Perché oggi è così difficile trovare il partner giusto?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Una relazione appagante deve poter contare su un unico ingrediente: una buona dose di intelligenza emotiva. I legami relazionali di oggi, purtroppo, sono sempre più frequentemente caratterizzati da immaturità affettiva, aspettative irrealistiche e «bisogni infantili» che sono inconciliabili con la vita di coppia. Tutti aspetti che riflettono un basso quoziente dell’intelligenza emotiva. Non fraintendere il termine «bisogni infantili», non parlo di desideri bambineschi, bensì di bisogni violati durante l’infanzia che hanno ripercussioni nell’adulto che instaura la relazione. Vediamo tutti i dettagli.

Non solo empatia

L’intelligenza emotiva è la forma d’intelligenza più sottovalutata di sempre. Eppure, i dati statistici parlano chiaro: maggiore è la nostra intelligenza emotiva e migliore sarà la qualità della nostra vita. Per farti comprendere meglio di cosa parliamo, ti spiego a cosa ti serve l’intelligenza emotiva e

  1. Self Awareness
    la consapevolezza di sé. La capacità di comprendere esattamente cosa proviamo e perché lo proviamo. L’abilità nel guardarci dentro, nel comprendere e accogliere le nostre ferite. La self awareness comprende anche una componente di self compassion, perché se ci guardiamo con occhio critico, non saremo mai in grado di capirci e finiremo per essere i peggiori nemici di noi stessi.
  2. Self Management
    l’autocontrollo. Parliamo di capacità di autoregolazione. Se siamo bravi ad autoaccudirci, non cerchiamo nell’altro qualcuno che possa regolare i nostri stati d’animo perché sapremo farlo da soli. L’altro sarà una preziosa risorsa con cui condividere quegli stati d’animo ma non vedremo in lui la possibilità di risolverli perché lo abbiamo già fatto in autonomia. Grazie all’autoregolazione, saremo in grado di soddisfare i nostri reali bisogni -individuati grazie alla self awareness.
  3. Social Awareness
    consapevolezza sociale. Essere consapevoli delle relazioni che stringiamo e dell’effetto che hanno su di noi, ci rende meno passivi nel mondo relazionale. Ecco che il partner non è più quello che ci capita per caso dopo una conoscenza appetitosa o con un colpo di fulmine. Il partner diviene la persona che scegliamo, che desideriamo al nostro fianco!
  4. Relationship Management
    gestione delle relazioni. Qui rientra l’empatia e il concetto di responsabilità emotiva. Ognuno di noi dovrebbe essere consapevole che i suoi comportamenti, le parole usate e gli atteggiamenti impliciti, esercitano un effetto sull’altro. Possono ferirlo, possono influenzarne le reazioni, renderlo un alleato o un nemico. Se la “consapevolezza sociale” ci avvisa quando una persona ci fa del male o ci sta usando, questa caratteristica ci indica come dovremmo comportarci con gli altri per trarre il meglio dalla relazione.
  5. Fattore socievolezza
    Comprende tutte quelle competenze (calma, espressività, linguaggio…) che consentono una comunicazione efficace al fine di esercitare un’influenza positiva sul legame e costruire nuove reti sociali.

Come è chiaro, l’empatia è solo un aspetto dell’intelligenza emotiva. Una persona empatica -cioè attenta alle emozioni altrui- non è detto che sia anche intelligente emotivamente. Anzi, purtroppo, alcune persone dal vissuto difficile, che si portano dentro tantissime sofferenze, per evitare di guardare quelle sofferenze -non sapendosi autoaccudire- finiscono per lasciarsi coinvolgere dalle emozioni altrui facendosi carico delle problematiche degli altri.

Questa condotta rappresenta un chiaro deficit di “consapevolezza di sé” ma anche di “consapevolezza sociale”. Il motivo? Spesso, finiscono per stringere legami con chi ne approfitta o finisce per manipolarle. Troppo concentrate a vivere le emozioni altrui e le componenti più superficiali dei propri vissuti emotivi, non notano nulla finché non è troppo tardi (e rimangono ferite).

Il declino dell’intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva è in declino, ecco perché stringere un legame oggi è diventato così difficile. Questa del decadimento psicoaffettivo non è solo una suggestione. Una recente ricerca (Khan et al., 2021) ha attestato un forte decremento in tre domini dell’intelligenza emotiva nell’arco degli ultimi due decenni.

Lo studio ha analizzato campioni di giovani adulti tra il 2001 e il 2019. I giovani adulti dei primi anni 2000 erano emotivamente più intelligenti rispetto ai giovani adulti di tempi più recenti. Vediamo in dettaglio cosa ha evidenziato lo studio.

L’analisi ha riguardato 17.000 giovani adulti provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia che, in periodi diversi compresi tra il 2001 e il 2019, hanno compilato il Trait Emotional Intelligence Questionnaire (TEIQ)*. I ricercatori, dunque, hanno condotto un’analisi intertemporale per studiare i cambiamenti nell’intelligenza emotiva nelle varie generazioni. Ovviamente l’età dei soggetti è stata controllata, lo scopo dello studio era capire come i cambiamenti sociali stanno incidendo sul tratto dell’intelligenza emotiva nei giovani adulti.

*Il TEIQ è un questionario autoriferito, statisticamente validato per esplorare le diverse dimensioni dell’intelligenza emotiva. Nei prossimi giorni, ne pubblicherò la forma ridotta -da 30 domande- qui su Psicoadvisor così da consentirvi di mettere alla prova la vostra stessa intelligenza emotiva! Seguite Psicoadvisor su Instagram per non perderlo.

I ricercatori hanno scoperto, durante le verifiche, che il più si andava avanti nel tempo e più l’intelligenza emotiva scendeva causando, negli individui, un calo di:

  • benessere personale
  • autocontrollo
  • emotività/accesso alle emozioni

Non ti meraviglierà sapere che il calo dell’intelligenza emotiva media era più forte man mano che la proporzione di donne nel campione diminuiva. Ciò significa che il declino si fa sentire in modo più marcato negli uomini che, purtroppo, fin da bambini, non vengono “allenati” ad ascoltare se stessi e le proprie emozioni.

Da cosa è causato questo declino?

Alla base c’è un arresto dello sviluppo psicoaffettivo. Ognuno di noi, crescendo, dovrebbe passare ad uno stato di dipendenza primaria -fisiologica e del tutto naturale dato che veniamo al mondo incapaci di autoaccudirci- a uno stato di sana indipendenza in cui la persona riesce ad autodeterminarsi. Purtroppo, chi non riesce ad affermarsi come individuo, è più incline ad allontanarsi da sé. L’immaturità affettiva e quindi il deficit di intelligenza emotiva vengono poi amplificati da altre cattive abitudini!

Ogni volta che facciamo scrolling con lo smartphone stiamo scappando da noi stessi. Ogni volta che ci rifugiamo nel cibo, scappiamo dalle nostre emozioni. Tutte le volte che ci rifugiamo nelle braccia del partner, stiamo fuggendo da una nostra paura. Passo dopo passo, rincorriamo ciò che è fuori da noi allontanandoci da ciò che abbiamo dentro.

Non è un caso che la ricerca ha stimato che l’accesso alla tecnologia era associato a livelli inferiori di benessere personale e autocontrollo. È chiaro che il benessere delle relazioni sentimentali, nel tempo, possa diminuire ancora come conseguenza dell’abbassamento di tutto gli aspetti che riguardano l’intelligenza emotiva.

Come porre rimedio?

Per fortuna, il tratto dell’intelligenza emotiva è qualcosa che si può sviluppare e coltivare nel tempo. Il manuale di psicologia «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce», spiega come costruire relazioni pienamente appaganti sviluppando e sfruttando al meglio ognuno dei cinque domini descritti in precedenza. Si parte dalla consapevolezza di sé e dei propri bisogni insoddisfatti durante l’infanzia, quelli che cerchiamo di appagare mediante i legami che instauriamo da adulti, per arrivare fino ai modelli relazionali che proponiamo con il partner o che subiamo dagli affetti più stretti.

L’amore è un tema di fondamentale importanza, tuttavia, fin dalla nostra crescita, nessuno si prende la briga di educarci a relazioni appaganti. Tutte le tematiche psicoaffettive sono lasciate un po’ al caso e così, finiamo per scappare -più o meno involontariamente- da noi stessi e dal groviglio emotivo che ci portiamo dentro. Beh, è venuto il momento di sciogliere quel meraviglioso groviglio e vedere chi siamo davvero, metterci a nudo perché l’unico nudo che accresce l’intimità e unisce, è quello emotivo (e non certamente fisico!). Il libro citato è il manuale più consigliato dai terapeuti di coppia, si trova in tutte le librerie d’Italia o a questa pagina amazon.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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