Nodi emotivi che producono dolore, come scioglierli

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
Il tempo non ci cura se noi non cerchiamo la medicina. Il tempo non modifica i brutti momenti per trasformali in positivi. Il tempo si limita a far passare i giorni, i mesi, gli anni…

Le emozioni giocano un ruolo cruciale nella nostra esperienza umana. Alcune emozioni possono portare gioia e felicità, mentre altre possono causare dolore e sofferenza. Quando queste emozioni negative diventano intense e persistenti, possono formare ciò che viene comunemente chiamato “nodi emotivi”. Questi nodi possono rappresentare esperienze passate non elaborate, traumi, relazioni complesse, o aspettative irrealistiche che influenzano negativamente la nostra vita presente.

Siamo abituati a sentirci dire che “il tempo guarisce ogni ferita”, che la distanza è terapeutica e che la maggior parte delle volte le cose negative che abbiamo vissuto ci servono da insegnamento. Il tempo a volte è il miglior medico, placa il dolore e ci aiuta a relativizzare le cose. Questo si realizza solo perché lo scorrere del tempo è accompagnato dalla nostra mente e dal nostro modo di gestire la realtà.

Ci sono ferite che non scompaiono; le ricorderemo comunque ma possiamo dare un significato

Tutti siamo più o meno attrezzati a convivere con queste ferite, ma è pur vero che nella maggior parte dei casi, il dolore, proprio come per le ferite vere, persiste nel tempo aggravando la situazione. In fondo, cosa succede se evito di curare una ferita vera? Potrebbe infettarsi, anche gravemente, ed in breve provocarmi un disagio, più o meno grave, in tutto il corpo. Con le ferite emotive succede la stessa cosa: alcuni di noi sono portati a sopportarle, a nasconderle, a minimizzarle, con ciò provocando una grande sofferenza mentale. A volte se la ferita emotiva è solo un graffio superficiale, si può rimarginare da sola se abbiamo abbastanza ossigeno emotivo (come serenità e piacere) nella nostra vita.

Ma non dobbiamo dimenticare che anche ogni minima ferita consuma risorse e richiede tempo per essere chiusa anche se non ne siamo consapevoli. Un accumulo di piccole sofferenze potrebbe, perciò, richiedere lo stesso tempo e la stessa energia per guarire di quelle più gravi e dolorose.

Le esperienze negative vanno “aggiustate”

Nonostante tutto: la vita con il tempo ti risponde, allora comprendi il perché di quell’esperienza vissuta. È proprio così il tempo è galantuomo. La vita ti toglie, ti ferisce senza un perché, ti pone di fronte a esperienze profonde, poi se sai dare la giusta dimensione all’accaduto trovi un viatico che ti ripaga di mille e più sofferenze, ti permette di formarti e strutturarti con più forza. Spesso, però, capita abbandonarsi al destino restare inerme ad aspettare che qualcosa cambi. Ecco un esempio piuttosto comune: la fine di una relazione. Anche se sono trascorsi ormai diversi anni, continuiamo a pensare a quei giorni passati, lamentandoci, a volte, di non aver lottato abbastanza o di non essere stati come desiderava l’altro.

Quando la nostra mente si ancora ad une vento concreto del passato, smettiamo di investire su noi stessi in modo pieno e sano. Un matrimonio che non funziona, un figlio difficile, le liti in famiglia, un tradimento, un abbandono, i genitori che non ci hanno amati abbastanza, i torti subiti… sono situazioni che fanno male, ma che si possono superare.

Nonostante il pessimismo cosmico che caratterizza la conclusione di un amore, di un’esperienza di lavoro, di una delusione, si scopre che di là dal buio c’è un raggio di sole, che nutre, ristora, riscalda e infonde speranza. Forse, forse quella nuova esperienza è migliore di quella finita ma possiamo capirlo se guardiamo al presente. Finché il processo di “ritessitura” conscio e inconscio di una ferita non è completo, il nostro sistema fisico e mentale va a ritmo ridotto; si comporta come una macchina che ha bisogno di qualche intervento al motore; esso non presta le sue performance migliori, non funziona nel modo efficiente e veloce o reattivo che gli è solito.

Bisogna mettere ogni cosa al suo posto!

Il passato non è uno scenario sul quale iniziare nuove battaglie, su cui investire sforzi. Il passato non c’è, non esiste. Al contrario, il qui ed ora è ciò che si può vedere e toccare. È il tempo che ci aiuta a fare questo, insieme alla nostra forza di volontà e all’impegno.  Potremmo dire che è il tempo a modellarci. L’auto-guarigione è un processo naturale e spontaneo che cura tutte le ferite, anche quelle dell’anima. Ma se il dolore si protrae nel tempo, se diventa un compagno di viaggio, la causa non sono mai gli eventi esterni. Quando stiamo male troppo a lungo è per un solo motivo: stiamo tenendo aperte noi quelle ferite. Ci siamo fermati, la nostra unicità non sta facendo la sua strada. Quando la ritroviamo, il dolore se ne va da solo. Perché, in realtà, ciò che siamo è dovuto a tutte le interpretazioni che noi stessi abbiamo fatto di ogni cosa vista e vissuta.

C’è chi decide di fermarsi e chi decide di andare avanti

Facciamo l’esempio di due fratelli, cresciuti nello stesso ambiente familiare: cosa succede se affrontano la vita in maniera diversa? Se uno dei due si focalizza in modo permanente sul un fatto traumatico, senza affrontarlo, la sua vita rimarrà ancorata al passato, tanto da fargli perdere il presente.Tuttavia, l’altro fratello potrebbe, ad esempio, aver superato un trauma con un atteggiamento combattivo ed essere stato capace di mettere al loro posto gli avvenimenti del passato, superandoli per costruire un presente con maggiore integrità, con resilienza e con coraggio.

Liberiamo le persone che ci hanno fatto del male, perdoniamole, lasciamole andare. Forse, il problema più grosso sorge quando non riusciamo a perdonare noi stessi e non ci sopportiamo. Come possiamo superare tutto ciò? Dobbiamo imparare ad amarci e forzarci magari di trovare qualche nostro lato positivo; di sicuro abbiamo fatto delle cose per le quali essere fieri!

Non è facile ma si tratta di allenarsi all’amor proprio, Sì, un allenamento vero e proprio. Nulla si conquista con facilità, anche il miglior atleta, il più famoso imprenditore ha dovuto lottare per ottenere buoni risultati. E quando la tua ferita sarà in via di guarigione, però, non dimenticare che… Nulla accade per caso e quindi dal tuo dolore puoi sicuramente trarre un insegnamento positivo o scoprire delle opportunità.

Sei tu a dover donare movimento alla tua vita

Se qualcosa nel passato ti ha ferito, sforzati di non accumulare rancore né odio. Sforzati piuttosto di curare quella ferita per concentrarti sulle cose importanti: vivere, essere felice. Se ti alimenti di nostalgia, di ciò che ti faceva stare bene in passato, di ciò che hai perso, ti unirai a un “io” che non è reale. Ciò che importa davvero è il “qui ed ora”, ciò che sei adesso, chi vuoi essere e a cosa dare ascolto in ogni momento.

Il segreto per vivere al meglio le cadute, le fatiche della vita, i momenti difficili sta nella capacità di non arrendersi di fronte al problema, bensì lottare, guardare avanti, trovare una via nuova che conduca a un cambiamento significativo. Tutto nella vita si trasforma, tutto può trovare una declinazione positiva, l’importante è ritrovarsi, cercare un punto nuovo per valutare e comprendere ciò che accade.

A volte, tutto quello che desideriamo è avere una vita senza problemi, riuscire a raggiungere i nostri obiettivi senza troppa fatica, insomma: ottenere risultati senza alcuno sforzo. Ma posso assicurarti che sei in grado di raggiungere davvero i tuoi obiettivi, non quando eviti le difficoltà, ma quando impari ad affrontarle senza scorciatoie. Le persone forti e sicure non sono necessariamente così perché hanno avuto una vita facile, con la strada spianata e senza nessun ostacolo all’orizzonte, ma hanno incontrato problemi come tutte le altre ma la differenza sta nel modo in cui hanno affrontato queste sfide.

Certo, a  nessuno piacciono le difficoltà, ma se desideri davvero raggiungere i tuoi obiettivi, devi allenarti e sviluppare i muscoli necessari per affrontare ogni sfida: le difficoltà sono i tuoi allenamenti, sono ciò che ti fortifica, ciò che rafforza le tue competenze, la tua resilienza, la tua forza di volontà. Ma come si fa ad affrontare tutto ciò in modo resiliente? Ti spiego come compiere questa grande impresa nel mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Ti prometto che, quando avrai letto l’ultima pagina, avrai la considerazione di cui hai bisogno. Mollerai la presa e smetterai di affannarti dietro a persone o cose che ti tormentano. Puoi trovare il libro, già bestseller, in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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