Quando dici a tuo figlio che è intelligente, gli stai insegnando a essere un fallito

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Una delle convinzioni più radicate nella società, e tra i genitori in particolare, è che lodare i propri figli per le loro doti innate, come l’intelligenza, sia una pratica positiva. Tuttavia, negli ultimi decenni, la psicologia dello sviluppo ha sollevato preoccupazioni riguardo agli effetti di questo tipo di lodi. In particolare, alcuni esperti suggeriscono che quando si dice a un bambino che è “intelligente”, si rischia di incoraggiare una mentalità che potrebbe compromettere la sua capacità di affrontare le difficoltà e superare gli ostacoli, portandolo, paradossalmente, a diventare meno resiliente e più incline al fallimento. In altre parole, lodare un bambino per la sua intelligenza potrebbe insegnargli a evitare il rischio, a non impegnarsi troppo e a temere il fallimento.

L’illusione dell’intelligenza fissa

Uno degli studi più influenti che ha analizzato gli effetti di lodi come quella per l’intelligenza è stato condotto dalla psicologa Carol Dweck. Dweck, professoressa di psicologia alla Stanford University, ha sviluppato la teoria della “mentalità di crescita” (growth mindset) e della “mentalità fissa” (fixed mindset). Secondo la sua ricerca, lodare un bambino per la sua intelligenza può indurlo a sviluppare una mentalità fissa, cioè la convinzione che le proprie capacità siano innate e immutabili. Questo tipo di mentalità porta i bambini a pensare che il successo dipenda solo dalla loro intelligenza e che, se non riescono a ottenere buoni risultati in un compito, significa che non sono abbastanza intelligenti. In questo modo, il fallimento diventa una minaccia alla loro identità.

Un bambino con una mentalità fissa tende ad evitare le sfide, poiché teme di fallire e di essere etichettato come “stupido”. Quando una difficoltà si presenta, la sua reazione potrebbe essere quella di arrendersi rapidamente, invece di impegnarsi a risolvere il problema. Questo atteggiamento può limitare la sua crescita e il suo sviluppo, in quanto il bambino non avrà la possibilità di imparare dai suoi errori e di sviluppare la resilienza necessaria per affrontare le difficoltà della vita.

La mentalità di crescita

In contrasto con la mentalità fissa, la teoria della mentalità di crescita sostiene che le abilità non sono fisse, ma possono essere sviluppate attraverso l’impegno, la pratica e l’apprendimento. Se un bambino è lodato per il suo impegno e il suo sforzo, piuttosto che per la sua intelligenza, avrà maggiore probabilità di sviluppare una mentalità di crescita. Questo tipo di mentalità lo incoraggia ad affrontare le difficoltà con maggiore determinazione, a non temere il fallimento e a vedere gli errori come opportunità di apprendimento.

Ad esempio, se un genitore dice a un bambino: “Hai fatto un ottimo lavoro cercando di risolvere questo problema, anche se era difficile”, sta incoraggiando la mentalità di crescita. Il bambino apprende che il successo non dipende solo dall’intelligenza, ma dall’impegno e dalla perseveranza. Se invece un genitore dice: “Sei così intelligente, è facile per te”, il bambino potrebbe pensare che la sua intelligenza sia la causa principale del suo successo, e potrebbe temere di fallire in futuro, poiché il fallimento minaccerebbe la sua autostima e la sua identità.

La pericolosità della lode eccessiva

Non è solo la lode per l’intelligenza a essere problematica, ma anche una lode eccessiva in generale. Se un bambino è continuamente lodato, senza un legame con il suo impegno o il suo sforzo, potrebbe sviluppare una dipendenza dalle lodi esterne. Questo può portare a una serie di problemi psicologici, tra cui una bassa autostima, ansia da prestazione e una difficoltà a gestire il fallimento.

Quando i genitori lodano un bambino in modo eccessivo per le sue capacità, senza riconoscere l’importanza dell’impegno e della perseveranza, il bambino potrebbe sviluppare l’idea che il suo valore dipenda esclusivamente dai risultati che ottiene. In questo scenario, il fallimento diventa un’esperienza negativa, che mina la fiducia in sé stessi e può portare alla paura di affrontare nuove sfide.

Il ruolo del fallimento nella crescita

Il fallimento è un aspetto fondamentale della crescita e dello sviluppo. Gli errori, le difficoltà e le sfide sono occasioni di apprendimento che consentono ai bambini di sviluppare competenze importanti, come la resilienza, la capacità di risolvere problemi e la gestione delle emozioni. Tuttavia, un bambino che teme il fallimento e vede l’insuccesso come una minaccia alla sua intelligenza o al suo valore, potrebbe evitare di affrontare situazioni in cui potrebbe fallire, limitando così la sua crescita personale.

La paura del fallimento può anche portare a comportamenti autodistruttivi, come l’auto-sabotaggio o la procrastinazione, in cui il bambino evita di affrontare compiti difficili per non dover affrontare il rischio di fallire. Inoltre, la paura di fallire può rendere difficile per il bambino accettare critiche o feedback, poiché percepisce questi come un giudizio negativo sul suo valore, anziché come un’opportunità di miglioramento.

Il potere della critica costruttiva

Per contrastare gli effetti negativi delle lodi sull’intelligenza, è importante che i genitori e gli insegnanti adottino un approccio basato sulla critica costruttiva. Questo significa non concentrarsi esclusivamente sui risultati, ma anche riconoscere l’impegno, l’ingegno e la perseveranza dei bambini. La critica costruttiva aiuta i bambini a capire che il loro valore non dipende solo dal successo, ma anche dalla loro capacità di affrontare le sfide e di imparare dai propri errori.

Un approccio basato sulla critica costruttiva non implica necessariamente il rimprovero, ma piuttosto il riconoscimento dei punti di forza e delle aree di miglioramento. Ad esempio, invece di dire: “Sei molto intelligente, non avevi bisogno di sforzarti per fare questo esercizio”, un genitore potrebbe dire: “Hai lavorato molto duramente per risolvere questo problema, sono orgoglioso del tuo impegno. La prossima volta, cerca di concentrarti di più sui dettagli”.

L’importanza della resilienza

La resilienza è una qualità essenziale che aiuta i bambini a gestire le difficoltà della vita e a superare gli ostacoli. Un bambino resiliente è in grado di affrontare le sfide con ottimismo e determinazione, senza farsi scoraggiare dal fallimento. La resilienza si sviluppa quando i bambini sono incoraggiati a provare, a fallire, a imparare dai loro errori e a riprovare. Questo processo aiuta a costruire la fiducia in se stessi e la capacità di affrontare le difficoltà future.

Quando i genitori e gli insegnanti lodano l’intelligenza innata di un bambino, senza enfatizzare l’importanza dell’impegno e del miglioramento continuo, rischiano di limitare la sua resilienza. Al contrario, lodando il processo di apprendimento, il superamento delle difficoltà e l’adattabilità, si aiuta il bambino a sviluppare una mentalità di crescita che lo rende più forte di fronte alle sfide della vita.

In sintesi, dire a un bambino che è “intelligente” potrebbe sembrare un complimento, ma in realtà potrebbe avere effetti negativi a lungo termine

Piuttosto che lodare un bambino per ciò che è, è più utile elogiare il suo impegno, la sua perseveranza e la sua capacità di affrontare le difficoltà. Un bambino che sviluppa una mentalità di crescita, in cui comprende che l’intelligenza può essere sviluppata attraverso il lavoro e l’apprendimento, sarà più resiliente e più disposto ad affrontare le sfide con ottimismo e determinazione. Inoltre, un tale approccio aiuta a costruire una maggiore autostima, poiché il bambino impara a vedere il valore in sé stesso non solo attraverso il successo, ma anche attraverso il suo impegno e la sua capacità di imparare dagli errori.

Cosa puoi invece insegnare a tuo figlio?

Voler bene a un figlio non significa soddisfare tutti i suoi capricci, aprirgli tutte le porte o evitare che venga colpito dalle esperienze negative della vita. L’amore autentico è quello che guida, quello che risveglia sin da subito un vero senso della responsabilità nel bambino e che sa gestire la sua frustrazione dicendogli “no” quando ce n’è bisogno.
Un’educazione di qualità conosce le emozioni e capisce la pazienza. Un bambino impegnativo non smetterà di comportarsi in un certo modo se gli si urla contro o se lo si isola per due ore in camera sua.

Ciò di cui ha bisogno, e per il quale vi ringrazierà, è l’attenzione data dalle parole, da nuovi stimoli, dagli esempi e dalle risposte che soddisfaranno le sue avide domande. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che, in un’epoca dove molte mamme e papà sono costretti a rispettare orari di lavoro che vanno poco o per nulla d’accordo con la vita familiare, ciò che importa non è la quantità di tempo reale che si condivide con i propri figli. Ciò che importa è la QUALITÀ di quel tempo trascorso insieme.

I genitori che sanno intuire le necessità e le emozioni dei propri figli, che sono presenti per guidarli, per orientarli e per favorire i loro interessi, i loro sogni e le loro speranze, sono quelli che lasciano il segno e che fanno crescere le radici dei propri figli, evitando che i loro bambini vadano a cercarle per strada.

Talvolta rischiamo di vivere una vita fatta di tante profezie che si autoavverano, rischiando di sabotarci da soli

Tutti si reputano estremamente sinceri con se stessi e consapevoli… Tuttavia, la realtà quotidiana ci racconta mondi diversi. Se fossimo così sinceri con noi stessi, infatti, di certo non andremmo incontro a tante ambivalenze, ne’ tantomeno ad ansie e comportamenti “contenitore” come gli scatti d’ira, le abbuffate compulsive…. Tutto questo è sempre figlio di realtà taciute. Realtà scomode. Che ci dicono che… non siamo ciò che pensiamo. Ma ciò non significa che siamo peggio… semplicemente, significa che c’è una parte di noi con la quale, ancora non siamo scesi a patti. Ancora non abbiamo manifestato ed è per questo che si fa sentire diversamente… Ecco perché «ammettere» è il passo più difficile. Significa guardarti e non sapere cosa troverai in te stesso. Un po’ inquietante se ci pensi bene, dato che con te passi 24/24h… Quando abbiamo il coraggio di guardarci (per davvero), allora tutto cambia. Non è un caso che il nuovo libro di Psicoadvisor s’intitoli «il mondo con i tuoi occhi», (già in preorder su Amazon). Ti insegniamo a guardarti.  Per davvero. Si tratta dell’attesissimo saggio di psicologia incentrato sull’affermazione personale, cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, puoi ordinarlo qui su Amazon) oppure in libreria.

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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