Ad un tratto tutto finisce. Eppure, avevamo giurato amore eterno, lo avevamo dichiarato davanti alle persone più care, ma nulla è valso a far si che la storia d’amore continuasse per sempre. Quando una relazione si frantuma, il tuo mondo naufraga all’improvviso, non ci sono più orizzonti rassicuranti, momenti intensi, stimoli, motivazioni, c’è solo il nulla e la disperazione. Ogni cosa è messa in discussione: il tuo senso di sicurezza, la tua autostima, la tua sessualità, le relazioni con gli altri, il tuo ruolo nel mondo, il tuo lavoro, le tue passioni. La confusione è ferma a ricordarti l’attuale dimensione esistenziale fatta di rimpianti, di avrei voluto ma non ho fatto, potevo dire, fare, decidere, ma non c’è stata volontà, tempo, determinazione a farlo. La monotonia era diventata una salda sicurezza, dove la tua relazione si è incagliata andando alla deriva.
Quando una relazione importante finisce è un vero e proprio shock emotivo
Che sia un fulmine a ciel sereno o abbia avuto una lunga preparazione non cambia poi molto: è un fatto che ci “spezza dentro” e ci fa mancare il terreno sotto i piedi. Quando si viene lasciati senza preavviso ci si sente ingannati e traditi proprio dalla persona da cui ci si aspettava amore, sicurezza e protezione, la persona che rappresentava una “base sicura” (Bowlby, 1989). Infinite domande riecheggiano nella tua testa: «Come sarà adesso la mia vita? Che cosa farò? Come riuscirò a sopravvivere? Sarò per sempre sola? Ho paura della solitudine!». Le risposte non ci sono anche se vorresti avere la soluzione a portata di mano. Più la cerchi più ti allontani dal trovarla, più ti smarrisci nella solitudine dell’abbandono. Fiumi di pensieri cominciano ad assillarci e rendono il tutto ancora più insopportabile: “Avrà un altra/o”, “C’è qualcosa che non va in me”, “Cosa ho sbagliato?”… Quando una relazione finisce, infatti, cerchiamo a tutti i costi di trovare una spiegazione razionale a ciò che è accaduto andando ad indagare i perché, le cause di una scelta che ci fa stare così male.
Elaborazione della fine della relazione
Se hai sperimentato una di queste situazioni traumatiche certamente potrai riconosce come l’abbandono, il rifiuto o il discredito che hai subito possa aver cambiato il tuo modo di relazionarti e di interagire con gli altri. Probabilmente anche tu sarai, almeno temporaneamente, diventato/a più diffidente e chiuso per paura di soffrire nuovamente Innanzitutto devi prenderti del tempo per elaborare il distacco dal tuo partner, devi avere pazienza per sopportare i momenti tristi che inevitabilmente ci saranno: con il passare dei giorni posso assicurarti che il tuo umore migliorerà e tutto si sistemerà. Ma soprattutto devi capire come centrarti e come rendere te stessa/o la priorità, specialmente dopo una storia d’amore importante.
Anche se una perdita trasmette sofferenza, se ne può sempre ricavare del buono! Talvolta essere lasciati può rappresentare uno spunto per migliorarsi, capire quali sono realmente le nostre necessità all’interno di una relazione, comprendere i nostri punti di forza e di debolezza. Anziché logorarti per mesi andando a rovistare nel passato, dovresti provare a pensare che gli eventi della vita, soprattutto quelli dolorosi, arrivano per farti cambiare rotta. C’è dolore, certo, ma dipende da te come vivere questo momento difficile: come una condanna senza appello, oppure come uno strumento che ti aiuta a far nascere qualcosa di nuovo. Il dolore, cioè, è un processo naturale, funzionale. Nulla in natura accade per caso. Se vi prestiamo attenzione, attraverso il dolore ci stacchiamo dal passato e iniziamo a forgiare un nuovo “me stesso”, con altri interessi, altre passioni, disponibile a nuovi incontri.
Del resto quasi sempre una storia finisce perché ci eravamo “seduti”, trasformandola in una quotidianità monotona, un’abitudine poco spontanea. Il nostro amor proprio non lo ammette e ci fa soffrire, ma molto spesso stavamo tenendo in vita qualcosa che non lo meritava davvero. La “bomba” che esplode a ciel sereno ha la funzione di scuoterci da una vita artificiale e anonima.
10 errori in cui cadiamo quando veniamo lasciati
Quando veniamo lasciati, cerchiamo a tutti i costi di trovare una spiegazione razionale a ciò che è accaduto andando ad indagare i perché, le cause di una scelta che ci fa stare così male. Questo processo di pensiero ci porta a fare degli errori che ci impediscono di ritrovare la serenità che dopo tutto meritiamo per quello che ci è successo.
1. Forse è colpa mia
Spesso, colpe non ce ne sono, si viene lasciati per altri interessi e non si può fare niente per rimediare. Purtroppo, molto spesso chi lascia tende a dipingersi come una vittima resa esausta dalle infinite vessazioni subite e che, finalmente, ha trovato la forza di abbandonare un rapporto che lo stava psicologicamente distruggendo. Nel caso ti trovassi ad affrontare un’esperienza simile, voglio darti una bella notizia: non è la verità! Se il tuo partner ti ha lasciato non è colpa tua, riguarda solo ed esclusivamente lui/lei. Tu non c’entri!
A questo punto ti potrai chiedere: “Allora di chi è la colpa?” È proprio questo il punto: non c’è colpa. Due persone iniziano una relazione insieme, durante la quale sono perfetti l’uno per l’altra ma noi esseri umani non siamo immutabili: ogni giorno facciamo tante esperienze, incontriamo persone, ci confrontiamo con nuove idee, nuovi modi di vedere le cose e tutto questo non ci lascia indifferenti. L’essenza dell’essere umano risiede nel cambiamento, nell’evolversi. Se ci fai caso tu per prima/o non sei la persona che eri dieci anni fa, o anche solo un anno fa. Detto ciò, meglio lasciarlo/a andare. Quando una persona capisce di non essere più il pensiero primario del partner, difficilmente riesce a cambiare la situazione ed è meglio regalare la libertà, piuttosto che una forzata prigionia sentimentale.
2. Voglio spiegazioni
Spesso quando veniamo lasciati sentiamo il bisogno di avere delle spiegazioni; motivazioni che hanno portato il partner a voler interrompere la relazione. La verità (dura e difficile da accettare) è che quando veniamo lasciati le ragioni sono davvero semplici e in fondo le conosciamo: il tuo partner ha smesso di amarti, o volendo usare un linguaggio meno emotivo, ha deciso di non voler più continuare il percorso di vita che si stava attraversando insieme. Per quale il motivo? Semplicemente succede. Certo, se davvero avesse delle spiegazioni, è probabile che il tuo ex userebbe parole diverse, ma il succo profondo del suo discorso non cambierebbe. Sei sicura/o che vuoi davvero delle spiegazioni o stai cercando solo una scusa per mantenere un rapporto e un legame?”
3. Ritorneremo insieme
Non cercare di ricostruire un rapporto, dopo che si è certi che è finito; la minestra riscaldata non piace a nessuno e gli eventuali problemi, se non sono prima superati, si ripresenteranno ancora.
4. Rimarrò sola/o
Non accontentarti mai di rimanere a fianco del partner solo come ripiego, questa umiliazione brucerebbe di più del fallimento di un rapporto. Elemosinare affetto o amore è molto deleterio.
5. Possiamo rimanere amici?
Non cercare di mantenere l’amicizia a tutti i costi per essere sempre a conoscenza delle esperienze del tuo partner, farebbe troppo male sapere che la vita continua per lui/lei anche senza di te.
6. Non voglio smettere di pensare a lui/lei
Non relegarti nei ricordi dei momenti belli trascorsi insieme. Ce ne saranno stati anche di brutti e chissà perché quando veniamo lasciati quelli li dimentichiamo! Rimpiangere il passato è un tormento continuo che non ti lascerà vivere il presente.
7. Lui/lei era meglio di..
Assolutamente vietati i confronti. Se inizi a frequentare qualcuno/a non metterti a fare dei paragoni: “era più bello/a, più intelligente, faceva meglio….”Ogni persona è diversa dalle altre e il suo modo di comportarsi è unico. Accettalo; compararlo con altri non si può, sono diverse le esperienze ed i momenti, oltre che i caratteri.
8. Non amerò più nessuno/a
Non pensare e autoconvincerti di non potere trovare più una persona come quella che ti ha lasciata. Probabilmente sei stata/o tu ad avere sbagliato nel mettere un piedistallo sotto di lui/lei, magari amavi chi pensavi di conoscere, ma la realtà ti ha dimostrato il contrario.
9. Mi sento una fallita/o
La fine di una relazione spesso fa percepire in chi la subisce che ogni aspetto della propria esistenza sia un fallimento. Questo è forse uno degli errori più gravi in cui puoi cadere, perché significa accettare un’idea terrificante: tutta la propria vita, tutto ciò che si è fatto, ogni risultato, ogni sfida accettata sono completamente inutili. Insomma è come annullare gran parte della propria esistenza, per concentrarsi solo su un aspetto. E questo è uno degli atti autolesionisti più crudeli a cui ti puoi sottoporre, perché è come distruggere tutto ciò che hai costruito sino a quel momento e dire che non merita di esistere se non sei più all’interno della relazione.
Nel caso tu stessi vivendo proprio questa percezione, ti invito a vederla da un’altra prospettiva: le cose cambiano, niente resta immutato, tu sei cambiata/o tante volte e questo è soltanto l’ennesimo cambiamento. La tua vita non è finita, tantomeno fallita, sta semplicemente cambiando. L’unica cosa davvero finita è il progetto di vita in due. Ma questo non vuol dire che il tuo progetto di vita in qualità di individuo si è concluso, anzi, ha solo attraversato un’altra tappa, l’ha conclusa ed ora si sta accingendo a passare a quella successiva.
Come puoi evitare di cadere nelle relazioni sbilanciate?
Mi piace pensare che ognuno di noi ha due immense dosi d’amore da donare. La prima dose è destinata a sé, ci spetta per diritto, è nostra. La seconda dose può essere donata agli altri. Non ti chiederò di smettere di amare chi non ti ama, sarebbe folle. Ma posso invitarti a donare a te stesso quell’amore che finora ti sei negato. Posso invitarti a investire più energie in te stesso, nella splendida persona che sei. Potrei dirti di iniziare un nuovo hobby o riscoprire passioni dimenticate, potrei dirti di chiamare un vecchio amico, passare del tempo nella natura…
Queste sono tutte attività costruttive, ma solo tu sai cosa ti piace e cosa può farti stare bene: ogni giorno, scegli di fare qualcosa per te stesso, che sia un piccolo gesto o un’attività che richiede ore, non importa, ciò che conta è iniziare a dedicarti quelle attenzioni che un tempo ti sono state negate, quei riconoscimenti che meriti da una vita; ciò che conta è che inizi a destinarti quella prima dose d’amore. La meriti.
Riscoprire la luce dopo il buio
Tutto questo dolore che ora provi è molto umano e non c’è nulla di sbagliato in te quando ti senti sbagliata/o, ferita/o, rifiutata/o. D’altra parte, come esseri umani siamo ‘animali sociali’, e la nostra stessa esistenza e sopravvivenza fisica, psicologica ed emotiva, dipende dal sentirci in connessione con gli altri. Abbiamo solo bisogno di fermarci a sentire quest’esperienza dolorosa, lasciarci attraversare da questo dolore percependolo con la consapevolezza, lasciare che sia così com’è. Senza cercare di mandarlo via, di cambiarlo e razionalizzarlo.
“Dopo la tempesta torna sempre il sole o addirittura l’arcobaleno”. Questa frase è emblematica. Siamo esseri bio-psichici. Siamo nati dalla terra, dall’acqua, dalla natura. E così come la natura rinasce ogni anno in primavera, così anche noi, in quanto esseri umani, fatti di spirito e materia, possiamo rinascere, riscoprirci, rifiorire.. Adesso il cuore ti sembra rotto come un vaso di cristallo, in realtà la sua luce proveniva da te non dalla persona che avevi accanto. Riscopri quella luce, guarda dentro te stessa/o. Ti stupirai nello scoprire quanto i tuoi sentimenti siano puri, meravigliosi!
Pianteresti mai un seme dove non cresce nulla?
Probabilmente no. Sceglieresti un terreno che possa accogliere e nutrire quel seme. E allora perché non fai lo stesso per la tua mente, il tuo corpo, le tue relazioni e i tuoi sogni? Nel mio secondo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» (edito Rizzoli) ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia. È un viaggio introspettivo che ti consentirà di trasformare le tue ferite e la tua attitudine difensiva in un’inattaccabile amor proprio. Già, perché l’armatura che più di tutte può difenderti (dalle umiliazioni, dai torti, dalle delusioni e dalla rabbia…) è proprio l’amor di sé. Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Il libro puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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