Quando dietro l’amore si nasconde la dipendenza: i campanelli di allarme

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Un sano rapporto di amore è un’esperienza unica ed importante, funzionale nel favorire la costruzione del legame e di intimità con un partner “speciale”. L’amore stimola la crescita personale così come ogni relazione favorisce nuovi insight e maggiore conoscenza di sé. Le fasi iniziali di un rapporto d’amore possono essere intense ed eccitanti, sono caratterizzate dal bisogno di fondersi con l’altro e la presenza di un certo grado di dipendenza dal partner è normale.

Diverse persone quando pensano ai momenti iniziali del proprio innamoramento ricordano un periodo impetuoso, emotivamente intenso, di continua e desiderata ricerca dell’altro, di intimità connotata da un’attrazione ed un desiderio sessuale molto forti. Questa intimità nel tempo si evolve.

Il rapporto d’amore cambia, passando da quei primi momenti di travolgente eccitamento alla costruzione di un’intimità più profonda e a lungo termine. Anche quel grado di dipendenza iniziale dal proprio partner viene progressivamente sostituito dalla creazione di un legame fondato sull’equilibrio del “dare” e “ricevere” reciproco.

Nel caso della “love addiction” (termine inglese adoperato per definire la “dipendenza affettiva”) l’impetuosità iniziale è, invece, portata all’esasperazione. Man mano che la relazione matura, essa diviene ansiosa, insoddisfacente ed agitata. L’amore e la sessualità possono evolvere in dinamiche distruttive e compulsive.

I motivi per cui la relazione acquisisce caratteristiche patologiche risiedono soprattutto nel profilo psicologico della persona dipendente e nelle ripercussioni che i suoi comportamenti e le sue emozioni hanno sul partner e sul rapporto stesso.

Il dipendente affettivo sperimenta infatti:

  • paura dell’abbandono
  • paura della distanza e dell’isolamento
  • senso di inferiorità nei confronti del partner
  • sentimenti di rabbia e di colpa
  • coinvolgimento eccessivo con limitazione della propria vita sociale
  • gelosia e possessività.

L’emozione prevalente consiste proprio nel timore della disapprovazione e dell’abbandono. Poiché la sua autostima è bassa, il proprio valore dipende dagli altri o da qualcosa di estraneo a se stessi.

La credenza dominante è quella di non meritare di essere apprezzati e di essere indegni di amore per come si è. Sulla base di tali cognizioni il dipendente affettivo mette al primo posto tutto tranne che se stesso, condizionato dall’idea di fondo che il proprio benessere dipende dall’altro.

L’amore diventa il mezzo unico con cui ottenere affetto, riconoscimento e valorizzazioni di sé

Il partner assume il ruolo di un salvatore e il mantenimento della relazione diviene l’unico scopo della propria esistenza.

Pur di conquistare e conservare questo fondamentale appiglio, il dipendente affettivo è disposto ad annullarsi come persona ed a sottomettersi al partner, disconoscendo i propri bisogni ed accettando compromessi che possono arrivare ad annullare la propria dignità. In certi casi, tende ad essere coinvolto e a rimanere in relazioni in cui subisce abusi emotivi o fisici.

Nel tentativo di ricevere amore e riconoscimento il dipendente affettivo non solo tende ad assecondare le volontà dell’altro, ma cerca allo stesso tempo di controllarlo. Il timore di abbandono e di perdita dell’amore, infatti, è sempre dietro l’angolo. Il rapporto è vissuto come un “pericolo” e, ossessionato dall’idea di perdere il partner, vengono assunti atteggiamenti possessivi come ad esempio controllare il partner cercando di conoscerne comportamenti e pensieri, ed atteggiamenti manipolatori mediante ricatti affettivi e gesti autolesivi.

Allo stesso tempo la persona dipendente avanza continue richieste di assoluta devozione del partner, lo mette frequentemente alla prova ed è sempre alla ricerca di conferme del suo amore.

Questi comportamenti, però, piuttosto che garantire l’amore desiderato, non fanno altro che aumentare una condizione di stress nel partner stesso il quale, non riuscendo a soddisfare le frequenti e continue richieste, si ribella e/o si allontana creando un circolo vizioso per cui il dipendente, non sentendosi accolto ed amato, rilancia maggiori richieste di conferma. Non sorprendono costanti stati di ansia, momenti depressivi e reazioni aggressive.

La “love addiction” è considerata dipendenza in quanto, proprio come nelle dipendenze da sostanze (alcol o droghe), il soggetto non riesce a rinunciare all’oggetto amato ed in più ne richiede dosi di presenza o vicinanza sempre maggiori.

Non è un caso che gli studiosi che si sono occupati dell’argomento hanno evidenziato quanto essa si caratterizzi per ebbrezza, ovvero il soggetto si sentirebbe meglio quando è in presenza della persona amata, e per dose, ovvero la persona tende ad aumentare le dosi di vicinanza/presenza del partner.

Come nasce la dipendenza affettiva

Questa forma di dipendenza trova origine nel passato affettivo e relazionale, in particolare nel rapporto instaurato durante l’infanzia con i genitori.

E’ possibile riscontrare nella storia personale di un dipendente affettivo la mancanza di un attaccamento sicuro con i genitori che, in età più avanzata e nelle future relazioni sentimentali, si esprime con il bisogno di un controllo ossessivo del partner; un mancato soddisfacimento dei bisogni emotivi del bambino, un’esperienza che può rappresentarsi nella mente del soggetto sotto forma di convinzione che i “propri bisogni non sono importanti” o che “non si è degni di amore altrui”.

In comorbilità con la dipendenza affettiva si possono riscontrare comportamenti sessuali compulsivi, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi dell’alimentazione e da abuso di sostanze. Sul versante della personalità, si possono sovrapporre i disturbi evitante, istrionico, narcisistico e passivo-aggressivo.

Là dove un rapporto di coppia non è più vissuto come una realtà dinamica fatta di momenti di separatezza e di fusionalità; se il partner viene violato nella sua capacità di regolarsi da sé ed è forzatamente rivestito di un ruolo; se il rapporto di amore, da esperienza di crescita e di arricchimento, diventa un mezzo per compensare paure e bisogni personali frustrati, lì allora nasce una dipendenza affettiva, facendo della relazione non più un’occasione di sano e costruttivo incontro di due persone, ma di limitazione per entrambe.

Come superare la dipendenza affettiva

Superare la dipendenza affettiva è possibile, ponendo come obiettivo generale la conquista dell’indipendenza e dell’autonomia affettiva.

Senza entrare nel merito di un trattamento psicoterapeutico specifico, fortemente consigliato nel caso di profondi vissuti di disagio relazionale, vengono di seguono presentati alcuni piccoli ed iniziali consigli che possono essere utili a contrastare i pattern disfunzionali di uno stato di dipendenza affettiva:

1. Cercare di interrompere quello che si sta facendo e fermarsi ad osservare il proprio comportamento. Ripercorrere la propria storia è utile per capire i motivi per cui si è diventati quello che si è oggi; un modo può essere ad esempio quello di creare un inventario delle modalità disfunzionali delle relazioni passate e di quelle in corso

2. Cercare di individuare temi comuni e ricorsivi nelle proprie relazioni di vita, scoprire somiglianze tra le esperienze infantili e le scelte fatte in età adulta

3. Chiedersi come sarebbe la propria vita se si mettesse nelle proprie mani la responsabilità della propria felicità, dei propri successi ed insuccessi; se si amasse se stessi così come si vorrebbe che fossimo amati dagli altri. Prendere, inoltre, coscienza che si stanno dedicando agli altri tutte quelle cure ed attenzioni che si vorrebbe per se stessi

4. Contrastare i pensieri negativi su di sé e valorizzarsi indipendentemente da un legame sentimentale

5. Difendere il diritto di essere rispettati se la propria dignità è messa seriamente in discussione

6. Non avere paura di parlarne. Il confronto con altre persone può essere utile per raccogliere punti di vista diversi dai propri e riconoscere la dannosità di certe proprie condotte, inconsapevolmente reiterate.

A cura di Christian Spinelli Psicologo Psicoterapeuta. Terapeuta EMDR. Riceve su appuntamento nel suo studio di Bari. Contatti: tel. 3335980704. Email christian.sp@libero.it