“Maria non è stata mai amata dai genitori. Ha fatto di tutto per richiamare la loro attenzione: ha urlato, distrutto i mobili della sua camera, ha preso brutti voti a scuola, li ha presi belli, ha ricevuto un premio per il miglior tema. Nulla ha scalfito l’indifferenza dei suoi genitori. Erano sempre concentrati a parlare di soldi, a lavorare, a litigare, a fare le loro cose… Maria si sentiva un soprammobile, un oggetto abbandonato“
La mancanza d’amore dei genitori di Maria non potrà mai essere cancellata
Tale ferita si è tradotta in bisogno esasperato di amore senza condizioni. Oggi, Maria sposta questa sua richiesta sulla figura di riferimento più vicina: il partner di turno. Maria è adulta ormai, ma le sembra di rivivere sempre lo stesso un copione esistenziale; si sente bisognosa, dipendente… Si sforza continuamente di ricevere amore, non soltanto da papà e mamma, ma da ogni persona che riveste una qualche importanza. Agisce verso se stessa e nei confronti di quelli che ama, con quello che ha imparato: il disamore. Ha difficoltà a relazionarsi, a empatizzare; la sua frustrazione maggiore è proprio quella di avere un bisogno e non sapere qual è.
Un bambino che ha sperimentato l’assenza d’amore, da adulto non sarà mai capace di “amarsi”, “amare” e, soprattutto, “lasciarsi amare”. Perché?
Maria rappresenta tutti quei “bambini non amati”, quei bambini cresciuti senza un solido legame affettivo. Non occorre intenzionalità malevola da parte del genitore perché il bambino non si senta amato. Può sentirsi trascurato perché il papà e la mamma sono troppo impegnati col lavoro o, peggio, con il circolo del bridge…..La mancanza di affetto vuol dire anche avere avere genitori poco attenti o disponibili.
Molto spesso i genitori amano i propri figli in maniera differente rispetto a ciò di cui hanno bisogno. Molto spesso, i genitori non sono consapevoli degli effetti che esercitano sui figli, non conoscono strategie comportamentali funzionali e suppongono che i loro comportamenti siano innocui, se non addirittura educativi. In fondo, tutti i genitori sono stati bambini e così tentano di riproporre schemi che loro stessi hanno appreso durante l’infanzia. Per questi motivi, non possiamo sostenere che un genitore si comporta in modo disfunzionale perché non ama il suo bambino! Anzi, proprio perché lo ama, un genitore tenta di dargli ciò che egli stesso non ha avuto o ciò che ritiene giusto secondo la sua personalissima ottica.
Come il bambino vive la carenza d’affetto
Il “bambino non amato” si percepisce come la causa del conflitto e/o dell’interazione disfunzionale con uno o entrambi i genitori, fino al punto di poter pensare che ciò che accade è per colpa sua. Ciò lo porta a costruirsi e rappresentarsi come un bambino non amato, perché cattivo e colpevole.
Il bambino si vive, pertanto, come la causa del proprio male, dove l’unica alternativa è quella di introiettare la disfunzionalità dell’interazione e tutta la criticità espressa nei propri confronti: “Se io fossi stato buono e perfetto, mi avrebbero amato! È colpa mia!” In quest’ottica si strutturano tematiche emotive centrate sulla colpa e sulla vergogna sostanziale.
Perché un bambino non amato da adulto non sa amare?
Il “bambino non amato” da adulto esigerà sempre di più dal suo partner; costui o colei verrà continuamente sottoposto a incredibili test pur di avere uno sguardo in più, una carezza, un tono di voce di conferma…e appena ciò non accadrà, il bambino non amato precipiterà nell’abisso della paura, fra gli artigli della più cupa sofferenza.
Immaturità emotiva e difficoltà a riconoscere e vivere i propri sentimenti
Da adulto, un bambino non amato vive tutte le dimostrazioni di solidarietà, fedeltà, affidabilità e dedizione in maniera distorta; le inconsciamente paragona al vissuto con il padre o la madre. Arriverà così alla sensazione sbagliata di aver perso il partner anche quando questi è molto vicino, dato che il desiderio insoddisfatto di “esseri visti e amati” riaffiora di continuo.
Bambino non amato e fame d’amore
I bambini non amati saranno adulti in difficoltà, la cui ricerca costante di amore potrebbe portare a cadere in relazioni pericolose e violente, in cui la violenza è giustificata dalla percezione di sé come non amabile, non degno e quindi punibile.
O ancora uomini e donne non capaci di amare, esprimere il loro affetto ed empatia, perché non hanno appreso come fare e allo stesso tempo faticano a lasciarsi amare, fidarsi e comprendere come altri possano provare affetto smisurato e puro per loro, che per anni ne sono stati privati.
Le conseguenze della mancanza di affetto sono innumerevoli e diverse da individuo a individuo anche per aspetti individuali che possono incrementarle o ridurle, tuttavia sicuramente l’assenza di amore nelle sue diverse forme, lascia un segno e compromette l’immagine di sé, l’autostima e le relazioni nel corso della vita. La fame d’amore si manifesta quasi sempre con le stesse caratteristiche, atroci ed insopportabili:
- Un bisogno d’amore incolmabile
- Una tristezza impossibile da sopportare
- Iper investimento del partner
- Una disperata dedizione all’amato/a
- Efferata gelosia
- Possessività
- Bisogno di conferme e di certezze
- Il non sentirsi mai abbastanza amati
- Mancanza di interesse per sé e per i propri interessi (con uno spostamento emozionale verso il partner)
- Devozione estrema
- Ansia ed ansia da separazione
- Ansia e panico di fronte ad ogni contrattempo o temporanea distanza dal partner
- Relazioni distruttive
Il “bambino non amato”, da adulto sarà sempre orientato in relazioni inappaganti; si offrirà al miglior o peggior offerente; di fatto avrà fame d’amore, si lascerà trainare dal primo che passa, impotente di fronte alla propria esistenza, sempre con lo stesso vuoto, sempre con la stessa sofferenza.
“C’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia”. Friedrich Nietzsche. In modo inconsapevole si va a riproporre un antico copione in cui la persona che oggi si sente respinta, rifiutata è stata dapprima un bambino non amato. Nella ricerca di amori attuali tormentati, il non amato, oggi adulto, non fa altro che ripercorrere l’antico copione vissuto con i genitori, l’antico dolore per non essere stato amato con la speranza di sanare questa antica ferita.
Cosa possiamo fare per sentirci amati?
Proprio per il modo in cui la psiche umana si è evoluta, è praticamente impossibile non trattare noi stessi nello stesso modo in cui ci hanno cresciuto i nostri genitori. Se siamo stati frequentemente ignorati, rimproverati, incolpati, giudicati o puniti fisicamente tendiamo a ripetere questo stesso trattamento: quando ci attacchiamo di solito stiamo seguendo l’esempio dei nostri genitori. Molte persone vivono in una realtà legata strettamente ai loro traumi. Soffrono e proiettano le loro sofferenze. E hanno spesso paura e si muovono nel mondo in base alle limitazioni che questa gli impone.
È impossibile amare se stessi se non si parte come sempre dalla Consapevolezza. Parti dallo scoprire chi sei, in cosa credi, cosa desideri e a cosa dai valore. La consapevolezza implica la possibilità comprendere la tua storia, le tue esperienze e come ti sei adattato a queste. Per acquisire consapevolezza devi innanzitutto essere onesto con te stesso e questo può essere più difficile di quanto pensi. Molti di noi sono così bravi a “raccontarsela” che non si rendono neanche conto che lo stanno facendo.
Qualcuno pensa che per cambiare la propria vita basti la forza di volontà
Ecco. Prova a svitare un bullone con la sola forza di volontà! Non ci riuscirai! Ti affaticherai, ti farai male le dita e ne uscirai demoralizzato. Prova invece a farlo con la consapevolezza che, per smontarlo, ti serve una chiave inglese! Allora tutto è più semplice! Sai «come si fa» e questa conoscenza affianca la tua «volontà di…». Per cambiare la propria vita non basta la sola forza di volontà, servono consapevolezza e attrezzi giusti! Ti spiego come compiere questa grande impresa nel mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Ti prometto che, quando avrai letto l’ultima pagina, avrai la considerazione di cui hai bisogno. Mollerai la presa e smetterai di affannarti dietro a persone o cose che ti tormentano. Puoi trovare il pluripremiato manuale in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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