persone con queste queste difficolta’ emotive, patiscono una profonda paura di essere abbandonate e rifiutate, sperimentano una sensazione di abbandono e di distruzione.

Per chi presenta una profonda resistenza ad elaborare la fine di una relazione, anche il passare del tempo non costituisce un balsamo lenitivo anzi il tempo contribuisce a cristallizare il ricordo dell’amore finito a cui ci si aggrappa in ogni modo per non lasciarlo andare via.

Ci si illude che se si trattiene il ricordo si soffrira’ di meno, mentre invece si andra’ incontro ad una situazione di stasi e irrisolvibilita’, dove il dolore e il ricordo rimarranno immobili nel tempo come un ferma immagine sempre attivo.

Il ricordo della persona amata viene tenuto attivo dalle parole dette, dalle promesse non mantenute, dai luoghi visitati insieme, ogni evento condiviso viene inserito nell’album della memoria che si sfoglia di continuo, per mantenere viva una relazione che non esiste piu’.

Il dramma vissuto da chi non riesce a chiudere una relazione e a dire addio a chi lo abbandona, e’ che anche quando tocca il fondo, perche’ neanche piu’ i ricordi possono alimentare l’assenza di chi non lo vuole, passa ad una nuova relazione, illudendosi di aver chiuso i conti con il passato e di aver ritrovato l’equilibrio.

Ma la paura di perdere l’altro si ripresenta piu’ forte che mai, il terrore della solitudine e’ di nuovo in agguato, alle aspettative irrealistiche segue inevitabilmente la sofferenza dovuta alla delusione che cio’ che ci si aspettava non si e’ verificato di nuovo. Il lutto e le perdite del passato riemergono e si sommano a quelle attuali in un turbine di dolorosa confusione.

Come è possibile interrompere il circolo del dolore relazionale e liberarsi dalla schiavitù della dipendenza emotiva?

Il percorso di guarigione dalla dipendenza emotiva nei confronti di un partner, passa inevitabilmente attraverso la capacita’ di affrontare il dolore e il lutto. Sopravvivere alla perdita di chi ci ha ferito, arrivare ad accettarla e ad integrarla nella propria vita aiuta a liberare lo spazio per fare posto a nuovi affetti. La sofferenza non sara’ piu’ la tagliola sotto cui passare ciclicamente quando ci si innamora ma uno stato d’animo che acquista un nuovo significato e consente alle emozioni dolorose di venire fuori e liberarsi.

Come si affronta ed elabora il “lutto” da fine relazione?

Il lutto e’ un sentimento che si prova quando una persona verso cui si nutre un profondo affetto e coinvolgimento emotive, scompare in modo permanente dalla propria vita. E’ un meccanismo di adattamento ad una nuova realta’, associato ad uno stato di rottura che se vissuto nella sua completezza, consente di lenire il dolore della perdita e dell’abbandono e di ristabilire nuove relazioni significative. E’ un sentimento che schematicamente si puo’ declinare nelle seguenti cinque tappe di elaborazione che ognuno vive in modo personale e in funzione delle risorse emotive a disposizione:

Negazione

E’ la prima fase che coincide con la tendenza a negare in ogni modo la perdita della persona amata, come se non fosse avvenuta la separazione. Si tende a minimizzare la perdita e ci si aggrappa in ogni modo ad una percezione dell’evento che tende a negare l’effettiva realta’ di permanente assenza di chi si amava.

Collera

 In questa seconda fase si prende consapevolezza della perdita e della sua portata, avvertendo un forte senso di ingiustizia e di esasperazione. L’impotenza si associa alla collera che e’ bene esprimere per far fluire apertamente le proprie emozioni.

Il senso di colpa

Questa fase e’ centrale nel superamento del lutto ed e’ anche la piu’ complessa da superare per chi ha difficolta’ a prendere definitivamente coscienza della fine di una relazione. Spesso il senso di colpa mira a riversare su di se’ la responsabilita’ di quello che e’ accaduto, attribuendosi errori che immagina abbiano determinato la fine della relazione. In questa fase e’ importante contestualizzare le motivazioni e le ragioni che hanno oggettivamente contribuito al naufragio del rapporto ed accettare di non avere avuto totale influenza sul passato.

Se non si procede in questo modo si rischia di entrare in una spirale dove si rafforza la collera e la negazione, protraendo la fase del lutto che potrebbe trasformarsi in una condizione stabile. La speranza di un ritorno va assolutamente combattuta, ancorandosi alla realta’ dei fatti secondo la quale il rapporto e’ terminato e la persona amata non tornera’ piu’.

La tristezza

Durante questa tappa si matura la totale consapevolezza della fine della relazione. Le emozioni piu’ profonde di dolore emergono completamente, la rabbia fa spazio al pianto. In questa fase e’ importante verbalizzare cio’ che si prova, e far spazio alle emozioni, condividere con amici e/o parenti il proprio stato d’animo e qualora il carico emotivo fosse troppo forte chiedere aiuto ad un professionista.

L’accettazione

L’ultima tappa del processo di elaborazione del lutto consiste nell’accettare la perdita, la rassegnazione e la consapevolezza che la persona amata non tornera’ mai piu’ si concretizzano definitivamente, la sua vita non fa parte piu’ della nostra, gradualmente si perde interesse verso di lui/lei, ristabilendo una quotidianita’ dove il partner non sara’ piu’ presente e finalmente, dopo aver accettato la perdita si aprira’ uno spazio per le novita’.

Rispetto al lutto dovuto ad un decesso, che si caratterizza per l’assenza fisica dell’altro, quando finisce una relazione, la persona amata continua a vivere, pur non facendo piu’ parte della propria vita, viene meno la quotidinaita’ condivisa, poiche’ si tagliano i ponti emotivi che legavano in precedenza la coppia. Si abbandonano i sogni in comune e i desideri, la consapevolezza di essere di nuovo individui e di non appartenere ad una coppia prende piede e restituisce i propri sogni e le abitudini, facendo riemergere il desiderio di amare.

Fine di una storia: perché è importante attraversare ed elaborare il lutto?

L’elaborazione del lutto e’ un processo indispensabile per maturare ed accettare che il dolore esiste ma allo stesso tempo aiuta a smettere di alimentarlo con la speranza di un ritorno che non avverra’ mai.

L’elaborazione del lutto aiuta a ritrovare l’equilibrio, a scoprire le proprie risorse, a liberarsi dalle paure, per scoprire che si puo’ continuare a vivere, consapevoli e forti in una sana solitudine, aperta a nuovi incontri, affrancati dal bisogno dell’altro per conferire valore alla propria vita.

Un lutto vissuto in modo sano consente di riappropriarsi dello spazio emotivo precedentemente invaso dal bisogno dell’altro, per vivere finalmente uno scambio emotivo paritario e arricchente non basato sulla paura della solitudine ma sul desiderio di stare in coppia non piu’ per necessita’ ma per scelta.

Elaborare il lutto richiede pazienza e determinazione perche’ risveglia anche negazioni negative passate che si immaginavano scomparse ma insegna anche ad esprimere i propri stati d’animo, facilitando la convalescenza emotiva durante la quale medicare le ferite.

Fuggire, negare il dolore, reprimere la collera invece contribuisce solo ad indugiare in uno stato cronico di dolore. Solo confrontandosi con le proprie sofferenze e vivendole pienamente, si arrivera’ ad accettarle e ad archiviarle, esse costituiranno il nostro passato , la nostra storia di vita ma saremo noi in grado finalmente di scrivere il futuro libero da chi non c’e’ piu’.


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Bibliografia:

Marie- Chantal Deetjens, Dire basta alla dipendenza affettiva, Ed. il Punto di Incontro 2009
Gloria Tale, Amare senza soffire, Ed. Il Punto di Incontro, 2006
Yves Alexandre Thalmann, Amore a prima svista, Ed. il Punto di Incontro 2005