Il trauma da abuso sessuale infantile è oggi una delle questioni più importanti della salute pubblica nel mondo e l’obiettivo congiunto di tutte le istituzioni dovrebbe essere quello di debellarlo completamente.
Secondo i dati raccolti in questi anni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (in inglese World Health Organization WHO) 1 donna su 3 sotto i cinquant’anni ha subìto un abuso sessuale durante l’infanzia o l’adolescenza. Le donne che hanno subìto l’abuso sessuale in età prescolare risultano quelle maggiormente compromesse a causa dell’esordio precoce e dell’alta probabilità del perpetuarsi dell’abuso stesso. Inoltre, in alcuni studi longitudinali, si è visto come le donne, con una storia di abuso in età infantile, possano subire con maggiore frequenza in età adulta uno stupro o essere vittime di violenza domestica.
Molti sopravvissute trascorrono anni prima di superare, accettare o addirittura prendere consapevolezza dell’abuso che hanno subìto quando erano bambine, e in alcuni casi non riescono a farlo affatto lungo tutto l’arco della loro vita. Per di più, oltre alla sofferenza associata alla mancata elaborazione del trauma, la precoce vittimizzazione (l’abuso infantile) può innescare effetti negativi a cascata sulla vittima, come nei casi di successiva ri-vittimizzazione in età adulta. Quando poi tutto ciò si somma all’assenza di altri significativi che possano aiutare e supportare la persona, gli effetti negativi del trauma vengono amplificati e mantenuti in un ciclo di sofferenza senza fine.
Effetti dell’abuso sessuale infantile
Un trauma come l’abuso sessuale infantile causa un’attivazione del sistema nervoso autonomo prolungata e continua che dà luogo a deficit cronici nello sviluppo fisiologico e psicologico. Gli effetti a lungo termine dell’abuso sessuale infantile nelle donne sono vari, complessi e spesso devastanti. Sono così pervasivi che talvolta risulta difficile individuare con esattezza il modo in cui l’abuso abbia influenzato e compromesso la vittima.
Può permeare tutto: il senso di sé, le relazioni intime, la sessualità, la genitorialità, il lavoro, persino l’integrità fisica e mentale. Il danno che ne deriva è il risultato anche del segreto e del silenzio che circondano l’abuso. Molte donne vittime di abuso sessuale infantile provano inoltre senso di colpa e vergogna, si sentono impotenti, cattive, sporche, diverse dalle altre persone.
Credono che ci sia qualcosa di sbagliato dentro di loro e che se gli altri le conoscessero veramente le abbandonerebbero. Si odiano, si sentono immobili, non riescono a motivarsi. Combattono con sentimenti autodistruttivi o tendenze suicide. Non riconoscono i loro interessi, talenti o obiettivi. Sentono che non potranno mai andare avanti nella vita. Molte si sentono disconnesse, isolate e sole, con una rabbia fuori controllo, agitate, allerta, confuse e con la morte dentro. Hanno spesso incubi, preoccupazioni di impazzire. Raramente provano piacere, rilassamento o gioia. Di solito, l’abuso viene accettato dalla vittima come “normale” o è visto come qualcosa che è meglio lasciare nel passato. In alcuni casi, si può persino non ricordare.
Conseguenze sulle sopravvissute
Le sopravvissute a un abuso sessuale infantile devono affrontare, dunque, molte conseguenze a breve e lungo termine. Tra gli effetti psicologici e fisici vi è un aumento della depressione, dei disturbi autoimmuni, dei disturbi del comportamento alimentare, dell’obesità, dei disturbi di dipendenza, ecc.
La letteratura mondiale riporta come l’abuso sessuale subito in età infantile non sia correlato all’insorgenza, in età adulta, di uno specifico disturbo psichiatrico ma è stata dimostrata una significativa correlazione con più disturbi: depressione, disturbo di panico, disturbo da stress post traumatico (PTSD), disturbi dissociativi, disturbi di personalità, abuso/dipendenza da alcool, abuso/dipendenza da sostanze e tentativi di suicidio. Uno studio (Correia et al., 2019) ha rilevato come la violenza intrafamiliare (violenza psicologica, esperienze di rifiuto, negligenza, violenza sessuale e violenza fisica) fosse frequentemente presente in donne con ideazione suicidaria e/o tentativi di suicidio.
Inoltre, uno studio longitudinale (Steine et al., 2019), effettuato su un campione costituito prevalentemente da donne sopravvissute ad abusi infantili, ha mostrato che minore era l’età dei survivor al momento dell’abuso e maggiore era la probabilità di riscontrare, in età adulta, differenze individuali tra i survivor. Queste consistevano in sintomi di insonnia più gravi e a lungo termine, associati a una maggiore presenza di difficoltà relazionali e minore percezione di supporto sociale.
Quando si parla di trauma è fondamentale sapere che una donna sopravvissuta a un abuso sessuale infantile può aver imparato l’importanza del “far finta che vada tutto bene” o che “non è importante quello che è accaduto nel passato per spiegare i sintomi di oggi”. Questi meccanismi potrebbero permetterle di funzionare nella società in modi che non consentiranno a nessuno di immaginare la battaglia contro il dolore che sta combattendo dentro di sé.