Perché non mi piace festeggiare il mio compleanno

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

perche non mi piace il compleannocompleanni sono così, c’è chi li adora e chi vorrebbe saltarli. Chi fa festa, chi si deprime e chi li tratta con fredda e malinconica indifferenza. Bene, in questo articolo vorrei parlarti di queste ultime due categorie che, di fatto, farebbero volentieri a meno di viversi l’intera giornata del compleanno, auguri compresi.

Se anche tu, ogni anno, sei a caccia di nuove scuse per non festeggiare il compleanno, sappi che dovresti interrogarti sulle possibili cause. Ora, o soffri di ansia sociale e non ami stare al centro dell’attenzione o c’è qualcosa di altrettanto profondo che, in casi estremi, si traduce in una vera e propria “depressione da compleanno“.

Siamo seri: perché qualcuno dovrebbe boicottare il proprio compleanno?!

Che tipo di “Grinch” non vorrebbe festeggiare il giorno in cui è arrivato in questo bellissimo mondo? Ricevere regali, abbracci, condividere sorrisi, spegnere candeline e… mangiare torte!

Io odio il mio compleanno

Questa frase può avere un gran numero di connotazioni,

Ogni anno che passa rappresenta un fallimento, un anno in più in cui non sono riuscito a centrare i miei obiettivi, un anno in meno che mi separa dalla vecchiaia, un anno in più sprecato…”

Questo primo schema mentale può essere comune a chi soffre di disturbi dell’umore, magari una depressione latente che si manifesta proprio in concomitanza con il compleanno. Quella del compleanno, come ti spiegherò di seguito, è una data emblematica.

In alternativa, se il vissuto della depressione da compleanno è incentrata sugli insuccessi, lo schema potrebbe essere tipico di una personalità che nutriva (o ancora nutre) ambizioni irrealistiche sulla propria vita.

Questo modello s’innesca quando il sé ideale si distanzia molto dal sé percepito. Magari pensavi che per il tuo trentesimo compleanno saresti stato laureato, dottorato e con un impiego soddisfacente… ma ora compi 32 anni e la tua vita non è esattamente così. Quindi gli insuccessi possono giustificare l’avversione verso il proprio compleanno? Non di certo.

La questione peggiora quando vi è un quadro narcisistico, soprattutto di tipo covert (per approfondire, leggi il mio articolo sui “Tipi e sottotipi di narcisismo“). Penserai che per il narcisista non c’è niente di meglio che essere al centro dei riflettori quindi quale scusa migliore del suo compleanno? Questo è vero, ma non sempre. Purtroppo anche il narcisista può sperimentare depressione e questa può coincidere con il compleanno per due motivi, il primo esistenziale (che ti spiegherò dopo) e il secondo perché non riesce ad accettare una realtà in cui gli anni passano e lui non è ancora riuscito a dimostrare al mondo il suo vero valore.

Ancora, poi, c’è chi odia il compleanno perché ha paura di invecchiare. La paura di invecchiare è molto diffusa di quanto si possa immaginare.  Le cause? In parte la nostra stessa cultura. Viviamo in una società dove il piano fisico, sociale e relazionale predominano sull’identità individuale.

Tendiamo a dare un complesso valore ai beni (anche superflui) come attribuzione di importanza non tanto per il loro valore d’uso o per le emozioni reali che possono suscitare, ma per un complesso meccanismo di proiezioni e desideri. Quello dell’immagine è ormai diventato un vero e proprio culto. Forme fisiche uniformi, aspetto giovane sono i nuovi standard da perseguire (basta vedere gli artefatti in tv per rendercene conto). La paura di invecchiare, dunque, rientra tra le cause che possono portarti ad affermare che odi festeggiare il tuo compleanno.

Se non ti rispecchi in nessuno di questi modelli, sappi che molto più in generale, la depressione da compleanno può essere legata a una ferita ancestrale che ci riconduce al legame materno. Questo è facile da intuire: quella del compleanno è una data emblematica, si riferisce alla nostra nascita e c’è, purtroppo, chi non si sente meritevole di vivere.

Psicologia del Compleanno: una data emblematica

Come ti ho ripetuto più volte il compleanno è una data emblematica, rappresenta il tuo arrivo su questa terra e inevitabilmente si riconduce anche al legame con tua madre.

Nella psicologia (in particolare nella psicoanalisi) il compleanno è simbolo della celebrazione della vita, della nascita e del legame materno.

Chi ha avuto un’infanzia difficile, una mamma poco attenta, anaffettiva o poco amorevole, di certo tenderà a odiare il suo compleanno. Ti faccio una piccola premessa:

Una madre (seppur amorevole o dotata di “buone intenzioni”), potrebbe non essere in grado di soddisfare i bisogni emotivi del figlio. Il bambino in questione vivendo delle mancanze, riesce a provare rabbia, rancore, frustrazione… ma, non potendoli esprimerli verso colei che l’ha messo al mondo, tende a covarli verso se stesso. Così si convince di essere sbagliato, di non essere meritevole d’amore.

In pratica, se tua mamma non ti ha accolto e non ti ha educato in linea con i tuoi bisogni emotivi, non hai ricevuto l’affetto che avresti dovuto ricevere. Questo ha generato una ferita che si manifesta in diverse circostanze, il compleanno è una di quelle. Questo giorno ti ricorda tutto questo. C’è un messaggio celato nella parte più fragile e remota del tuo essere che ti dice: “tu sei sbagliato e non dovevi nascere“.

Quando i bisogni di un bambino non trovano convalida, questo bambino cresce con una serie di credenze sbagliate e, tra queste, può esserci anche la percezione che sua madre non sia stata felice per la sua nascita. In pratica, il bambino non si sente all’altezza delle briciole d’amore che riceve dalla sua stessa madre e crede di non riuscire a ripagare, con la sua esistenza, tutti i sacrifici che la mamma ha fatto per 9 mesi di gestazione e non solo. Si tratta di una credenza innata molto profonda che può generarsi negli adulti che da bambini sono stati vittime di trascuratezza emotiva.

Consigli per vivere bene il compleanno

Se la tua infanzia non è stata idilliaca, non permettere a te stesso di invalidarti anche l’età adulta. Lavora su te stesso, chiedi aiuto e soprattutto… non rifiutarti di festeggiare il tuo compleanno!

Invece di pensare a quali scuse trovare per non festeggiare il compleanno, pensa ai tuoi cari. Lo so che in questo giorno, più di tutti, ti sentirai solo e triste, forse addirittura inconsolabile, ma sappi che questa solitudine è solo un retaggio del passato. Oggi puoi essere chi vuoi, anche se non sei eccitato e l’idea di festeggiare non ti esalta, non pensare di voler cancellare questo giorno dal calendario, non fari altro che confermare quelle insane credenze frutto delle tue ferite interiori.

Non posso dirti come trascorrere il tuo compleanno, ma posso suggerirti di leggere il mio articolo “Da adulti diventiamo genitori di noi stessi“. In questo articolo non voglio caricarti di responsabilità che non hai, ma solo dirti che c’è sempre un percorso da intraprendere per apprezzare la vita, anche la tua, anche nel giorno del tuo compleanno. Prova a essere, per te stesso, un genitore migliore di quello che hai avuto.

A cura di Anna De Simone, psicologo – esperto in neuropsicobiologia
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