Una battuta spinosa, un’allusione, una burla, un rimprovero o una critica… per il permaloso sono tutte, in egual misura, motivo di profonda offesa o addirittura affronto personale. Ci sono persone che alla minima critica innocente percepiscono di essere attaccate e offese, così, si sentono altrettanto in diritto di difendersi contrattaccando e offendendo.
Essere sensibili alle critiche non è una caratteristica peculiare di una determinata personalità. Questa caratteristica si riscontra trasversalmente in diversi tipi di personalità anche se si presenta per motivazioni differenti. Si può essere più o meno sensibili alle critiche in base al proprio vissuto. Di seguito riporto quelle che sono le cause che fanno insorgere quella spiccata sensibilità alle critiche tipica del permaloso. I profili sono sempre sovrapponibili e, in un certo senso, le cause hanno tutte radici nell’infanzia.
Ferita narcisistica e narcisismo
Il narcisista è permaloso perché teme che una critica, anche la più innocente, possa scalfire la sua corazza. Il narcisista si reputa un essere speciale, qualsiasi osservazione che possa mettere in dubbio la sua “portata” diventa scomoda e sgradita. Il narcisista vive un’incessante sfida con l’altro e critiche sono uno smacco alla sua persona. Per questo motivo il narcisista si offende facilmente e rischia addirittura di arrabbiarsi se qualcuno è in disaccordo con lui.
Anche un disaccordo o un punto di vista diverso possono urtare la suscettibilità del narcisista. In questo caso, il permaloso vive ogni critica come un affronto e risponde con rabbia svalutando la sorgente del disaccordo.
Heinz Kohut, uno dei massimi studiosi della patologia narcisistica, afferma che l’intesa rabbia provata da queste persone ha “l’obiettivo inconscio di cancellare l’offesa di chi ha osato opporglisi, incomprendere, dissentire o fargli ombra”. Questa suscettibilità è una “difesa inconscia” che non permette al narcisista di vivere serenamente il percorso della vita.
Tratti della personalità borderline
Un richiamo, una critica, una parolina di troppo… hanno un peso insostenibile perché possono essere vissuti come una prova d’amore andata male. In questo contesto, più che di suscettibilità si può parlare dei ipersensibilità: tutto viene vissuto in modo amplificato.
“Un diverbio non solo offende ma innesca la sensazione di essere stati traditi” Anche in questo caso la vita è vissuta come una sfida, una continua prova. La persona sottopone il prossimo a una continua prova d’amore e ogni mancanza innesca forte delusione, senso di sconfitta, sfiducia e sensazione di tradimento.
Sindrome dell’abbandono
Chi soffre di sindrome dell’abbandono è estremamente sensibile al giudizio altrui. Le critiche, per quanto possano essere innocenti, riportano alla mente quel rifiuto già sperimentato in età infantile. La suscettibilità di queste persone rimarca la paura del rifiuto, la paura di non essere abbastanza. Questo profilo si sovrappone a quello della ferita affettiva.
Bassa autostima
Se in chi soffre di sindrome dell’abbandono la sensibilità al giudizio altrui è legata alla paura del rifiuto, in chi ha una bassa autostima questa stessa sensibilità è connessa alla paura di non valere. Insicurezza e senso di inadeguatezza sono due fattori che caratterizzano chi non è dotato di una buona autostima. Tutto si può ricondurre all’equilibrio narcisistico.
Ferita affettiva
Quelle che definiamo persone sensibili, spesso non sono altro che persone dall’infanzia difficile; persone che si portano dentro una ferita affettiva più o meno profonda. Sono i retaggi del passato a rendere la persona permalosa e suscettibile a ogni critica.
Prima di entrare nel merito del permaloso, farò un esempio per rendere tutto più chiaro ed evidenziare come un fantasma del passato possa rendere più suscettibile alle critiche.
Il tuo migliore amico ha scordato di telefonarti, eppure tu ci tenevi così tanto.“Come ha potuto dimenticarsi di me?”. Ti senti delusa, tradita e vivi davvero male la faccenda. Tutto questo dolore è dato da una telefonata mancata? E’ possibile? In questo contesto la telefonata mancata non è la vera fonte del dolore ma è ciò che ha portato alla luce una vecchia ferita. Quell’attenzione mancata ha evocato una profonda e ancestrale ferita emotiva. Se hai subito trascuratezza emotiva nell’infanzia, oggi, molto probabilmente sarai sempre tradita nelle aspettative e, ogni piccola mancanza, per te diventa un’autentica sofferenza. Gli altri ti diranno che sei troppo sensibile… ma in realtà hai solo una ferita ancora aperta.
Lo stesso si verifica anche per la sensibilità alle critiche. Quella critica evoca qualcosa di ancestrale, una sensazione di non valore che ha accompagnato quella persona durante tutta l’infanzia.
La condizione più probabile è che il permaloso abbia subito, con continuità, incomprensioni dei propri bisogni in età precoce. Tale condiziona ha fatto sì che si sviluppasse un Super Io altamente giudicante in contrapposizione a un Io fragile con una grande ferita affettiva alla radice. Ogni allusione, frecciatina o parola pungente, è vissuta con dolore perché fanno riaffiorare alla mente quel mancato riconoscimento, quella sensazione di non valere agli occhi dei genitori. Non si esclude che queste persone possano avere un vissuto di emarginazione, prese in giro, bullismo o scherno.
Per comprendere meglio l’argomento segnalo il mio articolo: bambino trascurato emotivamente, quali disturbi in età adulta.
Perché è importante abbandonare paura del giudizio e sensibilità alle critiche?
L’equilibrio narcisistico corrisponde alla propria autostima. L’autostima è la capacità di riconoscersi, accettarsi, comprendere il proprio valore e sentirsi “coesi” con se stessi. Chi è permaloso manca di questo equilibrio.
L’autostima NON è riferita solo al valore che si dà alla propria persona. L’autostima è riferita alla capacità di sperimentare emozioni ed esperienze in coerenza con se stessi. E’ riferita alla capacità di essere a contatto con l’ambizione di realizzare la propria persona accettando e tollerando di buon grado le inevitabili sfaccettature emotive (offese, critiche, esperienze negative, invidie…) che si presentano nella vita. Probabilmente, chi è fortemente permaloso non è capace di tollerare le sconfitte perché non riesce a stare bene con se stesso.
Il sapersi confrontare in qualsiasi contesto e la sensazione di stare bene con se stessi può perdurare in modo costante in età adulta solo se si è stati emotivamente sostenuti ed affettivamente riconosciuti durante l’infanzia.
Chi è permaloso spesso risponde a una critica con un offesa o con rabbia. La capacità di ascoltare il punto di vista dell’altro senza sentirsi ferito, la capacità di attivare azioni costruttive anziché distruttive (accettare la critica di buon grado senza rispondere con un’offesa), sono indice che la vita è orientata davvero verso un modello di benessere. Significa vivere in modo funzionale e maturo.
Ricordati che non siamo nati per soffrire e che oggi, in età adulta, sei tu il peggior giudice di te stesso. Smettila di giudicarti, impara ad accettarsi e prendi coscienza di come è la vita. La vita è un insieme continuamente variabile di aspetti positivi e negativi, favorevoli e sfavorevoli.
Un rimprovero, un diverbio… sono fattori inevitabili che dovrai imparare ad accettare ma ancora di più, dovrai imparare ad accettare te stesso e il tuo vissuto passato.
Autocompassione.
Una delle ragioni per cui reagisci male alle critiche potrebbe essere data dall’essere troppo duro con te stesso. In molti desiderano apparire sempre perfetti e impeccabili, convinti che solo così potranno essere degni di approvazione.
La società e i sistemi educativi insegnano ad essere gentili con gli altri e trasmettono il valore che questo sia importante ma nessuno ti insegna ad essere gentile con te stesso.
Un trucco in tal senso consiste nel trattarti come se fossi il tuo migliore amico. Immagina di aver ricevuto una critica sul lavoro, cosa ti direbbe il tuo migliore amico per consolarti e tirarti su di morale?
Specialmente nelle giornate più difficili dovrai prestare particolare attenzione al modo in cui parli a te stesso.
Tutti gli esseri umani soffrono e commettono errori. Perciò l’autocompassione consiste nel riconoscere che l’esperienza umana è imperfetta, che non sei infallibile e che è importante amarti con le tue imperfezioni.