“Mirror speaking”, l’abilità di parlare al contrario e perchè

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Il nostro cervello rimane uno dei misteri più affascinanti che esistano. Grazie alla scienza e alla medicina abbiamo scoperto tantissimo e tanto ancora dovremo imparare sui meccanismi che lo governano. Ci sono infatti ancora moltissime cose che non comprendiamo e che ci incuriosiscono. Nel particolare in questo articolo vogliamo concentrarci su una capacità legata al parlare che forse non tutti conoscono. Infatti chi possiede questa abilità innata e molto rara è più creativo e geniale degli altri.

Ci riferiamo a tutte quelle persone che, apparentemente in modo inspiegabile, riescono a parlare al contrario. Non parliamo ovviamente di singole parole o frasi imparate a memoria, ma proprio della capacità naturale di saper enunciare un intero discorso pronunciando le parole al rovescio.

Esistono molti video sui social che ritraggono persone intente a mostrare questa loro caratteristica. Non si tratta di un esercizio, in quanto questi soggetti non hanno imparato tramite pratica. Ci troviamo infatti di fronte ad un’abilità innata, che esiste in tutti i paesi del mondo e quindi in tutte le lingue, e che alcuni scienziati hanno provato a spiegare.

Quest’abilità del parlare “a specchio” caratterizza una percentuale non piccola della popolazione mondiale che sarebbe tranquillamente in grado di dire una frase in modo normale come lo sarebbe di dirla al rovescio, ovvero pronunciandola in senso contrario dall’ultima alla prima lettera.

Mirror speaking, la straordinaria capacità di parlare al contrario

Questo fenomeno in inglese è chiamato mirror speaking. Traducendo in italiano potremmo parlare di un “discorso a specchio”. Secondo alcuni neurologi si tratta di uno sviluppo avanzato dell’emisfero destro del nostro cervello. Solitamente viene ignorata, ma questa capacità nasconde invece altre caratteristiche nei soggetti che la presentano. L’abilità di parlare al contrario viene infatti, come detto, collegata alle funzioni dell’emisfero destro. Questa parte è responsabile anche della creatività e dell’istinto artistico.

Chi possiede questa capacità, solitamente la sviluppa nel corso dell’infanzia. I bambini iniziano a “rovesciare” le parole quasi senza pensarci, come passatempo, convinti che sia una cosa da niente. Anche se in verità, dietro a quest’arte esiste una spiegazione in ambito celebrale.

Cosa dice la scienza al riguardo

Il neurologo di Reggio Emilia Renato Cocchi, uno dei pochi scienziati ad interessarsi a questo fenomeno, la definisce come un’alterazione dell’emisfero destro del nostro cervello: «Tutti percepiamo le parole al rovescio, perché ogni segnale che arriva al nostro cervello produce due immagini: una normale e una al contrarioT» spiega.

«La maggior parte delle persone ha la dominanza emisferica a sinistra per il linguaggio: se io dico “Roma”, il cervello di sinistra registra regolarmente “Roma”, ma quello di destra riceve contemporaneamente “Amor”».

La differenza fra chi parla al contrario e chi no sta nella capacità d’espressione dell’emisfero destro: «È la parte del cervello deputata a sopprimere la percezione del contrario» continua Cocchi «sia esso di una parola orale, scritta o di un sentimento, ma in queste persone il meccanismo soppressivo svanisce».

Il dottor Cocchi è ormai un esperto in questo argomento ed ha infatti confermato le sue prime teorie già negli anni ottanta nel luogo in cui lavorava all’epoca: l’Istituto neurologico Mondino di Pavia.

Qui Cocchi cominciò ad analizzare e a fare test sul giovane mirror speaker Paolo Viale Marchino, 9 anni, che aveva da poco avuto un intervento sull’emisfero destro del cervello per un tumore benigno e, in seguito all’operazione, aveva acquisito la capacità di rovesciare le frasi ed aveva cominciato ad andare male a matematica, materia scolastica in cui prima eccelleva. Il neurologo analizzò il suo caso e ne trasse un saggio che fu pubblicato in una rivista scientifica belga ma non ebbe granché esito.

«L’emisfero destro è la sede della creatività, dell’irrazionalità, delle abilità artistiche, ma è probabile che chi parla al contrario abbia anche una buona predisposizione per la matematica in senso astratto» aggiunge Cocchi. «Nulla che fare con conti e operazioni, che fanno capo all’emisfero sinistro, ma con la capacità di schematizzare e avere visione di insieme».

L’emisfero destro è anche la sede dell’intuito ed è difficile dire stabilire se i mirror speakers leggano velocemente le parole al rovescio o le percepiscano per intuizione: «Probabilmente si verificano entrambe le cose» dice Cocchi.

Sempre in merito a questo particolare utilizzo dell’emisfero celebrale destro, chi parla al contrario può facilmente avere una buona attitudine per la matematica in senso astratto (elaborare schemi e possedere una discreta visione di insieme), come può anche vantare un forte intuito. Un aspetto negativo, riguarda invece la possibile propensione all’indecisione (proprio perché ogni scelta viene ponderata in base al suo contrario, preso ugualmente in esame).

Restando in ambito psicologico, lo studio del mirror speaking risulta interessante anche per chi si occupa dell’interpretazione dei sentimenti. In particolar modo, di chi esprime sentimenti positivi in maniera negativa.

Mirror speaking: come esercitarsi a parlare al contrario

Ci vuole un po’ di pratica, ma tutti noi possiamo imparare a “parlare al contrario”. Se non siete dei mirror speakers per natura, e volete provare l’ebrezza di confondere i vostri amici pronunciando delle frasi nel senso opposto, vi consigliamo di seguire questi passaggi:

Prima di tutto, scegliete una frase (possibilmente semplice e breve), e scrivetela al contrario. Potete scrivere direttamente l’intera frase al contrario (lettera per lettera), oppure concentrarvi su una parola per volta. Almeno per i primi tentativi.

Esempio: La penna si trova sul tavolo (olovat lus is avort annep al) oppure (al annep is avort lus olovat). Procedendo parola per parola, sicuramente la lettura risulta un po’ più semplice. Andando avanti, si diventa sempre più veloci, e si può anche passare a frasi più lunghe e complesse.

Dopo esservi esercitati a scrivere la vostra frase al contrario, è il momento di leggerla ad alta voce. Proprio come se si trattasse di parole sensate, mantenendo la giusta inflessione nella voce. Può essere utile registrarsi per poi riascoltarsi (subito o in un secondo momento), per capire se si è in grado di cogliere il senso di ciò che si è detto.

Al momento del riascolto, vi verrà sicuramente da ridere. E il divertimento aumenta, se decidete di allenarvi con qualcuno. Potete fare a turno, ascoltando l’altro parlare al contrario, per poi parlare voi stessi. Potete portare avanti delle brevi conversazioni, e allenarvi insieme per superare gli ostacoli fonetici che trovate più dispettosi.

Non scoraggiatevi, se all’inizio vi sembra di non essere portati. Parlare al contrario, non è mica una cosa che fanno tutti. Ci vuole un po’ di pazienza. Con un po’ di allenamento, anche voi potete diventare dei perfetti mirror speakers!

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