”Credo sia questo il vero amore: avere l’impressione di stare al centro della propria vita, non ai margini. Nell’angolo giusto. Senza avere bisogno di sforzarsi per piacere all’altro, restare se stessi.” Adoro tanto questa citazione della scrittrice Katherine Pancol; ritengo racchiuda appieno il concetto dell’amor proprio. Spesso, infatti, la causa primaria della nostra insoddisfazione e frustrazione personale è da ricondurre all’assenza di amore per se stessi.
Perché abbiamo difficoltà ad accettarci?
L’amore per se stessi si raggiunge attraverso la consapevolezza di ciò che sentiamo e pensiamo di noi stessi. In effetti, se ci pensiamo bene, di tutti i giudizi che vengono pronunciati su di noi durante la vita, il più importante, (e a volte il più critico), è proprio il nostro. Per esempio, potrei sentirmi molto amata in famiglia, dal partner, dagli amici, godere di ammirazione e stima da parte dei colleghi di lavoro e nonostante ciò non sentire amore per me stessa o non ritenermi meritevole di tutta la considerazione e stima che gli altri mi attestano.
Addirittura, potrei aver corrisposto pienamente alle mie aspettative e tuttavia non essere soddisfatta di me, oppure aver conseguito traguardi notevoli e sentire che non è abbastanza o che non ho realizzato niente di quello che effettivamente volevo. Oppure potrei essere considerata dagli altri come persona equilibrata e sicura di se e invece sentirmi del tutto inadeguata. Ecco, in tutti questi frangenti, più che da elementi oggettivi, o da giudizi altrui, ciò che mi rende insoddisfatta di me stessa e di quanto ho fatto, è appunto il giudizio, il valore che io mi do.
L’amore per se stessi passa per l’accettazione. L’accettazione di sé è fortemente legata all’autostima, sono due facce della stessa medaglia: più ho autostima, più mi accetto. E più mi accetto, più ho autostima.
Un atteggiamento mentale pieno di aspettative crea un terreno fertile per le delusioni: quando qualcosa non andrà nella direzione prevista, la disillusione, lo sconforto e l’amarezza prenderanno facilmente il sopravvento. Può accadere in ogni ambito dell’esistenza: sul lavoro, in amore, nelle amicizie, coi figli o coi genitori. Il problema non è il mondo esterno, siamo noi e il nostro modo di vivere.
Ci sono situazioni che possiamo cambiare, altre no
I latini usavano dire: Faber est suae quisque fortunae, vale a dire ognuno è artefice della propria fortuna, del proprio destino e in ultima analisi è il costruttore della propria vita. In questo senso non è azzardato sostenere che la persona che più di tutte può renderci felici è rappresentata, per ciascuno, da se stesso. Certo, ci sono situazioni che non possiamo cambiare ma possiamo cambiare la mente: preferite la via della rassegnazione o dell’accettazione?
Se mi alzo una mattina e penso “Oh mio Dio, non credo sarò capace di affrontare la mia separazione”, vuol dire che la mia vita non è affatto come la desidero” ovviamente mi sentirò male o comunque frustrato/a.
1. La via della rassegnazione
Questo atteggiamento mi porterà ad avere un pensiero tipo “ok, le cose stanno così, me ne faccio una ragione perché tanto non posso fare nulla per cambiarle”. Questo è RASSEGNARSI e scegliere più o meno consapevolmente la strada della frustrazione, dell’impotenza, della tristezza, dello svuotamento, del vedere la vita con occhi incolori.
2. La via dell’accettazione
A tutti è capitato di cadere in questi pensieri disfunzionali!| Questi ultimi agiscono come dei ‘filtri’ attraverso cui, in modo automatico, tendiamo a giudicare erroneamente noi stessi, la nostra vita e le conseguenze delle nostre azioni. I pensieri disfunzionali spesso sono eccessivamente negativi, assolutistici, generalizzati.
Però abbiamo un’arma: possiamo scegliere come gestire le nostre emozioni. Se in questo preciso momento ti rendi conto che sei vittima dei tuoi pensieri disfunzionali puoi imparare a identificarli e correggerli così da riuscire a costruire una percezione maggiormente realistica e funzionale. Esiste infatti l’arma dell’accettazione. La via dell’accettazione, nella stessa situazione, ci porterà ad avere un pensiero tipo “ok, le cose stanno così: mi piacerebbe che fossero diverse ma prendo atto che ora questa è la situazione. Ok, ci sto. Adesso cosa posso fare per migliorarla? Cosa è in mio potere per cambiarla?”
E da lì ogni cambiamento è decisamente più semplice. Quante volte le persone dicono “NON POSSO ACCETTARLO!” quasi sempre con rabbia, frustrazione, rancore, malessere. Quante volte tu, lo hai detto e lo dici ad alta voce o nella tua testa? Non lo trovi stancante? Non è difficile, vivere in un mondo in cui devi sempre lottare contro qualcosa o qualcuno?
E quanto prima lo accetti, tanto prima smetterai di soffrire
Quando una persona non vuole rimanere al nostro fianco possiamo fare ben poco per trattenerla. È inutile lamentarci se abbiamo perso un’opportunità di lavoro. Per quanto proattivi, entusiasti e positivi siamo, ci sono situazioni che non possiamo cambiare. In questi casi ci resta solo la possibilità di cambiare la percezione dei nostri pensieri. Ribalta il modo di vedere: spesso sono proprio gli eventi che giudichiamo “sfortunati” a seminare in noi possibilità nuove. Tutto si rinnova di continuo: meno ti focalizzi, più facilmente puoi intuire potenzialità e aprirti alle sorprese che la vita sa regalare sempre.
I pericoli della non-accettazione
Ci sono situazioni che dobbiamo accettare anche se non siamo in grado di cambiarle. Quando non le accettiamo si trasformano in un ostacolo che ci sottrae energia. Il vero miracolo succede quando le accettiamo, dato che durante questo processo di apparente resa cresciamo e voltiamo pagina. Che cosa accade quando non accettiamo una situazione che non possiamo cambiare?
1. Ci mantiene bloccati
Se ci troviamo di fronte a un muro e tentiamo di tutto per abbatterlo ma senza riuscirci, ci sentiremo frustrati e inizieremo a lamentarci. In questo modo resteremo bloccati sul nostro cammino. Al contrario, se cerchiamo di trovare altre soluzioni, possiamo continuare ad andare avanti, grazie anche al muro che ci ha stimolati.
2. Ci rende infelici
Quando non riusciamo a cambiare la situazione o gli altri non soddisfano le nostre aspettative, la frustrazione può crescere enormemente. Paradossalmente, focalizzandoci sugli aspetti della nostra vita che non accettiamo, finiamo per perdere ogni possibilità di essere felici, è come se ci costringessimo a trascinare una grossa pietra, anche se in realtà ci piacerebbe lasciarla andare, ma non sappiamo come.
Vorremmo andare da qualche parte, ma quella grossa pietra ci blocca. E allora non facciamo nulla. Diamo la colpa al vicino, all’economia, ai politici, al prossimo, oppure ci consideriamo dei falliti o bolliamo come impossibile trovare una soluzione. Quando, in realtà, l’unica cosa che dovremmo biasimare è il nostro atteggiamento e il nostro modo di fare. Raramente cogliamo il paradosso di questa situazione: qualcosa produce sofferenza eppure ci piace sguazzarci nel dolore…..semplicemente perché non ci rassegniamo a non avere il potere di cambiare le cose come vorremmo noi!
3. Ci impedisce di vedere le opportunità
Un problema o una situazione negativa, soprattutto se mantenuti nel tempo, tendono a generare frustrazione. E in questo stato non solo non siamo in grado di andare avanti, ma non riusciamo neppure a percepire le soluzioni e le opportunità che abbiamo sotto gli occhi. Non accettare un fatto significa chiudersi alle opportunità!
Non è la situazione, è come reagisci
Spesso confondiamo la realtà con le nostre reazioni. Ma è importante notare che non è la situazione in se stessa che genera frustrazione, sofferenza o angoscia, queste sono solo le nostre risposte agli eventi che non possiamo o non vogliamo gestire. Si tratta di una differenza sostanziale, perché in questo modo è possibile separare l’evento dalla nostra reazione allo stesso. Si tratta insomma di renderti conto che stai reagendo a un significato, non a un fatto.
Infatti, molte volte siamo noi stessi che aggiungiamo benzina al fuoco, immaginando i peggiori scenari possibili o lasciando che le emozioni negative prendano il sopravvento. In questo modo otteniamo solo di peggiorare la situazione, quando l’obiettivo è quello di sentirci meglio. In pratica, finiamo per perdere la prospettiva che bene e male, negativo e positivo, si basino essenzialmente sui nostri punti di vista, su come scegliamo di reagire a determinate situazioni.
Molte delle situazioni che a prima vista possiamo considerare negative o cattive, possono essere positive, o almeno assumere un carattere neutro se cambiamo prospettiva e ne approfittiamo. Naturalmente, non si tratta di relativizzare tutto o soffrire in silenzio. Quando una situazione non ci piace o diventa un ostacolo per il raggiungimento dei nostri obiettivi, dobbiamo cercare di cambiarla, ma se non siamo in grado di farlo, sbattere continuamente contro il muro servirà solo a farci del male. Se non siamo in grado di abbattere quel muro è meglio imparare a sfruttarlo.
Per raggiungere questo obiettivo, è importante capire che tutto dipende dall’interpretazione, che è determinata dalle nostre esperienze, le aspettative e le emozioni che ci trattengono e ci condizionano. Tuttavia, quella che stiamo vedendo non è l’unica realtà, ma solo un aspetto di questa. La nostra reazione alla situazione sarà la versione finale. Pertanto, concentrati sulla ricerca di soluzioni.
Ricorda che la vita non è come si desidera che sia, molto spesso è capricciosa e imprevedibile. Continuerà a mettere dei problemi sul tuo cammino ma anche nuove opportunità. Sei tu che scegli se vuoi essere una vittima o se preferisci prendere in mano le redini e imparare ad ogni passo che fai. Dopo tutto, ricorda che nulla è per sempre. Se qualcosa non ti piace, prova a cambiarla, se non è possibile, non torturarti e cambia atteggiamento. Impara ad abbracciare la vita con tutto ciò che comporta.
Il mio libro…
Se hai voglia di fare introspezione, guardarti dentro e metterti davvero in gioco, sappi che ho scritto un libro, ed è il libro che io stessa avrei voluto leggere tantissimi anni fa, prima ancora di diventare una psicologa. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto. Puoi trovare il libro in tutte le librerie e su Amazon, a questa pagina. Sarà il regalo più bello che tu possa farti.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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