La vergogna è un’emozione che può invalidarci l’esistenza. Quando si sviluppa in modo normale, rappresenta un fattore evolutivo importante, poiché rende possibile il senso di responsabilità e partecipa alla costruzione dell’etica personale. Ma quando la vergogna è eccessiva e fuori luogo costituisce un elemento di blocco molto doloroso.
Quando si prova questa emozione, il pensiero è quello di sentirsi inferiori, profondamente giudicati e diversi da come si vorrebbe essere. La mente continua a tornare lì e ci procura ogni volta lo stesso dolore: ci rimproveriamo, ci autoaccusiamo, malediciamo il nostro carattere, ci disprezziamo, ci paragoniamo agli altri.
Come nasce il senso di vergogna
La vergogna in sé quindi non è un problema, ma lo diventa il ricorrere continuo di questa esperienza, la profondità del disagio e l’innescarsi di una sorta di vergogna preventiva. A livello psicologico, la vergogna trae origine da tre motivi:
- Eccessiva consapevolezza: sei troppo focalizzato su te stesso, e in particolare sui tuoi errori.
- Eccessiva negatività: ossia pensi solo ai difetti e alle mancanze. Il pessimismo non è un balsamo per la timidezza.
- Eccessiva focalizzazione sui propri errori.
Nel corso della vita arriviamo a nascondere molte cose e lo facciamo pensando che, in questo modo, riusciremo a mantenere in equilibrio tutto quello che ci circonda:
- Zittiamo i nostri desideri e i nostri bisogni perché non si adattano alle necessità della nostra coppia o della famiglia
- Ingoiamo molte parole per non ferire le persone
- Tratteniamo la voglia di fare certe cose perché ci diciamo che non è il momento, che è troppo tardi, che ci renderemo ridicoli.
La vergogna provoca dei dubbi sulle nostre capacità; provoca la sensazione che qualcosa di fondamentalmente sbagliato sia in noi stessi; porta spesso a sentirci non meritevoli d’amore. Il solo risultato è di fissarsi su idee dannose come: “io non sono come gli altri”, “gli altri hanno qualcosa che io non ho”, “sono incapace”.
Si può arrivare a vergognarsi di qualsiasi cosa
Di cosa ci si vergogna? Di qualsiasi cosa, evento, azione, che consenta (anche tramite una lunga serie di collegamenti ed inferenze) agli altri e a noi stessi di giungere a valutazioni negative su di sé. Qualsiasi avvenimento può essere causa di vergogna. E’ possibile vergognarsi di azioni volontarie o involontarie, di caratteristiche fisiche o morali.
Ci si può vergognare di essere grassi, di essere alti, bassi, di come ci comportiamo, di avere un padre poco istruito, un vestito inadeguato, di scivolare per strada, di essere stati lasciati dal nostro partner. Qualcuno potrebbe vergognarsi di perdere una gara, un altro potrebbe vergognarsi semplicemente di camminare per strada in mezzo ad una folla.
Questo dipende sempre dall’immagine che vogliamo dimostrare a noi stessi e agli altri (o all’immagine che la società, i genitori, gli amici, ci hanno imposto). Quindi proveremo vergogna ad uscire di casa con i capelli sempre in ordine solamente se riterremo importante essere giudicati persone ben pettinate. Possiamo vergognarci anche quando riceviamo dei complimenti, quindi anche quando la buona immagine di sé sembra non venire pubblicamente compromessa. Ovviamente, molto dipende dalla storia della persona che vive questa emozione.
Cose di cui non devi vergognarti
Finora non hai vinto sulla vergogna perché non avevi alcun controllo su di essa. Eri inondata dalle sensazioni, dalle convinzioni distorte di insufficienza e dovevi subire l’emotività. Ma il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo. Forse ti concentri troppo sui tuoi difetti e non abbastanza sui tuoi pregi….forse non sai che non è una vergogna essere timidi, avere un brutto carattere, essere grassi, avere fatto scelte sbagliate, aver amato troppo..
1. Avere amato
L’amore è sempre una scommessa, ma una scommessa in cui si vince sempre perché anche se hai perso e il rapporto è finito, potrai sempre fare tesoro dei bellissimi momenti passati insieme. Pertanto, non vergognarti mai di avere amato troppo.
2. Avere sbagliato
Noi impariamo sbagliando…Gli errori significano solo che ci abbiamo provato. Solo chi non fa nulla, chi si conforma e resta immobile, non sbaglia mai. Ogni errore contiene una lezione, e l’apprendimento dura tutta la vita. Pertanto, non ti pentire dei tuoi errori, impara da questi e vai avanti. Lo abbiamo fatto anche quando abbiamo imparato a camminare. Siamo cascati e ci siamo rialzati svariate volte fino a che non abbiamo messo un passo dietro l’altro e ora ci riesce bene e naturale! Sbagliare vuol dire innovare, competere, migliorare e imparare.
Anche io ho commesso tanti errori però posso dire che qualcuno mi è servito; mi ha fatto diventare una persona migliore. Forse quello che sono oggi lo devo al fatto che ho commesso degli errori. Sbagliare mi ha fatto evolvere, andare avanti. Bisogna convincersi del fatto che ad avere successo non sono le persone particolarmente dotate, ma quelle che non mollano mai, che perseverano, che inciampano nei loro errori, si rialzano e proseguono. Quindi non aver paura dei tuoi errori. Poniti con coraggio… e se fallisci, pazienza! Come dicevano gli antichi Romani? Sbagliare è umano!
3. Esserti arrabbiata
Anche se la società cataloga la rabbia come un sentimento negativo, la verità è che sopprimerla è ancor peggio. È normale che in alcune situazioni ci arrabbiamo, dobbiamo solo imparare a canalizzare l’emozione senza ferire gli altri.
Perché non dobbiamo aver paura di arrabbiarci? Essere arrabbiati scatena una forza che ci motiva. Quante volte ci è successo di esserci arrabbiati molto per qualcosa, a tal punto da riuscire a cambiarla o da sforzarci di migliorarla? La rabbia è un modo per far crollare i muri mentali e aprire le porte delle nostre emozioni, superando gli ostacoli che ci poniamo da soli e che ci bloccano. Se qualcosa ci fa arrabbiare, è probabile che lo risolveremo.
4. Esserti persa
A volte è necessario perdersi per ritrovarsi. Si tratta di un insegnamento importantissimo e per questo non dobbiamo avere paura dei cambiamenti, perché, a volte, possono aprirsi nuove porte che ci permettono di avvicinarci sempre di più al nostro Io.
Quando tutto intorno a noi va a pezzi e non riusciamo a trovare un senso a ciò che facciamo o chi siamo, è meglio fare un passo indietro ed esplorare nuovi percorsi, anche se questo significa muoversi a tentoni. Se ti sei sentita persa ad un certo punto della vita, non vergognarti, perché non sei obbligata a conoscere tutte le risposte.
Perdersi per poi ritrovarsi richiede un’adeguata preparazione, perché non si tratta di fuggire, ma di allontanarsi per guarire, e la normalità è possedere un biglietto di ritorno per quando avremo preso una decisione.
5. Aver sofferto
Molte persone, quando guardano indietro, si rimproverano di avere sofferto “inutilmente”. Tuttavia, la sofferenza racchiude sempre un messaggio forte: ci insegna che siamo umani e vulnerabili. Ricorda che a volte, per uscire da una situazione, abbiamo bisogno di toccare il fondo. A tal proposito, non nascondere mai il tuo dolore o le cose che ti hanno fatto soffrire, quelle esperienze ti hanno reso la persona che sei oggi.
6. Essere te stessa
Quando la vergogna diventa solo un metro di paragone, ci fa entrare dentro pensieri deleteri. Ci blocca, non ci fa agire, ci tarpa le ali. L’anima non ci manda punizioni, ma messaggi. Non è arrivata perché hai sbagliato, perché non sei stata all’altezza del modello cui aspiravi, perché hai fallito. Non è arrivata per dirti: “Non sei capace di essere come vorresti”, ma per dirti: “Voler essere in quel modo non è la tua strada!”.
La vergogna vuole che la smetti di emulare un modello (carismatica, brillante, la persona sempre sicura di sé), vuole che tu sia quello che sei. Il senso di ridicolo non è procurato dal piccolo fallimento, dall’errore: nasce anzi dal voler essere diversa da ciò che sei e non riuscirci, dal recitare un ruolo non tuo. L’errore che hai fatto non è quello che credi tu: non è stato sbagliare, ma voler somigliare a un modello sbagliato.
Nota bene: la vergogna non ha distinzione di genere. Anche gli uomini possono sperimentare la sensazione di sentirsi sbagliati e di vergognarsi del loro operato.
Per concludere…
La vergogna annulla i nostri desideri, li fa scomparire, li nasconde e ci rende, alla lunga, meno in equilibrio con noi stessi. Ecco perché non dovremmo provare vergogna verso noi stessi: perché, alla fine, tutti abbiamo i nostri pregi e i nostri difetti. E non siamo sbagliati, siamo fatti ognuno a modo suo e forse è proprio questo il bello, no?
PS: E’ uscito il mio primo libro “Riscrivi le pagine della tua vita“ Edito Rizzoli. Se hai voglia di ricominciare a volerti bene, è il libro giusto per te.
Nel libro ti prendo per mano per accompagnarti nel tuo mondo interiore; un incontro con il bambino (spaventato, arrabbiato, pieno di vergogna) che sei stato. Bambino che è ancora bloccato nelle situazioni traumatiche che ha vissuto. Ti insegno a rivendicare il tuo valore di persona completa, degna di stima e meritevole di amore. Ti insegno ad ascoltare i tuoi bisogni e, soprattutto, farli rispettare. Perché sì, si nasce due volte: la prima è lasciata al caso ed è quando vieni al mondo, la seconda si sceglie, ed è quando impari a conoscerti e volerti bene.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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