Introduzione: la neurobiologia può spiegare, almeno in parte, il comportamento disorganizzato indotto dal panico e dallo stress da covid-19.
Si chiama neuroscienza comportamentale ed è la branca della psicologia che studia come il cervello e il sistema nervoso (interagendo con altri processi biologici) determinano il comportamento umano.
I neuroscienziati comportamentali, dunque, tra le altre cose, studiano come il nostro corpo influenza il nostro comportamento e le nostre reazioni agli eventi. Un secondo quesito posto dalle neuroscienze comportamentali riguarda come percepiamo, recepiamo, apprendiamo e pensiamo all’ambiente che ci circonda.
La psicologia, nelle sue tante sfaccettature, sfrutta molto i progressi scientifici nella comprensione della struttura e della chimica del cervello. I passi avanti in materia di neurobiologia rappresentano il substrato fertile per il progredire delle neuroscienze cognitive e, più in generale, della psicologia moderna.
Ecco le 10 reazioni al covid-19 che possono essere spiegate mediante le neuroscienze comportamentali.
Ti affascinano le neuroscienze?
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1) Il cervello prova a compensare la frustrazione derivante dai problemi irrisolvibili creandone altri risolvibili.
Ad esempio, l’assalto alla carta igienica! Cibo, riparo e farmaci sono i bisogni più necessari. Quando creiamo una scorta di cose indispensabili, l’aver trovato una soluzione a questo problema gestibile ci fa provare un senso di vittoria e controllo.
2) Perché non seguiamo le soluzioni semplici?
Il governo ha rilasciato semplici raccomandazioni, ad esempio: lavarsi spesso le mani, limitare i contatti… Ma il cervello assume che per risolvere problemi complessi ci vogliano soluzioni complesse.
3) Il cervello segue la legge del minimo sforzo. Gli piace inserire il pilota automatico.
Abbiamo le nostre routine giornaliere, settimanali. Quando vengono sospese, siamo cacciati via dalla comfort zone del pilota automatico e siamo costretti ad utilizzare il sistema cerebrale deputato al pensiero logico e al ragionamento e, in emergenza, dobbiamo farlo di continuo. Questo potrebbe spiegare perché i giorni successivi all’annuncio di un’emergenza non lo realizziamo/accettiamo appieno, ma ci si sente comunque affaticati a fine giornata.
4) Perché ci abbuffiamo
La tua parte inconsapevole ha ricevuto il messaggio che siamo in emergenza! Non sa se ci sarà un prossimo pasto. Così ti porta a mangiare in eccesso per preservare grasso per l’emergenza che secondo lui potrebbe arrivare. È guidato da buone intenzioni: aumentare la sopravvivenza nel caso il cibo scomparisse.
5) Perché non usare gli esempi passati per ridurre la nostra ansia?
Abbiamo affrontato situazioni difficili in passato e le abbiamo gestite. Perché non usare gli esempi passati per ridurre la nostra ansia?
Gli ormoni dello stress sono rilasciati in abbondanza in queste situazioni e agiscono in modo negativo sulla memoria, quindi non possiamo accedere facilmente agli esempi passati.
6) Perché il mio lobo frontale non mi fa calmare?
I sistemi “alti” che si occupano di presa di decisione, come la corteccia frontale, sono connessi alla parti emotive più “basse” come l’amigdala. Queste parti superiori mettono un freno quando le parti emotive vengono soppraffatte.
Nelle emergenze, l’amigdala prende il posto del guidatore, il cervello diventa eccessivamente prudente, anche cadendo in errore. Così, le fake news e le storie un po’ anomale guadagnano credibilità.
7) Perchè queste cose orribili accadono proprio alle brave persone?
Molti credono in un “mondo giusto”. Questo protegge la loro autostima e la loro ansia circa la mortalità e vulnerabilità. Il cervello deve risolvere il paradosso del “siamo brave persone ma riceviamo lo stesso una punizione”. Questo crea una dissonanza spiacevole di cui proviamo a liberaci
8) Se vuoi far innervosire il tuo cervello, mettilo in condizioni di incertezza!
Le situazioni prevedibili ci danno un falso senso di controllo. La situazione attuale ci mette davanti ad una nuova realtà che il cervello trova indesiderabile. Il lobo frontale combatte per trovare dei dati/parametri che diano fiducia e su cui possa pianificare il futuro.
9) Non ci piace apparire vulnerabili.
Viviamo in una società individualistica. Ci piace apparire capaci, auto-sufficienti.
Il cervello prova tutti i possibili stratagemmi per proteggere questa immagine e si sente minacciato quando fallisce. Le situazioni di emergenza posso smascherare molte delle nostre vulnerabilità.
10) Perché è così difficile concentrarsi?
Le nostre risorse attentive sono limitate. Non siamo così multi-tasking così come pensiamo. L’informazione saliente cattura la nostra attenzione a prescindere dalla nostra volontà. E ora il nostro spazio attenzionale è monopolizzato da tutto quello che riguarda il coronavirus.
Fonte: Marwa Azab Ph.D. su Psychology Today
Versione italiana di Francesca Pisacrete, neuropsicologa
Introduzione di Anna De Simone, dott.ssa in biologia e psicologia