Non riesco a dire TI AMO: sentirsi bloccati a manifestare verbalmente l’amore

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

L’amore è eterno? Per alcuni lo è per altri no. I sentimenti possono subire continue fluttuazioni: possiamo amare oggi una persona, ma quella stessa persona domani potrà deluderci. E allora potremo provare risentimento, semplice affetto, indifferenza, noia. Ma non sempre è semplice rinnegare certi sentimenti palesemente esternati in precedenza; le conseguenze possono essere devastanti.

“E quelle promesse fatte, quei baci interminabili, quella parolina magica detta più volte?” e ancora: “Tu avevi detto di amarmi!”

Eh sì, non è per niente semplice. Soprattutto quando la persona alla quale giuravi eterno amore non ci sta! A questo punto diventa inevitabile sentirsi emotivamente ricattati da colui o colei alla quale abbiamo detto “TI AMO”. Eppure capita…che a un certo punto della relazione qualcosa si rompa.

Cosa si nasconde dietro quel “TI AMO”

“Ti amo”, “I love you”, “Je t’aime”, “Te amo” o “Ich liebe dich”. Il problema nasce da come siamo abituati a interpretare queste due parole: tendiamo a dare un significato “impegnativo” a questa frase, come se dire “ti amo” significasse firmare un contratto a tempo indeterminato pieno di clausole vessatorie.

Certo il “TI AMO” ormai lo si dice a tutti: alla migliore amica, al genitore, al collega….ma quando entrano in gioco certi sentimenti, quelle due paroline assumono un significato ben preciso! Molti sono gli innamorati che si focalizzano su queste due paroline. Il senso di responsabilità che si associa al “ti amo” l’ha reso una frase spesso temuta, come qualcosa di vincolante, come se al “ti amo” associassimo altre richieste implicite a cui si è costretti ad assolvere..

Ma che ruolo riveste quel “TI AMO” nelle dinamiche dell’amore? Perché in certi casi possono essere molto temute?

Dietro questa universale dichiarazione d’amore, tanto attesa quanto temuta, si celano, (a livello emotivo), coinvolgimenti, attese ed esitazioni. A prescindere dalla sua valenza romantica, il “ti amo” segna indubbiamente la fine della fase esplorativa della relazione, per dare spazio a un’impegno vero e proprio.

Dicendo “TI AMO” ci si sente legittimati a iniziare una bella storia d’amore, a costruire qualcosa insieme.  Insomma, quelle due paroline diventano la chiave di volta del rapporto….quel “ti amo” la dirà lunga su quello che il partner dovrà essere disposto a fare per l’altro. Che sia sussurrato o strillato, che sia detto per l’emozione o che sia lentamente maturato nel cuore, queste parole sottendono un impegno a lungo termine.

Il problema del “ti amo”: le paure subconscie

Non per tutti è scontato innamorarsi e pronunciare quel fatidico “TI AMO”.  È come se, una volta detto, ci si senta legati per sempre. Quelle due paroline possono quindi spaventare, poiché hanno la forza di trainare con sé, a livello inconscio, una serie di diritti e doveri che si sa, nel profondo, di non poter rispettare per sempre.

Un aspetto da non sottovalutare affatto è il vissuto di ogni individuo. Molte persone sono state educate fin da piccole a non esprimere le loro emozioni, a non piangere in pubblico perché è un segno di debolezza, a non ribellarsi nei conflitti per evitare di causare problemi, ecc. Insomma, hanno imparato a reprimere i propri sentimenti. Da qui nascono una serie di dinamiche che portano molte persone a non lasciarsi andare e pronunciare “ti amo”. Cosa spinge, dunque,  una persona innamorata a non dire Ti Amo alla propria compagna/o? Perché è così difficile pronunciare queste parole anche per una coppia consolidata e felice?

Paura di perdere la propria libertà

Dichiarando il proprio amore ci si impegna a scegliere e pertanto a rinunciare; il che rappresenta per alcuni la perdita della propria libertà individuale. Secondo la letteratura psicologica, la frase in questione, “Ti Amo”, è un archetipo linguistico, una formula che quando pronunciata segna un passaggio (mentale) dalla libertà del sentimento che si prova, all’impegno nei confronti dell’altro.

Paura di annullarsi nella coppia

Dietro al non voler pronunciare quel tanto sospirato “TI AMO” può celarsi la difficoltà nell’affermare la propria persona e quindi la paura di poter annullarsi all’interno della coppia.

Paura di non essere all’altezza delle aspettative

La difficoltà nel pronunciare la parola “TI AMO” può esprimere la paura di non sentirsi all’altezza delle aspettative del proprio partner, paura di deludere una volta pronunciata il fatidico “ti amo”.

La ferita del rifiuto

Cesare Pavese diceva “Ci sentiremo amati solo il giorno in cui potremo mostrare le nostre debolezze senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza” e direi che è proprio la paura di esporci troppo, di metterci a nudo con i propri sentimenti che spaventa. Soprattutto se è ancora aperta la ferita del rifiuto, quella ferita irrisolta che ci portiamo dall’infanzia. Si ha paura di mettersi a nudo di fronte a colui o colei che si ama perché sappiamo bene che questa persona ha il potere di renderci immensamente felici oppure gettarci nella disperazione più nera.

Dire ti amo ci fa sentire infatti nudi, privi di corazza, cosa che il mondo di oggi troppo spesso ci costringe a indossare, finendo poi per adottarla come una seconda pelle. In realtà questo ci porta a falsare e reprimere le nostre emozioni e sentimenti, ignorando volutamente la portata che possono avere per noi e per il nostro interlocutore.

Paura dell’abbandono

L’esperienza di vita costringe ognuno di noi a sperimentare anche il distacco. Quando qualcuno si avvicina, prima o poi, per un motivo o per un altro, se ne andrà. Per questa ragione, alcune persone si difendono escludendosi da relazioni profonde ma privandosi di quelle autentiche.

Prima di dire “TI AMO” liberati dai fantasmi del passato 

Come ho già sottolineato, l’elemento che frena la spontaneità di dire “TI AMO” sono le esperienze negative precedenti, quelle che hanno deluso e ferito e che come fantasmi continuano a spaventare impedendo di mettersi in gioco serenamente nel presente. Più si avanza con l’età, più le paure possono aumentare! Perché il passato funge da elemento “razionalizzante” che toglie un po’ di magia al nuovo incontro e spinge a considerare i pro e i contro di una relazione. Se vogliamo metterci a nudo davanti all’amore dobbiamo smettere di commettere lo stesso errore e cioè generalizzare

RICORDA…Il vero problema non è tanto non riuscire a dire “TI AMO”

Ogni persona è unica, così come ogni relazione amorosa. Il “ti amo” che potrai dire a un partner non sarà mai lo stesso detto a un altro. Avrà significato nuovo perché la relazione è diversa. Ogni “ti amo” è unico, non è mai una ripetizione. Il problema, però, non è tanto non riuscire a pronunciare “TI AMO ma reprimere l’amore! I sentimenti repressi e non manifestati possono avere diversi effetti negativi sul nostro corpo e sulla nostra psiche…mi riferisco alla psicosomatica.

Un sentimento non espresso è una bomba che deve esplodere in qualche modo e, se non lo tiriamo fuori, prima o poi avrà delle ripercussioni sulla nostra vita. E non ci sentiremo mai liberi di esprimere i propri sentimenti, se noi stessi per primi giudichiamo le nostre emozioni come sbagliate e i nostri bisogni come inadeguati, impropri, superflui.

Abbiamo, dunque, tanto da lavorare su noi stessi, se vogliamo esprimere e far emergere le nostre potenzialità e il nostro valore

Il passato o il modo in cui siamo stati amati e cresciuti può averci influenzato, possiamo esser giunti ad ammettere: “non riesco ad amare come vorrei”, ma divenuti adulti possiamo metterci in gioco per sanare ferite, migliorarci e fare concreti passi avanti nel riuscire ad amare di più e meglio.
Non tutto è andato perso né definito una volta per sempre, la felicità di coppia non è un miraggio irraggiungibile per nessuno!
L’importante è non sedersi e lasciarsi prendere dallo sconforto, ma attivarsi.

Se pensi di aver trovato l’amore e non riesci a dire “TI AMO”, ricorda che ci sono molti modi diversi di dire “ti amo” anche senza utilizzare le parole. La cosa importante, infatti, è dimostrare di amare, lasciare che le tue azioni parlino per te.

Sperimenta nuovi modi di essere

Imparare a conoscersi significa sperimentare se stessi, cimentarsi in piccole e grandi imprese. Il modo migliore per farlo è iniziare un percorso psicoterapeutico. Se ti va di fare un vero viaggio introspettivo alla scoperta di chi sei, se ti va di analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta, posso consigliarti la lettura del mio libro (già bestseller!) «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» edito da Rizzoli.

Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile, sarà la naturale conseguenza di un’autentica scoperta di sé. Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito. Il libro lo trovi nella tua libreria di fiducia o su Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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