Perché proviamo piacere nel togliere punti neri e brufoli?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Schiacciare punti neri e brufoli sembra essere lo sport preferito da molte persone. Secondo i dati empirici pubblicati sull’autorevole rivista «The Journal of Clinical Psychiatry» questa abitudine tenderebbe a comparire in adolescenza e accompagnare la persona fino all’età adulta. Ma cosa si nasconde dietro il piacere di schiacciare punti neri e brufoli e come si può spiegare questo fenomeno in termini psicoanalitici?

L’argomento non è affatto banale se si pensa ai numeri. Oltre 18 milioni i contenuti presenti sul web a tema punti neri e brufoli. Innumerevoli gli strumenti metallici proposti dal mercato per facilitarne l’estirpazione. Per non parlare di un fenomeno ancor più bizzarro: il successo dei video che mostrano lo svuotamento di un comedone infetto. Questi video mostrano dei pori otturati e infetti, rigonfi di sebo, che vengono svuotati in modo eclatante.

Sembra che assistere alla fuoriuscita della sostanza sebacea possa arrecare un piacere paragonabile a quello sperimentato dalla persona che esegue la manovra di rimozione su se stesso o un amico. Ecco che un video di questo genere riesce a realizzare oltre 300.000 visualizzazioni nel giro di poche settimane.

Un disturbo da manuale

Sono certa che nessuno di voi lo direbbe ma la letteratura medica, sin dal 1800, documenta e indaga questo fenomeno, soprattutto quando il comportamento di rimozione diviene compulsivo. Sebbene l’interesse risalga al IXX secolo, solo con l’ultima versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V, APA 2013) i clinici sono arrivati a una classificazione. Si parla infatti di «Disturbo da stuzzicamento della pelle».

Tale categoria diagnostica si trova nella sezione II del DSM V, annoverata tra i disturbi correlati del quadro ossessivo-compulsivo. Quella di rimuovere punti neri e brufoli diverrebbe un’ossessione, un pensiero ricorrente e persistente, talvolta vissuto come un impulso irrefrenabile. L’irrefrenabile bisogno di rimuovere l’impurità della pelle sarebbe poi seguito dall’azione vera e propria, la compulsione. Le compulsioni sono descritte come comportamenti ineluttabili, da compiere in risposta a un pensiero ricorrente.

Niente paura, secondo il DSM V, puoi rientrare in questa classe diagnostica solo se hai tentato di smettere di assecondare quell’impulso e hai fallito, oppure se il comportamento ti causa disagio clinicamente significativo. Se non sperimenti disagio, fai parte della popolazione subclinica, cioè che presenta i sintomi ma che questi non hanno una rilevanza clinicamente significativa.

Eliminare punti neri e brufoli per allentare la tensione emotiva

Amy Wechsler, dermatologa e psichiatra di New York, ha sottoposto i suoi pazienti a una breve intervista e ha constatato che la gran parte di loro rimuovevano punti neri e brufoli per rilassarsi. In effetti anche la letteratura psichiatrica afferma qualcosa del genere: chi elimina punti neri e brufoli lo fa per allentare stati emotivi complessi come ansia, noia e solitudine. Tuttavia la letteratura psichiatrica non ci riferisce il motivo. Perché per alleviare tensioni emotive alcuni soggetti ricorrono alla rimozione sistematica di punti neri e brufoli? Ironicamente: non possono mangiare le unghie come tutti gli altri?!  Per rispondere a questa domanda dobbiamo scomodare le teorie psicoanalitiche.

«Non so perché ma quando vedo un punto nero o un brufolo, devo assolutamente toglierlo! Una volta schiacciato via, mi sento soddisfatta e appagata!»

Il sottile piacere nascosto

Il brufolo altro non è che un punto nero infetto. Punti neri e brufoli sono palesi impurità della pelle. Nel gesto emblematico di schiacciare punti neri e brufoli, al fine di svuotarli e rimuoverne l’impurità, si concretizza simbolicamente il desiderio di strappare via un proprio vissuto. Togliere punti neri e brufoli potrebbe essere la via preferenziale per allentare le tensioni di chi non riesce ad accettarsi pienamente e soprattutto chi non riesce ad accettare errori commessi o episodi scomodi subiti nel passato. Il gesto di schiacciare via il punto nero equivale a eliminare -almeno a livello inconscio- una vecchia vergogna o qualcosa di scomodo che ancora ci appesantisce.

In genere chi ama togliere i punti neri solo su di Sé è una persona introversa, poco reattiva e che tende a rinnegare il passato. L’impulso di rimuovere punti neri e brufoli nasce dalla volontà inconscia di cambiare e rinnovarsi. Schiacciando brufoli e punti neri, si getta via qualcosa che fa parte di noi. Quel gettar via, ha radici antropologiche e psicologiche molto profonde: per l’essere umano rappresenta un autentico rito di purificazione attraverso il quale si rigenera, abbandona le scorie del proprio sé. Sbarazzandosi dei punti neri, la persona si spoglia simbolicamente di ciò che non accetta di se stessa.

Ecco a cosa è legato il piacere che accompagna il gesto di togliere punti neri e brufoli, alla soddisfazione di rinnegare le parti inaccettabili di sé e, per un momento, illudersi di averle rimosse.

Chi ama togliere i punti neri sugli altri esprime una certa rabbia implosa. In questo quadro si configura una personalità più estroversa e reattiva. Nei fatti, la sostanza non cambia: il gesto di schiacciare via punti neri e brufoli è ugualmente assimilabile a una forte volontà di cambiamento. In genere, queste persone si ritrovano nell’incapacità di cambiare qualcosa di sé o del proprio vissuto e sublimano quell’incapacità con un gesto pratico.

Il perfezionismo e il paradosso del cambiamento

In quell’azione si ha la soddisfazione di cambiare qualcosa di “sbagliato” o “impuro”, seppur solo per la pelle. Quando il “togliere via” coinvolge peli incarniti, pellicine e altre piccole difformità della pelle, si può parlare di tendenza al perfezionismo.

La ricerca delle perfezione nasce per compensare, in maniera inconscia, la mancanza del passato legate all’incapacità di cambiare se stessi o di accettarsi. La facoltà di cambiare nasconde in sé un apparente paradosso: solo quando riuscirai ad accettarti per ciò che sei sarai capace di cambiare ed evolverti. Analogamente, solo quando sarai capace di accettare il tuo passato potrai migliorare le condizioni del tuo presente e costruire il futuro ideale.

Il grooming nel regno animale

Prima che qualcuno possa pensare che la pratica di schiacciare via i punti neri possa essere paragonabile al grooming, diciamo subito che non lo è. Il grooming è un’attività svolta dalla maggior parte dei primati (tarsi, i lemuri e scimmie). Gli animali cercano e rimuovono dal pelo proprio e degli altri individui pidocchi, zecche e frammenti di tessuti necrotici ormai disseccati. Un tempo si pensava che questa operazione fosse svolta solo per questioni igieniche, oggi la comunità scientifica afferma che serve per smorzare le tensioni sociali all’interno del gruppo.

. Il grooming non è paragonabile alla pratica di schiacciare punti neri e brufoli perché i primati eliminano qualcosa di già esterno a se stessi (pidocchi e altri parassiti). La spiegazione del gesto di eliminare punti neri e brufoli non è affatto selezionata dalle pressioni evolutive. Questo gesto, come visto in precedenza, ha spiegazioni psicologiche e non evoluzionistiche.