Il Natale si sta avvicinando, le strade vicino casa mia sono piene di luci colorate e le vetrine dei negozi sono addobbati con fiocchi. La gente è più allegra, mi sorride, c’è proprio aria di festa…… Ma allora perché sono triste? Puntualmente all’avvicinarsi del Natale mi faccio prendere dall’ansia e dall’angoscia e sono più stressata!
Sento di avere un vero e proprio malessere che fortunatamente scompare qualche giorno dopo le festività.
Ecco questo è quello che sta succedendo a tante persone in questo periodo, che gli esperti chiamano depressione natalizia. E come sempre accade nella storia dell’uomo, ogni malessere affonda le sue radici in eventi del passato tristi, traumatici, dolorosi che a suo tempo non è stato possibile elaborare e che tendono quindi a riproporsi.
Perché emergono sentimenti o emozioni apparentemente poco in linea con la ricorrenza del Natale? Cosa c’è che non va nel Natale? Perché proprio durante le feste?
Reazione da anniversario
La depressione natalizia mostra affinità con quella che in psicoanalisi viene definita “reazione da anniversario”, il primo a parlarne fu Freud spiegando come in alcune ricorrenze della vita possano emergere sentimenti o emozioni apparentemente poco in linea con gli accadimenti del momento, ma invece legati invece ad eventi del passato complessi o problematici i quali a suo tempo non è stato possibile elaborare e che tendono quindi a riproporsi.
Fattore induttivo esogeno incompatibile
Il Natale porta con sé un’alterazione dei regolari ritmi di vita, che ci espone a stimoli insoliti: c’è una sorta di costrizione alla felicità a ogni costo, sembra che a Natale si debba per forza essere allegri e gioiosi.
Ecco, felicità a tutti i costi e non perché hai vinto la lotteria o magari perché hai riconquistato il tuo ex.
Pertanto una felicità autoindotta per fattori esogeni incompatibili con le tue emozioni inconsce.
Come si trasduce l’incompatibilità inconscia con la felicità?
Subentra il senso di colpa per la mancanza di gioia perché ci si sente inadeguati rispetto alle nostre aspettative e a quelle degli altri. Per l’inconscio non esiste il Natale o magari la Pasqua, esistono solo gli eventi da noi stessi introiettati. Poiché il disagio parte dall’inconscio, il conscio si ritrova a estrinsecare dei malesseri che in apparenza sembrano incompatibili con l’ambiente esterno.
Depressione natalizia, aspetti sintomatici
I fattori esterni, cioè la gioia, l’allegria ecc, incompatibili con lo stato inconscio implodono in alcune sintomatologie
- Mal di testa
- Incapacità a dormire o dormire troppo
- Cambiamenti nell’appetito causati da perdita o aumento di peso
- Agitazione o ansia
- Senso di colpa eccessivo o inappropriato
- Diminuzione della capacità a pensare chiaramente o a concentrarsi
- Diminuzione dell’interesse in attività che normalmente portano piacere come: cibo, sesso, lavoro, amici, hobby e divertimenti.
Quali sono i fattori che possono introiettare la depressione natalizia?
- Obbligo e difficoltà a stare con la famiglia
- Aumento dello stress a causa dei regali
- Aspettative non realizzate visto che a fine anno è inevitabile un bilancio
- Vulnerabilità biologica alla stagione e alla scarsa irradiazione solare
- Ricordi spiacevoli che coincidono con il periodo natalizio
- Pressione sociale per i consumi eccessivi
- Cambio della dieta
- Cambiamenti nella routine quotidiana
- Maggiore consumo di denaro
Cosa fare? 8 suggerimenti utili
Gli eventi purtroppo segnano la nostra vita: possono essere positivi o purtroppo invalidanti. Non diamo la colpa al Natale e alla felicità che essa trasuda. Lo so non siete voi che vi imponete di essere tristi, ma è il vostro inconscio che ve lo prescrive. Allora avete deciso di arrendervi?
Occuparsi del proprio disagio è importante oltre che utile. Se si vive un momento difficile non ci si può costringere a far finta di nulla, ostentando una felicità e una serenità fittizia. L’importante è non colpevolizzarsi convertendo questa esperienza di disagio in un’opportunità per guardarsi dentro e per conoscersi.
Il malessere che sentiamo è un segnale della nostra psiche rispetto a qualcosa che viviamo come irrisolto o problematico. L’ascolto di questo sintomo è il primo passo per individuare il problema latente, la causa vera del dolore. Per fronteggiare al meglio il natale possiamo individuare alcune piccole strategie efficaci:
1. innanzitutto, è importante accogliere ed accettare ciò che si prova e come si è nel momento presente, concedendosi di accettare la tristezza, l’insoddisfazione e la delusione, senza voler cambiare a tutti i costi o essere qualcun altro. È importante partire da sé e focalizzarsi su quello che si ha e si è.
2. In questa nuova prospettiva è utile iniziare a vedere e a valorizzare le cose, anche piccole, alle quali si attribuisce un significato positivo. Anche la tristezza, se ascoltata, può avere un significato profondo che può aiutare ad evolversi e a rinnovarsi. Iniziare, dunque, ad abbandonare le aspettative ideali e renderle più realistiche, veritiere e coerenti con sé.
3. Sentire i propri bisogni e assecondarli, come la necessità di riposare e non voler uscire a tutti i costi.
4. Per lo stress derivante dalla corsa agli acquisti, può essere utile organizzarsi per tempo e pianificare le spese con l’individuazione di un ‘budget’.
5. Per le occasioni sociali, comprese le cene con i parenti, si può partecipare mettendo però dei limiti e dire di ‘no’ agli inviti che sappiamo potrebbero provocare malumore e stress.
6. Un’altra strategia efficace consiste nel prendersi cura di sé, dedicandosi ad:
- attività piacevoli;
- mantenere uno stile di vita sano, curandosi dell’alimentazione, dell’esercizio fisico, del sonno, del proprio corpo;
- comprare un regalo per sé, anziché attenderlo.
7. Per allentare il ‘rimuginio’ dei pensieri negativi, occorre imparare a portare l’attenzione sul ‘qui ed ora’, con attività che stimolino i 5 sensi, come ad esempio:
- fare una bella passeggiata e godere del panorama;
- annusare odori e profumi dei luoghi;
- ascoltare il suono delle melodie;
- mangiare dei cibi che piacciono.
- Inoltre, visto il maggior tempo libero, può essere utile individuare delle routine.
La parola d’ordine diviene, dunque, quella di eliminare le aspettative ovvero imparare ad accettarsi, nelle cose positive e in quelle negative, accettando così di vivere il Natale come si può e non come si deve. Forse così sarà possibile godere anche di piccoli istanti senza dover necessariamente rinunciare alle feste di Natale. Ecco, vi ho dato diversi suggerimenti ma quello giusto è dentro di voi e nella capacità di voler reagire ad ogni costo. E non dimenticare un piccolo “regalo” da donare solo a te stesso: qualcosa di speciale e desiderato che possa rappresentare un momento di attenzione e affetto verso di te.
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Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare. Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…). In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti. Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.
Tutto questo è “razionale” nella logica delle emozioni… solo che non conoscendoti profondamente, non sapendo come funziona la tua psiche, tu non puoi saperlo! Se ti va di iniziare a conoscerti davvero, sappi che ho scritto un nuovo manuale di psicologia (già bestseller), s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», lo puoi trovare a questa pagina Amazon e in tutte le librerie d’Italia. Se hai voglia di rivendicare il tuo valore, è il libro giusto per te…e sarà il regalo più bello che tu possa farti.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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