Coniuge infedele, ripercussioni su partner e figli

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
marito infedele
Le informazioni riportate sono valide sia se a tradire è il marito, sia se a tradire è la moglie.

L’adulterio non è qualcosa che può passare in sordina: una volta scoperto, le conseguenze ricadono tumultuose sull’intera famiglia. Starà all’abilità dei genitori non trascinare nell’oblio anche i figli, soprattutto se sono piccoli. Quando si parla di tradimento noi italiani siamo particolarmente sensibili all’argomento.

Stando ai dati raccolti su base europea dall’istituto francese IFOP, il 45% degli italiani ha dichiarato di aver tradito il partner almeno una volta nella vita. Il nostro Paese si pone così al vertice della classifica delle nazioni più fedifraghe. Il sondaggio dell’IFOP ha indagato anche la frequenza del tradimento per genere: dal campione esaminato risulterebbe che un uomo su due tradisce (55%) contro la media del 32% per le donne (una donna su tre tradisce).

Al di là della mera rilevanza statistica, l’infedeltà interessa da vicino molte famiglie italiane e quando i genitori non riescono a gestire “in proprio” l’accaduto, l’adulterio diventare un vero e proprio uragano.

«Se tradisco, non faccio male a nessuno…»

Alcune persone credono che se tradiscono non danneggiano nessuno. Si convincono che se il tradimento dovesse essere scoperto, al massimo potrebbero ferire solo il partner legittimo. In realtà, l’adulterio non è mai un atto senza vittime. Le ricadute possono essere molteplici e, in base al contesto, possono avere effetti tangibili sull’intera famiglia e su diversi ambiti sociali.

Chi tradisce, spesso si convince della sua “innocenza” perché tende a incolpare il partner per la sua infedeltà. Il fedifrago entra in un meccanismo per il quale sottovaluta completamente i danni che può arrecare alla moglie (oltre che al partner illegittimo). Anche il cosiddetto amante è spesso vittima dell’adulterio che egli stesso ha aiutato a consumare.

Quando i genitori attraversano una crisi che non riescono a gestire in proprio, i figli sono inevitabilmente coinvolti. Il tumulto, la paura, l’incertezza, il dubbio, le lacrime, la rabbia, le accuse, le distanze, i litigi così come i silenzi… tutto colpisce l’intera famiglia e in modo particolare i bambini.

I bambini, per loro natura, sono molto sensibili a ciò che accade ai genitori: il loro umore e i pensieri dipendono completamente dalla stabilità emotiva dei genitori. Se la coppia è in crisi, l’intera famiglia lo è, perché i bambini vivono ogni emozione che traspare, con lo svantaggio che non sono in grado di fornire spiegazioni ne’ elaborare autonomamente ciò che sta accadendo.

Per quanto difficile, un tradimento andrebbe gestito con la massima armonia di quel che rimane della coppia, questo vale anche se il tradimento porta alla separazione. Se i genitori non riescono a gestire i malumori e i litigi in proprio, fingere verbalmente che non sia successo nulla non serve, anzi, confonde, aumenta paure e incertezze, inoltre si corre il rischio di innescare sensi di colpa nel piccolo. I bambini, soprattutto i più piccoli, tendono a sentirsi responsabili per ciò che accade ai genitori, non hanno ancora sviluppato il “nesso causa-effetto”.

Per esempio, se la mamma cade e si fa male, un bambino di due anni può chiederle scusa, anche se non è affatto responsabile della caduta! Lo stesso accade in caso di tradimento: se il bambino vede malessere in casa, può credere di esserne la causa e sentirsi intimamente colpevole.

Bisogna dirlo ai figli?

Non esiste una risposta universale. I problemi familiari, dal tradimento alla malattia, vanno sempre affrontati in modo appropriato all’età del bambino e anche in modo appropriato alla personalità e alla tenuta emotiva del genitori.

In un mondo ideale, i bambini andrebbero sempre tutelati, tenuti al sicuro e protetti da delusioni e dolori. Non sempre, però, i genitori riescono a non coinvolgere i bambini nelle proprie dinamiche di coppia, anzi, troppo spesso i litigi dei genitori si consumano sotto gli occhi dei figli e questo può essere deleterio per il bambino.

Prima di pensare a come affrontare la cosa con i bambini, bisogna gestirla bene tra adulti! Parlare apertamente dell’accaduto, tra adulti, abbassa la paura e l’incertezza per il futuro. Al contrario, le omissioni, le frecciatine, “i dico e non dico“, fomentano la paura per il futuro, creano confusione nei genitori così come nei figli e rendono l’elaborazione dell’evento più difficile.

A cuore dei figli vi è il benessere dei genitori. Se anche ai genitori è a cuore il benessere dei figli, questi devono avere il coraggio di affrontare l’adulterio tra di loro, a carte scoperte: parlarne tra adulti cercando di raggiungere un’armistizio familiare dal quale ripartire.

E’ a partire dall’armistizio che la coppia capirà se procedere con una separazione o ricucire il rapporto. Entrambi i cammini possono essere dolorosi ma possono e devono essere affrontati con chiarezza. Il partner fedifrago dovrà essere disposto alla massima trasparenza per riconquistare la fiducia del tradito.

La famiglia è come una barca

In una famiglia, le ferite emotive che non vengono curate hanno effetti su tutti. Se una persona vive di rabbia e rancore, queste sensazioni non solo finiranno per invalidare la sua vita ma anche quella del partner e dei figli. La ferita del singolo si può paragonare al foro posto sullo scafo di una barca. Più grosso è il foro, più acqua imbarchiamo a bordo.

La famiglia è come una barca. Se la barca affonda, tutti i passeggeri affondano. Gli adulti possono nuotare mentre i bambini no, rischiano di annegare e si tengono a malapena a galla. Quindi sì, per quanto una persona possa sentirsi ferita dal tradimento, prima di avere reazioni palesi, dovrebbe pensare ai passeggeri della barca, a quelli più fragili. Capirà che sebbene il suo dolore sia enorme, su quella barca c’è chi corre un rischio ancora più grosso. Capirà che è necessario investire energie per curare quella ferita, riparare il foro.

Questo pensiero dovrebbe dare la lucidità emotiva di ritagliarsi spazi e momenti per elaborare l’accaduto. Comprendere perché la relazione è arrivata a quel punto e poi focalizzarsi su cosa fare: perdonare o lasciare, perché vie di mezzo non ce ne sono. E’ controproducente rimanere con un partner che non si stima più o verso il quale si cova perennemente rabbia e rancore. Questa decisione non va presa subito, bisogna prima elaborare l’accaduto; è giusto prendersi il proprio tempo per capire.

Perdonare il tradimento?

E’ doveroso ricordare anche che il perdono non è un gesto, non è un atto che si fa dall’oggi al domani, ma una conquista, un lungo processo fatto di passi che interessano entrambi. Perché se il partner tradito vuole provare a perdonare, chi tradisce dovrò dimostrare di essere ancora degno di stima, di amore e meritare quel perdono.

Il perdono non parte da chi è stato tradito, si tratta di un percorso a due. Un buon terapeuta di coppia potrà aiutare sia nella fase di elaborazione, sia nella presa di coscienza e negli eventuali processi di ricongiunzione o separazione.

Le ferite emotive non curate hanno effetti su tutti

Come premesso, in una famiglia, le ferite emotive del singolo se non curate ricadono su tutti. Che tu sia il tradito o l’infedele, inizia a lavorare su te stesso, sui tuoi comportamenti, scandisci quelle che sono le tue priorità, rendile note al tuo partner e muoviti coerentemente con ciò che affermi.

Dopo un tradimento, per i genitori non è facile mantenere un buon clima familiare. I litigi, le discussioni, così come i silenzi protratti, possono spaventare i bambini che non hanno competenze per analizzare ciò che sta accadendo.

Un figlio che è esposto a un clima di rabbia e tensione può assimilare sensi di colpe, paure oppure atteggiamenti oppositivi e difficili da gestire. Ancora peggio quando i bisogni del bambino vengono dimenticati o strumentalizzati dal genitore.

Talvolta i genitori sono troppo presi a stabilire chi è il colpevole della coppia, chi è il buono e chi è il cattivo, da non rendersi conto dei disagi del figlio. Le relazioni fatte da un continuo rinfacciarsi, che si muovono su un piano di superiorità/inferiorità (io sono meglio di te… tu hai fatto peggio…), sono completamente da ristrutturare. Gli effetti di un clima familiare instabile sono sempre negativi e possono differenziarsi in base all’età del bambino e anche al suo temperamento.

Alcuni figli diventano bambini invisibili, non danno fastidio e sembrano bambini perfetti, iper-educati e ubbidienti. I bambini invisibili, purtroppo, hanno imparato che devono annullare se stessi per il bene del proprio genitore. Si auto-deprivano perché prima sono stati deprivati dai genitori.

Al polo opposto, vi sono i bambini irruenti, quelli che adottano condotte problematiche e che hanno imparato che per avere attenzione dai genitori bisogna fare qualcosa di clamoroso, di forte. Per curare un clima familiare instabile è doveroso lavorare in primis su sé stessi e poi sulla coppia. Anche in questo contesto un buon terapeuta può essere un valido mezzo di guarigione per se stesso e per l’intera famiglia.

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