Capita anche a te di sentirti insoddisfatto/a o infelice? Intrappolato/a in un lavoro che ti prosciuga mentalmente, in una relazione che ti appesantisce, in una vita che non senti tua? A questo punto è legittimo chiedersi: “Perché non riesco ad essere felice?”. E’ difficile rispondere a questa domanda però una cosa l’ho capita: se sono infelice, è mia responsabilità cambiare le cose. E se oggi non provo più tutte quelle emozioni negative che di solito consideriamo normali, se oggi posso dire con certezza di vivere la mia vita con maggiore leggerezza, anche se i problemi non mancano, è perché ho scoperto questa risposta e, soprattutto, ho scoperto cosa fare per non vivere una vita infelice.
Il motivo per cui non riusciamo a essere felici è solo uno: ci manca qualcosa
E cosa accade quanto ti accorgi che ti manca qualcosa? Ti rendi conto che hai un problema. Quando ci rendiamo conto di aver bisogno di quel che non abbiamo, è sempre perché senza non riusciamo a ottenere quel che desideriamo. Tutti abbiamo problemi. Possono essere grandi e piccoli, insignificanti o enormi. Tutto però dipende dal tuo punto di vista. In fondo sai benissimo che per gli altri i tuoi sono sempre problemi minori di quelli che devono affrontare loro! Giusto? Secondo me è impossibile dire se il tuo problema è più grave di quello di un amico o un’altra persona. Tu hai un problema, grande o piccolo che possa apparire agli altri, è tuo, e solo tu sai quanto sia difficile affrontarlo.
Quando hai un problema cosa fai?
Ti concentri sul problema, e di solito questo significa che ti concentri su quel che ti manca, sulle cose che non hai, sulla sfortuna che ti è piovuta addosso (perché proprio a me?!) oppure sulle difficoltà che questo comporta. Spesso i problemi ci rendono la vita più difficile, ci tolgono tempo alle cose che invece vorremmo fare davvero, ci impediscono di goderci quel che abbiamo conquistato, sono scomodi e richiedono fatica e tempo prezioso.
Ti dirò una cosa che ho magari potrebbe sorprenderti: se hai un problema va benissimo. È normale, questo sì che è normale. Nessun problema, leggi bene questa frase, ha il potere di renderti infelice. E allora perché tu non riesci? Te lo spiego in poche righe, ma leggile con attenzione.
- Non riesci a essere felice perché ti manca qualcosa.
- Noti il problema e fai di tutto per risolverlo.
- Se non ci riesci, insisti.
- Se lo risolvi, ti accorgi, circa mezzo secondo dopo, che ti manca qualcos’altro.
- Noti il nuovo problema e fai di tutto per risolvere anche questo. Come sopra.
- E poi, una volta risolto? Semplice, ti accorgi che ti manca ancora qualcosa, e il giro ricomincia, proprio come il criceto nella ruota.
In più tu corri nella speranza di raggiungere la felicità, ma corri in una ruota, consolato, o consolata, dallo sforzo che fai, dalla fatica, dal tuo impegno che, non serve a niente, ma sembra davvero un gran bel lavoro!
Abbiamo una fortissima tendenza a credere che i fatti esterni siano i responsabili del nostro stato d’animo
Si tratta di un difetto di fabbrica e il nostro linguaggio abituale ne è la dimostrazione. Spesso diciamo frasi come: «Questo lavoro mi esaspera», «Le critiche di mio figlio mi hanno distrutta», «Anna mi manda fuori dai gangheri!» Tutto falso! Faremmo meglio a dire: «Sono io che scelgo di stressarmi con questo lavoro», «Sono io che mi sto distruggendo per le critiche di mio figlio», «Sono diventato un individuo così debole che persino Juan mi manda fuori dai gangheri».
Perché in realtà siamo noi stessi a provocarci le nostre emozioni. Dobbiamo smettere di dare tutta la colpa della nostra infelicità agli altri o al mondo!
Fino a quando non assumeremo il comando delle nostre emozioni, non saremo capaci di avere il controllo della nostra mente. Per vincere le battaglie che la vita ci costringe a combattere, abbiamo bisogno di energia positiva e di un modo efficace di incanalarla, e questo possiamo farlo solo noi!
Il grave errore delle tecniche per essere felici
Nell’inconscio sono radicati certi assiomi: credenze date per scontate, non le mettiamo mai in dubbio. Alcune sono:
- La gravità mi spinge in basso
- Il sole è caldo
- L’acqua è bagnata
Non ci fermiamo a pensare se queste affermazioni siano vere o false, le diamo per scontate perché è “ovvio” che sia così. Molti assiomi sono indispensabili, perché liberano la mente dai pensieri inutili permettendoci di concentrarci su altro. Ma quando alcuni assiomi sono sbagliati, la mente si basa su dei principi sbagliati per trarre le sue conclusioni.
Se fossimo convinti che il fuoco non brucia, continueremmo a scottarci: gli assiomi non vengono sradicati nemmeno dalle prove empiriche. Lo stesso succede quando leggiamo un articolo su come essere felice, applichiamo le tecniche ma non cambia niente: un assioma è sbagliato e, fin quando non lo correggiamo, possiamo sognarci la vera felicità.
Da dove viene la felicità? Chiediamocelo! Perché alcune persone sono felici, e altre no? Indipendentemente dal patrimonio, lavoro, hobby, famiglia, successo. Le statistiche dicono che le persone sposate sono in media più felici dei single. Ma ci sono single felici e sposati infelici, quindi non è un fattore determinante. Negli Stati Uniti, lo stipendio che rende più felice è l’equivalente di 60.000 euro per nucleo familiare, sopra o sotto cominci ad avere problemi. Ma c’è gente povera più felice di persone in questa fascia di reddito, quindi nemmeno questo è un fattore determinante.
Una legge è tale quando è vera sempre se certe condizioni si verificano, e falsa sempre quando non si verificano. Esiste una legge per la felicità? Un singolo elemento che quando si verifica ti rende una persona felice, e quando manca ti fa sentire insoddisfatto e infelice? Sì.
La legge della felicità
L’assunto sbagliato sul quale basiamo la ricerca della felicità è: la felicità arriva dall’esterno. Saremo felici quando:
- Avremo trovato il lavoro che ci piace.
- Avremo un reddito adeguato.
- Ci saremo sposati.
- Avremo più amici.
- Avremo fatto il giro del mondo
- I nostri meriti ci verranno riconosciuti.
Ma parliamo di avvenimenti esterni. Succede qualcosa che risolve i nostri problemi, e improvvisamente siamo felici?
La felicità non è un avvenimento esterno, ma interno
Felicità significa essere in pace con se stessi. Felicità e successo derivano da un lavoro interiore che poi si riflette sul resto del mondo: cercare la felicità senza un cambiamento interiore, ma inseguendo solo vuoti avvenimenti esterni, è come pretendere di far crescere una quercia sui sassi. La strada della felicità è dentro, nelle cose che appartengono a noi, che non sono vincolate all’esterno. Cose come:
- Godersi il sole
- Dedicare tempo a ciò che ci piace fare
- Guardare il tramonto.
- Telefonare a una persona cara
- Ricevere un abbraccio inaspettato
- Sorridere alla gente
- fare ciò che ci piace senza la paura del giudizio
- Fare certe scelte in piena libertà
- Allontanare chi ci offende
- Scegliere di stare con chi ci fa stare bene
Quando compriamo l’oggetto dei nostri desideri, per quanto siamo felici? Passata l’euforia del momento, ci abituiamo e ritorniamo ai problemi quotidiani. Il nuovo cellulare ci ha reso più felici per qualche settimana, poi abbiamo dovuto restituire la felicità che abbiamo preso in prestito.
Quindi: come faccio a essere felice?
Primo: scordiamoci di essere felici grazie ad avvenimenti esterni. È una bella scusa: se solo X succedesse, sarei a posto. Non è colpa mia, perché non posso controllarlo. È una semplice via di fuga: scarichiamo la responsabilità a qualcosa che non possiamo controllare, così non ci sentiamo in colpa per i nostri insuccessi. È un ragionamento comune: il classico scaricabarile.
Ma la felicità è un processo interno, che possiamo controllare. È nelle nostre mani. Non serve raggiungere un obiettivo o aspettare un avvenimento, possiamo essere felici senza beni materiali.
Ora come avrai capito quello che ci rende felici non è certo quello che desideriamo o quello che possediamo, ma un insieme di cose che raggruppate assieme le possiamo chiamare stile di vita. Solamente uno stile di vita fatto da un mix di lavoro, tempo libero, relazioni soddisfacenti e passioni ci potrà far avvicinare a quello che semplicemente ed ingenuamente definiamo felicità.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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