Strategie per liberarsi dal “virus” delle preoccupazioni

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor


“Una volta, un ricco mercante assunse un falegname perché ristrutturasse una vecchia casa colonica. Dal momento che il commerciate era una di quelle persone che amano avere tutto sotto controllo e temeva che il lavoro non venisse fatto bene, decise di passare una giornata in casa per vedere come procedeva il lavoro.

Alla fine della giornata si rese conto che il falegname aveva lavorato sodo, anche se aveva dovuto affrontare parecchi imprevisti. Per concludere la sfortunata giornata, l’auto del falegname si ruppe e il mercante si offrì di portarlo a casa.

Il falegname non disse una parola per tutta la strada, visibilmente arrabbiato e preoccupato per tutti i contrattempi che aveva avuto durante la giornata. Tuttavia, una volta giunti a casa sua il falegname invitò il commerciante a conoscere la sua famiglia e gli chiese di restare a cena, ma prima di aprire la porta, si fermò di fronte a un piccolo albero e accarezzò i suoi rami per alcuni minuti.

Quando aprì la porta ed entrò in casa, la trasformazione era stata radicale: sembrava un uomo felice. La cena trascorse tra risa amabili e una conversazione animata. A tarda notte, il falegname accompagnò il commerciante alla sua auto. Quando passarono davanti all’albero, questi gli chiese:

– Cos’ha di speciale questo albero?

Prima di entrare sembravi arrabbiato e preoccupato e dopo averlo toccato ti sei trasformato in un altro uomo.

– Questo è l’Albero dei Problemi – rispose il falegname. – Io sono consapevole che non posso evitare tutti i problemi sul lavoro, ma non c’è alcun bisogno di portare le mie preoccupazioni a casa. Quando tocco i rami di quest’albero scarico su di loro le preoccupazioni per riprenderle la mattina dopo, quando tornerò a lavorare. La cosa interessante è che ogni mattina ritrovo meno preoccupazioni di quelle che ho lasciato il giorno prima.

Quella notte, il ricco mercante ha imparato una delle lezioni più importanti della sua vita“.

Il virus mentale delle preoccupazioni

Le preoccupazioni ci opprimono e riescono a rovinare i momenti di relax che abbiamo conquistato con duro lavoro e sacrificio. Infatti, non sorprende che, quando siamo in vacanza, continuiamo a pensare a lavoro che abbiamo lasciato in sospeso o che permettiamo ai clienti di disturbarci anche nel fine settimana.

Tuttavia, Napoleone Bonaparte diceva: “Liberati dalle preoccupazioni, come ti liberi dei vestiti prima di andare a letto”.

In effetti, le preoccupazioni funzionano come un vero e proprio virus mentale generando ansia e stress, ci rendono persone irritabili incapaci di godere del presente. La buona notizia è che possiamo liberarci da queste preoccupazioni, almeno momentaneamente, ed è probabile che quando le torneremo ad affrontare siano meno minacciose di quanto sembrassero in un primo momento.

3 strategie per liberarsi dalle preoccupazioni

1. Il rituale

L’Albero dei Problemi a cui fa riferimento la storia non è altro che un rituale, ma ce ne sono molti altri, è importante scoprire il rituale adatto a noi che ci aiuti a liberarci dalle preoccupazioni.

Ad esempio, un buon rituale è quello di praticare meditazione, respirazione diaframmatica o tecniche di rilassamento 10 minuti prima di andare a letto. Così, la tempesta che avete dentro si trasformerà in un mare tranquillo e potrete dormire in pace.

Tuttavia, ci sono molte altre alternative, come ad esempio ascoltare musica o fare una piccola passeggiata dopo il lavoro, preferibilmente immersi nella natura, per sbarazzarsi di tutti i problemi che sono sorti in ufficio. Ciò che conta è che vi proponiate di mettere da parte le preoccupazioni. Dapprima sarà difficile, ma una volta che il rituale è divenuto automatico sarà molto più facile.

2. Un esercizio mnemonico

Un altro modo per sbarazzarsi delle preoccupazioni è di metterle in prospettiva. Quando ci scolleghiamo emotivamente dalle situazioni, queste sembreranno meno minacciose e troveremo più facilmente una soluzione. Un semplice esercizio da fare è quello di ricordare ciò che vi preoccupava esattamente 365 giorni fa, a partire da oggi. Di cosa vi preoccupavate esattamente un anno fa?

Probabilmente non lo ricordate perché a meno che non abbiate vissuto una situazione davvero stressante, le preoccupazioni che abbiamo di fronte tutti i giorni sono solitamente transitorie e non lasciano impronte nella nostra memoria.

In modo tale che quello che vi preoccupa oggi in pochi mesi sarà irrilevante, allora, perché non iniziare a togliervi significato emotivo a partire da ora. Quando vi sentite saturi e pronti ad esplodere a causa delle preoccupazioni quotidiane, tenete a mente questo proverbio svedese: “Le preoccupazioni consentono alle piccole cose di proiettare delle ombre molto lunghe”.

3. L’appuntamento

Se durante i giorni scorsi avete avuto delle preoccupazioni, è arrivato il momento di stabilire un appuntamento fisso con loro. Sì, riservate 30 minuti del vostro tempo ogni giorno per pensare liberamente alle cose che vi preoccupano, per dare libero sfogo alle vostre inquietudini. Tuttavia, dal momento che si tratta di un appuntamento fisso, in quel momento non dovreste pensare a niente altro che alle vostre preoccupazioni.

Molto presto vi renderete conto che non è facile mantenere concentrato il pensiero per mezz’ora su di una sola preoccupazione, ma anche così, sforzatevi di concentrare la vostra attenzione e cercate di pensare alle conseguenze del problema fino a che non acquistano un tono grottesco.

A questo punto, le preoccupazioni sembreranno meno minacciose. Inoltre, per il resto della giornata, quando vi assale un problema annotatelo e rinviatelo fino al prossimo appuntamento. Quindi eviterete di preoccuparvi per tutto il tempo.

E se tutto questo non bastasse, potete trascrivere questa frase della scrittrice Jodi Picoult da qualche parte in un posto che avrete sotto gli occhi tutti i giorni: “le preoccupazioni sono come un tapis roulant: stancano, ma non portano da nessuna parte”.


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