Lascia che ti trovi, non cercare chi sa dove trovarti

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Il senso di solitudine ci spaventa. In effetti, stare soli è diventato sinonimo di sconfitta e di depressione. Tendenzialmente la solitudine viene associata a una connotazione prettamente negativa: “sono solo/a dunque mi manca qualcosa”, un qualcosa che per qualcuno potrebbe riguardare la mancanza di amicizie o per altri di un compagno. La paura di non avere abbastanza coraggio e intraprendenza, di non riuscire a vivere da soli, senza sentirsi abbandonati e perduti, ci induce a unirci a un’altra persona. Alcuni matrimoni affrettati, certe convivenze premature hanno origine proprio da questo desiderio di scongiurare il rischio di un’esistenza priva di una vicinanza e del conforto di una presenza costante al proprio fianco; l’importante è non ritrovarsi soli.

L’instaurare relazioni in funzione di un nostro bisogno, come la paura di affrontare la propria solitudine, non farà altro che alimentare il senso di solitudine stesso. Se infatti affidiamo all’altro la capacità di farci sentire completi e pieni e per un qualsiasi motivo quella relazione dovesse interrompersi, il risultato sarà che ci ritroveremmo all’interno di un vuoto ancora più grande.

Il problema inizia quando le persone con cui interagiamo ogni giorno, persone che dovrebbero esserci emotivamente vicine, ci fanno sentire sole. Se non ci rendiamo conto subito di questa solitudine in compagnia o semplicemente non sappiamo come porre fine a questa situazione, saremo invasi da un enorme vuoto e soffriremo ferite emotive difficili da guarire.

Ti è mai capitato di sentire uno strano senso di solitudine anche quando il tuo partner è accanto a te?

Tendiamo a pensare che una volta trovato un partner o dopo il primo figlio, non ci sentiremo più soli. Purtroppo non è sempre così. Il tipo di rapporto che instauriamo e i conflitti che sorgono nel corso del tempo possono fare in modo che, anche se accompagnati, ci sentiamo soli e incompresi. I primi anni della vita da sposati sono meravigliosi; una serie di sforzi romantici da parte di entrambi per “completarsi l’uno con l’altro”. Quando si è assieme, sembra che il messaggio che si esprime l’uno all’altro sia “Tu e io assieme, non abbiamo bisogno di nessun altro. Tesoro, il mondo può anche andare al diavolo, io ho te e tu hai me.”

Ma l’atteggiamento della nuova coppia sembra essere una sconfitta man mano che la stessa tende ad isolarsi in un mondo tutto suo. Invece di essere soli separatamente, ora essi sono “soli assieme”. Lentamente, le cose cominciano a cambiare, come succede in tutte le relazioni umane. Dopo aver faticato per formare un’identità unita, improvvisamente la coppia lotta per l’individualità ancora una volta.

Dove sono finiti “Io” e “Tu” nel “Noi” della vostra unione? Cominciamo a pensare e a dire l’uno all’altro “Non mi dai abbastanza tempo” e “Non mi dai abbastanza spazio” e ci chiediamo di chi sia la colpa per essere arrivati a tal punto. Ma la colpa è solo di quell’ideale che tende a chiamare “romanticismo” quello che invece è dipendenza reciproca. Ognuno infatti ha bisogno di spazio, il suo spazio e per conquistarselo ognuno deve maturare e diventare emotivamente adulto.

I segnali che indicano che siamo soli, anche se siamo in compagnia

Purtroppo lasciamo passare anni prima di affrontare il problema. A quel punto il nostro equilibrio emotivo si sarà deteriorato. La buona notizia è che è possibile evitare che la situazione peggiori, semplicemente riconoscendo i segnali che indicano che siamo soli, anche se abbiamo qualcuno al nostro fianco:

  • Lui/lei  che dovrebbe motivarti nei tuoi nuovi progetti e idee, ti scoraggia e crea ostacoli.
  • Lui/lei che dovrebbe sostenerti nei momenti difficili ti da la colpa di ciò che accade e si lava le mani.
  • Lui/lei che dovrebbe condividere i tuoi interessi, ti critica costantemente e non considera i tuoi gusti e le esigenze.
  • Lui/lei che dovrebbe starti accanto non ti dedica tempo di qualità, così non ti senti capito/a oppure amato/a.
  • Lui/lei che dovrebbe aiutarti a crescere e migliorare, ti fa sentire inferiore.
  • Se lui/lei può ancora apportarti qualcosa, lo farà e se non è così, un addio è il miglior ringraziamento che puoi offrire a testessa/o.

Cosa succede se ci rifiutiamo di accettare che siamo soli, anche se abbiamo qualcuno al nostro fianco

Può diventare un’esperienza molto negativa che aprirà profonde ferite emotive. In questi casi tende ad apparire anche un profondo senso di colpa. Infatti, il problema è spesso che questo tipo di solitudine è vissuta come un rifiuto. Così, lentamente, rischiamo di sentirci sempre più inadeguati e indegni di affetto; di conseguenza la nostra autostima ne viene distrutta. Nel tempo, può subentrare la depressione, che ci sprofonda in uno stato di apatia e che ci fa perdere la gioia di vivere.

Tu non vali così tanto e io non valgo così poco

A volte facciamo tutto il possibile per attirare l’attenzione degli altri rischiando di diventare una marionetta nelle loro mani. A questo punto, il nostro umore e l’autostima dipenderanno dall’attenzione, le lodi o le critiche degli altri; ci sembrerà di essere su di un ottovolante emotivo che finirà per provocarci grandi squilibri.

Non permettere che accada a te! Non è giusto che tu paghi un prezzo così alto; non lo meriti. Qualunque sia la motivazione dell’altra persona, se il comportamento altrui ti fa star male, hai il diritto di pensare a te stessa/o e alla tua tutela. Se l’altra persona decide di non cambiare, chiediti: che tipo di relazione voglio stabilire con questa persona?

Perché è così difficile rompere il rapporto?

In realtà sentirsi soli nonostante la presenza degli altri può consumarci poco alla volta. Avere il coraggio di ammetterlo e allontanarci da questo contesto è il modo migliore per iniziare a vivere una vita più appagante ed emotivamente sana.

È una situazione più diffusa di quanto si possa immaginare. E diventa estremamente complicata quando, pur sapendolo, non facciamo nulla per reagire. A volte è necessario cogliere i segnali di assenza del partner. Magari è presente fisicamente, ma con testa e spirito si trova altrove. Vivere al fianco di una persona egoista, a lungo andare può farci dimenticare di noi stessi ma perché è così difficile rompere?

1. Niente è bianco e nero

Nei rapporti interpersonali nulla è bianco o nero. Questo significa che forse quella persona che ci fa sentire soli oggi, in un altro momento è stata fonte di gioia, di sostegno e soddisfazione. Quei ricordi ci mantengono legati al passato, ovviando ai problemi del presente.

2. Paura di lasciare la zona di comfort

Anche se siamo consapevoli che non stiamo attraversando il nostro miglior momento, potremmo esserci abituati a questa situazione e aver trovato un equilibrio all’interno del malessere, e temiamo che la nostra decisione peggiori le cose. Le abitudini e la routine sono fattori molto potenti che ci tengono legati a situazioni che ci danneggiano.

3. Rifiuto del “fallimento”

In molte occasioni, quando decidiamo di dare una seconda, terza o quarta possibilità all’altra persona, in realtà la stiamo dando a noi stessi. Alcune persone credono, per esempio, che divorziare significhi avere fallito e sono riluttanti ad accettarlo, e cercano di ravvivare un rapporto che è già morto.

La solitudine per scelta: godere della mia compagnia è un dono straordinario

Abbandonare un rapporto nel quale ci sentiamo soli, un rapporto che, invece di soddisfare i nostri bisogni crea problemi e carenze, è un atto di amor proprio! A questo punto non è necessario cercare immediatamente un’altra persona che riempia il vuoto. Dovremmo invece imparare a star bene con noi stessi, godere della nostra compagnia e fare le cose che ci piacciono. Si tratta di assumere questa come una fase di crescita e di scoperta, per accettarci e chiudere le ferite che ci ha lasciato quel rapporto.

L’affetto si deve dimostrare in modo equilibrato, è la base che cementa qualsiasi rapporto

Trascinarsi e supplicare un affetto che non è sincero non è sano, né a breve né a lungo termine. Forse alcune dimostrazioni ci possono intenerire, ma è bene che la bilancia sia calibrata e che guardiamo con la lente di ingrandimento i motivi che continuano a farci rimanere ancorati a questo rapporto. Non ci fa bene dare senza ricevere. Per questo motivo, dobbiamo capire che circondarsi di qualcuno può significare allontanarsi da proprio percorso. Forse stiamo ipotecando anni di una vita senza biglietto di ritorno e questo non ce lo possiamo permettere, mai.

Il valore che diamo a ciò che facciamo e a ciò che siamo, spesso siamo noi stessi a inquinarlo: ci trattiamo male; giudichiamo i nostri errori con più arroganza e durezza di quanto facciamo con gli altri. Ci anneghiamo con una lamentela continua, non tanto verso gli altri quanto verso di noi.

Vivere al fianco di una persona egoista e provare ogni giorno questa solitudine è come non vivere

Ci mina e ci consuma poco a poco, finché non resta nulla di noi. E non c’è nessuna giustificazione, nemmeno quella più grande, che giustifichi la decisione di mettere in stand-by la nostra vita.. Anche se in passato abbiamo avuto paura di stare da soli, ora almeno abbiamo imparato che è di gran lunga meglio questo genere di solitudine che quella che ci fa provare chi un tempo ci ha giurato eterno amore…in effetti NON SI INSEGUE CHI SA DOVE TROVARCI.

Una lettura preziosa per comprendere il mondo della psiche

La nostra società verte più sull’apparire che sull’essere, quindi fin da bambini ci insegnano a mostrarci educati, a dire grazie e prego… ma non ci insegnano come comprenderci, in realtà non provano neanche ad ascoltarci o a capirci… è tutto un dettare le condizioni. Puoi usare la tua voglia di rivalsa per dettare da solo le tue condizioni di vita, per costruirti la tua isola felice e affermarti per ciò che vuoi essere e non per ciò che la sofferenza ti ha insegnato. Nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» (il più consigliato dagli psicologi e bestseller 2022) ti fornisco gli strumenti giusti per trasformare la tua volontà in qualcosa di più. Perché tu meriti la tua isola felice. Puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon. Sarà il più bel regalo che tu possa farti.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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