Lascio sempre le cose a metà: perché non riesco a farle?

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

A tutti noi è capitato, e non si tratta di un vero problema se è accaduto qualche volta. Ma lo diventa se si tratta di una strategia utilizzata troppo spesso o addirittura dell’unica strategia di funzionamento possibile. Mi riferisco a quel meccanismo deleterio che ci porta a vivere non a pieno. Provando purtroppo ad agire solo a metà, ma abbandonando poi ogni volta, o troppo di frequente e troppo presto, senza portare realmente a termine nulla. Insomma alcuni di noi hanno un po’ troppo spesso la “mania di lasciare le cose aperte”, di iniziarle ma poi lasciare le cose a metà.

Quante volte ti sei chiesto come facciano gli altri a svegliarsi sempre presto al mattino per andare a correre, oppure a portare a termine la stesura di un libro o della tesi, a perdere peso o cominciare un programma di allenamento fisico con costanza e determinazione? Gli esempi potrebbero esser davvero tanti e diversi a seconda delle proprie necessità, tuttavia la storia che si ripete è sempre la stessa: ogni volta che inizio qualcosa.. finisco per lasciarla a metà senza portarla a termine!  Che si tratti della dieta, di un libro da leggere, di un esame da preparare, di un programma di allenamento o di un maglione lavorato a maglia, il punto è sempre lo stesso: non riusciamo a portarlo a termine.

All’inizio ci sentiamo motivati e magari anche eccitati all’idea di iniziare una nuova “avventura”, o comunque ci sentiamo in grado di portare a termine quel compito importante che avevamo in sospeso… ma a un certo punto ci smontiamo; la nostra motivazione e la nostra capacità di concentrazione su quella cosa decrescono lentamente fino a svanire, lasciandoci privi di interesse, di volontà e di motivazione a portare a termine ciò che avevamo tanto convintamente iniziato.

Così ci raccontiamo la vecchia favoletta del “Tanto non mi interessava davvero…” oppure l’altra consolante versione del “magari ci riprovo in un altro momento”…Ma la verità è che non ci riproveremo probabilmente mai più… o forse, svogliatamente, dopo qualche tempo, per poi lasciare nuovamente le cose a metà.

Si tratta di un atteggiamento piuttosto diffuso che, prima o poi, ha riguardato un po’ tutti noi. Tuttavia è un atteggiamento che spesso lascia esiti decisamente spiacevoli o negativi: ci si inizia a sentire incapaci di impegno, annoiati, privi di iniziativa o peggio si comincia a perdere la stima di sé e la fiducia nelle proprie capacità e nella propria forza e determinazione.

Alla lunga, un atteggiamento del genere può provocare sofferenze psicologiche legate al calo di autostima e di motivazione, ad un senso strisciante di noia e disinteresse diffuso, ad una forma di apatia e pigrizia fastidiose fino a impedirci di sviluppare concretamente abilità e capacità che invece ci servirebbero per realizzarci!

Perché lasci le cose a metà?

Rimandare qualcosa e una forma di evitamento del disagio che si prova quando ci si deve impegnare:

1. si teme di non fare le cose “alla perfezione” quindi alla fine si abbandona il campo;
2. non si ha voglia di affrontare impegno e difficoltà preferendo gingillarsi in qualcosa di meno impegnativo come fare le pulizie, riordinare la scrivania o guardare la TV (aiuto…!!!);
3. si teme che, dopo aver terminato il tale impegno, ci sarà il “vuoto”…;
4. si teme il cambiamento (soprattutto nel caso delle diete).

Quello che in certi casi viene a mancare è la capacità di avere autodisciplina, che non è una dote innata ma una qualità che si acquisisce attraverso l’esercizio costante. Se al mattino quando suona la sveglia invece di alzarci e attivarci ci tiriamo le coperte sulla faccia e continuiamo a dormire “altri 5 minuti”, insegniamo alla nostra mente ad essere pigra; se, quando siamo a dieta, dopo cena non rinunciamo alla porzione di dolce con tutte le sue calorie di troppo, condizioniamo la mente ad essere debole e cedevole di fronte alle tentazioni, la lasciamo essere molle e inaffidabile.

Queste lezioni ci insegneranno alla fine una sola cosa: che non possiamo fare conto sulla nostra forza di carattere e sulla nostra determinazione Anche se la buona volontà centra ben poco!). Ci insegneranno che non siamo assolutamente capaci di impegnarci e di portare a termine le cose, anche quando si tratta di cose importanti e utili per il nostro benessere e per la nostra realizzazione. Non avendo gli strumenti per rimodellare il nostro processo di pensiero acquisiremo la consapevolezza gradualmente che siamo deboli e incapaci… ma in realtà, come abbiamo imparato ad essere molli e deboli, possiamo imparare ad essere determinati, forti e fiduciosi in noi stessi! Occorre allenamento.

Come educarsi alla disciplina

Direi che il primo fondamentale passo verso la soluzione è prendere atto della presenza di tale difficoltà. In quanto possiamo occuparci solo di ciò che vediamo, e non altrimenti di ciò che neghiamo anche a noi stessi. Dico questo perché per qualcuno non è scontato riuscire a fare questo primo passo. C’è da dire purtroppo che noi individui a volte siamo davvero bravi ad auto ingannarci, a raccontarcela, pur di non affrontare un problema in atto.

Il secondo fondamentale passo da fare è essere disposti a mettere in discussione la modalità al solito utilizzata. Ed essere disposti ad imparare col tempo, e con l’ausilio dell’esercizio, alcune doti che sono necessarie per riuscire a finire ciò che si inizia. Mi riferisco alla pazienza, la capacità di gestire l’impulso di evitare o mollare alle prime difficoltà, la perseveranza e la resistenza, la gestione dei pensieri e delle emozioni che inevitabilmente si innescheranno mentre proviamo a fare qualcosa, tra cui ad esempio la frustrazione.

1. Semplificare e fare ordine

Se la tua vita è disordinata e caotica, piena di mille cose da fare che sembrano tutte ugualmente importanti, se hai poco tempo a disposizione per i tuoi interessi, allora devi prima di tutto stabilire delle priorità ed eliminare le ridondanze, evita di sentirti sopraffatto dalle cose da fare o dalle circostanze ed impara a rinunciare a ciò che non è impellente o necessario. In questo modo puoi utilizzare tempo ed energia in maniera finalizzata ed ordinata.

2. Gradualità

Apprendere la disciplina non avviene da un giorno all’altro. Sappi che è come allenare un muscolo: occorrono tempo e costanza, ma alla fine la ricompensa sarà davvero grande! Quindi stabilisci obiettivi semplici e raggiungibili attraverso una “lista degli obiettivi”, e dividili in sotto-obiettivi; questo ti permetterà di procedere con la giusta gradualità verso la meta finale senza sforzi inutili.

3. Impara la disciplina con un gioco di premi

Puoi chiedere il sostegno del partner o di un amico, un collega di lavoro o un altro familiare. Stabilisci di premiarti ogni volta che porti a termine un impegno o una tappa nella tua “lista di obiettivi”.

4. Non lasciarti bloccare dal fallimento

Non usare il fallimento come una scusa per arrenderti e rimettiti subito all’opera! Quando un bambino cade dalla bici mentre impara ad andare senza rotelle gli si suggerisce sempre di non mollare e di risalire fino a quando no sarà capace di trovare l’equilibrio, attraverso prove e tentativi ripetuti. Così devi fare tu. E’ un impegno inizialmente davvero difficile, che nel tempo diventerà però sempre più facile.

5. Ridimensiona le tue aspettative

Una delle cosa che ci porta a non portare a termine ciò che iniziamo è il desiderio di perfezione. E così capita di perdersi in dettagli superflui, rifiniture inutili, mentre il tempo passa inesorabile. Ci stanchiamo, pensiamo di aver fatto una schifezza e molliamo. Se aspetti che qualcosa sia perfetto, non lo finirai mai! Sai perché? Sì, già lo sai. Perché la perfezione non esiste. Alle volte l’idea della perfezione può paralizzarci, ma se impari a ricordarti che la perfezione non esiste e che c’è sempre un margine di miglioramento, allora vedrai che riuscirai a non perdere tempo e portare a termine ciò che inizi.

Non è importante da dove parti

Tu continua a provarci, e prima o poi scoprirai di essere più competente di quanto pensi! Lascia perdere tutti i tuoi dubbi, tanto per l’ignoto non ci sono preparazioni. MA RICORDA…il mondo è un grande posto, ed è pieno di opportunità. Sarai faccia a faccia con le tue vulnerabilità. E se le riconosci potrai usarle come trampolino per un miglioramento personale. Hai l’opportunità di rafforzare la tua resilienza,  la tua indipendenza, le tue connessioni con il mondo. Hai l’opportunità di reinventarti. Trova soluzioni nuove, diverse, a cui non avresti mai pensato. Scopri un altro lato di te stesso. Cogli la tua prima opportunità promettendo a te stesso di fare già da ora qualcosa di nuovo o di diverso. E so che puoi farcela….perché tu VALI e meriti di saperlo!

Ti invito a leggere Il mio libro “Riscrivi le pagine della tua vita“

Se hai voglia di fare introspezione, guardarti dentro e metterti davvero in gioco, sappi che ho scritto un libro, ed è il libro che io stessa avrei voluto leggere tantissimi anni fa, prima ancora di diventare una psicologa. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto. Il libro puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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