Le «emozioni negative» fanno ammalare. Tutti conoscono questo luogo comune, ma davvero in pochi cercando di «proteggersi» in modo funzionale dalle cosiddette «emozioni negative». Andiamo in palestra, ci guardiamo bene dall’ingerire troppe calorie con la cena, ma non assumiamo lo stesso approccio pro-attivo quando si tratta di proteggere l’umore, i pensieri e la percezione che abbiamo della nostra identità e del nostro valore personale.
Non ci pensiamo due volte a ingoiare dispiaceri, siamo succubi della vita frenetica, degli impegni di lavoro, subiamo ricatti emotivi, ingiustizie, frustrazioni, talvolta ci arrendiamo allo stress e altre volte cerchiamo di proteggerci dalle affezioni della mente spostandole sul piano fisico: abuso di alcol, droghe, alimentazione compulsiva, gioco d’azzardo, comportamenti promiscui, condotte a rischio, shopping smodato (…). Il tutto, con ulteriori ricadute sulla nostra salute mentale.
Certo, è impossibile costruirsi una vita senza stress, senza ansie o paure, tuttavia può (e deve!) cambiare il nostro approccio alle questioni spinose che costellano la nostra vita.
Perché dovresti curare la mente quanto il corpo?
Perché dovresti curare la tua salute psichica almeno quanto quella fisica? Te lo spiego in modo semplice e chiaro ma senza banalizzare. Spoiler: i «complessi psichici» condizionano l’attività cerebrale che, a sua volta, detta le leggi della salute fisica. Il nostro corpo è il contenitore dei nostri stati mentali e non tutti gli stati emotivi hanno ricadute positive.
L’ansia, lo stress, la dipendenza affettiva, la frustrazione, la paura, così come tutti gli altri «complessi psichici» agiscono in cinque domini:
- cognitivo,
- emozionale,
- neurologico,
- endocrino,
- comportamentale.
Tutti sappiamo che quando sperimentiamo una condizione di benessere, calano i livelli di cortisolo, mentre aumentano le concentrazioni di ossitocina, endorfine, serotonina… Questi stessi segnali neurochimici influenzano l’apparato cardiocircolatorio, così come il sistema immunitario. Al contrario, costrutti come stress, ansia e dipendenze affettive, hanno ricadute negative sul nostro corpo, il “via” è scandito sempre dai nostri centri nervosi.
Come si passa da una condizione di «cattiva salute psichica» a una condizione «precaria di salute fisica»
Preoccupazioni, pensieri ossessivi, pensieri catastrofici, paura dell’abbandono, sensazione di non valere (…) diventano stimoli interni per l’attivazione del nostro sistema nervoso centrale, in particolare, del sistema nervoso autonomo (attivazione simpatica e parasimpatica), ovvero quell’insieme di cellule nervose che innervano (e governano) organi come il cuore, lo stomaco, l’intestino, il sistema circolatorio (…).
Questi stimoli interni, coinvolgendo centri nervosi come il talamo, l’ipotalamo, l’amigdala e le strutture sottocorticali del nostro cervello, possono avere un impatto tangibile sulla salute fisica.
Attivazione parasimpatica
Stimolo Esterno → Risposta Emotiva | Stiamolo Interno → Attivazione parasimpatica
L’attivazione parasimpatica le cui principali proiezioni sono rappresentate dai nervi vago e splancnico, mediata dall’ipotalamo, dal nucleo paraventricolare, dall’amigdala e dal locus coeruleus, può essere collegata ai sintomi viscerali come i disturbi gastrointestinali e genito-urinari.
Ciò spiega l’intensificarsi di disturbi gastrointestinali (bruciore di stomaco, ulcera, sindrome del colon irritabile…) nelle persone affette da disturbi d’ansia.
Attivazione simpatica
Stimolo Esterno → Risposta Emotiva | Stiamolo Interno → Attivazione simpatica
L’attivazione simpatica è mediata dalla stimolazione dell’ipotalamo da parte di amigdala e locus coeruleus, tale attività determina, tra le altre cose, sudorazione e, un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
Questi due fattori sono associati a un maggiore rischio di ipertensione arteriosa e malattie a carico del sistema cardio-circolatorio. Non è un caso che, uno studio pubblicato nel 2015 sul Journal of American Heart Association, ha evidenziato che nella popolazione over 50 il rischio di ictus raddoppia nelle persone affette da depressione.
Sistema immunitario
Il nostro sistema nervoso centrale influenza direttamente e indirettamente, attraverso complesse interazioni neuroendocrine e neurotrasmettitoriali, il sistema immunitario e la modulazione della immunosorveglianza. L’immunosorveglianza è quel processo volto al controllo dello sviluppo delle cellule normali e al riconoscimento di cellule tumorali.
In determinate condizioni di «stimolazione intensa e protratta», la scarsa salute psichica può farci sfociare in una meiopragia d’organo o di sistema (la più comune è costituita da un deficit delle difese immunitarie), fino alla comparsa di vere e proprie malattie organiche.
Le attuali ricerche si stanno concentrando sulle correlazioni tra salute mentale e malattie autoimmuni e, più in generale, sul rapporto tra stimoli (interni ed esterni) e attività cerebrale. Purtroppo ricerca e clinica non camminano mai di pari passo; medici e psicologi dovrebbero allinearsi per individuare tutti i fattori di rischio che esercitano effetti dannosi per la salute psichico-cerebrale con ricadute sull’intero organismo.
Cosa possiamo fare per proteggere la nostra salute?
Come agire per migliorare? Molti complessi psichici come stress, ansia, paura e dipendenze, partono dal presupposto che noi non bastiamo, che le nostre risorse non sono sufficienti per fronteggiare gli stimoli esterni. Queste condizioni insorgono perché la nostra percezione ci dice che la realtà che ci circonda può sopraffarci. Per invertire la rotta bisogna lavorare sul proprio senso di auto-efficacia, sui nostri valori personali così come sulla costruzione di un’identità stabile e integra.
Con queste basi, gli stimoli esterni divengono meno perturbanti. Non è la realtà oggettiva a ledere la nostra salute psichica ma sono le nostre stesse percezioni. Se provi, anzitutto, a migliorare la percezione che hai di te stesso (identità, valore personale, senso di autoefficacia), incrementerai le tue capacità di coping rimodulando le tue risposte emotivo-cerebrali. In questo contesto, lo psicologo può essere un ottimo alleato.
E’ vero, la vita ci mette quotidianamente a dura prova e nessuno nega l’esistenza di una realtà stressogena. E’ importante sottolineare che evidenze scientifiche dimostrano che il carico stressogeno di un evento risulta più correlato alla valutazione soggettiva di un individuo che alla realtà obiettiva dell’evento stesso. Una differente decodificazione corticale dello stressor (una differente lettura della realtà) influenzata dal contesto e dalle caratteristiche del singolo individuo, attiverà quindi una risposta emozionale soggettiva. Come premesso, questa risposta emozionale funge da stimolo interno per una cascata di eventi neurochimici che inevitabilmente condizioneranno la nostra salute fisica.
Cosa fare?
Inizia a lavorare sul tuo senso dell’identità personale, cura il tuo dialogo interiore e non sottovalutare l’idea di chiedere aiuto a un professionista della salute mentale.
Lo psicologo non gode di buona fama, eppure potrebbe essere una risorsa dall’elevato valore sanitario. Si parte dal pregiudizio che questa figura professionale sia nata per curare i pazzi, gli alienati, i disadattati. Chi ha la mente più aperta, poi, pensa che lo psicologo possa essere un valido alleato in caso di separazione, elaborazione del lutto, nella prevenzione del burn-out, nelle professioni logoranti… Sono davvero poche le persone che vedono lo psicologo come una risorsa in grado di migliorare realmente la qualità della vita a 360°.
Lo psicologo non si limita a curare disturbi di personalità o gravi psicopatologie, nell’approccio alla quotidianità, può essere visto come colui che coadiuva l’armonia tra scopi di vita e condotta, tra ambizioni e comportamenti, tra bisogni e desideri, tra risorse e richieste ambientali... Insomma, si tratta di una figura utile per aumentare il proprio senso di auto-efficacia e preservare la salute della mente e del corpo.
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Bibliografia
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