Le mascherine fai da te e la sindrome di Dumbo

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Nel film animato Dumbo, del 1941, un piccolo elefante dalle orecchie enormi poteva volare, tuttavia credeva che la sua capacità fosse legata a una piuma magica.

Cosa c’entra Dumbo con il covid-19 e le mascherine fai da te?

Partiamo da questo presupposto: le ricerche affermano che un uso non corretto di mascherine e respiratori può aumentare, anziché ridurre, il rischio di trasmissione dell’infezione. Sotto accusa sono le mascherine di stoffa e le mascherine fai da te.

Il web è pieno di “guide” su come costruire una mascherina fai da te per proteggersi dal coronavirus. C’è chi usa la carta forno, chi usa le lenzuola essiccate e chi il cotone… nulla di più pericoloso!

OMS e ISS già da mesi tentano di dissuadere all’uso delle maschierine fai da te.

La sindrome di Dumbo riguarda chi si crogiola nella falsa sicurezza, chi si sente impavido e ha la presunzione di poter affrontare qualsiasi avversità. Chi è temerario ai tempi del coronavirus è un pericolo per se stesso e per gli altri.

Un soggetto convinto che possa bastare la “mascherina di carta forno”, proprio come Dumbo che era convinto di saper volare solo con una piuma, potrebbe sottovalutare le procedure necessarie per la corretta prevenzione e trascurare le vere garanzie in tema di sicurezza sanitaria.

La verità è sotto gli occhi di tutti

Il processo di pensiero razionale dovrebbe indurre a una logica banale: se basta della carta forno per preparare una mascherina fai da te efficace, come mai le strutture sanitarie spendono milioni per garantire la sicurezza dei propri operatori con presidi ad hoc? Se basta la carta forno, perché non è stata l’OMS a diramare l’annuncio? 

Ricordo che l’OMS e il Ministero della Sanità, hanno diramato un annuncio su come preparare in casa dell’Amuchina partendo dall’alcol e dalla glicerina vegetale. Analogamente avrebbero potuto fare lo stesso anche con le mascherine se questi “fai da te” fossero stati validi.

Riflessioni ancora più banali: andresti in moto, rischiando un incidente con un casco fai da te? Sai che i caschi hanno delle omologazioni di sicurezza per i materiali usati? Vale la stessa cosa anche per le mascherine. Ecco perché bisognerebbe scegliere quella giusta in base all’impiego.

Esistono mascherine che proteggono dalle sostanze volatili, altre utili per la polvere, per i pollini…. altre ancora per i batteri mentre le più performanti riescono a impedire il passaggio dei virus.

La verità è solo sotto gli occhi di chi vuole guardare: le dissonanze

Ci troviamo in un momento di estrema delicatezza: le persone hanno paura di esporsi al virus e sono disposte a tutto per evitare il contagio, anche a credere in idee poco plausibili.

Si crea una dissonanza cognitiva molto potente: le persone vogliono proteggersi, tuttavia, in commercio di mascherine idonee non se ne trovano facilmente. La volontà mira alla “prevenzione” mentre la realtà ti costringe all’esposizione (amplificata dalla paura).

La nostra psiche fa fatica a a elaborare due rappresentazioni tra loro contrapposte (la volontà di proteggersi e l’inaccessibilità ai mezzi per farlo). Questa incoerenza è quella che produce, appunto, una dissonanza cognitiva, che l’individuo cerca automaticamente di eliminare dato marcato disagio psicologico che comporta.

Questo complesso meccanismo può portare all’attivazione di vari processi elaborativi, che permettono di compensare la dissonanza… Ecco che agli occhi del consumatore, diventa “buono” ciò che è accessibile. Quindi anche mascherine di stoffa o fai da te.

Poi la “non conoscenza” fa il resto. Già, perché molte persone pensano “beh, meglio una mascherina fatta in casa che niente…”. No, in realtà sarebbe meglio niente.

Per esempio, nel caso delle mascherine di carta forno, le micro-goccioline che non escono frontalmente usciranno di lato; le mascherine tenute fino a diventare umidicce diventeranno un ricettacolo di virus e batteri… E in questo scenario, il soggetto che indossa la mascherina fai da te o una mascherina inadeguata, proprio come Dumbo, si sentirà sicuro e protetto…. magari abbastanza rilassato dall’evitare le distanze di sicurezza perché “tanto ho la piuma magica”.

Le mascherine sono efficaci?

Le mascherine classificate come ffp3 (anche note come N95) riescono a filtrare almeno il 95% delle particelle sospese nell’aria, inclusi i virus; riescono a filtrare i virus anche le mascherine classificate come ffp2.

Questi ausili possono essere efficaci nella prevenzione solo se adoperati in concomitanza con tutte le precauzioni del caso:

  • Distanza di sicurezza
  • Lavaggio accurato delle mani
  • Zero contatto tra mani non disinfettate e mucose (occhi, bocca, naso… etc)
  • Limitare l’interazione con persone esposte
  • Evitare di uscire di casa

In più, anche le mascherine giuste hanno delle criticità: le persone inesperte non sanno usarle.

Come usare una mascherina?

Innanzitutto bisogna chiarire che le mascherine sono monouso, quindi perdono la loro efficacia dopo 8-9 ore di utilizzo (ogni mascherina ha i suoi test, la stima oraria che ho esposto è solo orientativa).

Le mascherine che hanno le valvole sono comunque monouso, anche se hanno il vantaggio di dissipare la condensa. Anche se tecnicamente hanno una migliore resa, la ventola non è stata montata per garantirne un uso protratto ma solo un maggior confort per chi lavora quotidianamente nei laboratori.

L’errore più comune che commette chi usa la mascherina è nel maneggiarla troppo. In più, solo chi ha una buona manualità riuscirà a indossarla in modo corretto: la mascherina deve aderire perfettamente sul volto di chi la indossa.

Spostare la mascherina e poggiarla sul mento per rispondere al telefono, renderà il dispositivo inefficace!

In più, naso e bocca non sono le uniche vie di accesso attraverso cui avviene il contagio: occhi e altre mucose (quelle dell’apparato urogenitale, mucose anali…) rappresentano una via d’accesso per il virus. Ecco perché indossare la mascherina e non lavarsi le mani equivale a rendere inefficace ogni tipo di protezione.

Inoltre le mascherine sono inefficaci per chiunque abbia la barba, i baffi, per chi ha una testa troppo piccola e non sostituisce gli elastici.

Anche le mascherine più “performanti sulla carta” sono inutili se:

  • Tentiamo di grattarci il naso
  • Rispondiamo al telefono
  • La riposizioniamo continuamente perché ci dà fastidio
  • La maneggiamo con mani non disinfettate
  • Non viene rimossa correttamente
  • Non aderisce bene al viso
  • Viene utilizzata più di una volta
  • Viene abbassata dalla bocca anche solo per un momento

Nei laboratori le mascherine vengono cambiate continuamente perché la loro impermeabilità agli agenti patogeni non è assoluta.

Per togliere la mascherina: rimuoverla da dietro (senza toccare la parte anteriore); buttarla immediatamente in un contenitore chiuso; pulire le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone

Ricorda: un uso non corretto di mascherine e respiratori può aumentare, anziché ridurre, il rischio di trasmissione del virus.

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